Monologo - Gandalf e la guerra nel Signore degli Anelli: il Ritorno del Re

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO


"Il Signore degli Anelli" si distingue come un capolavoro che ha ispirato generazioni, attraversando le barriere della letteratura per conquistare anche il cinema. La trilogia cinematografica di Peter Jackson ha portato alla vita la Terra di Mezzo in un modo che pochi avrebbero potuto immaginare, rendendo iconici personaggi e dialoghi che risuonano ben oltre il loro contesto narrativo. Tra questi, emerge la figura di Gandalf, il mago saggio e potente, la cui evoluzione da Gandalf il Grigio a Gandalf il Bianco simboleggia speranza, rinascita e resistenza contro l'oscurità. Un monologo in particolare, in cui Gandalf si prepara alla guerra, sintetizza anche le tematiche più profonde che attraversano l'opera di Tolkien: la lotta tra il bene e il male, il peso della speranza in tempi di disperazione, e la forza trovata nell'unità e nel coraggio.


GANDALF SI PREPARA ALLA GUERRA


MINUTAGGIO: 38:05-43:50

RUOLO: Gandalf il bianco

ATTORE: Ian McKellen

DOVE: Amazon Prime Video


INGLESE


There was never much hope. Just a fool's hope. Our enemy is ready. His full strenght's gathered. Not only Orcs, but Men as well. Legions of Haradrim from the south... mercenaries from the coast. All will answer Mordor's call. This will be the end of Gondor as we know it. Here the hammer stroke will fall hardest. If the river is taken, if the garrison of Osgiliath falls, the last defense of this city will be gone. Sauron has yet to reveal his deadliest servant, the one who will lead Mordor's armies in war. The one they say no living man can kill. The Witch-king of Angmar. You've met him before. He stabbed Frodo on Weathertop. He is the lord of the Nazgul, the greatest of the Nine. Minas Morgul is his lair. We come to it at last. The great battle of our time. The board is set. The pieces are moving.



ITALIANO


Non c'è mai stata molta speranza. Solo quella di uno sciocco. Il nostro nemico è pronto. Tutte le sue forze radunate. Non solo Orchi, ma anche Uomini. Legioni di Haradrim dal Sud. Mercenari dalla costa. Tutti risponderanno all'appello di Mordor. Sarà la fine di Gondor per come la conosciamo noi. Qui il colpo di martello cadrà con più violenza. Se il fiume verrà preso, se la guarnigione di Osgilath cadrà... l'ultima difesa di questa città sarà annientata. Sauron deve ancora rivelare il suo servo più micidiale. Colui che condurrà alla guerra gli eserciti di Mordor. Colui che come dicono, nessun uomo vivente può uccidere. Il Re degli Stregoni di Angmar. Tu lo hai già incontrato. Ha pugnalato Frodo a Colle Vento. E' il signore dei Nazgul, il più potente dei Nove. Minas Morgul è la sua tana. Infine ci siamo. La grande battaglia del nostro tempo. La scacchiera è pronta. Le pedine si muovono.


CHI E' GANDALF


Gandalf il Bianco è una figura centrale nella trilogia cinematografica de "Il Signore degli Anelli" diretta da Peter Jackson, basata sull'omonimo romanzo di J.R.R. Tolkien. Questo personaggio fa la sua comparsa nella seconda parte della trilogia, "Le due torri", dopo la caduta di Gandalf il Grigio nelle miniere di Moria, combattendo contro il Balrog.

Gandalf il Bianco è, in realtà, Gandalf il Grigio rinato, trasformato e inviato indietro dai Valar (esseri divini nel mondo di Tolkien) per completare la sua missione nella Terra di Mezzo. Il suo ritorno segna un cambiamento significativo nel personaggio: Gandalf il Bianco possiede una maggiore saggezza, potere e autorità rispetto alla sua precedente incarnazione come Gandalf il Grigio. È più determinato e meno incline a esibire il suo caratteristico senso dell'umorismo.

Come Gandalf il Bianco, assume un ruolo di guida ancora più cruciale nella lotta contro Sauron, aiutando a unire le forze degli uomini, degli elfi e dei nani contro l'oscurità che minaccia la Terra di Mezzo. La sua trasformazione simboleggia anche la speranza e la rinascita, elementi chiave nella lotta contro il male.

ANALISI DEL MONOLOGO


Questo monologo di Gandalf si trova in un momento cruciale della trilogia de "Il Signore degli Anelli", dove si prepara a fronteggiare la guerra che si avvicina, una battaglia che decide il destino della Terra di Mezzo. Attraverso le sue parole, Peter Jackson trasmette temi profondi come la speranza, il destino, e il coraggio di fronte all'insormontabile.


Gandalf inizia riconoscendo che la speranza di vittoria è minima, "Solo quella di uno sciocco." Questo riflette un tema ricorrente in tutta l'opera di Tolkien: la speranza in tempi di disperazione, un punto di luce in un mare di oscurità. Nonostante la situazione disperata, l'azione coraggiosa deve essere intrapresa, anche se la vittoria sembra impossibile.

La descrizione delle forze radunate dal nemico enfatizza l'immensità della minaccia che i protagonisti devono affrontare. Orchi, uomini del Sud, e mercenari rappresentano una coalizione diversificata contro la quale Gondor deve resistere. Questo mostra la portata della potenza di Sauron ma anche la varietà delle minacce che esistono nella Terra di Mezzo, complicando ulteriormente la lotta del bene contro il male.


La menzione di Osgiliath e la guarnigione di Gondor sottolinea l'importanza strategica e simbolica di Gondor nella guerra contro Sauron. Come bastione finale contro l'oscurità, la caduta di Gondor significherebbe la fine della resistenza contro Sauron nella Terra di Mezzo. L'introduzione del Re degli Stregoni, il servo più micidiale di Sauron, sottolinea l'immenso pericolo che rappresenta per i protagonisti. La sua descrizione come una figura contro la quale "nessun uomo vivente può uccidere" aggiunge un ulteriore livello di disperazione ma anche prelude alla sua eventuale caduta, suggerendo che ciò che è considerato impossibile può essere superato.


Gandalf descrive l'imminente conflitto come "La grande battaglia del nostro tempo," riconoscendo il suo ruolo centrale non solo nel contesto della guerra ma nella storia stessa della Terra di Mezzo. Questa frase prepara lo spettatore alla portata epica e storica della battaglia che sta per svolgersi.

L'uso della metafora della scacchiera pronta e delle pedine che si muovono riflette la natura strategica del conflitto, con ogni mossa che ha implicazioni significative. Simbolizza anche il gioco di potere più ampio a opera, con i destini dei personaggi influenzati dalle decisioni e dalle strategie dei leader.

Conclusioni


L'analisi del monologo di Gandalf il Bianco rivela la maestria narrativa di Tolkien e la capacità di Peter Jackson di trasportare questa narrazione dal testo allo schermo, preservandone l'integrità e l'impatto emotivo. Le parole di Gandalf sono un presagio della battaglia imminente; sono un inno alla resilienza dell'animo umano di fronte all'oscurità, una celebrazione della speranza che persiste anche quando sembra irragionevole. Questo monologo, e la figura di Gandalf in generale, incarnano la convinzione che anche nel cuore della più nera disperazione, un barlume di luce può essere trovato e nutrito.

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