Monologo Garfield Death by Lightning – discorso pubblico per il Presidente e la Costituzione

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~ LA REDAZIONE DI RC

Analisi del monologo di James Garfield in "Death by Lightning"

Il monologo di James A. Garfield in Death by Lightning è il punto di svolta dell’intero primo episodio della serie Netflix. Un discorso politico carico di tensione morale, che rivela la statura del personaggio e la sua riluttanza ad accettare il potere. In questo articolo analizziamo il monologo riga per riga, con interpretazione attoriale, significato simbolico e consigli per chi vuole portarlo in scena o usarlo.

  • Scheda del monologo

  • Contesto del film

  • Testo del monologo (estratto+note)

  • Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa

  • Come prepararlo per un'audizione

  • Finale del film (con spoiler)

  • FAQ

  • Credits e dove trovarlo

Scheda del monologo

Film: Death by Lightning (2025)
Personaggio: James Garfield
Attore: Michael Shannon
Minutaggio: 26:40-31:00

Durata: 5 minuti 30 secondi

Difficoltà: Alta (padronanza vocale + gestione del crescendo emotivo + uso del sottotesto politico)

Emozioni chiave:Inquietudine composta, Tensione morale, Fervore idealista, Controllo retorica, Umiltà sincera ma consapevole del proprio impatto

Contesto ideale: Discorsi motivazionali/politici (es. simulazioni di dibattiti), personaggi storici o figure di potere

Dove vederlo: Netflix

Contesto della serie "Death by Lightning"

Death by Lightning è una miniserie storica Netflix in quattro episodi, ambientata negli Stati Uniti dell’Ottocento, poco dopo la fine della Guerra Civile. Al centro della narrazione ci sono due uomini le cui vite si intrecciano in modo fatale: James A. Garfield, un uomo semplice, colto, ex generale dell’Unione che viene eletto 20° presidente degli Stati Uniti quasi per caso, e Charles J. Guiteau, un personaggio instabile, fallito e ossessionato dalla politica, che si convince di essere parte integrante del destino del presidente.

Attraverso una ricostruzione meticolosa e un tono che mescola tensione e intimità, la serie racconta l’America di fine secolo, divisa tra riforma e corruzione, ambizione e fanatismo. È una storia di potere, ossessione e speranza.

Il racconto inizia nel 1880, alla vigilia della convention repubblicana, e si sviluppa lungo tutto il breve mandato presidenziale di Garfield, mostrando da vicino il peso della politica, le lotte interne al partito e il crescente squilibrio mentale di Guiteau, che si avvicina sempre di più al presidente... con un piano.

Testo del monologo + note

Signor Presidente… Amici! Oggi sono stato un testimone silenzioso dell’esibizione di molti grandi uomini. E li ho sopportati con una profonda… inquietudine. Questa assemblea mi sembra… mi ha colpito come un oceano umano in tempesta. Ho visto il mare sferzato dalla furia sollevarsi in spruzzi, ma non si tratta del mare in tempesta. E’ piuttosto la calma superficie della marea dalla quale attingiamo le sue profondità. Intendo dire che il vostro atteggiamento attuale non riflette il sentimento del popolo. Non qui, in quest’aula turbolenta, dove decidiamo il destino della nostra Repubblica. (Una voce lo chiama: dove mai vorreste che fosse?) Non qui! Ma presso milioni di focolari domestici che ci hanno affidato il loro mandato. Quei cittadini che sono guidati dall’amore per la casa e per la patria, stanchi del passato, ma pieni di speranza nel futuro, ed è con loro che Dio prepara il suo verdetto. Per non dimenticare chi siamo, ricordiamo che venti anni fa questa Repubblica portava con sé le catene della schiavitù, le anime degli uomini paralizzate, il demone della schiavitù che infestava l’Ovest vergine. Ed è stato il nostro partito, e un grande uomo che stette qui, proprio dinanzi a molti di voi, in quello stesso punto. E lui accese una luce, una luce alimentata da braci ardenti, che avrebbe finito per consumare ogni catena e ogni gabbia, nel fuoco della libertà. Noi dobbiamo unirci, nell’elevare nel firmamento della Costituzione quei pilastri immortali, che sono la giustizia e la libertà. Che ogni uomo è uguale e libero! Chiunque egli sia, e in qualunque modo sia arrivato qui. E’ nostro dovere restare saldi e uniti come partito, e mostrarlo a quei milioni di focolari. Noi vogliamo un uomo la cui vita e le idee incarnino tutto quello che è giusto e nobile in questo paese. Un uomo che dalla cima di una montagna guarda avanti, preparato ad affrontare i pericoli che verranno, con dignità e coraggio. Un uomo che ha resistito al bagliore di quella luce feroce che opprime ognuno di noi, ma neanche il raggio più spietato può trovare una crepa nella sua armatura, né una macchia sul suo scudo. Noi vogliamo un uomo! Noi vogliamo un uomo! (Dalla platea: noi vogliamo Garfield!) Io parlo ovviamente del vostro servitore John SHerman dell’Ohio. Il suo onore parla per lui, e con gioia io lo propongo ora alla vostra considerazione. Grazie e buonanotte a voi tutti.

