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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di David Breckinridge in The Sentinel è uno dei momenti chiave del film, non solo perché segna l’inizio della caccia a Pete Garrison, ma anche perché definisce la posta in gioco sia a livello narrativo che emotivo. Breckinridge, interpretato da Kiefer Sutherland, è un agente dei Servizi Segreti pragmatico e implacabile, che si ritrova a dover dare la caccia a un uomo che un tempo rispettava. Il suo discorso è rivolto ai colleghi, ma ha un sottotesto più profondo: serve a convincere loro, e forse anche sé stesso, che la colpevolezza di Garrison è un dato di fatto.
MINUTAGGIO: 56:50-57:30
RUOLO: David Breckingridge
ATTORE: Kiefer Sutherland
DOVE: Netflix
INGLESE
Now, I know it's very hard for you to believe that Pete Garrison could be involved with something like this. For most of you he's a friend. To some, a legend. But the fact is the evidence against him is overwhelming. So, how do we find him? To begin with, know this. He is smarter and more experienced than all of you. You've never trained for this. You are chasing your worst nightmare. He knows how you think. He knows what you know. And he knows how you operate. And he will use that against you. He also knows that it's gonna be very difficult for you to pull the trigger, if you have him in your sights. So I want you to take a second and visualize that. Because there is a very good chance that is exactly how this is going to end.
ITALIANO
So che è difficile per voi è difficile credere che Pete Garrison possa essere coinvolto in una storia come questa. Per la maggior parte di voi è un amico. Per alcuni è una leggenda. Ma le prove contro di lui sono inconfutabili. Quindi, come facciamo a trovarlo? Sia ben chiara una cosa: lui è più in gamba e più esperto di voi tutte. Non siete stati addestrati per questo. State per dare la caccia al vostro peggiore incubo. Lui sa come ragionate, a cosa siete preparati, come agite. E userà tutto ciò contro di voi. Sa anche che sarà molto difficile per voi premere il grilletto se doveste trovarvelo di fronte, quindi voglio che per un secondo immaginiate la situazione. Perché ci sono alte probabilità che vada a finire esattamente così.
"The Sentinel" è un thriller politico diretto da Clark Johnson e basato sull’omonimo romanzo di Gerald Petievich. Il film si colloca nel filone delle spy-story che esplorano il mondo dei servizi segreti americani, con un’impronta più action rispetto ad altre pellicole simili. Pete Garrison (Michael Douglas) è un agente veterano dei Servizi Segreti, un uomo con un passato impeccabile che ha protetto il presidente degli Stati Uniti per anni. Quando viene scoperto un complotto per assassinare il presidente, le indagini interne lo indicano come sospetto principale.
Garrison si ritrova improvvisamente braccato da ex colleghi, tra cui il determinato agente David Breckinridge (Kiefer Sutherland) e la giovane Jill Marin (Eva Longoria). La sua unica possibilità è scoprire chi sta orchestrando il complotto prima che sia troppo tardi, mentre cerca di nascondere un segreto personale che potrebbe distruggerlo: una relazione clandestina con la First Lady (Kim Basinger). Il film gioca molto sulle relazioni tra i protagonisti. Garrison e Breckinridge hanno un passato complicato, segnato dalla sfiducia reciproca, mentre Jill Marin si trova nel mezzo, ancora inesperta ma determinata a dimostrare il suo valore.
Il monologo si apre con un riconoscimento del prestigio di Garrison: Breckinridge sa che l’uomo che stanno per inseguire non è un bersaglio qualunque. Usa parole come “amico” e “leggenda” per sottolineare il legame emotivo che molti agenti hanno con lui. Ma subito dopo, ribalta questa premessa dichiarando che le prove contro Garrison sono “inconfutabili”. Questo passaggio è cruciale: il tono di Breckinridge non è quello di chi nutre dubbi, ma di chi vuole spazzarli via. Subito dopo, il discorso cambia registro e diventa un vero e proprio briefing operativo. Breckinridge spiega senza mezzi termini che Garrison è più preparato di tutti loro, una minaccia che li conosce meglio di quanto loro conoscano lui. Questo è un modo per mettere in guardia gli agenti, ma anche per instillare in loro una paura controllata: devono essere consapevoli del pericolo che corrono, ma non farsi paralizzare da esso.
Il passaggio più significativo arriva alla fine, quando Breckinridge li costringe a immaginare l’inevitabile confronto con Garrison. Qui il discorso diventa più personale: non si tratta solo di una caccia, ma di un possibile faccia a faccia con qualcuno che conoscono e rispettano. Il fatto che menzioni la difficoltà di “premere il grilletto” suggerisce che, nonostante la sua apparente sicurezza, anche lui comprende il peso morale di questa missione.
Il monologo di Breckinridge è un esempio di comunicazione efficace in un contesto di tensione estrema. La sua funzione è duplice: da un lato, vuole eliminare ogni dubbio sulla colpevolezza di Garrison, dall’altro, mette in chiaro che catturarlo sarà tutt’altro che semplice. Questo momento definisce la dinamica tra cacciatore e preda nel film, rafforzando il senso di inevitabilità che percorre tutta la storia.
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