Monologo - James Marsden in \"Paradise\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo del Presidente Cal Bradford da “Paradise” ”è l’ultimo discorso di un leader che si trova di fronte all’apocalisse. È il giorno in cui il mondo finisce, travolto da calamità nucleari e attacchi atomici. Il suo tono è solenne, ma anche profondamente umano. Sa che non c’è più nulla da fare per fermare la distruzione, e il suo compito non è più quello di governare, ma di dare un senso agli ultimi momenti dell’umanità.


Per tutta la serie, la sua figura è stata circondata da ambiguità: è un uomo di potere, un politico che si muove tra compromessi e strategie. Ma in questo momento, la sua maschera cade. Il Presidente non è più il leader di una nazione, ma un uomo che si rivolge a un popolo che sta per scomparire. Il discorso non è tanto un appello all’azione, perché non c’è più nulla da fare, quanto un tentativo disperato di dare dignità alla fine.


C’è un’altra chiave di lettura: il Presidente parla con un senso di colpa sommesso. Dice di non aver sempre amato la carica che ricopriva, e lascia intendere che, forse, avrebbe voluto fare le cose in modo diverso. In un mondo in cui il potere è spesso stato associato alla corruzione e alla manipolazione, questo discorso sembra quasi una confessione: non posso salvarvi, ma posso dirvi la verità.

Cittadini Americani, vi voglio bene

STAGIONE 1 EPISODIO 7
MINUTAGGIO
: 29:34-31:36

RUOLO: Cal Bradford
ATTORE:
James Marsden
DOVE: Disney+



INGLESE


My fellow Americans... I know you're aware of the situation we now face. And I wanna tell you the truth. Our modeling... shows imminent worldwide disaster, including here at home. I'm telling you this so that you can make decisions based on where you want to be right now... and who you want to be with. This position that I have held... I didn't always want it. Most certainly didn't always like it. But it has... It's provided me access to people all over this country. And one thing has constantly struck me as true. That despite all the ugliness in our world... despite our tendency to focus on the grotesque, and the conflict. Despite all of that... you... you... are inherently decent. You love your families, your parents, your children. This way! And I hope we can find that decency and that love now. And if I may be so bold. To all of you watching, who have meant something to me personally... too many to name... I just want to say I love you. And, uh... God bless you and good luck.



ITALIANO


Miei amici americani. Siete consapevoli di quello che sta succedendo, e voglio dirvi la verità. Dalle previsioni, è imminente un disastro mondiale che ci coinvolge. Ve lo sto dicendo affinché possiate scegliere dove stare in questo momento e soprattutto cnchi stare. La … la carica che ricopro non l’ho sempre saputa, di sicuro non mi è sempre piaciuta. Ma mi ha… mi ha permesso di entrare in contatto con tutti voi. E c’è una cosa che mi è sempre sembrata vera. Nonostante le brutture del mondo. La tendenza a concentrarsi sul grottesco, e sul conflitto… nonostante tutto voi… voi siete persone rispettose. Amate le vostre famiglie. I vostri genitori, i vostri figli. Spero di trovare quel rispetto e quell’amore anche ora. E se mi è concesso osare… a tutti voi che guardate. Che per me avete significato tanto. Troppo, direi. Dico che vi voglio bene. E io… che Dio benedica tutti voi.

Paradise

Paradise è una serie che prende il thriller politico e lo fonde con la fantascienza distopica, creando un racconto che esplora il potere, la manipolazione e la sopravvivenza in un mondo in cui le regole del passato non valgono più. Ideata da Dan Fogelman, autore di This Is Us, la serie ha debuttato su Disney+ e ha subito catturato l’attenzione per il suo mix di tensione, mistero e critica sociale. La storia ruota attorno a Xavier Collins (Sterling K. Brown), un agente speciale che un tempo era la guardia del corpo del Presidente degli Stati Uniti, Cal Bradford (James Marsden). Quando il Presidente viene assassinato in circostanze misteriose all’interno di una comunità d’élite, Collins si trova invischiato in un’indagine che lo porta a scoprire segreti inquietanti. Ma c’è un elemento che complica tutto: il mondo non è più quello di prima.