“Signor Presidente… Amici!”: Inizio solenne ma non teatrale. Tono sincero, quasi titubante. Micro-pausa dopo “Presidente”, poi apertura dello sguardo sulla parola “Amici”.

“Oggi sono stato un testimone silenzioso dell’esibizione di molti grandi uomini. E li ho sopportati con una profonda… inquietudine.”: Voce bassa, come se confidasse un pensiero. Pausa prima di “inquietudine”, enfatizza quella parola con esitazione, come se faticasse a rivelarla. Lo sguardo resta su chi ascolta.

“Questa assemblea mi sembra… mi ha colpito come un oceano umano in tempesta.”: Tono più visivo e immaginifico. Aggiungi un gesto con la mano, come a indicare la sala. La pausa dopo “mi sembra…” serve a costruire l’immagine.

“Ho visto il mare sferzato dalla furia sollevarsi in spruzzi, ma non si tratta del mare in tempesta.”: Descrizione appassionata ma trattenuta. Voce leggermente più sostenuta. Sottolineare “non si tratta del mare in tempesta” con tono più netto, come fosse una correzione.

“E’ piuttosto la calma superficie della marea dalla quale attingiamo le sue profondità.”: Qui serve controllo e lentezza. Sguardo rivolto verso il basso, come a cercare dentro. Voce Pacata, ma ferma. Lascia un secondo di pausa prima di proseguire.

“Intendo dire che il vostro atteggiamento attuale non riflette il sentimento del popolo.”: Pronunciare con lucidità. Nessun tono accusatorio. “Il vostro atteggiamento” detto con rispetto, ma fermezza. Usa lo sguardo per coinvolgere.

“Non qui, in quest’aula turbolenta, dove decidiamo il destino della nostra Repubblica.”: Aumento del tono su “destino della nostra Repubblica”. È il primo vero punto di fuoco del discorso. L’intensità cresce. Micro-pausa dopo “Non qui”.

“(Una voce lo chiama: dove mai vorreste che fosse?) Non qui!”: Risposta secca, con fermezza. Guardare nella direzione da cui potrebbe venire l’interruzione. “Non qui!” va detto senza rabbia, ma con decisione.

“Ma presso milioni di focolari domestici che ci hanno affidato il loro mandato.”: Intimità nel tono. Visualizzare quei focolari. Gesto minimo con la mano, come a disegnare uno spazio lontano. Respirare tra “focolari” e “che ci hanno...”.

“Quei cittadini che sono guidati dall’amore per la casa e per la patria, stanchi del passato, ma pieni di speranza nel futuro…”: Tonale empatico. Fai sentire l’inclusione. Leggera enfasi su “speranza nel futuro”. Sguardo verso l’alto, come a proiettare oltre l’aula.

“…ed è con loro che Dio prepara il suo verdetto.”: Abbassa il tono. “Dio” pronunciato con convinzione ma senza sacralità artificiosa. Pausa dopo “verdetto”.

