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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo del presidente James Dale in "Mars Attacks!" rappresenta un momento cruciale di satira e ironia all'interno del film, in cui viene messa in evidenza la fiducia umana nel dialogo e nella diplomazia anche di fronte a un nemico inarrestabile e irrazionale. Il discorso del presidente, rivolto agli alieni invasori, cerca disperatamente di trovare una via d'uscita pacifica dal conflitto, invocando la cooperazione e sottolineando l'inutilità della distruzione.
MINUTAGGIO: 1:27:30-1:29:34
RUOLO: James Dale
ATTORE: Jack Nicholson
DOVE: Netflix
INGLESE
Why are you doing this? Why? lsn't the universe big enough... for both of us? What is wrong with you people? We could work together. Why be enemies? Because we're different? ls that why? Think of the things that we could do. Think how strong we would be. Earth... and Mars... together. There is nothing that we could not accomplish. Think about it. Think about it. Why destroy... when you can create? We can have it all... or we can smash it all. Why can't we work out our differences? Why can't we work things out? Little people... why can't we all just get along?
ITALIANO
Perché state facendo questo? Perché? L’Universo non è grande abbastanza per tutti noi? Ahahah. A cosa serve questa follia? Potremmo unire gli sforzi. Per quale motivo siamo nemici. Perché siamo diversi? E’ questa la ragione? Pensate a quante cose potremmo fare. Pensate a quanto forti potremmo diventare. La Terra… e Marte, una cosa sola! Non esiste obiettivo che da alleati non potremmo conseguire, pensateci bene signori! Riflettete bene su quanto vi ho detto. Perché distruggere quando possiamo creare. Possiamo ambire alla perfezione, o decidere che tutto vada in malora nell’odio. Perché non provare a trascurare le nostre differenze. Perché non risolvere tutte le questioni intorno a un tavolo. Siete un grande popolo. Perché non possiamo semplicemente andare d’accordo?
"Mars Attacks!" è un film di fantascienza e commedia nera diretto da Tim Burton, uscito nel 1996. È ispirato a una serie di carte collezionabili degli anni '60 con lo stesso nome. Il film si distingue per il suo umorismo eccentrico e la sua satira della fantascienza classica, accompagnata da un cast stellare e da effetti speciali volutamente esagerati.
La trama di "Mars Attacks!" ruota intorno all'invasione della Terra da parte di alieni marziani dall'aspetto grottesco e spietato. Questi alieni, con grandi teste e crani esposti, comunicano attraverso suoni striduli. Nonostante il loro aspetto buffo e le iniziali promesse di pace, si rivelano subito violenti e distruttivi.
Il presidente degli Stati Uniti, interpretato da Jack Nicholson, decide di accogliere gli alieni pacificamente, cercando di instaurare un dialogo. Ma durante il primo incontro diplomatico, i marziani attaccano brutalmente i terrestri, scatenando il caos. I marziani continuano a dichiarare le loro intenzioni pacifiche anche mentre massacrano sistematicamente l'umanità.
Il tono del film è volutamente sopra le righe, e molte situazioni ricordano le storie di fantascienza anni '50, ma con un tocco ironico e satirico. Alla fine, una rivelazione inaspettata porta alla sconfitta degli invasori: una vecchia canzone country, "Indian Love Call", che fa esplodere le teste dei marziani.
Il film vanta un cast impressionante, tra cui Jack Nicholson (in doppio ruolo), Glenn Close, Pierce Brosnan, Annette Bening, Danny DeVito e molti altri. Nonostante ciò, il tono assurdo del film e la morte improvvisa di molti personaggi principali mantengono una certa imprevedibilità e comicità nera.
Il monologo del presidente James Dale in "Mars Attacks!" è un momento di intensa ironia e satira, rappresentando una critica alla diplomazia ingenua e all’ottimismo idealistico di fronte a un nemico che non ha alcun interesse alla pace. "Perché state facendo questo? Perché?" Il presidente si rivolge direttamente agli invasori, cercando di comprendere le loro motivazioni. C’è una chiara espressione di frustrazione e incomprensione. Questo pone l’accento sul contrasto tra il razionale umano e la pura irrazionalità degli alieni marziani, che agiscono senza una logica apparente. È una domanda quasi universale che l’uomo si pone davanti alla violenza insensata.
"L’universo non è grande abbastanza per tutti noi?" Qui il presidente usa una metafora spaziale per suggerire che c'è abbastanza spazio per entrambe le specie. Questo implica il desiderio di coesistenza pacifica, basata sull’idea che il conflitto non è necessario quando esistono risorse sufficienti. Ma gli alieni non condividono questa visione, poiché sono motivati dalla distruzione piuttosto che dal dialogo.
"A cosa serve questa follia? Potremmo unire gli sforzi." La retorica qui si concentra sulla cooperazione, una tipica risposta umana davanti a situazioni di crisi: cercare un compromesso. L’appello alla razionalità è però vano, sottolineando la totale assenza di comunicazione tra umani e alieni. Gli invasori non cercano né collaborazione né dialogo. "Perché siamo nemici? Perché siamo diversi? È questa la ragione?"
Qui emerge un tema chiave: la diversità. Il presidente cerca di ridurre il conflitto a una questione di differenze superficiali, quasi come un’allegoria delle guerre che nella nostra storia sono state combattute per motivi razziali, culturali o ideologici. Questo solleva domande sull'inutilità di tali conflitti basati su differenze che, in questo caso, sono biologiche e cosmiche.
"Pensate a quante cose potremmo fare. Pensate a quanto forti potremmo diventare. La Terra… e Marte, una cosa sola!" Qui si intravede l’ottimismo tipicamente umano, con un’idea utopica di unione tra civiltà, come se l’alleanza con una razza aliena potesse portare a un potenziale illimitato. È una proposta idealistica e visionaria, ma che si scontra con la realtà brutale della natura distruttiva dei marziani. "Perché distruggere quando possiamo creare. Possiamo ambire alla perfezione..." Questo passaggio tocca il tema della creazione contrapposta alla distruzione. È una riflessione sull'inclinazione umana verso il progresso e la costruzione, ma anche una critica implicita alla tendenza distruttiva delle guerre. È quasi un appello morale agli alieni, basato su valori umani che i marziani non condividono.
"Perché non provare a trascurare le nostre differenze. Perché non risolvere tutte le questioni intorno a un tavolo."
Questa è una manifestazione del tipico approccio diplomatico, dove si crede che il dialogo possa risolvere qualsiasi conflitto. È una richiesta di tregua e comprensione, un tentativo di trovare un terreno comune. Tuttavia, nel contesto del film, è un discorso quasi comicamente futile, dato che gli alieni non hanno mai mostrato interesse per la negoziazione.
"Siete un grande popolo. Perché non possiamo semplicemente andare d’accordo?" Il culmine del discorso. Il presidente, in un ultimo atto di disperazione, cerca di trovare un terreno comune lodando gli alieni e chiedendo semplicemente la pace. L’ironia è che questo appello viene subito seguito da un tradimento da parte dei marziani, che, ridendo, continuano la loro violenza. Questa chiusura amplifica il carattere grottesco della scena.
Il monologo del presidente Dale è una brillante espressione dell'idealismo politico e della fiducia umana nella ragione e nel dialogo, ma viene presentato in un contesto che ne evidenzia la totale inefficacia. Attraverso una satira pungente, Tim Burton ci mostra come, in certe circostanze, la diplomazia e l'appello alla cooperazione possono apparire ridicoli e fuori luogo, specialmente quando ci si confronta con forze che non condividono gli stessi principi.
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