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~ LA REDAZIONE DI RC
Il film "The Great Gatsby" diretto da Baz Luhrmann nel 2013 è una delle rappresentazioni cinematografiche più vivide e discusse dell'omonimo capolavoro letterario scritto da F. Scott Fitzgerald nel 1925. Attraverso un'esplosione di colori, musica e dramma, Luhrmann riesce a catturare l'essenza di un'era e il cuore di una narrazione che esplora profondamente il sogno americano, la disillusione, e la ricerca di un significato più profondo nella vita e nelle relazioni umane. Uno dei momenti più intensi e rivelatori del film è il monologo finale di Nick Carraway, attraverso il quale si dipana il filo conduttore dell'intera storia: la lotta tra idealismo e realtà, tra sogni incorruttibili e la cruda realtà delle esperienze umane.
MINUTAGGIO: 2:05:21-2:08:41
RUOLO: Nick
ATTORE: Tobey Maguire
DOVE: Netflix
INGLESE
I rang, I wrote, I implored... But not a single one of the sparkling hundreds who had enjoyed his hospitality all summer, attended the funeral... And from Daisy, not even a flower. I was all he had; the only one who cared... After Gatsby's death, New York was haunted for me... That city... My once golden... shimmering mirage, now made me sick. On my last night in New York... I returned to that huge, incoherent house once more. Wolfsheim’s 'associates' had cleaned the place out... I remembered how we had all come to Gatsby’s, and guessed at his corruption... While he had stood before us concealing an incorruptible dream... The moon rose higher... And as I stood there, brooding on the old, unknown world, I thought of Gatsby's wonder when he first picked out the green light at the end of Daisy's dock. He had come such a long way... And his dream must have seemed so close that he could hardly fail to grasp it. He did not know that it was already behind him... Gatsby believed in the green light, the orgastic future that year by year, recedes before us... It eluded us then, but that’s no matter - tomorrow we will run faster... Stretch out our arms farther... And one fine morning... So we beat on, boats against the current, borne back ceaselessly, into the past.
ITALIANO
Telefonai, scrissi, implorai… Ma nemmeno uno della sfavillante moltitudine che aveva goduto della sua ospitalità, venne al funerale. E da Daisy, nemmeno un fiore. Gli ero rimasto solo io, l’unico che lo aveva a cuore. Dopo la morte di Gatsby, New York diventò stregata per me. Quella città che era stata il mio scintillante miraggio ora mi ripugnava. L’ultima sera che vi rimasi, tornai ancora una volta nella casa enorme e incoerente di Gatsby, gli uomini di Wolfsheim l’avevano svuotata. Mi ricordai di come eravamo tutti venuti da Gatsby con il sospetto della sua corruzione, mentre lui stava in mezzo a noi nascondendo un sogno incorruttibile. La luna si levò più alta, e mentre me ne stavo li a rimuginare su un mondo vecchio e sconosciuto, pensai alla meraviglia di Gatsby quando per la prima volta aveva scorto la luce verde in fondo al pontile di Daisy. Era venuto da così lontano e il suo sogno deve essergli sembrato così vicino da non credere di non poterlo afferrare. Ma non sapeva di averlo già alle spalle. Gatsby credeva nella luce verde, nel futuro orgastico che anno dopo anno si ritira davanti a noi. Ieri c'è sfuggito, ma non importa: domani correremo più forte, allungheremo di più le braccia ... e un bel mattino... Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato.
Il Grande Gatsby è un film del 2013 diretto da Baz Luhrmann, basato sull'omonimo romanzo scritto da F. Scott Fitzgerald nel 1925. Il film rappresenta la quinta versione cinematografica dell'opera di Fitzgerald, ed è una delle più note e discusse. La trama si concentra sulla vita di Jay Gatsby, un misterioso milionario con un passato oscuro, e la sua ossessione per la bella Daisy Buchanan. Narrato dal punto di vista di Nick Carraway, un aspirante scrittore che si trova coinvolto nel lussuoso e decadente mondo di Gatsby, il film esplora temi di idealismo, resistenza al cambiamento, eccessi e disillusione sociale. Il film è noto per il suo stile visivo stravagante e l'uso intensivo di effetti visivi. Baz Luhrmann ha usato una fusione di elementi classici e moderni nella colonna sonora e nel design della produzione per enfatizzare l'eccesso e il glamour degli anni '20, ma con un tocco contemporaneo. La colonna sonora è un elemento distintivo del film, curata da Jay-Z e presenta una miscela di brani jazz degli anni '20 con musica moderna. Artisti come Beyoncé, Lana Del Rey, e Jay-Z stesso contribuiscono a creare un ponte tra le epoche rappresentate nel film e l'epoca attuale.
