Monologo - Jennifer Lawrence in \"Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 1\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Interpretare il monologo di Katniss in "Hunger Games: Il Canto della Rivolta – Parte 1" richiede una connessione profonda con le emozioni complesse del personaggio. Qui, Katniss si trova di fronte all’orrore della guerra e alla brutalità di Capitol City, mentre scopre la propria forza come simbolo di ribellione. Non è un discorso eroico o carico di retorica, ma un grido di dolore e rabbia che cresce, un’implorazione ai ribelli a unirsi nella lotta e una sfida diretta al Presidente Snow.

IL FUOCO DELLA RIVOLTA

MINUTAGGIO: 51:10-52:20
RUOLO: Katniss Evergreen

ATTRICE: Jennifer Lawrence
DOVE: Netflix



INGLESE


I want the rebels to know that I'm alive. That I'm in District 8 where the Capitol just bombed a hospital filled with unarmed men, women and children. And there will be no survivors. If you think for one second that the Capitol will ever treat us fairly you are lying to yourselves. Because we know who they are and what they do. This is what they do! And we must fight back. I have a message for President Snow. You can torture us and bomb us and burn our districts to the ground. But do you see that? Fire is catching. And if we burn, you burn with us!



ITALIANO


Voglio che i ribelli sappiano che sono viva, e sono nel distretto 8. Dove Capital City ha bombardato un ospedale, pieno di uomini disarmati, pieno di donne, e di bambini, e non ci sono superstiti. Se avete creduto anche solo un istante che Capital City ci avrebbe risposto con lealtà, avete mentito a voi stessi. Perché noi sappiamo chi sono, e cosa fanno. Questo è quello che fanno, e noi dobbiamo combattere. Ho un messaggio per il presidente Snow. Può farci torturare, e bombardare. Può far radere al suolo le nostre città. Ma lo vede quello? Divampa l’incendio. E se noi bruciamo, voi bruciate con noi!

HUNGER GAMES

"Hunger Games: Il Canto della Rivolta – Parte 1" porta la saga a un livello più cupo e complesso, spostando l’azione dalle arene dei Giochi a uno scenario di guerra e ribellione contro il regime di Panem. Katniss Everdeen, (Jennifer Lawrence), è ormai diventata un simbolo di rivolta. Sopravvissuta ai brutali eventi dell’Edizione della Memoria, si trova nel Distretto 13, un luogo che si credeva distrutto dal regime ma che, in realtà, è diventato un centro di resistenza ben organizzato.


La trama ruota attorno al conflitto interiore di Katniss e al suo ruolo come "Ghiandaia Imitatrice" (o "Mockingjay"), il simbolo della resistenza che i leader del Distretto 13, guidati dalla Presidente Coin (Julianne Moore), vogliono usare per motivare la popolazione di Panem a insorgere contro il Presidente Snow. Katniss è riluttante a interpretare questo ruolo, ma alla fine accetta, spinta dal desiderio di salvare Peeta Mellark (Josh Hutcherson), catturato e torturato dal regime di Snow.


L’elemento interessante della trama è proprio il dilemma morale che attraversa la protagonista: è disposta a sacrificare la sua sicurezza e la sua umanità per interpretare un simbolo che non sempre sente come proprio? Katniss è dilaniata tra la necessità di combattere un sistema oppressivo e il terrore che questa lotta la renda disumana come coloro che sta combattendo. Il film scava in queste sfumature emotive, mostrandoci Katniss come un’eroina stanca, che non agisce per gloria personale, ma per disperazione e per un senso di giustizia verso chi ha perso.


In parallelo, seguiamo l’evoluzione della propaganda bellica e l’utilizzo dei mass media come strumento di manipolazione e resistenza. Vediamo le “propos” (video di propaganda) in cui Katniss viene immortalata come eroina e motivatrice, in un mondo dove l'immagine pubblica è essenziale per il successo della rivoluzione.

