Monologo - Antonio Folletto in \"Mica è colpa mia\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo di Carlo in "Mica è colpa mia" è un perfetto esempio di come la scrittura cinematografica possa trasformare una semplice richiesta in un momento di forte impatto emotivo e narrativo. Attraverso un mix di umorismo, vulnerabilità e riflessione, il personaggio costruisce una connessione con Marina, coinvolgendo anche lo spettatore, in un discorso che va ben oltre il mero bisogno pratico.

Mi dai una mano?

MINUTAGGIO: 39:15-41:16

RUOLO: Vito
ATTORE:
Antonio Folletto
DOVE:
Netflix

ITALIANO


Mercoledì faccio un evento di beneficienza al ristorante. Niente, visto che ieri gli spaghetti erano così buoni volevo chiederti se ti andava di cucinare. Marina, io sto nella merda, è successo un casino. Il mio cuoco si è rotto un braccio, tutte e due le braccia. E' praticamente ridotto come un vegetale, una tragedia. Non te lo chiederei, però... ti ricordi di quel progetto di cui ti avevo parlato, quell'acquedotto in Gambia? Se non riesco a recuperare i soldi qua mi fermano tutto... Senti Marina, io non ti conosco. Però da quel poco che ho visto stai sempre di fretta. Sai che mi diceva sempre mio nonno. Che le cose più belle della sua vita sono sempre stati gli imprevisti. Io ti avrò visto un paio di volte e... e stai sempre incazzata. Cioè, non incazzata, però diciamo che sei un pò nervosa, ecco. Invece ieri quando ti sei messa ai fornelli, in mezzo alla puzza di aglio e cipolla sembravi che stessi bene. A un certo punto ti è pure scappato un sorriso. Di questi tempi un sorriso non è una cosa da poco. Poi è un attimo nella vita che uno nella vita si trova in terapia intensiva, poi gli vengono i sensi di colpa per tutte le volte che ha detto di no.

Mica è colpa mia

"Mica è colpa mia" è una commedia romantica italiana diretta da Umberto Carteni, disponibile su Netflix dal 1° gennaio 2025. La trama segue le vicende di Vito (Antonio Folletto), un padre single, e suo fratello Antonello (Vincenzo Nemolato), che, sommersi dai debiti, rischiano di perdere la loro casa di famiglia a Napoli. Per salvare la situazione, i due fratelli elaborano un piano audace: ingannare Marina (Laura Adriani), una ricca ereditiera, fingendosi i fondatori di un'organizzazione benefica, nella speranza di ottenere una cospicua donazione. Mentre Vito si immerge nel suo ruolo, scopre che Marina, dietro la facciata di ricchezza, è una persona profondamente infelice. Questo porta Vito a mettere in discussione le sue intenzioni, e l'inganno pianificato si complica ulteriormente quando tra i due nasce un sentimento autentico.


Il film offre una miscela di umorismo e romanticismo, ambientata nelle suggestive strade di Napoli, esplorando temi come la famiglia, l'inganno e la ricerca della felicità. Per chi desidera trascorrere una serata all'insegna della leggerezza e del buonumore, "Mica è colpa mia" rappresenta una scelta ideale, disponibile per lo streaming su Netflix.

Analisi Monologo

Questo monologo di Carlo è una delle classiche scene che fondono umorismo e tensione emotiva, un elemento tipico di una commedia romantica che cerca di bilanciare leggerezza e profondità.

Carlo parte con una richiesta apparentemente semplice: cucinare per un evento di beneficenza. Ma la giustificazione è esageratamente drammatica e comica al tempo stesso: il cuoco si è "rotto tutte e due le braccia" ed è ridotto "come un vegetale." Questo iperbolico racconto mette subito in chiaro il tono del personaggio e del film. La comicità qui non è solo verbale, ma anche strutturale: crea una situazione assurda per poi far emergere il vero motivo della richiesta, il bisogno disperato di fondi per il progetto in Gambia.

Il riferimento all'acquedotto in Gambia è una mossa narrativa che aggiunge una dimensione morale al discorso. Qui il personaggio si muove sul confine tra sincerità e opportunismo.


La parte centrale del monologo si sposta su un piano più personale e riflessivo. Carlo osserva Marina e la descrive come una persona "sempre di fretta" e "un po' nervosa," mostrando un tentativo di empatia e connessione. Il riferimento al nonno e agli "imprevisti" è una strategia per disarmare Marina: vuole farle vedere il momento non come un problema, ma come un'opportunità. Questa riflessione serve anche a mostrare un lato più vulnerabile di Carlo, che sta cercando di persuadere Marina non solo con la logica o con il bisogno, ma con l'idea che questo gesto potrebbe darle qualcosa di più grande, una pausa dalla sua vita frenetica.

Il sorriso di Marina, osservato mentre cucinava, è il cuore del monologo. Carlo lo usa per suggerire che, in mezzo a tutto il caos, Marina potrebbe trovare un momento di pace e felicità nel cucinare di nuovo. Questo è un modo elegante di trasformare una semplice richiesta in un invito a riscoprire se stessa.


La frase finale – "Poi è un attimo nella vita che uno si trova in terapia intensiva" – è un colpo emotivo. Qui Carlo cerca di colpire Marina con un senso di urgenza e significato, per farle capire che dire sì a un piccolo gesto può fare la differenza.

Conclusione

Il monologo di Carlo esplora l'importanza degli imprevisti e dei piccoli gesti nella vita. Attraverso la sua riflessione, il personaggio invita Marina, e con lei il pubblico, a rallentare e a ritrovare valore nelle cose semplici e genuine. È un momento che, con un sorriso e un tocco di vulnerabilità, cattura il cuore del messaggio della pellicola: a volte, dire "sì" non è solo una scelta, ma un atto di riscoperta personale.

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