Monologo - Gil-Galad in \"Gli Anelli del Potere 1\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo, pronunciato dal re degli Elfi Gil-galad ne Gli Anelli del Potere, è un discorso solenne che segna un momento cruciale nella serie. Rivolgendosi ai guerrieri elfi di ritorno dalla loro missione contro i resti delle forze di Morgoth, Gil-galad dichiara la fine di un’epoca di guerra e l’inizio di un’era di pace. Il suo discorso non è solo un riconoscimento del valore dei soldati, ma anche una proclamazione politica: con queste parole, il re vuole rassicurare il suo popolo e stabilire un nuovo equilibrio nel mondo.

Onore ai guerrieri!

MINUTAGGIO: 28:00-31:41

RUOLO: Gil-Galad
ATTORE:
Benjamin Walker
DOVE:
Amazon Prime Video


INGLESE

These most valiant of warriors kneel here before us, victorious. For though Morgoth fell an Age ago, some feared a new evil might arise from his shadow. So for centuries now, these soldiers have swept across crag and crevice, washing away the last remnants of our enemy like a spring rain over the bones of a spoilt carcass. And now, at last, they return to us in triumph, for they have proven beyond any doubt that our days of w*r are over. Today... Our days of peace begin. And as a measure of our gratitude, these heroes shall be granted an honor unrivaled in all our lore. They will be escorted to the Grey Havens and granted passage across the sea to dwell for all eternity in the Blessed Realm, the Far West. The Undying Lands of Valinor. At last, they are going home.



ITALIANO


Questi valentissimi guerrieri si inginocchiano qui davanti a noi, vittoriosi. Nonostante la sconfitta di Morgoth un’era fa, alcuni temevano che un nuovo male potesse sorgere dalla sua ombra. Perciò da secoli ormai, questi soldati hanno attraversato balze e crepacci, lavando via ciò che restava del nostro nemico come una pioggia di primavera dalle ossa di una putrida carcassa. E ora finalmente, essi tornano da noi, in trionfo, poiché hanno dimostrato senza ombra di dubbio che i nostri giorni di guerra sono conclusi. Oggi, i nostri giorni di pace hanno inizio. E come segno della nostr gratitudine a questi eroi sarà conferito un onore impareggiabile in tutto il nostro retaggio. Verranno scortati fino ai porti grigi e otterranno il passaggio verso il mare per dimorare nell’eternità nel reame beat, in Occidente, le terme immortali di Valinor. Finalmente torneranno a casa loro.

Gli anelli del Potere

"Gli Anelli del Potere" è una serie ambientata nella Seconda Era della Terra di Mezzo, migliaia di anni prima degli eventi narrati ne Il Signore degli Anelli. La storia prende spunto dalle appendici dei romanzi di J.R.R. Tolkien e rielabora eventi e personaggi in una forma narrativa più accessibile per il pubblico televisivo. La serie segue diversi fili narrativi intrecciati, tutti legati alla progressiva ascesa di Sauron e alla forgiatura degli Anelli del Potere. Galadriel è ritratta come una guerriera ossessionata dalla ricerca di Sauron, che considera ancora una minaccia nonostante la credenza diffusa che il male sia stato sconfitto con la caduta di Morgoth. La sua ricerca la porta fino ai mari lontani, dove il destino la fa incontrare Halbrand, un misterioso uomo del Sud.


Elrond è coinvolto nelle manovre politiche del re Gil-galad e dell’artigiano Celebrimbor, che vuole costruire una grande fucina per creare opere straordinarie. Per farlo, Elrond cerca l’aiuto dei Nani di Khazad-dûm, riallacciando i rapporti con il suo vecchio amico Durin IV. Nell’isola di Númenor, regno di uomini potenti e avanzati, emergono tensioni politiche tra la regina reggente Míriel, il consigliere Pharazôn e le fazioni contrapposte sulla relazione con gli Elfi. Galadriel e Halbrand giungono a Númenor e scatenano eventi che cambieranno il destino dell’isola. Nelle Terre del Sud, gli uomini vivono sotto la minaccia crescente degli Orchi, guidati dal misterioso Adar, un elfo corrotto. La guaritrice Bronwyn e il suo compagno elfo Arondir cercano di unire le genti per resistere all’invasione. Un uomo caduto dal cielo (lo Straniero) viene trovato dai Pelopiedi, una comunità nomade di piccoli esseri simili agli Hobbit. La giovane Nori Brandyfoot lo aiuta, convinta che abbia un grande destino, mentre oscure figure lo cercano.

Analisi Monologo

Il monologo si sviluppa in tre parti principali: Gil-galad inizia sottolineando il valore e l’eroismo dei suoi guerrieri, presentandoli come protagonisti di una lunga e gloriosa campagna. Il re usa immagini potenti per descrivere il loro operato: "lavando via ciò che restava del nostro nemico come una pioggia di primavera dalle ossa di una putrida carcassa". Questo passaggio evidenzia la percezione degli Elfi nei confronti del male: qualcosa di corrotto che va purificato, un concetto che riecheggia nella mitologia di Tolkien, dove il bene è spesso legato alla luce e alla purezza.


Gil-galad afferma che la vittoria è totale e definitiva: "i nostri giorni di guerra sono conclusi. Oggi, i nostri giorni di pace hanno inizio.” Questa dichiarazione suona quasi forzata, come se il re volesse autoconvincersi di una realtà che in fondo non è così certa. Il pubblico sa che il male non è stato completamente sconfitto, e proprio questa sicurezza espressa nel monologo lascia trasparire una sottile tensione. Il momento culminante è l’annuncio del premio concesso ai guerrieri: il ritorno a Valinor.


Descritto come "un onore impareggiabile in tutto il nostro retaggio", il dono è in realtà un modo per allontanare gli Elfi più valorosi dalla Terra di Mezzo. Gil-galad sa che l’ombra di Sauron è ancora presente, e questo "premio" potrebbe essere letto come un’esigenza politica mascherata da ricompensa. Manda via i soldati più esperti, forse anche perché teme che possano mettere in discussione la sua leadership o perché vuole evitare nuovi conflitti.

Conclusione

Il monologo di Gil-galad è un momento chiave perché incarna il contrasto tra l’apparenza e la realtà. Le sue parole trasmettono un senso di conclusione, ma il pubblico sa che il pericolo non è stato realmente sradicato. Il discorso diventa quindi una dichiarazione di speranza e, allo stesso tempo, un preludio all’illusione di sicurezza che porterà gli Elfi a sottovalutare l’ascesa di Sauron.

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