Monologo - Che fine ha fatto Bernadette

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Nel film "Che fine ha fatto Bernadette", diretto da Richard Linklater e basato sul romanzo omonimo di Maria Semple, emergono riflessioni profonde sui meccanismi psicologici e sulle dinamiche interpersonali. Uno dei momenti più significativi del film è il monologo di Bee, la figlia adolescente di Bernadette, che offre uno spaccato illuminante sulla natura umana e sulla psicologia dell'adattamento edonico.

TU MERITI

MINUTAGGIO: Intro

RUOLO: Bee Branch

ATTRICE: Emma Nelson

DOVE: Amazon Prime Video


INGLESE


Have you ever heard that the brain is like a discounting mechanism? Say someone gives you a present and it's a diamond necklace and you open it and you love it. You're all happy at first, and then the next day it still makes you happy, but a little less so. A year later, you see the necklace and you think, "Oh, that old thing." And do you know why your brain discounts things? It's for survival. You need to be prepared for new experiences, because they could signal danger. Wouldn't it be great if we could reset that, since there aren't a lot of saber-tooth tigers jumping out at us? Seems like a design flaw that our brain's default settings signal danger and survival, instead of something like joy, or appreciation. I think that's what happened to my mom. She got so focused on picking up danger signals that her discounting mechanism forgot to see all the good stuff in her life. And maybe Dad had quit seeing the diamond necklace side of Mom.



ITALIANO


Avete mai sentito dire che il cervello è un meccanismo a ribasso? Mettiamo che qualcuno vi compri un regalo ed è una collana di diamanti. Aprite il regalo e vi piace. All’inizio siete felici e poi, il giorno dopo, vi rende ancora felici ma un po’ meno. Un anno dopo, vedete la collana e pensate: “Oh, quella vecchia collana…”. E sapete perché il vostro cervello ridimensiona le cose? È una questione di sopravvivenza. Dovete essere preparati a delle nuove esperienze perché potrebbero segnalare un pericolo. Non sarebbe bello se potessimo resettarlo, visto che non ci sono molte tigri dai denti a sciabola che ci saltano addosso? Sembra un difetto di progettazione che le impostazioni predefinite del nostro cervello, segnalino pericolo e sopravvivenza, invece di qualcosa tipo gioia e apprezzamento. Credo che sia successo questo a mia madre. Era così concentrata a captare i segnali di pericolo, che il suo meccanismo a ribasso dimenticava di vedere tutte le cose buone nella sua vita. E forse mio papà, aveva smesso di vedere il lato “collana di diamante” della mamma.

CHE FINE HA FATTO BERNADETTE

"Che fine ha fatto Bernadette" (Where'd You Go, Bernadette) è un film del 2019 diretto da Richard Linklater. Basato sull'omonimo romanzo di Maria Semple del 2012, il film ha come protagonista Cate Blanchett nel ruolo di Bernadette Fox, una rinomata architettrice che vive a Seattle con suo marito Elgie, interpretato da Billy Crudup, e la loro figlia adolescente Bee, interpretata da Emma Nelson. Bernadette Fox è una donna estremamente intelligente e un'architetta di talento che ha lasciato la sua promettente carriera per dedicarsi alla famiglia. Con il passare degli anni, Bernadette ha sviluppato una serie di eccentricità e un disagio crescente nei confronti delle persone e del mondo esterno, isolandosi progressivamente. La sua unica amica sembra essere la sua assistente virtuale in India. La vita di Bernadette subisce una svolta quando Bee, dopo aver ottenuto ottimi risultati a scuola, chiede di fare un viaggio in famiglia in Antartide come premio. Bernadette, inizialmente riluttante a causa del suo crescente agorafobia, accetta il viaggio, ma la sua ansia e il suo comportamento imprevedibile portano a una serie di eventi che culminano nella sua scomparsa.


