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~ LA REDAZIONE DI RC
Interpretare il monologo di Leo ne L’ultima notte a Trèmor è una sfida che richiede all’attore di esplorare una gamma emotiva ampia e sfaccettata. Leo è un uomo segnato da traumi profondi e un amore incondizionato, che si riflette in ogni parola e gesto. Il monologo, con le sue confessioni intime e il peso di un passato in fuga, rappresenta un viaggio psicologico che trasforma Leo da vittima delle circostanze a protagonista di una liberazione interiore. Per l’attore, catturare questa intensità significa dare corpo e voce a un personaggio complesso, offrendo al pubblico uno sguardo unico sulla lotta tra paura e riscatto.
STAGIONE 1 EP 3
MINUTAGGIO: 51:00-57:45
RUOLO: Leo
ATTORE: Guillermo Toledo
DOVE: Netflix
ITALIANO
Qui dentro ci sono le risposte ad alcune delle tue domande. Il nome Alicia Blanchard puoi averlo visto soltanto in un posto. Quel quadro è l'unico ricordo che abbiamo della nostra vita precedente, e di nostro figlio, che si chiamava Daniel. Daniel è nato in Brasile nel 1998, ed è arrivato con 2 mesi di anticipo. I medici dicono che è stato questo a causargli l'insufficienza cardiaca che ha finito per ucciderlo. Ha vissuto solo tre mesi, come le farfalle. Allora, eravamo... Alvaro e Alicia. Ma il dolore ci ha fatti impazzire. Non c'è stata mai più pace per noi, finché non siamo venuti qui. Non ho conosciuto Maria nela piazza dei Pittoli di Caracas, ma nel mio ufficio. All'epoca era una donna diversa, sì, non aveva nemmeno iniziato a dipingere. Maria mi cercò perché si era messa nei guai. Oggi sei qui perché hai paura, Alex. Anch'io una volta ho avuto paura. Souza... Maria venne da me per Souza. Souza era un criminale senza scrupoli, un narcotrafficante, capace di fare di tutto per proteggere i suoi affari. E per questo lo chiamavano "il Macellaio". La sua vera identità è sempre stata un mistero. Alcuni dicevano che fosse portoghese, e altri brasiliano, colombiano... Alla fine degli anni '90 acquisì potere tra le strade di Maracaibo. I suoi affari toccarono l'apice. Entrò in possesso di centinaia di stabilimenti di produzione in tutto il Sud America, e ampliò la distribuzione in tutta Europa. La droga veniva trasportata liberamente passando la dogana portuale senza destare sospetti. Souza controllava tutti i porti del Sud America. E da lì la sua droga navigava per mezzo mondo. Dove non riuscivano ad arrivare le navi, allestiva dei covi. Erano dei posti in cui reclutava e sfruttava un gran numero di muli che trasportavano la droga attraverso gli aeroporti. E' qui che questa storia si intreccia con la nostra, perché uno di questi muli era Alicia Blanchard. Alicia, prima di essere Maria, lavorava per Souza, finché un giorno la arrestarono all'aeroporto di Caracas, e così diventai il suo avvocato d'ufficio. In quel periodo avevo iniziato ad essere stanco di ripulire le merdate dei pezzi grossi, così un giorno decisi di cominicare a difendere le persone indigenti e con molta sfortuna. Come Maria. Le proposero un accordo. Se avesse tradito Souza, aiutandoli a smantellare la rete, le avrebbero offerto una nuova identità, se avesse rifiutato avrebbe trascorso la sua vita in prigione. E accettò. E accettò... Ma si presentarono due nuovi problemi. Il primo è che Souza scoprì cosa stava succedendo e si nascose, ma giurò vendetta. E questo cambiò tutto, perché il secondo dei due problemi era che io e Maria c'eravamo già innamorati. Presi tutto quello che avevo e scappammo lontano. L'Interpol ci aiutò con le nuove identità, e inoltre inventò quella notizia sulla falsa morte che sono certo tu abbia già letto. Da allora abbiamo attraversato mezzo mondo scappando da una minaccia invisibile chiamata Souza. Non importava dove ci nascondevamo: ci ricordavano sempre che Souza ci stava cercando. Ha lasciato una scia di cadaveri durante la sua caccia per trovarci; ma grazie a questa scia di cadaveri l'Interpol lo ha rintracciato, finché l'hanno trovato in Cile e lo hanno ucciso mentre cercavano di arrestarlo. Non è stato reso pubblico perché stanno ancora cercando di smantellare la rete. Ciò a cui ha assistito il tuo ornitologo era la visita dell'Interpol, ma credo che ti abbia già detto anche questo. Abbiamo visto le foto del cadavere. Maria lo ha identificato. Souza non esiste più. Questa pistola rappresenta tutto ciò da cui abbiamo scappato da anni. E adesso ti dimostrerò che non abbiamo più paura. Vieni con me.
