Monologo Hitchcock in Monster: analisi e le similitudini tra Anthony Perkins e Ed Gein

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~ LA REDAZIONE DI RC

Analisi del monologo di Hitchcock in "Monster: la storia di Ed Gein"

Il monologo di Hitchcock in Monster: la storia di Ed Gein è una discesa controllata nella psiche umana, nella censura e nel rapporto tra arte e perversione. In una scena tesa e lucida, Alfred Hitchcock parla con Anthony Perkins e rivela quanto profondamente la repressione sessuale possa trasformarsi in malattia. Un pezzo perfetto per audizioni che richiedono intensità contenuta, subtext e dominio psicologico della scena. In questa guida trovi analisi, note interpretative e consigli pratici per portarlo in provino.

  • Scheda del monologo

  • Contesto del film

  • Testo del monologo (estratto+note)

  • Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa

  • Come prepararlo per un'audizione

  • Finale del film (con spoiler)

  • FAQ

  • Credits e dove trovarlo

Scheda del monologo

Serie: Monster: la storia di Ed Gein (2025)
Personaggio: Alfred Hitchcock
Attore: Tom Hollander
Minutaggio: 40:40-43:22 (EPISODIO 2)

Difficoltà Alta Questo monologo richiede un controllo millimetrico del tono e un'equilibrata gestione dell’ambiguità. È un monologo seduttivo, intellettuale e manipolatorio. 

Emozioni chiave Ambiguità, superiorità lucida, intimità fredda, provocazione contenuto L’emozione non è mai espressa, è sottintesa. Hitchcock non si infiamma mai, ma il suo tono taglia come un bisturi.

Contesto ideale per un attore una scena madre in uno showcase o laboratorio su testi forti e psicoanalitici; dimostrare la capacità di reggere monologhi ad alta densità psicologica; interpretare un personaggio che gioca con la morale e le sfumature dell’identità.

Dove vederlo: Netflix

Contesto della serie "Monster: la storia di Ed Gein"

La serie Monster: La storia di Ed Gein ricostruisce in otto episodi una versione romanzata, disturbante e profondamente simbolica della vita del celebre assassino del Wisconsin, Ed Gein. Ambientata tra realtà e delirio, la serie ci immerge nella mente frammentata di un uomo dominato dalla figura opprimente della madre, dalla repressione sessuale, e da un’inquietante fascinazione per la morte.

Ed è un uomo solitario e visibilmente disturbato, che cresce in una casa isolata sotto il controllo assoluto della madre Augusta, ossessionata dalla purezza e dal peccato. A partire da un ambiente familiare malato e asfissiante, la serie ci accompagna attraverso le tappe più cupe della sua discesa: dall’omicidio del fratello alla necrofilia, passando per la realizzazione di oggetti con pelle umana, fino agli omicidi veri e propri.

Accanto a lui si muove Adeline, personaggio ambiguo e affascinato dal macabro, e sullo sfondo compaiono figure storiche come Alfred Hitchcock, Anthony Perkins, Ilse Koch e Christine Jorgensen, tutte intrecciate nel racconto come riflessi culturali delle ossessioni e dei traumi di Ed.

Tra realtà storica, suggestioni cinematografiche e viaggi mentali, la serie disegna un ritratto inquietante e doloroso di un uomo spezzato, trasformato suo malgrado in un’icona del male e in una fonte d’ispirazione per il cinema dell’orrore.

Testo del monologo + note

Mm. Per fortuna quest’aspetto non ti riguarda affatto, signor Perkins. Lascia pure la censura a me. Io voglio cambiare il cinema, in modo che rifletta come siamo, non come vorremmo essere. Impulsi di alcuni individui sono più vili di altri, e la società perbenista ci appesantisce con la finzione che questi impulsi spregevoli non esistano. Tutto ciò trasforma questi impulsi in segreti che dobbiamo nascondere. E questi segreti ci fanno ammalare. Gein aveva un segreto, una disfunzione sessuale che non riusciva ad esprimere, e la sua incapacità di esprimere la sua versione dell’atto sessuale è diventata un peso interiore tramutandosi in una malattia: schizofrenia. Ginefilia. Necrofilia. Molti attori volevano questo ruolo, signor Perkins: Montgomery Clift, Roddy McDowall, Lawrence Harvey. Ma io ho scelto te. Perché tu sei l’unico che può comprendere questa malattia. Tu hai un segreto, signor Perkins, non è vero? Non è vero? E questo segreto ti sta facendo ammalare. Ho dovuto scegliere te, Anthony. Sei come lui. 

“Mm. Per fortuna quest’aspetto non ti riguarda affatto, signor Perkins.”Tono neutro ma tagliente. Il “mm” iniziale va pronunciato pensieroso, quasi un piccolo sipario che si apre. → Pausa netta prima di “signor Perkins”: nominarlo rende la frase più personale, più insinuante.