ANALISI MONOLOGO

Questo monologo di Katniss nel film è uno dei momenti più potenti e rappresentativi della sua evoluzione come simbolo di ribellione. Qui Katniss è diventata consapevole del suo ruolo e ne prende il controllo per ispirare le persone a resistere. Il discorso esprime una combinazione di rabbia, dolore e determinazione, rispecchiando il modo in cui la protagonista, nonostante sia schiacciata dalle atrocità che ha vissuto, ha deciso di non piegarsi.

"Voglio che i ribelli sappiano che sono viva, e sono nel distretto 8." Katniss inizia affermando la propria presenza nel Distretto 8, un luogo devastato dai bombardamenti di Capitol City. È un'introduzione semplice e potente: si mostra vulnerabile e vicina ai ribelli, dichiarando che è lì a condividere le loro sofferenze. Questo è fondamentale per costruire un legame emotivo con chi ascolta: Katniss si pone come parte integrante del popolo oppresso, non come un’eroina distante.


"Dove Capital City ha bombardato un ospedale, pieno di uomini disarmati, pieno di donne, e di bambini, e non ci sono superstiti." La crudezza di questa descrizione mette in evidenza la brutalità di Capitol City. Katniss dipinge un'immagine di disperazione, umanizzando le vittime attraverso le parole “uomini disarmati”, “donne”, e “bambini”. Questo serve a risvegliare l’indignazione dei ribelli, a spingerli a combattere non solo per motivi politici, ma anche morali.

"Se avete creduto anche solo un istante che Capital City ci avrebbe risposto con lealtà, avete mentito a voi stessi." Qui Katniss sfida direttamente qualsiasi illusione di pace o lealtà che qualcuno potrebbe ancora avere nei confronti del sistema. Si tratta di un colpo diretto all’ingenuità o alla speranza passiva: la sua intenzione è di scardinare qualsiasi fiducia residua nei confronti di Capitol City, mostrando che non c'è spazio per compromessi.


"Perché noi sappiamo chi sono, e cosa fanno. Questo è quello che fanno, e noi dobbiamo combattere." Questo è un appello al riconoscimento della verità: Katniss sta cercando di radicare nei ribelli la consapevolezza che Capitol City è un oppressore che li ha costantemente manipolati e sfruttati. Non è solo una guerra per la libertà; è una guerra per la dignità umana.

"Ho un messaggio per il presidente Snow." Qui il discorso si trasforma in una sfida diretta al presidente Snow. Rivolgendosi a lui personalmente, Katniss riduce la distanza tra sé e il leader che ha orchestrato tanta violenza. Da questo punto in poi, il monologo diventa un avvertimento senza mezzi termini, quasi una promessa.


"Può farci torturare, e bombardare. Può far radere al suolo le nostre città." Katniss riconosce apertamente la sofferenza che Snow può ancora infliggere. Questo passaggio rappresenta una sorta di concessione, un modo per dire: “Sappiamo quanto dolore ci hai causato e quanto ancora puoi causarcene.” Ma è proprio nel riconoscere questa realtà che il discorso guadagna ancora più forza, perché nonostante questa consapevolezza, Katniss non è intimidita.


"Ma lo vede quello? Divampa l’incendio. E se noi bruciamo, voi bruciate con noi!" La metafora dell'incendio è il fulcro del discorso. Il fuoco, simbolo della rivolta, è ormai inarrestabile. Con “se noi bruciamo, voi bruciate con noi”, Katniss dichiara che non si fermeranno fino a quando anche Capitol City non subirà le stesse conseguenze. È una promessa di resistenza a oltranza, dove il sacrificio personale diventa simbolico e inevitabile. L'immagine del fuoco divampa e contagia, facendo della ribellione qualcosa di inarrestabile, come un elemento naturale.

CONCLUSIONE

Il monologo culmina con una dichiarazione inarrestabile: "E se noi bruciamo, voi bruciate con noi!" Qui Katniss diventa l’incarnazione del fuoco della rivolta, una forza che nessuna repressione può estinguere. Concludere questa scena richiede una pausa finale, lasciando che la minaccia risuoni nell’aria, come una promessa incrollabile di resistenza. È un momento di definitiva trasformazione per Katniss, un punto in cui la sua rabbia personale si fonde con la lotta collettiva, creando un messaggio potente che è per tutti coloro che stanno lottando.

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