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~ LA REDAZIONE DI RC
Questa scena, una delle più intense de Il Cavaliere Oscuro, è una dichiarazione d’intenti del Joker. Qui non sta semplicemente minacciando Harvey Dent, ma gli sta offrendo una nuova visione del mondo. È il momento in cui il procuratore, spezzato dal dolore e dalla perdita, viene trascinato verso il baratro, abbracciando la filosofia del caos che il Joker incarna. Questo monologo è essenziale per comprendere la sua natura: non è un criminale convenzionale con ambizioni di potere, ma un elemento di disordine puro, il cui unico obiettivo è dimostrare l’illusione del controllo.
MINUTAGGIO: 1:48:30-1:50.34
RUOLO: Joker
ATTORE: Heath Ledger
Dove: Amazon Prime Video
INGLESE
Do I really look like a guy with a plan, Harvey? I don’t have a plan … The mob has plans. The cops have plans. You know what I am, Harvey? I am a dog chasing cars… I wouldn’t know what to do with one if I caught it. I just do things. I am just the wrench in the gears. I hate plans. Yours, theirs, everyone’s. Maroni has plans. Gordon has plans. Schemers trying to control their worlds. I am not a schemer. I show the schemer how pathetic their attempts to control things really are. So when I say that you and your girlfriend was nothing personal, you know I am telling the truth. I just did what I do best. I took your plan and turned it on itself. Look what I have done to this city with a few drums of gas and a couple of bullets. Nobody panics when the expected people gets killed. Nobody panics when things go according to plan, even if the plan is horrifying. If I tell the press that tomorrow a gangbanger will get shot or a truckload of soldiers will be blown up, nobody panics. – because it’s all part of the plan. But when I say that one little old mayor will die, everybody lose their minds. Introduce a little anarchy, you upset the established order and everything becomes chaos. I am agent of chaos. And you know the thing about chaos Harvey? “IT is FAIR.”
ITALIANO
Ti sembro davvero il tipo da fare piani? Lo sai cosa sono Sono un cane che insegue le macchine, non saprei cosa fare se le prendessi. Ecco io, agisco e basta. La mafia ha dei piani, la polizia ha dei piani, Gordon ha dei piani. Loro sono degli opportunisti. Opportunisti che cercano di controllare i loro piccoli mondi. Io non sono opportunista. Io cerco di mostrare agli opportunisti quanto siano patetici i loro tentativi di controllare le cose. Quindi… quando dico che con te e la tua ragazza non c’era niente di personale… capisci che ti dico la verità. Sono gli opportunisti che ti hanno messo dove sei. Anche tu eri un opportunista. Avevi dei piani e… guarda dove ti hanno portato.Io ho solo fatto quello che so fare meglio, ho preso il tuo bel piano e l’ho ribaltato contro di te. Guarda cosa ho fatto a questa città con qualche bidone di benzina e un paio di pallottole. Mhm? Ho notato che nessuno entra nel panico quando le cose vanno secondo i piani. Anche se i piani sono mostruosi. Se domani dico alla stampa che un teppista da strapazzo verrà ammazzato; o che un camion pieno di soldati esploderà… nessuno andrà nel panico. Perché fa tutto parte del piano. Ma quando dico che un solo, piccolo sindaco morirà, allora tutti perdono la testa. Se introduci un pò di anarchia, se stravolgi l’ordine prestabilito tutto diventa improvvisamente caos. Sono un agente del caos. Ah, e sai qual è il bello del caos? E’ equo.
Christopher Nolan, con Il Cavaliere Oscuro, ha trasformato il cinecomic in qualcosa di più di un semplice spettacolo d’azione. Il film è una discesa nel caos, un thriller metropolitano che esplora il limite tra ordine e anarchia attraverso il conflitto tra Batman (Christian Bale) e il Joker (Heath Ledger). Gotham City sembra aver trovato un equilibrio precario grazie all'azione di Batman, del tenente Jim Gordon (Gary Oldman) e del nuovo procuratore distrettuale Harvey Dent (Aaron Eckhart). I tre stanno portando avanti una guerra efficace contro la criminalità organizzata, colpendo le finanze dei boss locali.
