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~ LA REDAZIONE DI RC
Per interpretare il monologo di Guru Baba, capo di Manticore India in "Citadel: Honey Bunny", un attore deve immergersi in una personalità complessa, convinta di essere la forza stabilizzatrice di un mondo caotico. Guru Baba è freddo, calcolatore e parla con la tranquillità di chi crede profondamente nella propria missione di controllo assoluto. L’attore deve quindi trasmettere una visione distorta e inquietante di “pace” e “ordine”, guidata da un’ideologia che confonde l’uguaglianza con l’annullamento dell’individualità.
STAGIONE 1 EP 5
MINUTAGGIO: 1:11-3:07
RUOLO: Guru Baba
ATTORE: Kay Kay Menon
DOVE: Amazon Prime Video
ITALIANO
Eccoti qua. A quanto pare qualcuno ci stava ripensando... Nonono, credevo che non avremmo completato la missione. La prossima volta ascolta me, ma ce l'hai fatta. Hai agito bene. Il congegno che abbiamo ottenuto in questa missione, "l'Armada", è molto importante per il nostro M key. Ah, non ve l'ho mai detto... M Key è il nostro programma di sorveglianza e armamento. Molto più grande, e migliore, di quanto Citadel potrebbe mai creare. Si, quelli sono limitati dalle loro restrizioni, dalle loro stesse regole. Mai otterranno qualcosa che possa davvero, davvero cambiare il mondo. No, idioti che non vedono oltre il proprio naso. Sapete, ho avuto soltanto un sogno in vita mia. Riuscire a creare un posto in cui tutti la pensano allo stesso modo, in cui tutti hanno prospettive simili. Dove ci sono obiettivi uguali, dove le persone non si svegliano al mattino con l'idea di uccidersi l'un l'altro. Dopotutto cosa vuole un individuo: la promessa di uguaglianza, e la libertà di vivere la propria vita in pace. Questo vuole, e nient'altro. E questo lo otteniamo con la distruzione. La distruzione è l'unica maniera per ottenere una pace dura e vera. E per questo ci serve un controllo totale, e coloro che hanno una visione diversa, siano essi leader, agenzie rivali, o chiunque altro, vanno eliminati. Dobbiamo per forza eliminarli.
"Citadel: Honey Bunny" è una serie televisiva indiana di spionaggio e azione, spin-off della serie americana "Citadel". Diretta da Raj & DK, la serie è disponibile su Prime Video dal 7 novembre 2024.
Ambientata negli anni '90, la serie segue le vicende di Bunny (interpretato da Varun Dhawan), uno stuntman di Bollywood, e Honey (interpretata da Samantha Ruth Prabhu), un'attrice in difficoltà. I due vengono coinvolti in un'operazione di spionaggio ad alto rischio che li porta in un mondo di azione, tradimenti e pericoli. Anni dopo, il loro passato torna a perseguitarli, costringendoli a riunirsi per proteggere la loro giovane figlia, Nadia.e Critica
La serie ha ricevuto recensioni contrastanti. Alcuni critici hanno apprezzato le sequenze d'azione e le interpretazioni degli attori principali, mentre altri hanno sottolineato una mancanza di profondità nella trama e nei personaggi. In particolare, è stata evidenziata una certa mancanza di autenticità nell'ambientazione indiana, con una rappresentazione che non sfrutta appieno la ricca cultura locale.
"Citadel: Honey Bunny" si inserisce nell'universo narrativo di "Citadel", offrendo una prospettiva diversa e ampliando la storia originale. La serie esplora le origini di alcuni personaggi e fornisce un contesto più ampio alle vicende della serie madre.
La serie è disponibile in streaming su Prime Video in oltre 240 paesi, inclusa l'Italia
Questo monologo di Guru Baba, il capo di Manticore, interpretato da Kay Kay Menon, è la rappresentazione di un personaggio che incarna il tipico villain con un’ideologia apparentemente motivata da nobili intenti ma profondamente distorta. Analizziamolo più in profondità.
Guru Baba espone chiaramente la sua visione di una società "uniforme", dove tutti condividono le stesse prospettive e obiettivi. La sua idea di pace è strettamente legata al controllo assoluto, ottenibile solo con la distruzione e l'eliminazione di chiunque osi pensare diversamente. Qui, vediamo un richiamo ai grandi antagonisti delle storie di spionaggio e distopia, coloro che spesso giustificano la violenza e la repressione come mezzi necessari per il bene comune. L’elemento centrale della sua filosofia è che la vera pace può essere realizzata solo attraverso la distruzione totale di chiunque si opponga al "progetto".
Quando menziona Citadel, Guru Baba fa riferimento a una filosofia opposta: un’organizzazione “limitata dalle proprie regole”, una restrizione che, dal suo punto di vista, ne mina il potenziale. Citadel, infatti, rappresenta i valori dell’ordine e della giustizia che si basano sul rispetto delle libertà individuali e di leggi universali, mentre Guru Baba promuove una giustizia “efficace”, che non si lascia frenare da regole. La sua visione di un programma di sorveglianza, il “M Key”, non è solo uno strumento, ma un’arma, l’“Armada”, destinata a imporre la propria versione di pace.
Guru Baba espone un ideale che, se analizzato superficialmente, può apparire desiderabile: un mondo senza conflitti. Ma è nel metodo che questa visione diventa disturbante. La “promessa di uguaglianza” di Guru Baba non è qualcosa da negoziare, bensì da imporre: in questo senso, l'uguaglianza diventa sinonimo di sottomissione, e la pace sinonimo di assenza di diversità. Qui Guru Baba rivela il suo lato più oscuro, convincendosi che l'unico modo di raggiungere questo mondo ideale è “l’eliminazione” dei dissidenti.
