Monologo - Gaia Weiss in \"Storia della mia famiglia\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo di Sarah da Storia della mia famiglia è una finestra sulla sua fragilità e sul suo stato mentale instabile. È un momento di confessione in cui la donna ammette il suo senso di disorientamento, la perdita di controllo su sé stessa e sulla realtà che la circonda. Sarah è un personaggio complesso, spesso percepito come instabile e irascibile, ma questo monologo mostra un altro lato di lei: una donna che lotta contro qualcosa di più grande, una condizione che la porta a perdere il contatto con la realtà. Le sue parole non cercano giustificazioni, ma rivelano il peso che porta dentro.

Non ricordo più le cose

STAGIONE 1 EPISODIO 3
MINUTAGGIO
: 18:54-19:46

RUOLO: Sarah
ATTRICE:
Gaia Weiss
DOVE:
Netflix



ITALIANO


La camicetta è mia. Adesso me lo ricordo. A volte ho queste crisi. Improvvisamente mi allontano da me stessa. Non riconosco la casa in cui abito o le persone. A volte mi capita di non riconoscermi allo specchio. Ma da quando sono con Fausto sto bene, mi Credi? Da quando ho scoperto di essere incinta ho dovuto sospendere le medicine. Mi dispiace che è capitato con te a casa. Non devi raccontare a Fausto questa cosa di oggi.

Storia della mia famiglia

La serie Storia della mia famiglia racconta il viaggio emotivo di Fausto (Eduardo Scarpetta), un padre single che, dopo la diagnosi di una malattia terminale, si trova a dover garantire un futuro sereno ai suoi due figli, Libero ed Ercole. Il suo obiettivo è evitare che vengano affidati alla loro madre biologica, Sarah (Gaia Weiss), con cui ha un rapporto conflittuale e di cui non si fida. Mentre il tempo stringe, Fausto mette in moto una rete di protezione intorno ai suoi figli, coinvolgendo le persone più importanti della sua vita: sua madre Lucia (Vanessa Scalera), che da Napoli torna a Roma per assisterlo; suo fratello Valerio (Massimiliano Caiazzo), che lui stesso spinge a prendere il ruolo di riferimento familiare; e gli amici Maria (Cristiana Dell’Anna) e Demetrio (Antonio Gargiulo), che da sempre gli sono vicini.


La storia ruota attorno al dramma della malattia, ed esplora i rapporti difficili e le dinamiche complesse di una famiglia imperfetta, fatta di errori, incomprensioni e tentativi di riscatto. Lucia, la madre di Fausto, è una donna che ha sempre vissuto in modo indipendente, ma il dolore per il figlio la spinge a riconsiderare il proprio ruolo nella vita dei nipoti. Valerio, invece, lotta con una dipendenza dalla cocaina e con la difficoltà di prendersi responsabilità più grandi di lui. Il tono della serie mescola momenti di leggerezza a scene di grande intensità emotiva, mostrando come, anche nei momenti più difficili, la vita continui con la sua imprevedibile ironia. I personaggi non sono eroi, ma persone comuni che affrontano la vita come possono, cercando di fare del proprio meglio anche quando sembra impossibile.


Eduardo Scarpetta, nel ruolo di Fausto, interpreta un uomo che affronta il dolore con una forza quasi ostinata, mentre Vanessa Scalera dà vita a una madre che cerca un riscatto tardi nella vita. Massimiliano Caiazzo porta sullo schermo un giovane in conflitto con se stesso, mentre Cristiana Dell’Anna e Antonio Gargiulo offrono un supporto emotivo e narrativo fondamentale alla storia. Fausto costruisce un’eredità affettiva per i suoi figli, insegnando loro che la famiglia non è solo questione di sangue, ma di chi resta, di chi sceglie di esserci.

Analisi Monologo

Il monologo si apre con un dettaglio apparentemente banale: La camicetta è mia. Adesso me lo ricordo. Questa frase introduce il tema della perdita di memoria e della confusione mentale. Sarah, all’improvviso, si rende conto di qualcosa che poco prima non riconosceva, e questa realizzazione la porta ad ammettere le sue difficoltà. La frase successiva è ancora più esplicita: A volte ho queste crisi. Improvvisamente mi allontano da me stessa.” Qui Sarah descrive la sua condizione non solo come un problema di memoria, ma come una sorta di dissociazione. Questo è il cuore del suo conflitto interiore: la sensazione di non avere pieno controllo sulla propria mente e sulla propria identità. Il punto di svolta arriva con Ma da quando sono con Fausto sto bene, mi credi? Qui Sarah si aggrappa a Fausto come ancora di stabilità. La domanda mi credi? sembra quasi un tentativo di convincere sé stessa che stare con lui la faccia stare meglio. È una frase che lascia emergere sia il bisogno di aiuto che una forma di dipendenza emotiva.


L’ammissione Da quando ho scoperto di essere incinta ho dovuto sospendere le medicine aggiunge un ulteriore livello di drammaticità. La gravidanza, evento che solitamente porta gioia, per Sarah ha significato anche la rinuncia a un equilibrio precario. Qui si capisce che la sua instabilità non è il risultato di una scelta o di un carattere difficile, ma di una condizione che stava cercando di gestire con le cure. La sua vulnerabilità diventa ancora più evidente, e il pubblico comprende meglio il suo comportamento spesso impulsivo. L’ultima frase, 9, è significativa perché mostra la sua paura di essere giudicata o, peggio, allontanata. Sarah teme che la sua fragilità possa compromettere il rapporto con Fausto, e cerca di nascondere i suoi momenti di crisi. Non chiede aiuto, non cerca comprensione, ma prova a mantenere il controllo su un’immagine che sa di non poter sostenere completamente.

Conclusione

Questo monologo offre una prospettiva più profonda su Sarah, trasformandola da figura instabile e problematica a una donna che sta combattendo contro sé stessa e contro la paura di perdere le persone che ama. La sua instabilità non è solo un tratto caratteriale, ma il risultato di una lotta interiore che lei stessa non sempre comprende. La scena è importante perché, per un attimo, Sarah abbassa le difese e mostra il suo vero stato d’animo. La sua richiesta di non raccontare nulla a Fausto sottolinea il suo terrore di essere considerata "sbagliata" o inadeguata come madre. Non vuole essere vista come fragile, ma il suo tentativo di nascondere la verità non fa che evidenziare quanto sia sola in questa battaglia.

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