Monologo - Josh Brolin in \"Un giorno come tanti\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il monologo di Frank in Un giorno come tanti, interpretato da Josh Brolin, è un passaggio intenso e commovente che racchiude i temi fondamentali del film: il peso della memoria, il desiderio di riconciliazione e la speranza di redenzione. Attraverso parole semplici e sincere, Frank si rivolge a Henry come un uomo che ha passato gran parte della sua vita a scontare i suoi errori ma che conserva un profondo affetto per quella famiglia momentanea e fugace. Il suo monologo è un tentativo di colmare il vuoto lasciato da anni di distanza, usando la memoria come ponte tra il passato e una possibile riunione.

SALVARE ADELE

MINUTAGGIO: 1:44:05-1:45:33

RUOLO: Frank

ATTORE: Josh Brolin

DOVE: Netflix


INGLESE


Dear Henry.


I hope you will remember me. We once spent Labor Day weekend together. Five of the best days of my life. I had always wondered who you would become and what you would look like. And then one day, I came across a familiar-looking pie. And there you were. Fm proud of you. I will understand if you choose not to respond to this letter. However, I am due to be released shortly. I am no longer young, but I have plenty of good health remaining. And I'd like to live much the same way we discussed that weekend back when we thought we'd be a family. Most likely, your mother has remarried by now. But on the off chance that she might be alone, I wanted to ask you whether I might write her a letter. I promise you, I would sooner cut off my own hand than bring any more grief to Adele.



ITALIANO


Caro Henry,


Spero che ti ricordi ancora di me. Una volta abbiamo passato un fine settimana insieme. I più bei cinque giorni della mia vita. Mi sono sempre chiesto chi saresti diventato, e che aspetto avresti avuto. E poi un giorno mi sono imbattuto in una torta dall'aspetto familiare... Ed eri lì. Sono fiero di te. Se deciderai di non rispondere a questa lettera, io lo capirò. Comunque, verrò rilasciato a breve. Non sono più giovane, ma godo ancora di ottima salute. E mi piacerebbe ancora vivere come in quel fine settimana, quando credevamo di poter essere una famiglia. Probabilmente tua madre si sarà risposata, ormai. Ma, nella remota possibilità che sia ancora sola, volevo chiederti se potevo scriverle una lettera. Te lo giuro, preferirei tagliarmi una mano,o piuttosto che procurarle dell'altro dolore.

UN GIORNO COME TANTI

"Un giorno come tanti" (titolo originale Labor Day), diretto da Jason Reitman e tratto dal romanzo omonimo di Joyce Maynard, è un film che mescola il dramma romantico al thriller psicologico, ambientato in un tranquillo sobborgo americano negli anni '80. La pellicola racconta una storia d'amore atipica e intensa che si sviluppa tra le mura domestiche, con un tono sospeso tra tensione e intimità.


La trama ruota attorno alla vita di Adele e suo figlio Henry, intrappolati in una routine segnata dalla solitudine e dalla depressione di Adele, che vive confinata in casa a causa dell’agorafobia. La loro vita cambia in modo radicale quando incontrano Frank, un evaso che si nasconde da una caccia all'uomo. Sebbene Frank sia inizialmente percepito come una minaccia, si rivela presto molto diverso: è un uomo dalle ferite profonde, con un passato oscuro ma un lato sorprendentemente affettuoso. In casa di Adele e Henry, invece di creare un clima di paura, costruisce progressivamente un'atmosfera di fiducia e cura, portando la protagonista a riscoprire una felicità e una forza di cui si sentiva priva da anni.


Un aspetto intrigante del film è proprio come la figura di Frank si trasformi da criminale a rifugio. Da un lato, il suo passato è torbido, con un omicidio accidentale e un matrimonio distrutto; dall’altro, trova con Adele e Henry un legame quasi famigliare, diventando per loro la figura maschile stabile e protettiva che avevano perduto. Questo dualismo di Frank è al centro del film, alimentando una tensione emotiva che rende la storia allo stesso tempo romantica e inquietante.


Un elemento centrale della storia è la torta di pesche che Frank insegna a preparare a Henry: è una scena dal grande impatto emotivo, che simboleggia la costruzione di un legame familiare tra i tre. Questa scena, dove i gesti diventano carichi di significato, mostra come un atto semplice e quotidiano possa simboleggiare speranza e intimità. Nel corso di pochi giorni, Henry si lega a Frank come figura paterna, anche se alla fine il ragazzo si trova in conflitto tra il desiderio di questa "nuova famiglia" e la consapevolezza di una possibile fuga pericolosa. La polizia cattura Frank proprio mentre sembra che una nuova vita stia per iniziare, ma il suo sacrificio per proteggere Adele e Henry li libera da qualsiasi accusa. La storia trova una risoluzione solo molti anni dopo, con il loro ricongiungimento: il tempo e il sacrificio non hanno cancellato il legame nato in quei cinque giorni, anzi lo hanno consolidato.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo di Josh Brolin nei panni di Frank è breve ma carico di emozione e rassegnazione, e rappresenta un momento chiave in Un giorno come tanti. A distanza di vent’anni da quei cinque giorni vissuti con Adele e Henry, Frank si rivolge a Henry con parole che rivelano sia il rimpianto per un futuro perduto che la speranza di poter ancora riavvicinarsi a chi, in così poco tempo, era diventato la sua famiglia.


