Monologo - Il Gladiatore

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Nel film epico "Il Gladiatore" del 2000, diretto da Ridley Scott, il personaggio di Massimo Decimo Meridio, si eleva da generale romano a icona di vendetta e giustizia attraverso una narrazione intensa e emozionante. Uno dei momenti più significativi del film è rappresentato dal monologo in cui Massimo rivela la sua identità nell'arena del Colosseo.

MI CHIAMO...

MINUTAGGIO: 1:31:05-1:31:40

RUOLO: Massimo Decimo Meridio

ATTORE: Russell Crowe

DOVE: Netflix


INGLESE


My name is Maximus Decimus Meridius, commander of the Armies of the North, General of the Felix Legions and loyal servant to the TRUE emperor, Marcus Aurelius. Father to a murdered son, husband to a murdered wife. And I will have my vengeance, in this life or the next.



ITALIANO


Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del nord, generale delle legioni felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa, e avrò la mia vendetta, e avrò la mia vendetta, in questa vita o nell’altra.

IL GLADIATORE

"Il Gladiatore" è un film epico del 2000 diretto da Ridley Scott, che ha vinto l'Oscar per il miglior film. La trama si concentra sulla storia di Massimo Decimo Meridio, interpretato da Russell Crowe, un generale romano amato sia dalle sue truppe che dall'imperatore Marco Aurelio.


All'inizio del film, vediamo Massimo guidare l'esercito romano a una vittoria decisiva contro i barbari in Germania. Marco Aurelio, che sta invecchiando e si avvicina alla morte, vuole che Massimo prenda il suo posto temporaneamente per riportare il potere al Senato romano, con l'obiettivo di ridare potere al popolo e ridurre la corruzione imperiale. Commodo, il figlio ambizioso di Marco Aurelio, scopre il piano e uccide suo padre per assumere il trono.


Massimo, rifiutandosi di giurare fedeltà a Commodo, viene arrestato e condannato a morte. Ma riesce a sfuggire all'esecuzione, ma quando torna a casa, scopre che la sua famiglia è stata brutalmente uccisa su ordine di Commodo. Ferito e distrutto, viene catturato e venduto come schiavo a Proximo, un allenatore di gladiatori. Da schiavo, Massimo diventa un gladiatore, utilizzando le sue abilità di combattimento per sopravvivere nell'arena. La sua abilità e il coraggio lo rendono popolare tra la folla, attirando l'attenzione di Commodo. Il suo cammino attraverso le arene di tutta l'Africa e l'Italia lo porta infine a Roma, dove ha l'opportunità di vendicarsi.


Il culmine del film si verifica nel Colosseo di Roma, dove Massimo e Commodo si scontrano in un combattimento mortale. Massimo riesce a uccidere Commodo, ma viene gravemente ferito e muore poco dopo, contento di poter finalmente riunirsi con la sua famiglia nell'aldilà. Nel finale, i suoi amici e alleati onorano il suo desiderio di vedere Roma libera dall'autorità tirannica di Commodo, e si prevede che il potere verrà trasferito al Senato, come aveva desiderato Marco Aurelio.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo di Massimo Decimo Meridio è un momento potente e significativo del film, carico di emozioni e di intenti narrativi profondi. Queste parole sono pronunciate da Massimo mentre si prepara a rivelare la sua vera identità a Commodo e a tutto il Colosseo, poco prima di un combattimento nell'arena. L'inizio del monologo serve a stabilire chiaramente l'identità e la storia di Massimo. La ripetizione dei suoi titoli e ruoli ("comandante dell’esercito del nord, generale delle legioni felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio") non solo riafferma la sua legittimità e il suo onore, ma stabilisce anche un contrasto diretto con Commodo, che ha usurpato il trono e si è dimostrato indegno e corrotto.

La menzione di suo figlio e sua moglie ("padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa") sottolinea le motivazioni personali di Massimo. Queste perdite personali giustificano il suo desiderio di vendetta ma lo rendono anche una figura con cui il pubblico può empatizzare profondamente, trasformando il suo dolore e la sua rabbia in un catalizzatore per la giustizia. La conclusione del monologo ("e avrò la mia vendetta, in questa vita o nell’altra") esprime una determinazione implacabile. Questa dichiarazione riflette la profonda resilienza di Massimo e la sua accettazione del fato, non importa quanto tragico possa essere. E' disposto a lottare per la giustizia contro Commodo, non importa il costo personale, evidenziando il suo coraggio e la sua integrità morale.


L'ultima frase suggerisce anche un collegamento con il concetto di vita dopo la morte, che è un tema ricorrente nel film. Questo legame con l'eternità rafforza il nobile sacrificio di Massimo e la sua dedizione a una causa che trascende la sua stessa vita.

Conclusioni

Il monologo di Massimo Decimo Meridio rappresenta una fusione potente di narrazione personale e apello universale alla giustizia, rendendo il personaggio un eroe tragico e un simbolo duraturo della lotta contro l'oppressione. Attraverso le sue parole, il film esplora le complesse dinamiche del potere, della corruzione e del sacrificio personale, invitando gli spettatori a riflettere sulla natura del vero onore e sulla resilienza dello spirito umano.

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