Monologo - Jack Nicholson in \"Codice d'onore\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo del colonnello Nathan R. Jessup in Codice d’onore è uno dei momenti più intensi e iconici della storia del cinema. Questa scena rappresenta il culmine del confronto tra Jessup e il tenente Daniel Kaffee, portando alla luce il vero pensiero dell’alto ufficiale sui concetti di potere, responsabilità e giustizia militare. Pronunciato con una miscela di arroganza, orgoglio e rabbia repressa, il discorso è un attacco diretto alla mentalità di chi non vive la guerra in prima linea. È qui che emerge il cuore del personaggio interpretato da Jack Nicholson: un uomo convinto di essere l’unico a capire cosa serva davvero per mantenere l’ordine e la sicurezza.

Tu non puoi reggere la verità

MINUTAGGIO: 2:06:30-2:08:38

RUOLO: Col. Nathan R. Jessep
ATTORE:
Jack Nicholson
DOVE:
Amazon Prime Video



INGLESE


YOU CAN'T HANDLE THE TRUTH! Son, we live in a world that has walls, and those walls have to be guarded by men with guns. Who's gonna do it? You? You, Lt. Weinberg? I have a greater responsibility than you could possibly fathom. You weep for Santiago and you curse the Marines. You have that luxury. You have the luxury of not knowing what I know; that Santiago's death, while tragic, probably saved lives. And my existence, while grotesque and incomprehensible to you, *saves lives*. You don't want the truth because deep down in places you don't talk about at parties, you want me on that wall. You need me on that wall. We use words like honor, code, loyalty. We use these words as the backbone of a life spent defending something. You use them as a punchline. I have neither the time nor the inclination to explain myself to a man who rises and sleeps under the blanket of the very freedom that I provide, and then questions the manner in which I provide it! I would rather you just said "thank you" and went on your way, Otherwise, I suggest you pick up a weapon and stand a post. Either way, I don't give a damn what you think you are entitled to!



ITALIANO


Tu non puoi reggere la verità. Figliolo, viviamo in un mondo pieno di muri e quei muri devono essere sorvegliati da uomini col fucile… chi lo fa questo lavoro? Tu? O forse lei, tenente Weinberg? Io ho responsabilità più grandi di quello che voi possiate mai intuire. Voi piangete per Santiago e maledite i marines. Potete permettervi questo lusso. Vi permettete il lusso di non sapere quello che so io: che la morte di Santiago, nella sua tragicità, probabilmente ha salvato delle vite. E la mia stessa esistenza, sebbene grottesca e incomprensibile ai vostri occhi, salva delle vite. Voi non volete la verità perché nei vostri desideri più profondi, che in società non si nominano, voi mi volete su quel muro! Io vi servo in cima a quel muro! Noi usiamo parole come onore, codice, fedeltà. Usiamo queste parole come spina dorsale di una vita spesa per difendere qualcosa. Per voi non sono altro che una barzelletta. Io non ho né il tempo né la voglia di venire qui a spiegare me stesso a un uomo che passa la sua vita a dormire sotto la coperta di quella libertà che io gli fornisco. E poi contesta il modo in cui gliela fornisco! Preferirei che mi dicesse: la ringrazio… e se ne andasse per la sua strada. Altrimenti gli suggerirei di prendere un fucile e di mettersi di sentinella. In un modo o nell'altro io me ne sbatto altamente di quelli che lei ritiene siano i suoi diritti.

Codice d'Onore

Codice d'onore (A Few Good Men, 1992) è un legal drama diretto da Rob Reiner e scritto da Aaron Sorkin, basato sulla sua omonima opera teatrale. Il film ruota attorno a un processo militare che coinvolge due marine accusati dell'omicidio di un commilitone e vede protagonisti Tom Cruise, Jack Nicholson, Demi Moore e Kevin Bacon. La storia si apre nella base militare statunitense di Guantánamo Bay, a Cuba. Il marine William Santiago viene trovato morto nel suo alloggio. Due suoi commilitoni, il soldato Harold Dawson e il soldato scelto Louden Downey, vengono accusati del suo omicidio. Secondo l'accusa, hanno eseguito un Codice Rosso, una punizione non ufficiale inflitta a un membro del gruppo che ha violato il codice di condotta dei marine.


