Monologo - Jesse Eisenberg in \"A real Pain\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo di David in A Real Pain rappresenta uno dei momenti più intensi del film. Dopo ore di frustrazione accumulate a causa del comportamento imprevedibile e ingombrante di Benji, David crolla emotivamente durante una cena di gruppo, rivelando una serie di sentimenti contrastanti nei confronti del cugino. Il discorso si sviluppa come un flusso di coscienza in cui emergono la sua esasperazione, il senso di colpa e il dolore represso.

Sfogo

RUOLO: David
ATTORE:
Jesse Eisenberg



ITALIANO



Vi chiedo scusa. Lui ha sempre avuto degli alti e bassi, ecco. E' molto sensibile, riesce a empatizzare con le persone, ma basta dire la cosa sbagliata e... qualcosa scatta. Forse non è appropriato parlare di lui. In qualche modo, non soffriamo tutti? Guardate le nostre famiglia, da dove siamo partiti....voglio dire, chi non ha problemi? lo prendo una pillola per il mio fottuto disturbo ossessivo compulsivo, medito, vado a fare jogging, la mattina vado a lavorare, torno a casa a fine giornata e vado avanti perché so che il mio dolore non è eccezionale, quindi non sento il bisogno di... caricarlo sugli altri, ok? Dio, scusate...scusate lo sproloquio, è solo che...non lo so, eh...scusate, è che a volte lui mi esaspera davvero tanto, sapete? lo, beh...io gli voglio bene e lo odio e....vorrei ucciderlo. E vorrei essere lui, capite...e mi sento, ecco, così stupido quando è insieme a me perché è un tipo davvero pazzesco e non gliene frega un cazzo. E poi... insomma, il solo fatto di essere qui insieme a lui è del tutto incomprensibile per me, non si spiega, perché penso: come fa quel ragazzo a discendere dai sopravvissuti di questo... posto. Capite? Come tuo zio che ha dovuto vendere mobili usati a ricchi stronzi, o il tuo che non poteva entrare alla facoltà di medicina o tu che sei sopravvissuto alla cosa più orribile accaduta su questo pianeta negli ultimi Trent'anni. O a nostra nonna che è sopravvissuta grazie a migliaia di miracoli col mondo intero che cercava di ucciderla. Voglio dire, io quando lo guardo mi piacerebbe molto chiederglielo. Vorrei farlo davvero ma purtroppo non...ci riesco. Come cazzo è possibile che il prodotto di migliaia di miracoli finisca in overdose con un flacone di sonniferi?! Sì, ha tentato...si scusate, non avrei dovuto dirvelo. Circa sei mesi fa. Mia zia Lea, sua madre, l'ha trovato sul divano. E so che lui è un tipo divertente e molto affascinante e che voi ritornerete a casa con l'immagine di questo ragazzo magnifico e infatti lo è, per molti aspetti. Ma quando lo immagino io, lo vedo svenuto, sul divano sporco di un seminterrato, mentre io sono a New York con la mia bellissima moglie e il mio bambino e la cosa mi uccide, cazzo.

Scusate...mi sono lasciato andare.

A real pain

"A Real Pain" è un film del 2024 scritto e diretto da Jesse Eisenberg, che interpreta anche uno dei due protagonisti, Benji Kaplan, accanto a Kieran Culkin nel ruolo di David. Presentato in anteprima al Sundance Film Festival, il film è una dramedy che esplora il legame tra due cugini americani di origine ebraica, messi alla prova da un viaggio attraverso la Polonia, sulle tracce della loro storia familiare e del trauma dell’Olocausto.

La storia si sviluppa attorno alle tensioni tra Benji e David, due uomini con visioni opposte della vita. Benji è impulsivo, eccentrico e incline agli eccessi, mentre David è più riservato, pragmatico e radicato nella sua routine familiare. Il viaggio che intraprendono, finanziato dai soldi lasciati dalla loro defunta nonna, è un tentativo di riconnettersi non solo con il passato della loro famiglia, ma anche tra di loro, dopo anni di distanza e incomprensioni.

