Monologo - Laurence Fishburne da \"Matrix: Reloaded\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Interpretare il discorso di Morpheus in Matrix Reloaded richiede di essere leader, avere fede, forza e resistenza. Il suo monologo è una dichiarazione d’intenti, un richiamo alla memoria e al coraggio, pronunciato davanti alla popolazione di Zion in un momento di estrema crisi. L’attore che desidera incarnare queste parole dovrà entrare nella psicologia profonda del personaggio, comprendere le sue motivazioni e trasmettere il suo carisma con una calma autorevole e un’incrollabile determinazione.

ZION, ASCOLTAMI!

MINUTAGGIO: 25:00-26:26
RUOLO: Morpheus

ATTORE: Laurence Fishburne
DOVE: Amazon Prime Video



INGLESE


Zion, hear me! It is true, what many of you have heard. The machines have gathered an army and as I speak, that army is drawing nearer to our home. Believe me when I say we have a difficult time ahead of us. But if we are to be prepared for it, we must first shed our fear of it. I stand here, before you now, truthfully unafraid. Why? Because I believe something you do not? No, I stand here without fear because I remember. I remember that I am here not because of the path that lies before me but because of the path that lies behind me. I remember that for 100 years we have fought these machines. I remember that for 100 years they have sent their armies to destroy us, and after a century of war I remember that which matters most... We are still here! Today, let us send a message to that army. TOnight, let us shake this cave. Tonight, let us tremble these halls of earth, steel, and stone, let us be heard from red core to black sky. Tonight, let us make them remember, THIS IS ZION AND WE ARE NOT AFRAID!



ITALIANO


Zion, ascoltami! Corrisponde a verità, quello che molti di voi hanno sentito dire. Le macchine hanno costituito un’armata, e mentre vi parlo si sta avvicinando questa armata. Credetemi quando vi dico che abbiamo tempi molto duri e difficili davanti a noi. Ma se vogliamo prepararci ad affrontarli, dobbiamo prima liberarci delle nostre paure. Io sto qui, adesso, davanti a voi, assolutamente tranquillo. Perché? Perché credo fermamente in qualcosa e voi no? No! Mi vedete qui, senza il minimo timore, perché mi ricordo: mi ricordo che sono qui non grazie al percorso che scorgo davanti a me, ma grazie al percorso che mi sono lasciato alle spalle! Mi ricordo che sono 100 anni che combattiamo contro queste macchine. Mi ricordo anche che sono 100 anni che mandano i loro eserciti a distruggerci, e dopo un secolo di lotta senza quartiere, mi ricordo la cosa più importante di tutte… che noi siamo ancora qui! Stasera facciamo sì che arrivi un messaggio a quell’armata. Stasera, facciamola vibrare questa caverna. Stasera facciamoli tremare questi edifici di pietra, di acciaio di terra. Che ci sentano tutti. Dal nucleo della terra fino al cielo nero. Stasera, ricordiamo loro che capiscano una volta per tutte che questa è Zion e che noi non abbiamo paura.

MATRIX RELOADED

Matrix Reloaded” (2003), il secondo capitolo della trilogia dei Wachowski, espande il mondo introdotto nel primo film aggiungendo nuovi livelli di complessità alla trama e alla mitologia della serie. Mentre il primo "Matrix" ci portava alla scoperta della realtà simulata e all’eroico risveglio di Neo (Keanu Reeves) come prescelto, questo secondo film esplora le implicazioni di quel ruolo e le sfide che lo attendono, andando a fondo nei meccanismi della Matrice e nella lotta per la sopravvivenza di Zion, l'ultima città umana.

La storia riprende con Neo ormai consapevole del proprio potenziale, accanto a Morpheus (Laurence Fishburne) e Trinity (Carrie-Anne Moss), mentre lottano per fermare la guerra contro le macchine. Neo è tormentato da visioni di Trinity in pericolo, il che gli aggiunge un’ulteriore pressione nel suo ruolo di "prescelto". La minaccia delle Sentinelle, macchine progettate per stanare e distruggere i ribelli, incombe su Zion, aumentando l'urgenza di trovare un modo per fermare la Matrice.


A Zion, il film ci mostra per la prima volta la comunità umana sopravvissuta fuori dalla Matrice, un luogo sotterraneo in cui la resistenza si è organizzata per combattere le macchine. Il governo di Zion è diviso sulla figura di Morpheus, visto come un fanatico da alcuni e come un profeta da altri. Questo offre uno sguardo su come la fede in Neo e la resistenza stessa abbiano anche un lato di fragilità e disillusione.

Il nucleo della trama ruota attorno alla ricerca di Neo per comprendere la propria missione. Questo lo porta a incontrare diversi personaggi enigmatici come l’Oracolo e il Merovingio, figure che incarnano aspetti diversi della Matrice e delle sue logiche. Il Merovingio, un programma che gestisce traffici all'interno della Sorgente, introduce Neo e i suoi compagni a una visione del libero arbitrio e della causalità che va oltre la semplice dicotomia tra bene e male. Questo incontro suggerisce che anche i programmi, proprio come gli esseri umani, possano possedere motivazioni complesse e autonome.