“Per non dimenticare chi siamo, ricordiamo che venti anni fa questa Repubblica portava con sé le catene della schiavitù…”: Inizio riflessivo, come se raccontasse una storia. “Catene della schiavitù” va detto con fermezza e peso.

“…le anime degli uomini paralizzate, il demone della schiavitù che infestava l’Ovest vergine.”: Crescendo nella voce. “Demone” va marcato. Uno sguardo breve verso il pubblico su “infestava l’Ovest”, con sdegno trattenuto.

“Ed è stato il nostro partito, e un grande uomo che stette qui, proprio dinanzi a molti di voi…”: Tono più caldo, quasi nostalgico. Sguardo verso lo spazio fisico dove “lui” stava. Pausa breve prima di “e un grande uomo”.

“…E lui accese una luce, una luce alimentata da braci ardenti, che avrebbe finito per consumare ogni catena e ogni gabbia, nel fuoco della libertà.”: Crescendo visivo. Questo è il passaggio simbolico. “Fuoco della libertà” va pronunciato con piena voce. Una sospensione breve dopo.

“Noi dobbiamo unirci, nell’elevare nel firmamento della Costituzione quei pilastri immortali, che sono la giustizia e la libertà.”: Tono solenne. Gesto minimo verso l’alto, come a indicare il “firmamento”. Articolazione chiara su “giustizia” e “libertà”.

“Che ogni uomo è uguale e libero! Chiunque egli sia, e in qualunque modo sia arrivato qui.”: Pronuncia incisiva. Leggera sospensione dopo “libero!”. “Chiunque egli sia…” va detto guardando la sala, includendo davvero ogni volto.

“E’ nostro dovere restare saldi e uniti come partito, e mostrarlo a quei milioni di focolari.”: Tono compatto. Voce sostenuta ma calma. Ritorna il gesto verso il basso o verso l’uscita, come a collegarsi all’inizio.

“Noi vogliamo un uomo la cui vita e le idee incarnino tutto quello che è giusto e nobile in questo paese.”: Tono d’ispirazione. Una leggera enfasi su “giusto e nobile”. Sguardo proiettato verso l’alto, come se parlasse a un ideale.

“Un uomo che dalla cima di una montagna guarda avanti, preparato ad affrontare i pericoli che verranno, con dignità e coraggio.”: Molto visuale. Pausa prima di “con dignità e coraggio”. Respirazione controllata, viso aperto. È un climax immaginifico.

“Un uomo che ha resistito al bagliore di quella luce feroce che opprime ognuno di noi…”: Tono fermo. Rallenta un po’ il ritmo. “Bagliore” e “luce feroce” sono immagini da rendere con precisione vocale, ma senza enfasi teatrale.

“…ma neanche il raggio più spietato può trovare una crepa nella sua armatura, né una macchia sul suo scudo.”: Pronuncia fluida, quasi come un’ode. Usa la mano per accompagnare visivamente “scudo” e “armatura”. Piccola pausa dopo “scudo”.

“Noi vogliamo un uomo! Noi vogliamo un uomo!”: Ritmico, con intensità crescente. La seconda ripetizione è più forte, più coinvolgente. Non urlata, ma da leader ispirato.

“(Dalla platea: noi vogliamo Garfield!)”: Reazione genuina: Garfield rimane sorpreso, quasi preso in contropiede. Sguardosbigottito, poi riprende il controllo.

“Io parlo ovviamente del vostro servitore John Sherman dell’Ohio.”: Detto con calma, leggerezza ironica. Pausa su “ovviamente”. È una battuta, ma va dosata con equilibrio: finge distacco, ma sa già l’effetto creato.

“Il suo onore parla per lui, e con gioia io lo propongo ora alla vostra considerazione. Grazie e buonanotte a voi tutti.”: Chiusura elegante. Ritira il tono, congedo sobrio. “Con gioia” va detto con un sorriso interno. “Buonanotte” è un saluto pacato, da uomo che sa che qualcosa è appena cambiato.