"L'ultima notte a Tremor" è una serie che immerge lo spettatore in una tensione psicologica e sensoriale unica, mescolando dramma umano e atmosfere da thriller soprannaturale. Al centro della storia c’è Álex (Javier Rey), un compositore in crisi creativa e personale, che si rifugia nel villaggio remoto di Tremor per tentare di riscoprire la sua vena artistica, ormai soffocata da un divorzio che lo ha allontanato dai figli. È una scelta che rappresenta più una fuga che una ricerca, ma Tremor, con le sue sfumature quasi oniriche, sembra essere il luogo perfetto per lui.
La sua nuova dimora, una casa isolata che un tempo era abitata da un ornitologo, è un posto singolare e simbolico: ogni angolo suggerisce un legame profondo con la natura, come se la stessa casa custodisse i segreti della vita che Álex cerca disperatamente. La coppia vicina, Leo e María, si rivela presto come un sostegno ambiguo, quasi a metà strada tra la realtà e la metafora: sono personaggi che, con i loro silenzi e le loro piccole stranezze, sembrano interpretare quel bisogno di serenità che Álex sta inseguendo, ma che gli sfugge costantemente.
In questa apparente tranquillità, Álex incontra Judy, una donna enigmatica con un passato carico di sofferenza. Tra loro si instaura subito una connessione speciale, una sorta di complicità che accende speranza e calore nella vita di Álex. Proprio nel momento in cui sembra ritrovare un po’ di stabilità, una svolta surreale travolge la sua vita: durante una tempesta, viene colpito da un fulmine, evento che segna l'inizio di un viaggio verso un abisso di allucinazioni e sogni lucidi.
Queste visioni lo trascinano in un vortice in cui il confine tra realtà e immaginazione si dissolve, facendogli rivivere traumi e ricordi sepolti. Le allucinazioni non sono semplici fenomeni isolati; in queste, Álex si confronta con il ricordo della madre, una figura quasi mistica che sosteneva di avere un potere intuitivo. Questo confronto lo costringe a esplorare i suoi rapporti familiari, lasciandosi attraversare da una furia e da una vulnerabilità che diventano via via più difficili da contenere. Il fulmine, più che un evento accidentale, sembra un richiamo a un destino ineluttabile, un tema che la serie approfondisce nella contrapposizione tra destino e libero arbitrio.
Il conflitto tra controllo e abbandono al destino è il filo conduttore della storia, che trasforma la serie in una riflessione sulle seconde occasioni e sulle scelte che segnano le nostre vite. In un crescendo di tensione, ogni decisione presa da Álex sembra portarci più vicini al nocciolo della sua crisi interiore, in una battaglia tra l’uomo e le sue paure più profonde.
Questo monologo di Leo è un momento chiave nella serie, in cui emergono verità e segreti che aggiungono profondità ai personaggi di Leo e María e cambiano la percezione di Álex riguardo alla realtà e alla fiducia. Qui, Leo mette a nudo l’anima di un uomo che, insieme alla compagna, ha vissuto nel costante tentativo di sfuggire ai fantasmi del passato.
Il monologo inizia con un legame tra il passato e il presente attraverso la figura di Alicia Blanchard, alias María, e il ricordo del loro figlio Daniel. La storia di Daniel, vissuto solo per tre mesi "come le farfalle," è una metafora potente che condensa in pochi dettagli tutto il peso della perdita e della caducità della vita. La sofferenza per la perdita del figlio diventa una ferita permanente, così devastante da rendere necessaria la fuga verso nuove identità. La vulnerabilità con cui Leo condivide questi dettagli crea una connessione emotiva non solo con Álex ma anche con lo spettatore, che viene spinto a riconsiderare Leo e María come figure tragiche in cerca di pace.
