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~ LA REDAZIONE DI RC
Nel film "In Time" del 2011, diretto da Andrew Niccol, la società è strutturata intorno a un'innovativa forma di valuta: il tempo. Le persone smettono di invecchiare a 25 anni e il tempo rimanente sulla loro vita diventa una moneta scambiabile che determina sia lo status sociale sia la sopravvivenza. Questa premessa crea un microcosmo distopico che riflette le problematiche di disuguaglianza, potere e giustizia sociale, molto simili a quelle del mondo reale. Il film si sviluppa attorno a queste tematiche, esplorandole attraverso le vicende di Will Salas e la sua lotta contro un sistema corrotto che favorisce i ricchi a spese dei poveri.
MINUTAGGIO: 21:03-23:12
RUOLO: Henry Hamilton
ATTORE: Matt Bomer
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
You really don't know, do you? Everyone can't live forever. Where would we put them? Why do you think there are time zones? Why do you think taxes and prices go up the same day in the ghetto? The cost of living keeps rising to make sure people keep dying. How else could there be men with a million years while most live day to day? But the truth is... there's more than enough. No one has to die before their time. If you had as much time as I have on that clock, what would you do with it?
ITALIANO
Tu proprio non lo sai, vero? Non possono vivere tutti in eterno, dove li metteremmo? Perché esistono le zone orarie? Perché credi che le tasse e i prezzi aumentino nello stesso giorno, nel ghetto? Il costo della vita aumenta per far sì che la gente continui a morire, o non esisterebbero uomini con milioni di anni e altri che vivono alla giornata. Ma la verità è che ce ne sarebbe per tutti; nessuno deve morire prima del tempo. Se tu avessi tanto tempo quanto ne ho io, su quell’orologio, che cosa faresti?
"In Time" è un film di fantascienza distopico del 2011, scritto e diretto da Andrew Niccol. La trama è incentrata su un mondo futuro dove il tempo è diventato la principale valuta di scambio. Le persone smettono di invecchiare a 25 anni, ma sono geneticamente modificate per vivere solo un altro anno, a meno che non guadagnino, rubino o ereditino più tempo. Di conseguenza, i ricchi possono vivere praticamente per sempre, mentre i poveri lottano quotidianamente per guadagnare preziosi minuti e ore.
Il protagonista del film è Will Salas, (Justin Timberlake), che vive nella zona più povera della società. Dopo un incontro casuale, Will riceve una grande quantità di tempo da un uomo che ha più di cento anni e che sceglie di "cronometrarsi" (ovvero, lasciare scadere il proprio tempo e morire). Questo regalo inaspettato lo porta in un percorso pericoloso mentre fugge dai "Timekeepers", una forza di polizia che controlla l'economia del tempo, e cerca di distruggere il sistema corrotto che beneficia i ricchi a spese dei poveri.
La coprotagonista, interpretata da Amanda Seyfried, è Sylvia Weis, figlia di un ricco banchiere del tempo, che diventa compagna di Will nella sua crociata contro l'ingiustizia del sistema. Il film esplora temi come la disuguaglianza sociale, la corruzione, e l'etica del potere e della longevità, offrendo un commento sulla società moderna e la crescente disparità tra ricchi e poveri.
Questo monologo da "In Time" è un potente esame delle dinamiche sociali e economiche presenti nel film.
Questo discorso espone una verità nascosta nel mondo del film: il tempo, che è una risorsa letteralmente vitale, viene artificialmente regolato per mantenere le strutture di potere esistenti. Il riferimento alle "zone orarie" simboleggia le barriere socioeconomiche che separano i ricchi dai poveri. L'aumento delle tasse e dei prezzi nel ghetto serve a drenare sistematicamente le risorse dai meno abbienti, costringendoli a una lotta costante per la sopravvivenza quotidiana. Questo meccanismo assicura che solo pochi eletti possano accumulare abbastanza tempo per vivere indefinitamente, mentre la maggior parte delle persone muore giovane.
Il punto cruciale del monologo è la dichiarazione che "ce ne sarebbe per tutti"; suggerisce che le risorse (in questo caso, il tempo) sono abbondanti, ma la loro distribuzione è deliberatamente controllata per preservare un certo ordine sociale. Questo è parallelo a molte critiche del capitalismo reale, dove le risorse sono spesso abbondanti, ma la loro distribuzione è squilibrata a causa di politiche economiche e decisioni che favoriscono i ricchi a spese dei poveri.
La domanda finale del monologo sfida l'ascoltatore (o lo spettatore) a riflettere su cosa farebbe se avesse accesso a risorse quasi illimitate come il tempo. Questo stimola una riflessione personale sull'uso etico delle risorse, e invita anche a considerare le proprie responsabilità nei confronti degli altri in un sistema ingiusto.
Sottolineando come le risorse potrebbero essere sufficienti per tutti, il film critica acutamente le pratiche di accumulo e conservazione di ricchezza e potere che caratterizzano molte società capitaliste moderne. Attraverso la sua narrazione in chiave fantascientifica, "In Time" invita gli spettatori a riflettere sulle proprie posizioni etiche e sulle responsabilità che accompagnano l'uso delle risorse, proponendo una meditazione sulla possibilità di un mondo più equo.
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