"Spero che ti ricordi ancora di me. Una volta abbiamo passato un fine settimana insieme. I più bei cinque giorni della mia vita." Questa apertura racchiude tutto il senso di nostalgia e di perdita che Frank ha accumulato in carcere. I "più bei cinque giorni della mia vita" sottolineano come, nonostante le sofferenze e le difficoltà, quell'incontro abbia rappresentato per lui una parentesi di felicità pura. Il tono non è melodrammatico, ma piuttosto pacato, come se Frank fosse rassegnato al fatto che quella gioia potrebbe rimanere solo un ricordo. Si percepisce, però, una velata speranza nel tentativo di richiamare alla memoria di Henry quei giorni, quasi come a verificare se abbiano avuto lo stesso valore per lui.


"Mi sono sempre chiesto chi saresti diventato, e che aspetto avresti avuto."

Questa frase è particolarmente potente: Frank si è immaginato Henry per anni, ha fatto ipotesi su chi sarebbe diventato, come se questo potesse aiutarlo a mantenere vivo il ricordo di quella connessione. Il padre che Frank non ha mai potuto essere per Henry si manifesta in questa curiosità affettuosa e premurosa. "E poi un giorno mi sono imbattuto in una torta dall'aspetto familiare... Ed eri lì. Sono fiero di te."


Il simbolismo della torta è fondamentale: è il gesto di una memoria condivisa, il segno tangibile di un’eredità emotiva lasciata da Frank a Henry. È come se, attraverso la torta, Frank abbia rivisto se stesso e il tempo trascorso insieme, trovando in Henry la dimostrazione che quel legame non si è spezzato del tutto. La frase "Sono fiero di te" rivela un amore paterno inespresso, un orgoglio che Frank sente per quel ragazzo che non ha potuto crescere, ma che in qualche modo sente di aver influenzato.

"Se deciderai di non rispondere a questa lettera, io lo capirò."


Frank non vuole imporre la sua presenza; è consapevole delle difficoltà e delle possibili paure che Henry o Adele potrebbero nutrire nei suoi confronti. Qui il tono si fa umile e pieno di rispetto. Frank si è preparato al rifiuto, eppure tenta ugualmente, mostrando la profondità dei suoi sentimenti e il suo bisogno di riconnessione. "Comunque, verrò rilasciato a breve. Non sono più giovane, ma godo ancora di ottima salute. E mi piacerebbe ancora vivere come in quel fine settimana, quando credevamo di poter essere una famiglia."

Questa parte del monologo è intrisa di un desiderio di redenzione. Frank non ha mai rinunciato al sogno di una vita normale, e l’idea di "vivere come in quel fine settimana" è una richiesta delicata, quasi una preghiera. I "cinque giorni" che per Adele e Henry erano stati un punto di svolta rappresentano per lui il desiderio di appartenere, di avere una casa, una famiglia.

"Preferirei tagliarmi una mano, piuttosto che procurarle dell'altro dolore."

Qui Frank dimostra quanto Adele sia rimasta importante per lui. Le sue parole sono estreme ma sincere, come a sottolineare il senso di colpa che ancora prova per averle indirettamente stravolto la vita. Non cerca il perdono per sé, bensì chiede il permesso di contattarla, mettendo i suoi sentimenti e bisogni in secondo piano rispetto al benessere di Adele.

SUGGERIMENTI PER L'INTERPRETAZIONE

Per analizzare questo monologo di Frank in Un giorno come tanti, possiamo partire da alcuni punti chiave che rivelano i temi principali del film, la caratterizzazione del personaggio e la struttura emotiva del suo discorso.


1. Il Tema della Memoria e della Nostalgia


Frank si rivolge a Henry richiamando il ricordo di quei "cinque giorni", che per lui rappresentano un picco emotivo, una parentesi di felicità che non ha mai ritrovato. La frase "i più bei cinque giorni della mia vita" enfatizza il peso di quei momenti, presentandoli non solo come un ricordo, ma come un sogno che Frank non ha mai dimenticato.