Questo monologo, tratto dalla fine di "The Great Gatsby" di F. Scott Fitzgerald e interpretato nel film da Baz Luhrmann, è uno dei momenti più potenti e significativi dell'opera. Nick Carraway, il narratore, riflette sulla vita e sulla morte di Jay Gatsby, esprimendo un senso di solitudine e disillusione che pervade l'intero romanzo. Ecco un'analisi dettagliata del monologo: Questo monologo è pronunciato da Nick Carraway dopo la tragica morte di Jay Gatsby. Nick, disilluso dalla società e dai suoi ex amici, medita sulla brevità e sull'illusorietà del sogno americano che Gatsby ha inseguito fino alla fine dei suoi giorni.
"Telefonai, scrissi, implorai… Ma nemmeno uno della sfavillante moltitudine che aveva goduto della sua ospitalità, venne al funerale." Queste frasi mostrano la profonda solitudine di Gatsby dopo la sua morte. Nonostante le grandi feste e la generosità mostrata, nessuno dei suoi cosiddetti amici si presenta al suo funerale. Questo evidenzia l'ipocrisia e la superficialità della società che Gatsby aveva cercato di impressionare e di cui aveva cercato di far parte. "E da Daisy, nemmeno un fiore." La mancanza di un semplice gesto da parte di Daisy, l'amore perduto di Gatsby, sottolinea l'assoluta desolazione e il tradimento dei suoi sogni romantici. Gatsby è morto credendo in un amore che in realtà era più un'illusione che una realtà concreta.
"Dopo la morte di Gatsby, New York diventò stregata per me. Quella città che era stata il mio scintillante miraggio ora mi ripugnava." Nick descrive il cambiamento della sua percezione di New York, una volta vista come una terra di opportunità e ora un luogo che gli provoca disgusto. Questo rappresenta il suo disincanto generale con il sogno americano e con la società materialista e priva di scrupoli.
"La luna si levò più alta, e mentre me ne stavo li a rimuginare su un mondo vecchio e sconosciuto..." Qui, Nick riflette sulla perdita di un mondo più innocente e puro, simboleggiato da Gatsby e dal suo sogno "incorruttibile". La luna che sorge può rappresentare la realizzazione e la consapevolezza che emerge nel buio della disillusione.
"Mi ricordai di come eravamo tutti venuti da Gatsby con il sospetto della sua corruzione, mentre lui stava in mezzo a noi nascondendo un sogno incorruttibile." Nick riconosce che, nonostante le apparenze e le voci sulla corruzione di Gatsby, il suo sogno di un futuro con Daisy era puro e sincero. Questa è una potente affermazione dell'idealismo che persiste anche in mezzo alla corruzione.
"Pensai alla meraviglia di Gatsby quando per la prima volta aveva scorto la luce verde in fondo al pontile di Daisy." La luce verde è uno dei simboli più potenti del romanzo, rappresentando il sogno irraggiungibile, il desiderio incessante che motiva Gatsby. È il simbolo della speranza e del futuro sempre fuori dalla portata.
"Gatsby credeva nella luce verde, nel futuro orgastico che anno dopo anno si ritira davanti a noi." Qui, Nick descrive il sogno di Gatsby (e, per estensione, il sogno americano) come qualcosa che si ritira costantemente, rimanendo irraggiungibile ma motivando un inseguimento continuo. "Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato." Questa è una delle frasi più celebri di Fitzgerald, una potente metafora che riassume il tema del romanzo. Indica l'impossibilità di sfuggire al passato e la lotta continua contro le forze che ci spingono indietro, anche mentre tentiamo di avanzare verso i nostri sogni.
Il monologo finale di Nick Carraway in "The Great Gatsby" rappresenta una sintesi emotiva e filosofica dell'intera opera di Fitzgerald, magistralmente adattata da Luhrmann nel suo film. Attraverso le parole di Nick, il pubblico percepisce il peso delle disillusioni e la fragilità dei sogni, evidenziando come l'ambizione e la ricerca di un futuro migliore possano essere allo stesso tempo fonte di ispirazione e di tragedia. Questo discorso chiude la storia di Gatsby, e apre anche una finestra sulle riflessioni universali riguardo al tempo, alla memoria e all'incessante sfida di perseguire i propri sogni in un mondo che sembra costantemente remare contro. Le immagini di solitudine, abbandono, e la luce verde - simbolo dell'eterno desiderio e della perenne lontananza degli obiettivi - sono intrecciate in modo così efficace da lasciare un'impressione duratura.
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