Monologo - Ian McKellen in \"X-Men\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo di Magneto, interpretato da Ian McKellen in X-Men (2000), è uno dei momenti che definiscono il suo personaggio. Si tratta di una scena in cui il mutante si rivolge al senatore Kelly, un politico che ha promosso una legge per registrare i mutanti, considerandoli una minaccia per l’umanità. Magneto, dopo averlo trasformato in un mutante con la sua macchina sperimentale, lo osserva con una sorta di calma glaciale, sottolineando l’ipocrisia della paura umana nei confronti di ciò che non comprende.

Mutanti si diventa

MINUTAGGIO: 34:36-35:20

RUOLO: Magneto
ATTORE:
Ian McKellen
DOVE:
Disney+



INGLESE


Are you a God-fearing man, Senator? That is such a strange phrase. I've always thought of God as a teacher; a bringer of light, wisdom, and understanding. You see, I think what you really fear is me. Me and my kind. The Brotherhood of Mutants. Oh, it's not so surprising really. Mankind has always feared what it doesn't understand. Well, don't fear God, Senator, and certainly don't fear me. Not any more.



ITALIANO


Lei è un uomo timorato di Dio, senatore? E’ una frase talmente strana. Ho sempre considerato Dio come un maestro, un portatore di luce, di saggezza e comprensione. Vede, io credo che in realtà lei non tema altro che me. Me e la mia razza, la confraternita dei mutanti. Anche se non è tanto sorprendente in effetti, l’umanità teme da sempre quello che non riesce a capire. Beh, non abbia timore di Dio senatore. Certo non deve temere me. Non più, ormai.

X-Men

X-Men (2000), diretto da Bryan Singer, è il primo film della saga cinematografica dedicata ai mutanti della Marvel. La storia introduce un mondo in cui gli esseri umani convivono con individui dotati di poteri straordinari, chiamati mutanti, spesso temuti e discriminati. Il film si apre con un flashback ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, dove un giovane Erik Lehnsherr, futuro Magneto (Ian McKellen), manifesta per la prima volta i suoi poteri magnetici mentre viene separato dai genitori in un campo di concentramento nazista. Questo evento segna la sua visione del mondo e alimenta il suo odio nei confronti dell'umanità.


Anni dopo, incontriamo Rogue (Anna Paquin), un'adolescente che scopre di avere il potere di assorbire l'energia vitale e i poteri di chiunque tocchi. Spaventata, fugge da casa e incontra Logan/Wolverine (Hugh Jackman), un mutante dal fattore rigenerante e con artigli di adamantio. I due vengono attaccati da Sabretooth, scagnozzo di Magneto, ma vengono salvati da Ciclope (James Marsden) e Tempesta (Halle Berry), membri degli X-Men, un gruppo guidato dal professor Charles Xavier (Patrick Stewart).

Xavier, convinto che mutanti e umani possano coesistere pacificamente, addestra giovani mutanti nella sua scuola per aiutarli a controllare i loro poteri. Dall’altra parte, Magneto guida la Confraternita dei Mutanti, un gruppo che ritiene inevitabile il conflitto con l’umanità. Il suo piano consiste nell'usare una macchina capace di trasformare gli esseri umani in mutanti, sperando di accelerare l'evoluzione della specie. L’esperimento è instabile e può risultare letale per i soggetti esposti.


Scopriamo che Magneto vuole usare Rogue per alimentare la macchina con la sua energia. Gli X-Men, guidati da Xavier, cercano di fermarlo. Lo scontro finale si svolge sulla Statua della Libertà, dove Wolverine affronta Sabretooth e gli altri membri della Confraternita, mentre Rogue viene salvata in extremis. Magneto viene catturato, ma la sua guerra non è finita.

Analisi Monologo

Magneto inizia con una domanda apparentemente retorica: "Lei è un uomo timorato di Dio, senatore?" È una frase che serve a mettere in discussione la moralità dell’interlocutore. La parola timorato ha una doppia valenza: indica rispetto e devozione, ma anche paura. Il senatore si presenta come un uomo di fede, ma Magneto lo spinge a riflettere su cosa tema realmente. Prosegue con un'interpretazione personale di Dio: "Ho sempre considerato Dio come un maestro, un portatore di luce, di saggezza e comprensione." Qui emerge la sua visione intellettuale e razionale: Dio dovrebbe rappresentare illuminazione e progresso, non paura o dogma. È un'affermazione che sembra quasi contrapporsi alla retorica del senatore, il quale sfrutta la paura per giustificare le sue azioni politiche.


Poi arriva al cuore della questione: "Vede, io credo che in realtà lei non tema altro che me. Me e la mia razza, la Confraternita dei mutanti." Qui il discorso diventa diretto e personale. Magneto svela l’ipocrisia della paura umana: il senatore non teme Dio, teme chi è diverso, chi è più forte o semplicemente chi non può controllare. È un’accusa chiara alla discriminazione sistematica subita dai mutanti, che si ricollega al suo passato di sopravvissuto all’Olocausto. La frase successiva è un'affermazione che racchiude il concetto chiave del film: "L’umanità teme da sempre quello che non riesce a capire." Qui Magneto generalizza il discorso, mostrando come il problema della discriminazione non sia legato solo ai mutanti, ma a ogni forma di diversità. Questo lo avvicina a una figura tragica: ha ragione nel diagnosticare il problema, ma la sua soluzione è estrema.


Conclude con una frase ambigua e inquietante: "Beh, non abbia timore di Dio senatore. Certo non deve temere me. Non più, ormai." Il tono è apparentemente rassicurante, ma nasconde un sottotesto carico di ironia. Il senatore è ormai mutante, quindi non è più un nemico per Magneto, ma allo stesso tempo ha perso il controllo sulla propria esistenza. È un modo elegante per dire che il potere è passato di mano.

Conclusione

Questo monologo è un esempio perfetto di come X-Men riesca a mescolare il genere supereroistico con tematiche sociali e politiche. Magneto non è un semplice villain, ma un personaggio con motivazioni complesse, che crede di lottare per la sopravvivenza della sua specie. Il suo discorso, per quanto freddo e spietato, non è privo di logica: la paura dell’altro è da sempre uno dei motori della discriminazione.

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