L’arrivo del Joker, però, stravolge le regole del gioco. Non è interessato al denaro o al potere, ma al puro caos. Inizia con una rapina spettacolare a una banca gestita dalla mafia e prosegue mettendo Gotham sotto scacco con una serie di attacchi mirati. La sua richiesta è chiara: Batman deve smascherarsi, o le persone continueranno a morire. Parallelamente, il film segue la parabola di Harvey Dent. Gotham lo vede come il "cavaliere bianco", l’uomo che può sconfiggere la criminalità senza maschere. Ma il Joker capisce che Dent è il punto debole di Batman e lo colpisce nel modo più crudele possibile: prima rapisce lui e Rachel Dawes (Maggie Gyllenhaal), l’amore di Bruce Wayne, poi li mette in una situazione senza via d’uscita. Batman riesce a salvare Dent, ma il procuratore resta sfigurato, mentre Rachel muore. Harvey Dent, ora Due Facce, diventa lo strumento finale del Joker: un uomo spezzato che abbraccia la casualità del male.
La frase di apertura è già una provocazione: “Ti sembro davvero il tipo da fare piani?” Questa è una risposta diretta a chi cerca di dare un senso alle sue azioni. Il Joker vuole chiarire subito che non è mosso da uno schema preciso, che non ha una strategia finalizzata a un guadagno personale. Si descrive come “un cane che insegue le macchine”, un’immagine potente che trasmette l’idea di un’energia distruttiva priva di uno scopo definito. Non vuole ottenere il controllo di Gotham, non vuole denaro, non vuole vendetta. Agisce per il puro piacere di sovvertire l’ordine.
Poi arriva la distinzione tra lui e gli altri: “La mafia ha dei piani, la polizia ha dei piani, Gordon ha dei piani.” Questa frase è il cuore del suo pensiero. Tutti cercano di controllare la realtà attraverso strategie, ma per il Joker questi sforzi sono inutili. Definisce queste persone opportunisti, individui che si illudono di poter governare il caos. Lui, invece, ha una missione più profonda: dimostrare l’inconsistenza di questi tentativi.
La parte successiva del monologo è un attacco diretto a Dent: “Anche tu eri un opportunista. Avevi dei piani e… guarda dove ti hanno portato.” Qui il Joker smonta la visione del mondo di Harvey. Il procuratore era l’uomo del destino, il paladino della giustizia che voleva ripulire Gotham attraverso il sistema. Ma la realtà lo ha tradito. Il Joker non ha fatto altro che prendere il suo piano e ribaltarlo contro di lui. Poi arriva una delle riflessioni più inquietanti del film: “Ho notato che nessuno entra nel panico quando le cose vanno secondo i piani. Anche se i piani sono mostruosi.”
Questa è una delle battute più sottili e taglienti dell’intero film. Il Joker sottolinea l’ipocrisia della società: le persone accettano le tragedie solo se sono parte di una narrazione prestabilita. Se un criminale viene ucciso, se un gruppo di soldati muore in guerra, nessuno si scandalizza. Ma quando il caos si manifesta in modo imprevedibile, ecco che la paura esplode. Questo concetto è fondamentale per comprendere la sua filosofia: il vero potere non sta nella violenza, ma nel destabilizzare le certezze delle persone.
La chiusura del monologo è l’apice del suo ragionamento: “Se introduci un po’ di anarchia, se stravolgi l’ordine prestabilito tutto diventa improvvisamente caos. Sono un agente del caos.” E infine, la frase che suggella il suo pensiero: “Ah, e sai qual è il bello del caos? È equo.” Con questa battuta, il Joker ribalta ogni concetto di giustizia. Per lui, non esiste una morale, non esistono buoni o cattivi, solo caos. E il caos non fa distinzioni: colpisce chiunque, senza preferenze, senza favoritismi.
Questo monologo è un’arma psicologica. Il Joker impone a Dent la sua visione, trasformandolo nel criminale che Gotham temerà di più. È un discorso che destruttura ogni idea di ordine e giustizia, portando Harvey Dent a credere che l’unica soluzione sia affidarsi alla casualità, al lancio della sua moneta. È in questa scena che il Joker vince davvero. Non con esplosioni, non con uccisioni, ma con le parole. È qui che Gotham perde il suo "cavaliere bianco", ed è qui che Batman capisce che il suo vero nemico non è un uomo, ma un’idea.
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