Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!
Articolo a cura di...
~ LA REDAZIONE DI RC
Nel film "Campo di Battaglia", ambientato sul finire della Prima Guerra Mondiale, le vite di tre protagonisti – Stefano, Giulio e Anna – si intrecciano in un contesto di dolore, paura e incertezza all'interno di un ospedale militare. Stefano, ossessionato dai feriti che simulano lesioni per evitare il fronte, e Giulio, empatico ma a disagio con la vista del sangue, vivono una realtà angosciante. Parallelamente, Anna combatte per affermarsi in un mondo dominato dagli uomini, sospettando che qualcuno stia intenzionalmente complicando le ferite dei soldati per salvarli dal fronte. In questo contesto, il monologo in dialetto siciliano di Vincenzo emerge come una finestra sull'interiorità di uno dei personaggi feriti, aggiungendo ulteriore profondità al tema della guerra e delle sue conseguenze psicologiche.
Il monologo è una testimonianza della vulnerabilità e della disperazione di uno dei soldati ricoverati. Attraverso il dialetto siciliano, il personaggio si rivolge a un'infermiera, chiedendo aiuto e condividendo un sogno inquietante in cui non è riconosciuto dai suoi cari, divenuti ciechi. Questo frammento ci permette di esplorare l’alienazione e la sofferenza interiore di chi è stato trasformato dalla guerra, alimentando i temi principali del film. Approfitto di questo articolo anche per raccontare l'attore dietro questa interpretazione, Giovanni Scotti.
MINUTAGGIO: circa 43 minuti
RUOLO: Vincenzo Tummino
ATTORE: Giovanni Scotti
DOVE: Al cinema!
ITALIANO
Datimi aiutu nfermera, nun m’abbandunati
Comu fazzu a pigghiari u trenu, comu fazzu?
Iu nun ci vecchiu, vi scurdatu?
Nfermera unni siti?
Nun mi lassati sulu, nfermera!
Siti vuatri nfermera, veru?
Grazzi! U Signuri vi binirica.
Siti na brava cristiana.
Sintiti sta storia curiosa:
Stava turnannu ô mè paisi,
e di luntanu vidìa a tutti.
Mè patri, mè cugghinu.
Macinavanu frumentu, i picciriddi chi jucavanu.
Nun vidìa l'ura di abbracciàrilu.
Ma quannu m’avvicinai
iddi nun mi vidìanu chiù, tutti cecati.
Nun mi vidìanu, nun mi canuscìanu.
Nfermera, fortuna ca era sulu sunnatu.
M’era svighiatu...scantatu.
Iddi eranu cecati, nun iu!
Mi stati capennu?
Nun vidu l'ura di turnari a casa ora.
Di vidirli e abbracciàrili.
Di vidirli pi davveru, ô mè patri e a mè matri.
Si voli Diu, ringraziannu a iddu.
Sul finire della Prima Guerra Mondiale, in un ospedale militare affollato di soldati gravemente feriti dal fronte, due ufficiali medici, amici fin dall'infanzia, si trovano a fronteggiare una realtà angosciante. Stefano, proveniente da una famiglia altoborghese con un padre che lo spinge verso la politica, è ossessionato dai feriti che si sono autoinflitti lesioni pur di evitare il ritorno in battaglia. La sua devozione alla medicina è intrecciata a un ruolo quasi da poliziotto, sempre alla ricerca di questi simulatori. Giulio, al contrario, è più empatico e tollerante, ma profondamente a disagio davanti alla vista del sangue. La sua vera vocazione sarebbe stata la biologia, ma il destino lo ha condotto in trincea.
Anna, compagna di università di entrambi, lotta in un mondo dominato dagli uomini, dove arrivare a laurearsi in medicina era un’impresa ardua per una donna senza una famiglia potente alle spalle. Nonostante ciò, lavora con tenacia come volontaria della Croce Rossa, affrontando con determinazione un ambiente duro e ostile.
All'interno dell'ospedale, un mistero inizia a prendere forma: molti soldati sembrano peggiorare inspiegabilmente. Anna sospetta che qualcuno stia deliberatamente complicando le ferite dei pazienti, forse per farli tornare a casa, anche mutilati, pur di evitare il ritorno al fronte. La situazione diventa ancora più drammatica quando, proprio alla fine della guerra, una misteriosa infezione inizia a diffondersi, mietendo più vittime delle stesse armi nemiche, e presto coinvolge anche i civili, gettando il mondo in un caos inaspettato.
Giovanni Scotti è un attore napoletano con una carriera variegata che abbraccia cinema, televisione e teatro. Fin dalla giovane età ha coltivato una passione per la musica e la recitazione, iniziando a studiare pianoforte e partecipando a diversi corsi e laboratori. Ha dimostrato una forte determinazione che lo ha portato a recitare in importanti produzioni nazionali e internazionali.
Cinema
Giovanni Scotti ha ottenuto ruoli significativi in diverse produzioni cinematografiche, dimostrando una notevole versatilità. Uno dei suoi ruoli è stato in The Happy Prince (2018), diretto da Rupert Everett, dove ha recitato accanto a grandi star internazionali. Ha poi partecipato al film Lamborghini: The Man Behind the Legend (2022), diretto da Bobby Moresco, e in The Equalizer 3 (2022), diretto da Antoine Fuqua, una produzione di rilievo internazionale.