“Lascia pure la censura a me.” → Tono calmo, condiscendente, ma fermamente autoritario. → Una piccola pausa dopo “censura” per dare enfasi al potere che Hitchcock reclama per sé.

“Io voglio cambiare il cinema, in modo che rifletta come siamo, non come vorremmo essere.” → Primo crescendo contenuto. Va detto con una lucidità ispirata, come se stesse spiegando una missione. → Pausa netta dopo “rifletta come siamo”.

“Impulsi di alcuni individui sono più vili di altri, e la società perbenista ci appesantisce con la finzione che questi impulsi spregevoli non esistano.” → Ritmo più serrato, tono riflessivo ma accusatorio, quasi un atto d’accusa filosofico. → Micro-pausa dopo “vili di altri”; voce appena più aspra su “finzione”.

“Tutto ciò trasforma questi impulsi in segreti che dobbiamo nascondere. E questi segreti ci fanno ammalare.” → Enfasi su “segreti” e “ammalare”. La seconda frase è una rivelazione centrale: detta più lentamente, quasi fosse una diagnosi clinica. → Pausa piena dopo “nascondere”.

“Gein aveva un segreto, una disfunzione sessuale che non riusciva ad esprimere, e la sua incapacità di esprimere la sua versione dell’atto sessuale è diventata un peso interiore tramutandosi in una malattia: schizofrenia. Ginefilia. Necrofilia.”Tono clinico, freddo. Come se stesse elencando dei sintomi davanti a una lavagna. → Ritmo rallentato prima del climax “schizofrenia. Ginefilia. Necrofilia.”, che va quasi sillabato con precisione chirurgica.

“Molti attori volevano questo ruolo, signor Perkins: Montgomery Clift, Roddy McDowall, Laurence Harvey.” → Pausa prima del nome. Il tono è freddamente orgoglioso, quasi una tentazione. → Sguardo dritto su “signor Perkins”, ma nomi elencati con distacco.

“Ma io ho scelto te. Perché tu sei l’unico che può comprendere questa malattia.”Tono più morbido, intimo. Qui entra il gioco psicologico, la manipolazione affettiva. → Pausa dopo “te.” → Lascia che il peso della frase arrivi a Perkins.

“Tu hai un segreto, signor Perkins, non è vero? Non è vero?” → Aumenta leggermente l’intensità.

“E questo segreto ti sta facendo ammalare.”Voce bassa, quasi compassionevole.

“Ho dovuto scegliere te, Anthony. Sei come lui.”Tono conclusivo,.

Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa del monologo di Alfred Hitchcock in "Monster: la storia di Ed Gein"

Il monologo di Alfred Hitchcock ad Anthony Perkins esplora il legame tra impulsi sessuali repressi, malattia mentale e creazione artistica. È una riflessione sul cinema, ma anche un'accusa velata alla psiche dell'attore scelto per interpretare Norman Bates in Psycho.

TEMI PRINCIPALI DEL MONOLOGO

Sessualità repressa e malattia mentale 

Hitchcock collega le deviazioni di Ed Gein alla sua incapacità di esprimere impulsi sessuali. Parla di ginefilia, necrofila e schizofrenia come esiti della repressione.

Il ruolo del cinema nella società Hitchcock vuole un cinema che mostri “come siamo, non come vorremmo essere”. Condanna la società perbenista che impone di nascondere impulsi “spregevoli”.

Segreti e autodistruzione Sostiene che i segreti ci fanno ammalare: “Questo segreto ti sta facendo ammalare”. Il riferimento a Perkins implica che l’attore condivide un “segreto” con Gein.

Casting come atto psicologico Hitchcock nomina altri attori (entità: Montgomery Clift, Roddy McDowall, Laurence Harvey), ma afferma di aver scelto Perkins perché “è come lui”. Il monologo diventa una forma di manipolazione emotiva e specchio psicologico.

FUNZIONE NARRATIVA DEL MONOLOGO

Definisce il tono della serie: cupo, intellettuale, disturbante.

Amplifica il legame tra Gein e Norman Bates.

Introduzione alla tematica del doppio: artista e soggetto fusi nella malattia.

Rende visibile la manipolazione di Hitchcock, che agisce quasi da burattinaio.

Come preparare il monologo di Alfred Hitchcock da "Monster: la storia di Ed Gein"

STEP PRATICI PER IL MONOLOGO ED ERRORI DA EVITARE

Obiettivo del monologo Dimostrare controllo, intelligenza emotiva e capacità manipolativa attraverso un personaggio che non alza mai la voce ma governa completamente la scena. Non si tratta di urlare o commuovere. Si tratta di padroneggiare l’attenzione attraverso una lucidità tagliente. Hitchcock non ti concede lo sfogo. Ti chiede presenza scenica e una psiche armata.

Sottotesto Tutto il monologo è un gioco di specchi. Hitchcock parla a Anthony Perkins, ma sottintende: “So chi sei davvero” “Ti sto mettendo alla prova” “Mi interessa il tuo lato malato, non quello artistico” È una confessione mascherata da casting. Sotto ogni parola c’è un invito subdolo a riconoscere il mostro che c’è in te.