L’ingresso del personaggio di Souza porta il monologo su un piano diverso, quello della minaccia criminale. Souza rappresenta l'incarnazione del pericolo costante e dell'inevitabilità del male che perseguita Leo e María ovunque vadano. Nella sua descrizione, Leo dipinge Souza come un simbolo oscuro e onnipresente: un “macellaio” sfuggente e impietoso, capace di controllare la criminalità internazionale con metodi brutali. Souza diventa quindi il simbolo di un passato che non lascia scampo, un antagonista che, pur assente fisicamente, ha influenzato ogni scelta e ha marcato profondamente le vite dei protagonisti.
Leo spiega come il suo passato da avvocato lo abbia inizialmente reso complice indiretto di criminali di alto livello, ma la sua scelta di difendere María segna una svolta nella sua vita. Non è solo la nascita di un amore, ma anche il punto in cui Leo tenta di riscattarsi. In María, vede una persona indigente e vulnerabile, vittima delle circostanze e delle persone che l’hanno manipolata. Qui si concretizza un tema morale: Leo ha deciso di usare il suo ruolo di avvocato per combattere il male anziché alimentarlo, ma questo cambiamento ha un prezzo.
Leo e María, per sopravvivere, accettano un accordo che li porta a lasciare tutto alle spalle, a cambiare identità e a scappare da una minaccia invisibile. La loro fuga rappresenta il peso inesorabile del passato, che non lascia spazio per la pace o la felicità, condannandoli a vivere in uno stato perpetuo di angoscia e sospetto. Leo descrive questa fuga come una lunga odissea che li ha portati ad attraversare "mezzo mondo." La tensione cresce con la rivelazione della “falsa notizia sulla falsa morte”, rendendo evidente quanto i due siano stati disposti a sacrificare per sfuggire alla vendetta di Souza.
In una delle battute più importanti, Leo dice ad Álex che anche lui, un tempo, ha avuto paura. Questa è una dichiarazione di vulnerabilità e umanità, che invita Álex a riflettere sulla sua stessa situazione e sulle sue paure. La pistola, che Leo mostra alla fine del monologo, rappresenta un simbolo di questa paura e della loro lotta per la sopravvivenza. È un momento potente: Leo non è più l’uomo in fuga, e dimostra a sé stesso e ad Álex che non c’è più bisogno di temere Souza, ora che lui è morto.
Tematiche e Simbolismo
La necessità di cambiare identità – da Álvarez e Alicia a Leo e María – diventa il simbolo di un tentativo disperato di seppellire il passato. Questi cambiamenti simboleggiano il bisogno umano di superare i traumi e i dolori trasformandosi, anche quando ciò significa abbandonare sé stessi.
Il monologo esplora la paura come una forza paralizzante ma anche trasformativa. Leo racconta la loro storia con una sincerità che esprime la liberazione dal timore costante di essere trovati.
La morte di Souza, seppur non sbandierata pubblicamente, sancisce per loro la fine di una prigionia psicologica e fisica, aprendo un varco alla possibilità di una vita libera. Il racconto di Leo introduce una riflessione su quanto il destino e le scelte siano intrecciati. Anche se hanno tentato di sfuggire, il passato ha sempre trovato il modo di raggiungerli, come se fossero destinati a pagare per le decisioni precedenti. Ma il superamento della paura rappresenta una sorta di riappropriazione del libero arbitrio, un riscatto personale dopo anni di subordinazione a un destino segnato dalla violenza e dalla perdita.
Per interpretare il monologo di Leo, l’attore dovrebbe immergersi completamente nell’intensità emotiva e nel peso del passato che il personaggio porta con sé.
1. Crea un Ritmo di Confessione Intima
Tono iniziale: Inizia il monologo con un tono sommesso, quasi confidenziale, come se Leo stesse aprendo una ferita mai del tutto rimarginata. Deve sembrare che stia rivelando qualcosa di estremamente personale e doloroso, forse qualcosa che non ha mai detto a nessuno.
Velocità e cadenza: Non affrettarti. Lascia che ogni frase abbia il tempo di emergere e di colpire, come se il personaggio stesse rivivendo quei ricordi mentre li racconta.
2. Senti il Dolore della Perdita
La parte su Daniel: Quando parla di Daniel, usa una voce rotta, quasi con difficoltà. Per Leo, ricordare il figlio è rivivere un dolore lancinante. Immagina il peso della tragedia: Daniel ha vissuto solo tre mesi, "come le farfalle." Qui, è fondamentale trasmettere sia l’amore che il trauma che la sua perdita ha provocato.