Televisione
La carriera televisiva di Giovanni è iniziata con il ruolo di spicco nella serie italiana Sirene (2017), che ha rappresentato il suo debutto in un grande progetto televisivo, con un forte impatto sul pubblico italiano. Successivamente, ha ottenuto un ruolo nella serie americana The Alienist (2018), prodotta da Paramount Television, dove ha recitato accanto a star come Dakota Fanning e Daniel Brühl. Negli ultimi anni, ha consolidato la sua presenza in numerose serie televisive di successo in Italia, tra cui Mare Fuori 3 (2022), Filumena Marturano (2022), Imma Tataranni 3(2023) e Napoli, l'Aldilà di tutto (2022), diretto da Gualtiero Peirce.
Teatro
L'attore ha anche una notevole esperienza teatrale. Tra i suoi lavori più significativi spiccano Blumunn (2021), diretto da Francesco Zecca, e La conferenza degli uccelli (2019), diretto da Anna Redi. Ha partecipato anche a produzioni come Sabato...che peccato! (2018) e In attesa di giudizio (2017), diretta da Roberto Andò.
Il monologo in dialetto siciliano è carico di una disperazione profonda, che si articola attraverso il linguaggio semplice e diretto del personaggio.
Vincenzo si trova in uno stato di ansia e confusione. Chiede aiuto ripetutamente all'infermiera, mostrando la sua vulnerabilità e dipendenza dagli altri. Il suo senso di smarrimento è evidenziato dal fatto che non riesce a vedere bene, un simbolo della sua condizione fisica, ma anche metaforicamente del suo disorientamento mentale. Il personaggio appare isolato e abbandonato, sia fisicamente che emotivamente. La ripetizione delle richieste di aiuto ("nfermera unni siti? Nun mi lassati sulu") sottolinea la sua disperazione. L'uso di espressioni come "U Signuri vi binirica" e "Siti na brava cristiana" mostra una forma di rispetto e gratitudine radicata nella cultura e nella fede popolare siciliana. Il dialetto diventa uno strumento per rendere il personaggio più umano e vicino al suo ambiente di origine.
Il tema della cecità appare centrale nel monologo. Vincenzo racconta un sogno in cui le persone care non lo vedono più, diventando cieche. Questo potrebbe simboleggiare il senso di alienazione di Vincenzo, che si sente invisibile o non riconosciuto dagli altri, come se la guerra o la malattia lo avesse cambiato a tal punto da renderlo irriconoscibile. La cecità degli altri potrebbe anche essere una proiezione della sua paura di essere dimenticato o trascurato.
Il racconto del sogno rappresenta un momento di distacco dalla realtà, ma anche una riflessione sullo stato psicologico del personaggio. Quando si sveglia, scopre che era solo un sogno ("fortuna ca era sulu sunnatu"), ma il senso di terrore resta. Il contrasto tra il sogno e la realtà evidenzia la sua vulnerabilità emotiva e il bisogno di rassicurazioni. Il desiderio di tornare a casa e rivedere i genitori ("Nun vidu l'ura di turnari a casa ora") è un tema ricorrente, e rappresenta la speranza e la motivazione del personaggio. La famiglia diventa il simbolo di un rifugio sicuro e di un ritorno alla normalità, in contrasto con il caos e la sofferenza del presente. La figura del padre è particolarmente significativa, evocata più volte come un punto di riferimento stabile.
Il monologo è suddiviso in due parti principali:
La richiesta di aiuto iniziale: Qui Vincenzo è confuso e terrorizzato, invoca l'aiuto dell'infermiera, mostrandosi dipendente dagli altri.
Il racconto del sogno: La seconda parte introduce il racconto del sogno, che porta il personaggio in un viaggio mentale e simbolico. Questo passaggio dal presente al mondo onirico crea un momento di riflessione e introspezione, dove emergono le sue paure più profonde, ma anche la sua speranza di tornare a casa e ritrovare la sua identità. Le invocazioni a Dio e le benedizioni all'infermiera ("U Signuri vi binirica", "Si voli Diu, ringraziannu a iddu") riflettono una forte fede religiosa che, nel contesto del monologo, sembra offrire conforto e speranza. Dio è visto come una figura salvifica che potrebbe permettere il tanto desiderato ritorno a casa. La religione è un elemento importante nella vita del personaggio, e probabilmente rappresenta uno dei pochi punti fermi in un momento di grande incertezza.
Il monologo siciliano, ricco di simbolismo e disperazione, riflette a pieno i temi principali di "Campo di Battaglia", tra cui l'alienazione, la solitudine e il desiderio di tornare a una normalità perduta. La cecità dei suoi cari, raccontata nel sogno, simboleggia non solo il distacco fisico e psicologico che la guerra provoca, ma anche la difficoltà di tornare alla vita di prima, riconosciuti e accolti come prima. La speranza di tornare a casa e rivedere i genitori è l'ultimo appiglio di questo soldato, così come lo è per molti altri protagonisti del film. La guerra, più delle armi nemiche, distrugge le identità e i legami personali, lasciando i sopravvissuti a dover lottare per ricostruire ciò che è stato frantumato.
Le Migliori Classifiche
di Recitazione Cinematografica
Entra nella nostra Community Famiglia!
Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno
Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.
Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.