Una catastrofe – inizialmente poco chiara – ha sconvolto il pianeta, lasciando in piedi solo questa comunità chiusa, abitata dai più potenti esponenti del mondo politico ed economico.


A prendere il controllo dopo la morte di Bradford è una donna enigmatica conosciuta come “Sinatra”, un’oligarca senza scrupoli che governa con pugno di ferro e con una visione chiara: proteggere la sua comunità a ogni costo. Mentre Collins cerca la verità sulla morte del Presidente, inizia a rendersi conto che la vera domanda non è solo chi l’abbia ucciso, ma cosa stia accadendo fuori da quella comunità e quale sia il reale stato del mondo.

La serie utilizza una struttura che alterna passato e presente, unendo episodi autoconclusivi incentrati su singoli personaggi con una narrazione più ampia che svela, pezzo dopo pezzo, il quadro generale. I flashback sono essenziali per capire le dinamiche tra i protagonisti, ma anche il declino del mondo esterno e il ruolo che la comunità ha giocato nella crisi globale.

Come già fatto in serie come Lost, Paradise costruisce ogni episodio intorno a un personaggio o a un evento specifico, mantenendo però un filo conduttore che si dipana lungo l’intera stagione. Ci sono momenti di tensione altissima, seguiti da lunghe sequenze più riflessive che esplorano il significato del potere e delle scelte morali.


L’ambientazione trasmette il senso di isolamento e oppressione che pervade la serie. La comunità di Paradise è lussuosa, curata nei minimi dettagli, ma trasmette un’inquietudine costante: dietro l’eleganza si nasconde un mondo marcio, dominato da giochi di potere e manipolazioni. La fotografia, dai toni freddi e asettici, amplifica questa sensazione di controllo e sorveglianza costante.


Dal punto di vista tematico, la serie affronta in modo diretto la lotta tra apparenza e sostanza. Il Presidente, che in teoria è il leader della comunità, si rivela presto una figura quasi impotente, simbolo di come il potere vero sia nelle mani di chi controlla le risorse e le informazioni. Allo stesso modo, la presenza di una psicologa incaricata di rendere la transizione alla nuova realtà il meno traumatica possibile mostra come la manipolazione psicologica sia un’arma tanto potente quanto la forza bruta.


I Personaggi Chiave


Xavier Collins (Sterling K. Brown): Agente dei Servizi Segreti con un passato difficile, è il punto di vista dello spettatore all’interno della storia. La sua indagine sulla morte di Bradford lo porta a scoprire verità che mettono in discussione tutto ciò in cui credeva.

Cal Bradford (James Marsden): Presidente degli Stati Uniti, il cui omicidio è il punto di partenza della serie. Nei flashback scopriamo il suo rapporto con Collins e la sua posizione ambigua all’interno della comunità.

Sinatra: La donna che, dopo la morte di Bradford, assume il controllo della comunità. È spietata e calcolatrice, capace di qualsiasi cosa pur di mantenere il suo potere.

La Psicologa: Figura chiave nella costruzione della nuova società, il suo ruolo è quello di assicurarsi che i superstiti accettino la nuova realtà senza troppe domande. Il suo episodio dedicato è uno dei più affascinanti della stagione.


Paradise prende elementi del thriller politico e li innesta in un contesto fantascientifico che riecheggia molte paure del presente. Il riscaldamento globale, la paranoia per un possibile conflitto nucleare e la crescente influenza delle oligarchie economiche sono tutti temi che trovano spazio nella narrazione. La figura di Sinatra richiama il concetto di un’élite che si erge a salvatrice dell’umanità, ma che in realtà persegue solo il proprio interesse, un tema che ha fatto discutere molto negli Stati Uniti, soprattutto in relazione a figure come Elon Musk e Jeff Bezos.

Analisi Monologo

Il discorso inizia con una dichiarazione diretta: "Miei amici americani. Siete consapevoli di quello che sta succedendo, e voglio dirvi la verità." Non dice “cittadini” o “compatrioti”, ma “amici”, un termine che riduce la distanza tra lui e il popolo. Qui c’è solo onestà brutale. L'uso della parola “verità” è significativo. Il Presidente ammette implicitamente che in passato la verità non è sempre stata detta, che il potere spesso nasconde informazioni. Ma adesso, con il mondo sull'orlo della fine, non ci sono più segreti da proteggere. È un gesto di trasparenza tardiva, forse persino una richiesta di perdono.


