Monologo - Kitty in \"Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo di Kitty Menendez da “Monsters: la vera storia di Lyle ed Erik Menendez” è un viaggio profondo nei pensieri di una madre disillusa e alienata, un personaggio tormentato che oscilla tra l’odio per i suoi figli e un amore residuale che non riesce più a sentire completamente. Kitty percepisce la maternità come un sacrificio che l’ha privata di tutto ciò che era.

Io odio i miei figli

STAGIONE 2 EP 6

MINUTAGGIO: 2:04-5:12
RUOLO: Kitty

ATTRICE: Chloë Sevigny
DOVE: Netflix



INGLESE


I hate my kids. May as well come out and say it. You're gonna get it out of me at some point. They're parasites, actually. Not just my kids. Kids, in general. They strip the calcium from your bones as they grow inside you. They wreck your body as they... eat you alive. My kids? I don't know. Lyle? Lyle scares me. Erik's just... Erik's pathetic. Still, I... I do care about them in my own way. So much. When they're fast asleep...I can still feel connected to them. The umbilical cord still holding us together. In the deep of the night, I can remember them as little boys. And then I can feel love for them again. But most days, I hardly recognize them. It's like I'm looking through my life through fogged-up glass. There's distance between us. And my husband? Excluded. I never get enough from Jose, is all. I had Lyle and Erik, and they took Jose away from me. Those boys are always trying to steal the love of my life. Those boys and that one woman he's been fսck¡ng. Louise, I think her name is. They've been on and off again for years. And I get it. I really do. He's just trying to escape the chaos at home. The chaos that is Lyle and Erik. And the only thing I have going for me is renovating the house. It's gonna be beautiful. Jose is letting me do whatever I want. And I have a facelift scheduled for next week, which I'm oddly optimistic about. I hope it settles before the holidays. But I think Jose will like it. A little tune-up before Christmas.



ITALIANO


Odio i miei figli, tanto vale ammetterlo, lo avrebbe capito, prima o poi. Sono parassiti e nulla più. In generale odio tutti i bambini. Ti strappano il calcio dalle ossa, crescendoti dentro. Ti fanno a pezzi il corpo, mangiandoti viva. I miei figli…? Non lo so, Lyle? Lyle mi spaventa. Erik è… ecco… Erik è patetico. Eppure io… io mi preoccupo per loro, a modo mio. E molto. Quando dormono, mi sento ancora legata a loro. Il cordone ombelicale ci tiene ancora uniti. Nel cuore della notte riesco a ricordarli da bambini, e a provare amore per loro. Ma il più delle volte, li riconosco a malapena. Guardo la mia vita attraverso un vetro appannato. C’è distanza tra di noi. Mio marito? Beh. E’ cambiato. Ormai non è più quello di una volta. Ho avuto Lyle ed Erik, e mi hanno portato via mio marito. Quei ragazzi cercano sempre di rubarmi l’amore della mia vita. Quei ragazzi… e la donna che si è scopato. Luise, credo che si chiami. Si prendono e si mollano da anni. E lo capisco, davvero. Sta solo cercando di sfuggire al caos domestico, e quel caos sono Lyle ed Erik. Al momento il mio unico svago è ristrutturare la casa. Sarà bellissimo. José mi ha dato carta bianca. Ho in programma un lifting per la settimana prossima, e sono stranamente ottimista. Spero che sia perfetto prima delle feste. Credo che a José piacerà. Una… messa a punto prima di natale.

Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez

"Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez" è la seconda stagione della serie antologica Monster, creata da Ryan Murphy e Ian Brennan. Dopo il successo di Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story, la serie prosegue concentrandosi su un altro caso che ha scosso l’America: l’omicidio dei coniugi Menendez da parte dei figli, Lyle ed Erik.

La storia è ambientata principalmente negli anni '80 e '90, e ruota attorno alla vicenda reale dei fratelli Lyle ed Erik Menendez, accusati e condannati per il brutale omicidio dei genitori, José e Kitty Menendez. I due fratelli, appartenenti a una famiglia agiata e rispettata, furono arrestati nel 1990, e il loro caso divenne rapidamente uno dei processi mediatici più seguiti degli Stati Uniti, anche grazie alla copertura in diretta televisiva del processo, all’epoca un evento insolito.