Nelle sue parole traspare una profonda avversione per l’individualità e la diversità di pensiero. Il suo sogno di “uguaglianza” è in realtà una visione di uniformità in cui il dissenso e l'originalità sono minacce da sopprimere. Questo è emblematico di molti villain ideologici che confondono il concetto di uguaglianza con l'omologazione. La sua missione si fa quindi sempre più personale, una battaglia non solo contro il caos, ma contro la stessa idea di libertà individuale.
Per interpretare il monologo di Guru Baba in modo convincente, un attore dovrebbe concentrarsi su diversi aspetti per dare vita a un personaggio complesso, che si percepisce come il “salvatore” di un mondo disordinato.
1. Approccio Intellettuale e Rassicurante
Guru Baba è un uomo che parla con convinzione e calma. Non ha bisogno di alzare la voce per mostrare autorità; la sua sicurezza deriva dalla convinzione che ciò che sta dicendo sia indiscutibile.
L’attore dovrebbe evitare toni drammatici o sopra le righe. Invece, adottare una calma quasi ipnotica, un tono colloquiale ma fermo, che suggerisce una mente razionale che crede di agire per un bene superiore.
2. Espressività e Microgestualità
Questo personaggio crede nella sua visione con fervore, ma non si lascia mai andare a gesti plateali. Gli occhi dovrebbero essere penetranti, riflettendo una sorta di calma imperturbabile, quasi come se guardassero attraverso l’interlocutore.
Suggerisco di usare movimenti minimi delle mani, dei gesti lenti e misurati, per enfatizzare alcune parole chiave come "uguaglianza", "pace", e "distruzione". Il tutto, però, senza esagerare: i gesti devono rimanere piccoli e quasi impercettibili.
3. Tonality Shift: Alternare Introspezione e Autorità
Guru Baba passa da riflessioni interiori ("ho avuto soltanto un sogno in vita mia") a toni più autoritari ("Dobbiamo per forza eliminarli"). L’attore dovrebbe interpretare questi cambiamenti di tono con naturalezza, come se passasse da pensieri personali a una dichiarazione di comando.
Nei passaggi riflessivi, l’attore potrebbe abbassare la voce, lasciando spazio a una breve pausa che suggerisca una riflessione sincera. Nei momenti più autoritari, la voce diventa invece precisa e decisa, ma sempre senza enfasi eccessiva.
4. Empatia Distorta: L’Illusione della Benevolenza
Guru Baba crede di essere un benefattore, di portare al mondo un’utopia possibile solo tramite la sua visione. Per trasmettere questa empatia distorta, l’attore dovrebbe recitare con un leggero sorriso, un accenno di compassione, come se fosse convinto che ciò che sta dicendo sia davvero per il bene comune.
Evitare toni o espressioni dure: il sorriso deve suggerire la tranquillità di chi è “sicuro di fare il bene” e non si lascia influenzare dal giudizio altrui. In questo modo, la sua visione di “pace” diventa allo stesso tempo affascinante e terrificante.
5. Uso della Pausa e del Silenzio
Le pause sono essenziali in questo monologo, soprattutto quando Guru Baba parla di idee come “distruzione” e “controllo totale”. Queste pause devono essere brevi ma intense, dando l’impressione di un uomo che lascia cadere parole pesanti come pietre.
Dopo ogni pausa, l’attore può accentuare con uno sguardo diretto o un’espressione fissa, per dare a ogni parola un peso maggiore. È importante che ogni concetto risuoni come una verità indiscutibile, trasmettendo una calma che incute timore.
6. Sottile Disprezzo per Citadel e i “Diversi”
Quando parla di Citadel e dei “limiti” delle loro regole, Guru Baba mostra un sottile disprezzo. L’attore dovrebbe usare un lieve cambio d’intonazione o una micro-espressione – come un leggero sorriso ironico o un sguardo di superiorità – per far trasparire il disgusto e la supponenza con cui vede coloro che considera inferiori.
Questo dettaglio aiuta a mostrare quanto si consideri superiore, più lungimirante, rispetto a chi segue le “regole”. È una differenza sottile, ma efficace per mostrare il suo lato più elitario e sprezzante.
7. Preparazione Fisica e Postura
La postura è essenziale: Guru Baba dovrebbe essere ritto e stabile, senza movimenti eccessivi o nervosismo. La sua sicurezza deve trasparire anche dalla posizione del corpo, che è rilassato ma mai indifeso.
Le spalle dovrebbero essere leggermente abbassate e la testa appena inclinata, a suggerire un personaggio che guarda “dall’alto” chiunque gli stia di fronte. È una posizione di controllo e dominio.
8. Consapevolezza del Pubblico
Guru Baba parla a persone che vuole convincere o dominare, e questo dovrebbe riflettersi nell’interazione. L’attore deve mantenere un contatto visivo intenso e costante con chi ascolta, come se stesse cercando di entrare nelle loro menti, persuaderli lentamente e farli cedere alla sua visione.
Questo contatto visivo dovrebbe essere affilato e fermo, così che chi ascolta si senta come se Guru Baba stesse parlando direttamente a lui, come un ipnotizzatore che cerca di soggiogare con le parole.
L’interpretazione di Guru Baba deve evocare un personaggio che, pur agendo da antagonista, si percepisce come un salvatore. La forza della sua ideologia e la sua calma apparente devono rendere il monologo tanto seducente quanto terrificante. L’attore, usando micro-gestualità, pause studiate e toni pacati, può costruire una figura carismatica che incarna il fascino pericoloso del totalitarismo mascherato da benevolenza.
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