Lungo il percorso, emergono conflitti latenti. Benji è insofferente verso la struttura del tour e il modo in cui la tragedia dell’Olocausto viene raccontata, mentre David cerca di mantenere un equilibrio, pur trovandosi spesso esasperato dal comportamento del cugino.


La frustrazione di David culmina quando, in un momento di vulnerabilità, ammette quanto sia stato difficile gestire la loro relazione, specialmente dopo il tentativo di suicidio di Benji.


Il viaggio raggiunge il suo apice emotivo quando i due visitano la casa della nonna a Krasnystaw. Qui, la realtà li riporta con i piedi per terra: il loro gesto simbolico di lasciare delle pietre in memoria viene ostacolato per un banale problema pratico, un dettaglio che evidenzia il contrasto tra il peso del loro passato e l’indifferenza del presente. Il finale, segnato dallo schiaffo di David a Benji, chiude il cerchio: un gesto che richiama il ricordo della nonna e che, paradossalmente, ristabilisce un legame autentico tra i due.


"A Real Pain" affronta con delicatezza il tema del trauma intergenerazionale, ma senza cadere in toni eccessivamente drammatici. Il film trova il suo equilibrio tra momenti di leggerezza e riflessione, mostrando come il dolore possa essere vissuto e affrontato in modi diversi. Benji e David incarnano due modi opposti di rapportarsi al passato: uno ribelle, caotico, bisognoso di essere ascoltato; l’altro contenuto, quasi rassegnato, ma non meno colpito dalle ferite familiari.

Analisi Monologo

Il monologo si apre con una richiesta di scuse: David cerca di giustificare Benji agli occhi del gruppo, dipingendolo come una persona estremamente sensibile, capace di entrare in sintonia con gli altri ma anche imprevedibile nelle reazioni. Ma subito dopo, il discorso si sposta su un piano più personale. David inizia a riflettere sulla natura del dolore e su come ognuno lo gestisce: lui segue una routine, assume farmaci per il suo disturbo ossessivo-compulsivo, medita, lavora e cerca di andare avanti senza “scaricare il proprio dolore sugli altri”. In questa frase si avverte chiaramente un sottotesto di repressione: David non si permette di crollare, perché considera la sua sofferenza “ordinaria”, mentre quella di Benji è ingestibile, quasi ingiustificabile.


La frustrazione raggiunge il culmine quando David ammette la sua ambivalenza nei confronti del cugino: lo ama, lo odia, lo invidia. Benji è libero, carismatico, indifferente alle regole, e questo lo affascina e lo irrita allo stesso tempo. Ma il punto di svolta emotivo arriva con la rivelazione del tentato suicidio. Qui il tono cambia drasticamente: il dolore di David è anche impotenza e disperazione. Il peso della storia familiare si fa schiacciante nella sua mente: come può qualcuno che discende da sopravvissuti all’Olocausto, da persone che hanno superato l’inimmaginabile, arrivare a un gesto così distruttivo?


La forza del monologo sta proprio in questa contrapposizione: il passato è stato un susseguirsi di miracoli per la loro famiglia, eppure Benji, il prodotto di quella lotta per la sopravvivenza, ha tentato di farla finita. Questo pensiero è insopportabile per David, che si sente in colpa per il divario tra la sua vita apparentemente stabile e quella caotica del cugino. Il monologo si chiude con un'immagine dolorosa: mentre tutti vedono Benji come un ragazzo affascinante e brillante, David lo vede svenuto su un divano sporco, un’immagine che non riesce a scrollarsi di dosso.

Conclusione

Questo monologo è il punto in cui David si spoglia di ogni filtro e lascia emergere la sua vera sofferenza. Non è solo un momento di sfogo, ma una confessione che mette in luce la complessità del rapporto tra i due cugini. Il contrasto tra la razionalità di David e l’impulsività di Benji diventa qui ancora più evidente: mentre uno reprime e incanala il dolore in schemi quotidiani, l’altro lo esprime senza freni, spesso autodistruggendosi.

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