La difesa viene affidata al giovane e brillante avvocato della Marina, il tenente Daniel Kaffee (Tom Cruise), noto più per i suoi accordi extragiudiziali che per le sue battaglie in aula. Insieme alla determinata tenente comandante JoAnne Galloway (Demi Moore) e al tenente Sam Weinberg (Kevin Pollak), Kaffee inizia a indagare sul caso. Man mano che il processo avanza, emergono indizi che suggeriscono che i due imputati abbiano eseguito l'ordine impartito dal colonnello Nathan R. Jessup (Jack Nicholson), l'inflessibile comandante della base.


L'accusa guidata dal capitano Jack Ross (Kevin Bacon) sostiene che i due imputati abbiano agito autonomamente. La difesa, invece, cerca di dimostrare che Santiago era un soldato debole, mal visto dai superiori, e che il comando aveva tutto l’interesse a rimuoverlo senza destare sospetti. Kaffee, inizialmente riluttante a sfidare il sistema, inizia a credere nella causa e decide di portare Jessup in tribunale per smascherare la verità.

Analisi Monologo

Jessup inizia con una frase lapidaria e aggressiva: Tu non puoi reggere la verità.”


Con queste parole, stabilisce immediatamente una netta divisione tra chi, secondo lui, capisce il mondo reale e chi vive nell’illusione di poter giudicare senza sporcarsi le mani. Da qui in poi, il suo monologo diventa una dichiarazione di principio sul ruolo dei militari nella società. Il colonnello descrive il mondo come un luogo diviso tra chi combatte per la sicurezza e chi gode di quella sicurezza senza comprenderne il prezzo. Il riferimento ai “muri” è sia letterale che metaforico: Guantánamo Bay è una base militare, un confine fisico da difendere, ma rappresenta anche il confine tra l’ordine e il caos, tra il sacrificio e l’ignoranza civile.


L’uso del “voi” nel discorso è strategico. Jessup non si rivolge solo a Kaffee, ma a tutti coloro che, secondo lui, osano criticare il sistema militare senza avere il coraggio di affrontare la realtà: Voi non volete la verità perché nei vostri desideri più profondi, che in verità non si nominano, voi mi volete su quel muro!Qui il personaggio ribalta la prospettiva: accusa il pubblico (e il sistema giudiziario) di ipocrisia. Secondo lui, la società ha bisogno di uomini come lui, ma preferisce non saperlo, lasciandoli operare nell’ombra.

Un altro elemento chiave è il linguaggio militare: parole come onore, codice e fedeltà non sono semplici concetti per lui, ma principi assoluti, pilastri di un mondo che pochi possono comprendere.


La frustrazione di Jessup si manifesta nel suo disprezzo per chi non condivide questa visione: Io non ho né il tempo né la voglia di venire qui a spiegare me stesso a un uomo che passa la sua vita a dormire sotto la coperta di quella libertà che io gli fornisco.L’immagine della “coperta della libertà” è potente: Jessup dipinge la società civile come un bambino protetto da una sicurezza di cui ignora il costo, rafforzando la sua convinzione che solo i militari possano prendere le decisioni necessarie, anche se scomode o immorali.


Il monologo si conclude con un'ultima provocazione: Preferirei che mi dicesse: la ringrazio… e se ne andasse per la sua strada.Qui Jessup chiede riconoscimento, non giudizio. Ma, subito dopo, offre un ultimatum: chi non è d’accordo con il suo modo di agire dovrebbe arruolarsi e prendere il suo posto. Questo è il punto in cui il personaggio si spinge troppo oltre, rivelando l’arroganza che lo porterà alla caduta.

Conclusione

Questo monologo è un manifesto del pensiero di Jessup. Lui si vede come un eroe tragico, un uomo che fa il “lavoro sporco” affinché altri possano vivere nell’illusione di un mondo giusto. Il problema è che la sua stessa convinzione lo acceca: nel tentativo di dimostrare il suo valore, confessa il crimine di cui è accusato.

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