Analisi del monologo di Garfield in "Death by Lightning"

Nel primo episodio di Death by Lightning, James A. Garfield pronuncia un discorso che diventa il cuore simbolico dell’intera miniserie Netflix. È il momento in cui un uomo comune, ex generale e professore dell’Ohio, si trasforma in una figura politica capace di ispirare un’intera nazione. Il monologo – ambientato durante la convention repubblicana del 1880 – è una dichiarazione di principi, ma anche un atto di rivelazione personale. Garfield non si limita a parlare al partito: parla al popolo invisibile, quello dei “milioni di focolari domestici”, evocando l’idea di una politica morale, umana e radicata nei valori più profondi della Repubblica.

Nel momento in cui prende la parola, Garfield non è ancora candidato. È stato invitato soltanto per presentare John Sherman, ma il suo intervento ribalta le sorti della convention. Il suo linguaggio colto e diretto, unito a un tono autenticamente civile, riesce a unire idealismo e concretezza.
La scena è costruita per mostrare il contrasto tra il caos politico dell’aula – “un oceano umano in tempesta” – e la voce calma di Garfield, che cerca di riportare la discussione al significato originario della Repubblica: giustizia, libertà e responsabilità collettiva.

Il monologo alterna tre registri emotivi principali: Inquietudine iniziale: Garfield si definisce “testimone silenzioso”, rivelando disagio verso la teatralità e la vanità dei politici. È un uomo fuori posto, ma proprio per questo necessario. Fervore idealista: la sua voce cresce gradualmente fino a toccare un tono ispirato, senza diventare mai retorica. È un fervore trattenuto, controllato, che diventa magnetico. Umiltà finale: dopo aver infiammato la sala, Garfield finge distacco e chiude con una battuta – “Io parlo ovviamente del vostro servitore John Sherman dell’Ohio” – ribadendo la sua modestia. Ma ormai il pubblico lo ha scelto.

L’attore deve riuscire a bilanciare oratoria e introspezione: Garfield parla al Paese, ma anche a sé stesso. La voce deve trasmettere calma apparente e fuoco interiore.

Garfield contrappone due idee di America:

  1. L’America del potere e dell’ambizione personale, rappresentata dai senatori presenti nella sala.

  2. L’America domestica e morale, rappresentata dai “milioni di focolari” e dai cittadini comuni che credono ancora nella giustizia.

Il discorso diventa una sorta di manifesto etico: la libertà non nasce dal clamore delle assemblee, ma dalla coscienza dei singoli. Quando Garfield evoca “una luce alimentata da braci ardenti”, richiama il simbolismo della fiamma lincolniana, quella che brucia le catene della schiavitù e illumina un nuovo ideale democratico. È una continuità diretta con l’eredità di Abraham Lincoln, ma filtrata da un tono più intimo e morale.

Il finale di "Death by Lightning" (Spoiler alert)

Nel quarto episodio, il punto di rottura arriva. Charles Guiteau spara due colpi al presidente Garfield alla stazione ferroviaria. Il primo lo colpisce di striscio, il secondo alla schiena. Garfield non muore sul colpo, ma inizia una lunga agonia durata settimane, aggravata da cure mediche inefficaci e metodi superati. Nonostante gli sforzi di sua moglie Crete e di alcuni medici illuminati, Garfield muore non per i proiettili, ma per la setticemia, causata dalle continue manipolazioni dei medici.

Nel frattempo, Charles viene arrestato e si mostra completamente alienato dalla realtà, convinto di aver compiuto un gesto eroico voluto da Dio. Crete, prima dell’impiccagione, lo affronta e gli assicura che verrà dimenticato. Il giorno dopo, Guiteau viene giustiziato.

La serie si chiude con un epilogo storico: Chester Arthur, il vicepresidente inizialmente considerato un burattino, prende il posto di Garfield e approva una serie di riforme significative. Garfield, da uomo eletto per caso, finisce per segnare il futuro della politica americana. Ma il suo nome, come temeva, rimane ai margini della memoria collettiva.

Credits e dove vederlo

Regista: Matt Ross

Sceneggiatura: Mike Makowsky

Cast: Michael Shannon, Matthew Macfadyen, Betty Gilpin, Nick Offerman e Vondie Curtis-Hall. 

Dove vederlo: Netflix

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