Il tema della memoria, quindi, non è solo un richiamo a un’esperienza passata ma un modo per mantenere viva la speranza di poter riavere quella felicità. In questo senso, Frank si ancora al ricordo di quei giorni come a un'ancora emotiva che lo tiene legato a Henry e Adele.


2. Simbolismo della Torta


Il riferimento alla "torta dall'aspetto familiare" è simbolico: non è solo un dolce, ma un’eredità affettiva. Preparare quella torta insieme è stato un momento di complicità e legame, uno dei rari atti di affetto che Frank ha potuto condividere con Henry.

Nel vedere quella torta dopo anni, Frank riconosce un segnale di continuità, di un legame che in qualche modo ha resistito al tempo e alla distanza. La torta è quindi un simbolo di famiglia, trasmesso attraverso un gesto semplice ma carico di significato.


3. Il Desiderio di Riconciliazione e la Paura del Rifiuto


Frank mostra un profondo rispetto per i sentimenti di Henry e Adele, dimostrandosi disposto a rispettare i loro confini. La frase "Se deciderai di non rispondere a questa lettera, io lo capirò" rivela la sua consapevolezza che la sua presenza potrebbe riaprire ferite.

Questo passaggio mette in luce un aspetto umano e vulnerabile di Frank: la paura di essere rifiutato. È una richiesta delicata e rispettosa, un tentativo di riavvicinamento che però non vuole forzare o invadere la vita degli altri. Qui si intravede anche il senso di colpa di Frank, che lo spinge a mettere le necessità e i desideri degli altri prima dei suoi.


4. Il Tema della Redenzione e del Perdono


Il monologo è un chiaro tentativo di redenzione. Frank è un uomo che ha pagato per il suo crimine, ma che nel suo cuore cerca il perdono e un riscatto. Dopo anni di carcere, il desiderio di riavere quella "vita da fine settimana", quando immaginavano di poter essere una famiglia, rappresenta il suo sogno di redenzione.

L’amore e il rispetto che ha sviluppato per Adele e Henry sono la spinta che lo porta a scrivere questa lettera. In questo senso, la redenzione di Frank non è solo morale ma affettiva: non chiede di essere assolto, ma di poter ricostruire un legame, anche a costo di sacrificare il proprio desiderio.


5. Struttura Emotiva del Monologo


Il monologo di Frank segue una curva emotiva ben definita: parte dal ricordo nostalgico, passa attraverso il desiderio e la speranza di ritrovare Henry, e termina con una promessa di rispetto per Adele. Questa struttura consente a Frank di esprimere le sue emozioni in modo progressivo, partendo dal passato condiviso e concludendo con il suo impegno a non causare più sofferenza.

La frase finale, "preferirei tagliarmi una mano piuttosto che procurarle dell'altro dolore", è estremamente evocativa e mostra il desiderio di proteggere Adele, un desiderio che supera persino la sua stessa voglia di riaverla nella sua vita. Questo è un momento di sacrificio che rafforza il suo senso di responsabilità.


6. Linguaggio e Tono: Semplicità e Sincerità


Frank usa un linguaggio semplice e diretto, senza fronzoli o retorica. Questo rende il suo messaggio più autentico e sincero, conferendo al monologo un tono di genuinità che colpisce lo spettatore.

Nonostante il dolore e le speranze infrante, Frank non indulge nel sentimentalismo; la sua è una richiesta contenuta, misurata, che riflette il rispetto per i sentimenti degli altri. Il tono pacato e rispettoso rende il monologo più potente, in quanto comunica sincerità e una vulnerabilità disarmante.


7. La Relazione tra Frank e Henry: L’Assenza di una Figura Paterna


Frank si rivolge a Henry come un padre mancato, qualcuno che non ha mai potuto guidarlo o crescerlo. L’affetto che emerge dalla lettera sembra quasi paterno, come se fosse il suo modo di prendersi cura di Henry, anche se a distanza.

La frase "Sono fiero di te" è semplice ma carica di significato, soprattutto perché viene da un uomo che ha perso la possibilità di essere una figura paterna per Henry. Il monologo, quindi, rappresenta anche un tentativo di restituire a Henry una sorta di “eredità” affettiva, come un padre che cerca di lasciare qualcosa di sé al proprio figlio.

CONCLUSIONE

Questo monologo è un esempio di come, nel cinema, le parole possano veicolare una forza emotiva straordinaria. Frank si presenta in modo disarmante, non chiedendo perdono ma semplicemente esprimendo il desiderio di tornare a vivere con l’amore e la semplicità che ha sempre sognato. Con il suo tono pacato e il rispetto per i sentimenti di Henry e Adele, il monologo lascia emergere il vero cuore di Frank: un uomo che, nonostante tutto, è rimasto fedele all’idea di una felicità costruita insieme.

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