La trama esplora i dettagli dell’omicidio e il processo legale, e si addentra anche nelle dinamiche familiari oscure e complesse che, secondo i fratelli, li avrebbero spinti a compiere il gesto estremo. Durante il processo, Lyle ed Erik dichiararono di essere stati vittime di abusi fisici e psicologici da parte del padre, un potente dirigente dell’industria musicale, e di abbandono emotivo da parte della madre. La difesa si basò su queste accuse per argomentare che i fratelli avevano agito per paura e disperazione, ma la natura efferata del crimine e il loro comportamento successivo agli omicidi (spese eccessive e stile di vita lussuoso) portarono l’opinione pubblica a dividersi profondamente.


La serie esplora il trauma, il potere distruttivo degli abusi e le sfumature della manipolazione psicologica all’interno delle famiglie.

Analisi monologo

Questo monologo di Kitty Menendez è incredibilmente denso e stratificato, e riflette la disperazione e il risentimento che ha accumulato verso la sua famiglia e, forse, anche verso se stessa. Le parole di Kitty delineano un quadro psicologico che aiuta a comprendere non solo la sua posizione complessa di madre e moglie, ma anche il ruolo che può aver giocato nella dinamica tossica all’interno della famiglia Menendez.


"Odio i miei figli, tanto vale ammetterlo." Questa è una dichiarazione shockante, ma in questo caso, sembra quasi catartica. Kitty esprime un sentimento che le madri raramente ammettono, una verità scomoda che destabilizza. Nel contesto, però, quest’odio non è del tutto personale; sembra più un odio verso il ruolo di madre e verso ciò che la maternità le ha tolto.


"Sono parassiti e nulla più." Descrivendo i suoi figli come parassiti, Kitty esprime il modo in cui percepisce la maternità: non come un dono, ma come una spoliazione continua. I figli le hanno portato via energie, identità e, in un certo senso, anche il corpo, “mangiandola viva.” Non c’è idealizzazione qui, ma una percezione cruda e fisica del sacrificio che la maternità ha richiesto.

"Lyle mi spaventa… Erik è… patetico."


Kitty manifesta il suo terrore e disprezzo nei confronti dei figli, definendoli attraverso due caratteristiche che indicano un’intensa alienazione emotiva. Lyle la intimorisce, un accenno che potrebbe suggerire il lato manipolatorio o pericoloso che lei percepisce in lui, mentre Erik suscita un misto di compassione e disgusto. Sono parole che indicano una distanza profonda, come se i figli fossero ormai degli estranei minacciosi o deludenti.

"Eppure io… io mi preoccupo per loro, a modo mio."


In questa frase, vediamo il residuo del legame materno. Kitty sente ancora un bisogno, una responsabilità verso i figli, anche se distorto e confuso. La descrizione del “cordone ombelicale” è potente, un’immagine viscerale che ricorda come, nonostante tutto, ci sia ancora un filo sottile che li lega, soprattutto nei momenti di vulnerabilità, come quando dormono.

"Guardo la mia vita attraverso un vetro appannato."


Questa immagine del vetro appannato racchiude tutto il suo stato d’animo: Kitty vede il mondo come una realtà offuscata, distante, in cui non riesce più a orientarsi. È un’immagine di depressione e alienazione, una barriera che la isola dai figli e da José, ormai irraggiungibili nella sua percezione.

"José mi ha dato carta bianca… Una messa a punto prima di Natale."


Le ultime frasi sono le più rivelatrici: Kitty sembra concentrarsi sulla ristrutturazione della casa e sul lifting come se fossero le uniche cose che la tengono ancora a galla. Questo “progetto” è il suo rifugio, un modo per dare una parvenza di controllo alla sua vita. "Messa a punto" è una frase che rivela un desiderio di riparazione, come se migliorando l'estetica della casa e se stessa potesse anche sistemare ciò che non va all'interno del nucleo familiare.

Conclusione

Interpretare Kitty Menendez richiede di bilanciare emozioni contrastanti: il disprezzo e la compassione, l’amarezza e una speranza fragile. Kitty è una donna spezzata, ma che ancora si aggrappa all’illusione di poter risistemare la propria vita attraverso piccoli gesti simbolici, come la ristrutturazione della casa o un lifting. In questa interpretazione, è fondamentale mostrare non solo la durezza del suo carattere, ma anche le crepe nella sua corazza, da cui traspaiono momenti di vulnerabilità e rimorso.

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