Monologo di Ibrahim – Il club dei delitti del giovedì: analisi, temi e guida per audizioni

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~ LA REDAZIONE DI RC

Analisi del monologo di Ibrahim in Il club dei delitti del giovedì

Il monologo di Ben Kingsley (Ibrahim) nel film Il club dei delitti del giovedì è un discorso funebre che intreccia amore, amicizia e perdono. È una riflessione sul fatto che anche chi sbaglia può aver agito per amore. La chiusa poetica di questo film, con John e Penny che “danzano fra le stelle”, eleva il tono dal terreno allo spirituale.

  • Scheda del monologo

  • Contesto del film

  • Testo del monologo (estratto+note)

  • Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa

  • Come prepararlo per un'audizione

  • Finale del film (con spoiler)

  • FAQ

  • Credits e dove trovarlo

Scheda del monologo

Film: Il club dei delitti del giovedì (2025), regia Chris Columbus
Personaggio: Ibrahim
Attore:
Ben Kingsley
Minutaggio: 1:45:00-1:46:00

Durata: 1 minuto

Difficoltà: Medio-Alta (controllo delle emozioni, gestione della verità interiore e del ritmo)

Emozioni chiave: Dolore pacato, Amore universale, Accettazione. Tenerezza. Spiritualità.

Contesto ideale: Performance teatrale intima: cerimonie, scene di addio, contesti dove il personaggio deve rivolgersi direttamente a un pubblico in silenzio. Allenamento per esercizi di ascolto interiore. Discorsi motivazionali (con adattamento): l’idea di “un amore che unisce e supera il tempo” si presta anche a un contesto ispirazionale.

Dove vederlo: Netflix

Contesto del film

Il film apre con un cold case: l’omicidio di Angela Hughes, morta l’11 maggio 1973. Il fidanzato Peter Mercer, ex militare, racconta di aver visto il corpo della ragazza precipitare da una finestra, e di aver intravisto una figura misteriosa fuggire nell’ombra. Dopo l’evento, Mercer sparisce: non soccorre la fidanzata, non dà spiegazioni, e sembra scomparso nel nulla. Questo enigma diventa il punto di partenza, il “file irrisolto” che i protagonisti vogliono affrontare. Ci spostiamo nella residenza di lusso per anziani, la Cooper Chase, un luogo particolare, che non è solo una casa di riposo ma quasi un villaggio autosufficiente, con attività insolite come pittura, tiro con l’arco e persino allevamento di lama. Qui incontriamo i tre amici investigatori: Elizabeth, Ibrahim, Ron. A loro si aggiunge Joyce, un’infermiera che Elizabeth scova grazie a un dettaglio rivelatore: non ha avuto reazioni di disgusto davanti a foto cruente. Joyce diventa così la nuova recluta del “Club dei Delitti del Giovedì”.

Parallelamente al cold case, si apre un nuovo fronte narrativo: Ian, uomo d’affari in difficoltà con un divorzio, vuole abbattere la Cooper Chase e il cimitero adiacente per costruire appartamenti di lusso. A opporsi a lui c’è Tony, suo socio e comproprietario, che però non vuole saperne. Ian coinvolge Bogdan, personaggio ambiguo che si presta a traffici illeciti, per mettere in moto una truffa che favorisca l’avvio dei lavori. Tony viene assassinato. L’arma del delitto sparisce, e il sospetto si allarga a tutti. Per il club si apre un caso fresco, connesso alle loro indagini. Per avere accesso a informazioni riservate, coinvolgono Donna, giovane poliziotta stagista, che diventa un’infiltrata preziosa all’interno della squadra. Una foto sospetta mostra un boss criminale, Bobby Tanner, insieme a un braccio misterioso: dietro c’è Jason, figlio di Ron, invischiato in debiti di gioco e nella rete criminale. Ian, nel frattempo, muore di overdose di fentanyl, aprendo un secondo giallo: è omicidio o suicidio? In parallelo, Elizabeth viene pedinata da un uomo misterioso, che lascia biglietti minatori.

Bogdan rivela a Elizabeth che nel cimitero è stata trovata una tomba doppia: ossa sopra ossa. Le analisi confermano che appartengono proprio a Peter Mercer, il fidanzato di Angela Hughes scomparso nel 1973.  Il cerchio si allarga: i due casi, quello antico e quello presente, si intrecciano. Bogdan emerge come figura centrale. Confessa a Stephen (marito di Elizabeth, malato ma ancora lucido a tratti) di aver ucciso per errore Tony, cercando solo il passaporto. Elizabeth riesce a incastrarlo con la registrazione audio di Stephen, dove Bogdan ammette tutto. Elizabeth, nonostante la cattura di Bogdan, sente che manca qualcosa. Analizzando vecchie foto, si concentra su Penny, la fondatrice del Club dei Delitti del Giovedì, ora in coma nell’hospice… (Se vuoi vedere il finale del film continua a leggere questo articolo)

Testo del monologo + note

Siamo pieni d’amore. Tutti noi. E su questo non c’è dubbio. Quando guardo le persone che sono qui, io vedo l’amore. Di un padre, per suo figlio. Di una madre, per sua figlia. Di una moglie, per il marito che stringe a sé. Riesco a vedere anche il potente amore dell’amicizia. Un’amicizia nuova, un’amicizia improbabile. Un’amicizia che permette a un uomo, che non si fermava da molti anni, di sentirsi a casa, finalmente. A volte le brave persone fanno cose sbagliate. Ma John ha agito per amore. Per amore di Penny. E quell’amore che li legava supererà il tempo e lo spazio. E loro danzeranno insieme fra le stelle. Ci mancheranno molto. E li ricorderemo per sempre, ogni giorno. 