La svolta filosofica più significativa del film avviene nell’incontro tra Neo e l’Architetto, il creatore della Matrice. L'Architetto rivela a Neo che esistono diverse versioni della Matrice e che Zion è stata distrutta più volte in un ciclo perpetuo. Neo scopre che persino il suo ruolo di "prescelto" è stato programmato per mantenere un equilibrio all'interno della Matrice. La rivelazione sconvolgente è che l’esistenza di Zion e la ribellione stessa fanno parte di un disegno, concepito per controllare e riequilibrare il sistema ogni volta che l’umanità si ribella.


Matrix Reloaded” gioca con i concetti di destino, libero arbitrio e predeterminazione, mettendo in crisi l'idea stessa del messia e del "prescelto". Neo si trova a dover decidere se assecondare il ciclo imposto dall’Architetto o agire in modo diverso. Alla fine, sceglie di ignorare le istruzioni dell'Architetto per salvare Trinity, un atto che sembra sfidare il controllo totale della Matrice e dare una speranza reale al potere dell'amore e delle scelte individuali.

ANALISI MONOLOGO

Questo discorso di Morpheus è uno dei momenti più potenti e simbolici del film. Con il suo tono carismatico, Morpheus riesce a trasformare la paura della distruzione imminente in uno slancio di coraggio e resistenza, facendo leva sul senso di appartenenza e sul ricordo delle lotte passate.

Il discorso inizia con una constatazione di realtà: Zion è minacciata dall'imminente invasione delle macchine. Morpheus non nasconde la gravità della situazione, rendendo chiaro che i tempi duri sono davanti a loro, ma subito ribalta la paura in una sorta di sfida motivazionale, spingendo il popolo di Zion a guardare oltre la minaccia. È significativo che Morpheus non tenti di minimizzare il pericolo, ma, al contrario, lo affronta apertamente, dimostrando una capacità di leadership che non dipende dall’illusione, ma dalla forza del ricordo e dalla fiducia nella propria identità.


Uno degli elementi centrali di questo monologo è il valore della memoria. Morpheus dice esplicitamente di ricordare i cento anni di lotta e di sopravvivenza contro le macchine. È come se il passato non fosse semplicemente un bagaglio di esperienze, ma un’arma in sé, capace di dare coraggio al presente. La frase “sono qui non grazie al percorso che scorgo davanti a me, ma grazie al percorso che mi sono lasciato alle spalle” riassume perfettamente questo concetto: per Morpheus, la loro esistenza e resistenza sono la prova tangibile del loro potere e del loro diritto a lottare.

In questo contesto, la memoria diventa un simbolo di identità, qualcosa che Zion può rivendicare come proprio e che le macchine non possono replicare né cancellare. Le macchine possono costruire eserciti e preparare invasioni, ma non possono generare quel senso di appartenenza e resistenza che Morpheus evoca. La memoria di Zion è ciò che la rende reale, ciò che impedisce alla popolazione di sottomettersi o di arrendersi alla paura.


Morpheus usa anche la retorica del superamento della paura. Il suo invito a “liberarsi delle paure” è un invito a ricordare il vero valore della loro esistenza e a non farsi intimidire dalle macchine. Per lui, Zion è un simbolo di libertà e coraggio che non può essere cancellato. Zion rappresenta il cuore umano, pulsante di vita, che non può essere ridotto al silenzio dalle macchine.

L'invito a far vibrare la caverna e a far tremare gli edifici è un modo per comunicare al nemico che Zion è viva, che pulsa di emozioni, che è una forza reale. È una dimostrazione simbolica e fisica dell’esistenza di Zion e di ciò che rappresenta. Zion non si piegherà mai e Morpheus vuole che ognuno dei suoi abitanti senta dentro di sé questa forza, trasmettendola agli altri e alla stessa Matrice.


Il discorso culmina in un invito a far arrivare un messaggio “dal nucleo della terra fino al cielo nero”, come se Morpheus stesse invocando una sorta di sfida epica. È come se stesse chiamando la popolazione di Zion a farsi simbolo stesso di resistenza, a gridare in faccia alle macchine che non hanno paura, che la loro volontà è infrangibile. La frase “questa è Zion e noi non abbiamo paura” è quasi una dichiarazione di esistenza: Zion esiste proprio perché ha scelto di non vivere nella paura.

CONCLUSIONE

Interpretare questo monologo significa dare vita a una figura potente, un leader che sa infondere forza anche nei momenti più bui. L’attore dovrà crescere insieme alle parole, mantenendo il controllo mentre l’intensità del discorso aumenta, per portare il pubblico a sentire la stessa risolutezza che infonde Morpheus. Con un crescendo emotivo che culmina in una dichiarazione di sfida e sopravvivenza, l’interpretazione di questo monologo permette di esprimere il cuore pulsante di Zion: una volontà collettiva che non può essere spezzata.

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