Quando Bernadette scompare, Bee e Elgie iniziano una ricerca disperata per trovarla. Questa ricerca porterà Bee a scoprire molto di più sulla vita passata di sua madre e sui motivi dietro il suo comportamento. Nel frattempo, Bernadette intraprende un viaggio personale di autoscoperta che la porta dall'Antartide a ritrovare la sua passione per l'architettura e la creatività.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo di Bee è una riflessione profonda che esplora la psicologia umana, il modo in cui percepiamo la realtà e come le nostre esperienze influenzano la nostra capacità di apprezzare la vita. Bee utilizza un'analogia per spiegare un concetto psicologico noto come "adattamento edonico", secondo il quale gli esseri umani tendono a tornare a un livello relativamente stabile di felicità nonostante eventi positivi o negativi. Bee introduce il concetto di "meccanismo a ribasso" del cervello, una rappresentazione metaforica dell'adattamento edonico. Questo fenomeno descrive come l'intensità delle nostre reazioni emotive si attenua col tempo dopo un cambiamento significativo, sia esso positivo o negativo. L'esempio della collana di diamanti mostra come un oggetto che inizialmente provoca grande felicità diventa meno apprezzato e notevole con il passare del tempo. Bee suggerisce che il cervello umano è programmato per prioritizzare la sopravvivenza rispetto alla gioia. Questa programmazione evolutiva faceva senso in un'epoca in cui gli esseri umani dovevano essere costantemente vigili di fronte a minacce reali, come le tigri dai denti a sciabola. Ma in un contesto moderno, dove tali pericoli sono meno frequenti, questo meccanismo può portare a una sottovalutazione delle esperienze positive e a un focus eccessivo su potenziali minacce o problemi. Bee collega questo meccanismo psicologico alla situazione di sua madre, Bernadette. Suggerisce che Bernadette fosse così concentrata su potenziali pericoli e problemi da non riuscire a vedere le cose positive nella sua vita. Questo comportamento può essere visto come un riflesso del suo isolamento e della sua ansia, che la portano a percepire il mondo esterno come ostile o minaccioso. Bee estende la sua riflessione anche al padre, Elgie, affermando che anche lui aveva smesso di vedere Bernadette per la persona che era veramente, focalizzandosi solo sui suoi problemi e non sulle sue qualità. Questa osservazione evidenzia come la percezione di una persona possa cambiare nel tempo, influenzata dal meccanismo a ribasso e dal contesto relazionale.

Questa riflessione di Bee è fondamentale per comprendere la sua maturità e la sua capacità di analisi. Nonostante la giovane età, ha una comprensione profonda di come funzionano le dinamiche emotive e psicologiche, influenzando la sua interazione con i genitori e il suo modo di vedere la vita. Il monologo propone implicitamente la ricerca di un equilibrio tra la consapevolezza dei pericoli e l'apprezzamento delle gioie della vita. Bee sembra suggerire che un reset del nostro modo di percepire potrebbe aiutarci a riconoscere e apprezzare di più le esperienze positive, senza essere sopraffatti dalla negatività o dall'ansia. Attraverso il monologo, il film critica anche sottilmente la società moderna, che spesso esalta la vigilanza e la produttività a scapito del benessere emotivo e della serenità. Bee propone una visione alternativa, dove gioia e apprezzamento dovrebbero avere un ruolo più centrale nelle nostre vite.

Conclusioni

Il monologo di Bee in "Che fine ha fatto Bernadette" rappresenta un potente strumento narrativo che Linklater utilizza per esplorare temi complessi relativi all'adattamento psicologico, alla percezione e alla ricerca di un equilibrio tra sopravvivenza e gioia. Attraverso la voce di una giovane ragazza, il film mette in luce la necessità di riconsiderare le nostre priorità psicologiche e di trovare nuovi modi per valorizzare e celebrare le gioie quotidiane, sfidando le predisposizioni evolutive che ci portano a concentrarci sul negativo.

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