Emozione trattenuta: Non cadere nel melodramma, ma lascia che il dolore si insinui nella tua voce e nel tuo sguardo. Guarda verso il vuoto, come se vedessi quelle immagini riaffiorare nella tua mente. C’è una rabbia sottile, una tristezza che Leo ha cercato di reprimere per anni, ma che ora esce a piccoli pezzi.
3. Trasmetti la Tensione della Fuga
La descrizione di Souza: Qui il tono deve cambiare: diventa duro, cauto. Souza non è solo un ricordo, è una minaccia concreta e terribile. Mentre parli di lui, mantieni uno sguardo vigile, quasi paranoico, come se la paura di Souza fosse ancora reale.
Attenzione ai dettagli criminali: Quando spieghi la rete di Souza, usa un tono da avvocato: Leo conosce bene queste informazioni, le ha sentite, le ha vissute e capisce cosa significano. Questi dettagli devono risuonare come qualcosa di terrificante, di potente e di insormontabile, il nemico oscuro che lo ha costretto a scappare per anni.
4. Espandi l’Arco Emotivo del Racconto
Innamorarsi di María: Quando introduci il loro innamoramento, ammorbidisci leggermente il tono. C’è un barlume di speranza, una luce in fondo al tunnel. María è la salvezza, ma anche il fardello, poiché è il motivo per cui Leo si trova nella condizione di fuggitivo. Trasmetti un amore profondo, ma tinto di una consapevolezza dolorosa: quell’amore li ha salvati, ma anche condannati.
Nuova identità e fuga: Qui, torna la paura, ma è una paura che si è trasformata in stanchezza. Leo ha vissuto troppo a lungo sotto falsa identità, ha cambiato vita tante volte, e ogni volta ha perso qualcosa. Questa parte del racconto deve suonare quasi come un’implorazione, un desiderio di lasciarsi il passato alle spalle e vivere in pace.
5. Il Momento della Liberazione e la Pistola
Cambio di tono: Nella parte finale del monologo, cambia radicalmente il tono e la postura. Ora Leo è deciso. Souza è morto, e per la prima volta in anni sente di potersi lasciare tutto alle spalle. Mostra a poco a poco una determinazione più forte e quasi solenne.
L’atto di mostrare la pistola: Questo deve essere un gesto simbolico. La pistola rappresenta il passato violento e le paure che hanno dominato la loro vita. Quando la sollevi, fallo lentamente, con fermezza, come a dire: “Questo è ciò da cui siamo scappati, ma non più.” Deve essere un momento catartico, un simbolo di liberazione che trasmetti sia ad Álex sia a te stesso.
6. L’Intensità Finale: “Vieni con me”
Concludi con un tono che invita ma che non lascia spazio a fraintendimenti. “Vieni con me” è un invito carico di significato: è la promessa che Leo non è più una vittima e che vuole mostrare ad Álex come superare le proprie paure. Non c’è più paura negli occhi di Leo; c’è, invece, la forza di chi ha finalmente deciso di affrontare la propria ombra e riprendere il controllo della propria vita.
Dettagli Finali e Consigli per l’Attore
Gestualità: Usa gesti misurati, non eccessivi. Ogni movimento, ogni cambio di postura, deve essere intenzionale e significativo. Questo monologo è una confessione e, allo stesso tempo, un atto di liberazione.
Sguardo: Il contatto visivo con Álex è cruciale. All’inizio, potrebbe essere sfuggente, come se Leo stesse ancora decidendo se fidarsi completamente di lui. Man mano che la storia si sviluppa, lascia che lo sguardo si intensifichi, creando una connessione profonda. Gli occhi devono riflettere il passaggio da dolore a paura, e infine a risolutezza.
Respiri e pause: Utilizza pause strategiche per accentuare i momenti chiave. Quando menzioni Daniel, prendi una pausa per dare il tempo a Leo di sentire il peso della perdita. Alla fine, prendi una pausa prima di “Vieni con me,” dando modo alle parole di risuonare e agli spettatori di percepire la svolta finale.
Il monologo di Leo culmina in un momento di catarsi, un invito ad Álex e, allo stesso tempo, un atto di redenzione per sé stesso. Concludere questo discorso con determinazione e vulnerabilità permette all’attore di mostrare la trasformazione di Leo: non più un uomo schiavo delle proprie paure, ma una figura che ha scelto di affrontare la propria ombra e riscoprire una libertà mai conosciuta.
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