Azione minima  Una camminata lenta può aiutare a marcare il dominio. Occhi puntati su Perkins (o sul punto fisso scelto), con pause strategiche. Usa oggetti scenici se hai una scrivania o un copione in mano: toccali con calma chirurgica.

Dinamica vocale

Inizia basso, sicuro, quasi didattico.
Aumenta leggermente l’intensità quando citi parole cliniche: “ginefilia”, “necrofila”, “schizofrenia”.
Sottolinea il climax in “Tu hai un segreto, signor Perkins”, ma senza mai urlare.
Ultima frase (“Sei come lui”) → rilascia come un verdetto, freddo, senza enfasi.

Chiusa “Ho dovuto scegliere te, Anthony. Sei come lui.”Questa è la lama finale. Recitala con assoluta calma, come un paziente che ha appena completato la sua diagnosi.

Errori comuni

Recitarlo come un villain da thriller: questo Hitchcock è controllato, non teatrale.
Alzare la voce per segnare i climax: qui il potere è nella freddezza.
Ignorare la relazione: il monologo è un gioco a due, anche se parla uno solo.
Sottovalutare il subtext sessuale: la tensione sottostante è fortemente erotizzata, ma va solo suggerita.

Il finale di "Monster: la storia di Ed Gein" (Spoiler)

Nel finale, ormai anziano e rinchiuso da anni in un ospedale psichiatrico, Ed Gein viene interpellato per aiutare le autorità a identificare un nuovo serial killer. Sorprendentemente, grazie alla sua “esperienza” e a una lettera ricevuta, fornisce informazioni cruciali per catturare un giovane assassino. Nessuno, però, si congratula con lui.

Ed si sente abbandonato, e precipita di nuovo nelle sue visioni.

Scopre poi di avere un cancro ai polmoni e gli restano solo due mesi di vita. In questo breve tempo, ripercorre mentalmente la sua storia, tra lettere, allucinazioni e confronti interiori.

Riceve anche la visita di Adeline, che, come lui, si porta dentro un abisso personale. Si salutano con affetto, riconoscendosi simili ma non uguali.

Nell’ultima scena, Ed muore. Lo vediamo in una visione finale, sereno e giovane, accanto a sua madre in veranda. Lei gli sussurra: “Solo una madre può amarti”. Un epitaffio perfetto per una serie che, fin dal primo fotogramma, ci ha parlato del bisogno d’amore e delle sue deformazioni più oscure.

FAQ sul monologo di Alfred Hitchcock in "Monster: la storia di Ed Gein"

  • Quanto dura il monologo di Hitchcock in Monster? Circa 1 minuto e 30 secondi se recitato con ritmo controllato e pause efficaci. Può superare i 2 minuti con una lettura più meditata.

  • Che temi tratta il monologo? Repressione sessuale Malattia mentale (schizofrenia, ginefilia, necrofilia) Segreti e identità Manipolazione psicologica Cinema come specchio della realtà

  • È adatto a un’audizione? Sì, è un pezzo potente ma sottile. Richiede controllo vocale, presenza scenica e capacità di giocare sul subtext. Ideale per audizioni cinematografiche, teatrali e scuole di recitazione avanzate.

  • Che fascia d’età copre per il casting? Perfetto per attori dai 30 ai 55 anni, a seconda della rilettura del personaggio. Funziona anche per attori più giovani con presenza matura e padronanza del linguaggio.

  • A chi è consigliato?Attori con esperienza in ruoli manipolatori o mentori oscuri Performer che vogliono dimostrare padronanza del testo e sottotesto. Studenti di recitazione in cerca di un monologo non urlato ma disturbante È tratto da un film o da una serie? È tratto dalla serie TV “Monster: La storia di Ed Gein”, episodio 2. Il personaggio è una versione drammatizzata di Alfred Hitchcock, mentre dialoga con Anthony Perkins, interprete di Psycho.

  • Richiede preparazione vocale particolare? Sì. Serve una voce piena ma non teatrale, con modulazione controllata. Il monologo lavora su pause, intonazione e sguardo più che su cambi di volume.

  • Può essere portato da un’attrice? Assolutamente sì. Con un cambio minimo, si può riscrivere il testo mantenendo il sottotesto manipolativo e l’effetto di specchio tra due personalità disturbate.

  • Che tipo di casting può sbloccare questo monologo? Thriller psicologici Drammi a sfondo psicologico o biografico Ruoli di manipolatori, leader carismatici, mentori disturbanti

Credits e dove vederlo

Registi: Ryan Murphy, Ian Brennan

Produttori: Ian Brennan

Cast principale: Ed Gein, (Charlie Hunnam), Augusta Gein, (Laurie Metcalf), Adeline Watkins (Suzanna Son), Alfred Hitchcock, (Tom Hollander)

Dove vederlo: Netflix

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