Dalle previsioni, è imminente un disastro mondiale che ci coinvolge. Ve lo sto dicendo affinché possiate scegliere dove stare in questo momento e soprattutto con chi stare.Qui il Presidente riconosce la propria impotenza. Non chiede di mantenere la calma, non offre soluzioni, non parla di rifugi o piani di evacuazione. Il mondo sta per finire e l’unica cosa che rimane è la scelta personale di come trascorrere gli ultimi momenti. Evidenziare la possibilità di scelta è un modo per restituire alle persone un briciolo di controllo sulla propria vita. Anche di fronte alla catastrofe, c’è un’ultima libertà: decidere con chi essere quando tutto finirà.


A questo punto, il discorso diventa più intimo. La … la carica che ricopro non l’ho sempre saputa, di sicuro non mi è sempre piaciuta. Ma mi ha… mi ha permesso di entrare in contatto con tutti voi.Qui emerge la vera umanità di Bradford. Il Presidente si fa piccolo di fronte alla fine, quasi come se stesse parlando più a sé stesso che al popolo. Non dice di essere stato un grande leader, non si attribuisce meriti. Anzi, lascia intendere che la presidenza sia stata per lui un peso, qualcosa che forse ha portato più rimpianti che soddisfazioni.


Eppure, c’è qualcosa che ha trovato di prezioso: il contatto con le persone. In mezzo alle lotte di potere e alle difficoltà del governo, quello che sembra aver significato di più per lui è stata la connessione con il popolo. È una riflessione che arriva tardi, ma che suona sincera.


Il passaggio successivo è quasi una difesa dell’umanità stessa: E c’è una cosa che mi è sempre sembrata vera. Nonostante le brutture del mondo. La tendenza a concentrarsi sul grottesco, e sul conflitto… nonostante tutto voi… voi siete persone rispettose.” Qui il Presidente sta dicendo: Sì, il mondo è stato un posto pieno di violenza, egoismo e ingiustizia. Ma non è stato solo questo. C’è stata anche bontà, affetto, rispetto. In un momento in cui il caos e la distruzione stanno per spazzare via tutto, lui sceglie di ricordare la parte migliore dell’umanità, non quella peggiore.


E poi aggiunge: Amate le vostre famiglie. I vostri genitori, i vostri figli. Spero di trovare quel rispetto e quell’amore anche ora.” Questo è il vero cuore del monologo. Alla fine di tutto, ciò che conta davvero non è il potere, la politica, le guerre, ma l’amore che le persone provano le une per le altre. E con una frase quasi sussurrata, Bradford ammette che anche lui spera di trovare quel calore e quella connessione, forse nell’aldilà, forse solo nei suoi ultimi momenti.


Il discorso si chiude con un gesto audace per un Presidente: una dichiarazione di affetto. E se mi è concesso osare… a tutti voi che guardate. Che per me avete significato tanto. Troppo, direi. Dico che vi voglio bene.” Il Presidente di solito è una figura distante, un simbolo istituzionale. Dichiarare apertamente vi voglio bene è un atto di umanizzazione estremo. Non è più un leader, è solo un uomo che sta per vedere tutto finire. E infine, la chiusura più classica e solenne possibile: “E io… che Dio benedica tutti voi.Un richiamo alle radici culturali e spirituali dell’America, ma anche un gesto di resa.

Conclusione

Questo monologo è l’ultimo atto di un uomo che non è più un politico, ma solo una persona che deve dire addio. L’umanità di Bradford emerge in ogni parola, dal suo senso di colpa alla sua nostalgia per ciò che è stato bello nel mondo. La struttura del discorso riflette il suo stato d’animo: parte con un’informazione chiara e diretta, si sposta su una riflessione personale e si chiude con una dichiarazione d’amore per l’umanità e un ultimo gesto di speranza.

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