"Siamo pieni d’amore. Tutti noi. E su questo non c’è dubbio. "Tono iniziale calmo, grave ma accogliente. Pausa dopo “amore” e dopo “Tutti noi”: lascia che risuoni nel silenzio. Sguardo panoramico sulla platea, come a includere tutti.

"Quando guardo le persone che sono qui, io vedo l’amore." Pronunciare “vedo l’amore” con voce più calda, quasi un sorriso contenuto. Pausa lunga dopo la frase, respira, come se davvero stessi guardando.

"Di un padre, per suo figlio. Di una madre, per sua figlia. Di una moglie, per il marito che stringe a sé". Tre immagini distinte, scandite con ritmo ternario. Micro-pausa dopo ogni proposizione. Sguardo mobile: padre/figlio: lato sinistro; madre/figlia: lato destro; marito/moglie: al centro.

"Riesco a vedere anche il potente amore dell’amicizia. Un’amicizia nuova, un’amicizia improbabile." “Potente” leggermente accentuato. Ripetizione di “amicizia”: varia intonazione: la prima più descrittiva, la seconda più emozionata. Sguardo verso i compagni del Club.

"Un’amicizia che permette a un uomo, che non si fermava da molti anni, di sentirsi a casa, finalmente." Tono più personale: la voce si incrina, come se Ibrahim stesse parlando direttamente di John. Pausa breve prima di “finalmente”, e dirla con un leggero sospiro.

"A volte le brave persone fanno cose sbagliate." Intonazione più ferma, quasi come una lezione di vita. Sguardo lontano, universale.

"Ma John ha agito per amore. Per amore di Penny." Abbassare leggermente il tono, più intimo. Pausa dopo la prima frase. “Per amore di Penny”: più dolce, quasi un sussurro.

"E quell’amore che li legava supererà il tempo e lo spazio." Crescendo emotivo, voce che si apre. Sguardo verso l’alto, proiezione simbolica.

"E loro danzeranno insieme fra le stelle." Pausa significativa prima di dirlo. Dire “danzeranno” con delicatezza, come un’immagine poetica. Sorriso lieve, non forzato.

"Ci mancheranno molto. E li ricorderemo per sempre, ogni giorno." Tono conclusivo, netto ma commosso. Pausa dopo “Ci mancheranno molto”: lascia il tempo al dolore. “Ogni giorno” → dirlo scandendo, come promessa.

Come renderlo autentico

Intonazione: alternare voce contenuta (inizio e parti intime) e aperture calde (amicizia, stelle).

Pause: usarle come “respiri emotivi”, non come artifici tecnici. Ogni pausa è uno sguardo o un ricordo.

Sguardo: mobile e coerente con le immagini → platea (amore universale), compagni (amicizia), alto (stelle).

Subtext: tutto il discorso è un atto di riconciliazione: giustificare un crimine non con la ragione, ma con l’amore.

Fisicità: corpo rilassato, mani visibili, piccolo gesto aperto su “tempo e spazio” e “stelle”.

Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa

Breve guida al monologo di Ibrahim al funerale di John

Il monologo di Ibrahim, interpretato da Ben Kingsley, chiude il film Il club dei delitti del giovedì. È un discorso funebre che unisce riflessione morale e spiritualità. Parla dell’amore universale, dell’amicizia e della capacità di perdonare chi ha sbagliato.

Temi principali del monologo

Amore universale: amore tra padre e figlio, madre e figlia, marito e moglie.

Amicizia: legame nuovo e improbabile, ma forte.

Perdono: “le brave persone fanno cose sbagliate”.

Amore coniugale: John ha agito per amore di Penny.

Spiritualità: immagine finale della danza fra le stelle.

Funzione narrativa

Il discorso di Ibrahim ha tre funzioni chiave: Dare un congedo poetico a John e Penny. Riabilitare la memoria di due personaggi macchiati dal crimine. Rafforzare l’identità collettiva del Club dei Delitti del Giovedì.

Come prepararlo per un'audizione

STEP PRATICI PER IL MONOLOGO ED ERRORI DA EVITARE

Obiettivo: Dimostrare verità emotiva e capacità di gestire un testo intimo senza cadere nel melodramma. Il monologo è un discorso funebre: richiede misura, ascolto e profondità.

Subtext: Non è solo un elogio funebre. È una giustificazione morale: Ibrahim vuole convincere se stesso e gli altri che John e Penny, pur avendo sbagliato, hanno agito per amore. Sottotesto: “Anche noi potremmo sbagliare, ma ciò che resta è l’amore.”

