Monologo Maschile - Johnny Depp in \"Don Juan, Maestro d'amore\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo di Don Juan è uno dei momenti più emblematici di Don Juan, Maestro d’Amore (Don Juan DeMarco), un film che gioca con il confine tra realtà e immaginazione. Qui, il protagonista esprime la sua visione dell’amore e del desiderio, rivelando un’idea profondamente sensoriale e spirituale della passione. E’ una dichiarazione d’intenti: Don Juan si come un amante in grado di comprendere e onorare l’essenza di ogni donna.

Non approfitto mai di una donna

RUOLO: Don Giovanni
ATTORE:
Johnny Depp
DOVE:
Amazon Prime Video



INGLESE


No. I, I never take advantage of a woman. I give women pleasure… if they desire it. It is of course, the greatest pleasure they will ever experience. There are some women… fine featured, a certain texture to the hair, a curve to the ears that, that is sweeps like a turn on a shell. These women… have fingers, with the same sensitivities as their legs. The fingertips have the same feelings as their feet, and when you touch their knuckles, it is like passing your hands along their knees. And this, tender, fleshy part of the finger, is the same as brushing your hands along their thighs. Every woman is a mystery to be solved. But a woman hides nothing from a true lover. Her skin colour can tell us how to proceed… a hue like the blush of a rose, pink and pale, and she must be coaxed to open her petals with a warmth like the sun. The pale and dappled skin of the red-head calls for the lust of a wave crashing to the shore, so we may stir up what lies beneath and bring the foamy delight of love to the surface. Although there is no metaphor that truly describes making love to a woman… the closest is playing a rare musical instrument. I wonder, does a Stradivarius violin feel the same rapture as the violinist, when he coaxes a single perfect note from its heart?



ITALIANO



Non approfitto mai di una donna. Dono alle donne piacere, se lo desiderano, e va da sé che è il più grande piacere che potranno mai provare... ci sono alcune donne, dall'aspetto incantevole, con una certa qualità dei capelli, la curva delle orecchie che si prolunga come la rotondità di una conchiglia. Queste donne hanno le dita sensibili come le loro gambe; i polpastrelli provano le stesse sensazioni dei loro piedi. E quando tocchi le loro nocche è come passare le tue mani sulle loro ginocchia. Toccare questa tenera, carnosa parte delle dita, equivale a sfiorare con le mani le loro cosce. Ogni donna è un mistero da risolvere ma una donna non cela nulla a un vero amante. È il colore della sua pelle a dirci come procedere; se ha l'incarnato come quello di una rosa, pallido e vermiglio, deve essere persuasa ad aprire i suoi petali con lo stesso calore del sole; la pelle chiara e screziata di una rossa richiede la lussuria di un'onda che si infrange sulla spiaggia, in modo da scuotere ciò che giace nascosto e portare in superficie la spumeggiante delizia dell'amore…

Don Juan, Maestro d'Amore

"Don Juan, Maestro d’Amore" (Don Juan DeMarco) è un film del 1994 diretto da Jeremy Leven, con protagonisti Johnny Depp, Marlon Brando e Faye Dunaway. È una storia che mescola realtà e illusione, giocando sul confine tra follia e genialità, tra il peso della vita quotidiana e il potere della fantasia. Il film segue la storia di un giovane uomo (Johnny Depp) che si presenta come Don Juan, il più grande amante del mondo, vestito con un mantello e una maschera, convinto di essere il leggendario seduttore spagnolo. Dopo un tentativo di suicidio, viene ricoverato in un ospedale psichiatrico, dove viene affidato alle cure del dottor Jack Mickler (Marlon Brando), uno psichiatra prossimo alla pensione.


Inizialmente, Mickler vede Don Juan come un caso clinico, un uomo che si rifugia nella fantasia per sfuggire a un trauma. Man mano che il ragazzo racconta le sue avventure—dalla passione travolgente con dozzine di donne al suo amore eterno per la misteriosa Doña Ana—lo psichiatra inizia a mettere in discussione la sua stessa vita.


I racconti di Don Juan, con la loro intensità e il loro romanticismo, risvegliano in Mickler un senso di meraviglia e lo portano a rivalutare il suo rapporto con la moglie Marilyn (Faye Dunaway). Mentre il confine tra realtà e finzione si fa sempre più sottile, il dottore si trova di fronte a una scelta: trattare il giovane come un malato da curare o riconoscere la bellezza della sua visione del mondo.

Analisi Monologo

La prima parte del monologo è un'ode alla sensualità, un’analisi quasi scientifica della femminilità espressa attraverso dettagli corporei. Don Juan parla delle mani, delle ginocchia, della pelle come se fossero elementi di un linguaggio segreto, una mappa che solo un vero amante sa leggere. Non c’è volgarità nelle sue parole, perché il piacere non è ridotto a un atto fisico, ma elevato a un’esperienza artistica e mistica.


Poi il discorso cambia tono. L’amore non è solo desiderio, ma anche la risposta alle grandi domande della vita: "Cosa è sacro? Di cosa è fatto lo spirito? Per cosa vale la pena vivere e morire?". L’amore è la risposta a tutto, il principio e la fine di ogni cosa. Questo passaggio eleva Don Juan da semplice seduttore a filosofo dell’esistenza, un uomo che ha trovato un senso assoluto nel sentimento più universale.


L’ultima parte del monologo è un attacco diretto al dottor Mickler e, per estensione, a tutti coloro che hanno smesso di credere nella bellezza. "Avete bisogno di me, per una trasfusione", dice Don Juan, come se fosse lui il vero guaritore. La metafora del sangue che diventa polvere e occlude il cuore è una critica alla società che ha perso la capacità di sentire, di sognare, di vivere con passione.


Don Juan afferma che la sua realtà, per quanto possa sembrare illusoria, è l’unico posto in cui si può ancora respirare. Non è una fuga, ma una visione alternativa, un modo di vivere che rifiuta il cinismo e abbraccia la bellezza in ogni forma.

Conclusione

Questo monologo incarna perfettamente il cuore del film: il contrasto tra una realtà grigia e razionale e un mondo fatto di emozione e immaginazione. Don Juan è il simbolo di una vita vissuta con intensità, senza compromessi. La sua è f un’idea alternativa di esistenza, un invito a non lasciarsi soffocare dal realismo freddo e disilluso. La domanda che il film lascia aperta è proprio questa: è meglio una realtà priva di passione o un'illusione che ci permette di sentire davvero?

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