Azione minima

-Corpo fermo, mani visibili e rilassate.

-Sguardi calibrati: platea (amore universale), compagni (amicizia), alto (stelle).

-Un piccolo gesto aperto solo nelle immagini finali (tempo/spazio, stelle).

Dinamica vocale

Inizio: tono grave, contenuto, quasi un respiro. Parte centrale: progressivo riscaldamento emotivo (più calore e intensità su “amicizia”, “amore di Penny”). Culmine: crescendo su “supererà il tempo e lo spazio”.
Finale: voce che si apre su “danzeranno insieme fra le stelle”, poi torna intima su “ogni giorno”.


Errori comuni

Troppo pathos: cadere nel pianto teatrale annulla la verità.
Monotonia: recitarlo piatto, senza variazioni di ritmo.
Ignorare lo sguardo: è un discorso rivolto a persone vive, non solo a un ricordo.
Correre verso la chiusa: non prendersi le pause naturali, soprattutto dopo le immagini forti (padre-figlio, amicizia, stelle).

Il finale del film (Spoiler alert)

Il finale del film intreccia il cold case del 1973 e gli omicidi contemporanei alla Cooper Chase. Tutto sembra risolto con l’arresto di Bogdan, che confessa di aver ucciso Tony per errore, mentre cercava il passaporto. Ma Elizabeth intuisce che dietro la verità manchi ancora un tassello. Elizabeth scopre che Peter Mercer, fidanzato di Angela Hughes, era in realtà il suo assassino. La polizia lo aveva creduto innocente, ma Penny – fondatrice del Club e all’epoca investigatrice – aveva intuito la verità. Con l’aiuto del marito John, Penny aveva fatto giustizia sommaria: ucciso Mercer e nascosto il corpo nel cimitero. Non solo. John confessa a Elizabeth e agli altri di essere stato lui a provocare la morte di Ian, somministrandogli il fentanyl.

Non per interesse, ma per amore e protezione verso Penny, ormai in coma. La coppia si rivela dunque colpevole, ma anche guidata da un amore che va oltre la legge. Elizabeth e gli altri decidono di non denunciarlo immediatamente, lasciando a John il tempo di un ultimo momento con Penny. Sanno che sceglierà di togliersi la vita. È un atto di compassione più che di complicità. Dopo il funerale dei coniugi, Elizabeth consegna a Joyce una collana appartenuta a Penny, sancendo il suo ingresso ufficiale nel Club.  La Cooper Chase viene messa in salvo e il gruppo trova nuova forza, mentre il ricordo di John e Penny resta sospeso tra colpa e redenzione.

FAQ

  • Quanto dura il monologo? Il monologo ha una durata media di 2–3 minuti, a seconda delle pause e del ritmo scelto dall’attore.

  • Che temi tratta? I temi principali sono: Amore universale (familiare, coniugale, amicizia). Perdono: “le brave persone fanno cose sbagliate”. Spiritualità: l’immagine poetica della danza fra le stelle. Bisogno di riconoscimento: anche chi sbaglia merita di essere ricordato con amore.

  • È adatto a un’audizione? Sì. È perfetto per esami e provini che richiedono un monologo intimo, misurato e di forte verità emotiva. Permette di mostrare controllo, profondità e capacità di alternare registri vocali.

  • Che età di casting copre? Il monologo si adatta soprattutto a ruoli maturi (50+), ma con un buon lavoro di sottotesto può essere interpretato anche da attori 30–40enni in contesti di studio o formazione.

  • Qual è la difficoltà principale? Serve equilibrio tra emozione e misura, senza cadere nel melodramma o nella monotonia.

  • Qual è il sottotesto del discorso? Il sottotesto è una riflessione morale: “Anche chi sbaglia può averlo fatto per amore, e l’amore è ciò che resta.”

  • Quali errori comuni evitare? Piangere o esagerare con il pathos. Recitare in modo piatto senza variazioni di ritmo. Ignorare gli sguardi verso il pubblico, che sono parte integrante del discorso.

  • In che contesto usarlo oltre alle audizioni? Allenamento sulla verità emotiva. Laboratori teatrali legati a temi di memoria, lutto e riconciliazione. Discorsi motivazionali (con adattamento) per la sua universalità.

  • Qual è la chiusa più importante?Li ricorderemo per sempre, ogni giorno.” → è il cuore del monologo, da pronunciare come impegno collettivo.

Credits e dove vederlo

Regia: Chris Columbus

Sceneggiatura: Chris Columbus, Katy Brand

Produttori: Chris Columbus, Jennifer Todd, Steven Spielberg

Cast principale: Helen Mirren (Elizabeth), Pierce Brosnan (Ron), Ben Kingsley (Ibrahim) Celia Imrie (Joyce), David Tennant (Ian) Jonathan Pryce (Stephen)

Fotografia: Don Burgess

Montaggio: Dan Zimmerman

Colonna sonora / Musica: Thomas Newman

Dove vederlo: Netflix

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