Monologo - la lettera di Fausto per Maria in \"Storia della mia Famiglia\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

La lettera di Fausto a Maria è uno degli ultimi gesti di un uomo che, di fronte alla morte, sente il bisogno di esprimere ciò che ha sempre trattenuto. Ma non è una lettera d’amore nel senso tradizionale: è una dichiarazione di devozione, un riconoscimento di quanto Maria abbia reso più sopportabile la sua vita negli anni più difficili. Questo testo rappresenta un momento chiave nella narrazione di Storia della mia famiglia, perché rivela un lato di Fausto che fino a quel momento non aveva mai completamente mostrato. Se con i figli si preoccupa di lasciare consigli pratici e insegnamenti di vita, con Maria si concede il lusso della poesia e dell’intimità. Qui non c’è il padre, ma l’uomo, con tutte le sue fragilità, i suoi rimpianti e il suo bisogno di lasciare un segno.

Cara Maria, ti amo non basta

MINUTAGGIO: 0:25-2:30

RUOLO: Fausto
ATTORE:
Eduardo Scarpetta
DOVE:
Netflix



ITALIANO


Ciao Maria. Ti scrivo una lettera perché le lettere sono romantiche. Mentre leggi, ascolta la nostra canzone preferita. Maria, questa lettera non è una dichiarazione d’amore. E’ una dichiarazione di devozione. Perché quando la gente ti vede per strada si deve commuovere. Perché tu hai un cuore che fa a pezzi tutto il brutto del mondo. Gli ultimi anni della mia vita potevano essere orribili, e invece sono stati indimenticabili solo perché c’eri tu. Marì, io non ho mai provato a dirti “Ti amo” perché io provavo un sentimento per te che è troppo di più per l’amore. In questi anni ho avuto paura per quello che provavo per te. Io sono vivo solo grazie a te. E mò che me ne vado mi dispiace di non vivere altri giorni vicino a te. Ti ricordi quel libro di poesie che mi hai regalato. E’, ci stava una poesia che diceva: “Il mio cuore ha l’accesso stretto. Il sangue non ci passa facilmente. O rigurgita o rimane dentro. Così gli altri non sanno che passione che ho per loro. Che potrei fermare anche gli ignoti per la strada e dirgli: “tutto quello che ho dentro non mi passa”. E sarebbe la grazia. “

Storia della mia famiglia

La serie Storia della mia famiglia racconta il viaggio emotivo di Fausto (Eduardo Scarpetta), un padre single che, dopo la diagnosi di una malattia terminale, si trova a dover garantire un futuro sereno ai suoi due figli, Libero ed Ercole. Il suo obiettivo è evitare che vengano affidati alla loro madre biologica, Sarah (Gaia Weiss), con cui ha un rapporto conflittuale e di cui non si fida. Mentre il tempo stringe, Fausto mette in moto una rete di protezione intorno ai suoi figli, coinvolgendo le persone più importanti della sua vita: sua madre Lucia (Vanessa Scalera), che da Napoli torna a Roma per assisterlo; suo fratello Valerio (Massimiliano Caiazzo), che lui stesso spinge a prendere il ruolo di riferimento familiare; e gli amici Maria (Cristiana Dell’Anna) e Demetrio (Antonio Gargiulo), che da sempre gli sono vicini.


La storia ruota attorno al dramma della malattia, ed esplora i rapporti difficili e le dinamiche complesse di una famiglia imperfetta, fatta di errori, incomprensioni e tentativi di riscatto. Lucia, la madre di Fausto, è una donna che ha sempre vissuto in modo indipendente, ma il dolore per il figlio la spinge a riconsiderare il proprio ruolo nella vita dei nipoti. Valerio, invece, lotta con una dipendenza dalla cocaina e con la difficoltà di prendersi responsabilità più grandi di lui. Il tono della serie mescola momenti di leggerezza a scene di grande intensità emotiva, mostrando come, anche nei momenti più difficili, la vita continui con la sua imprevedibile ironia. I personaggi non sono eroi, ma persone comuni che affrontano la vita come possono, cercando di fare del proprio meglio anche quando sembra impossibile.


Eduardo Scarpetta, nel ruolo di Fausto, interpreta un uomo che affronta il dolore con una forza quasi ostinata, mentre Vanessa Scalera dà vita a una madre che cerca un riscatto tardi nella vita. Massimiliano Caiazzo porta sullo schermo un giovane in conflitto con se stesso, mentre Cristiana Dell’Anna e Antonio Gargiulo offrono un supporto emotivo e narrativo fondamentale alla storia. Fausto costruisce un’eredità affettiva per i suoi figli, insegnando loro che la famiglia non è solo questione di sangue, ma di chi resta, di chi sceglie di esserci.

Analisi Monologo

La lettera si apre con una scelta stilistica significativa: Ti scrivo una lettera perché le lettere sono romantiche. È un’introduzione che stabilisce subito il tono personale e nostalgico del messaggio. Ma subito dopo, Fausto chiarisce il suo intento: Questa lettera non è una dichiarazione d’amore. È una dichiarazione di devozione. La distinzione è importante. Sta riconoscendo l’importanza di Maria nella sua vita, in un modo che va oltre l’amore romantico. Segue una delle frasi più potenti della lettera: Perché quando la gente ti vede per strada si deve commuovere. Perché tu hai un cuore che fa a pezzi tutto il brutto del mondo. Qui Fausto descrive Maria in termini universali. Non parla solo della donna che ama, ma di una persona che possiede un’umanità così grande da cambiare il mondo intorno a lei.


Quando scrive Gli ultimi anni della mia vita potevano essere orribili, e invece sono stati indimenticabili solo perché c’eri tu”, Fausto ribadisce che Maria non è stata solo una presenza di conforto, ma la ragione per cui la sua esistenza, pur segnata dalla malattia, ha avuto senso. La parte più struggente arriva quando ammette di non aver mai avuto il coraggio di dirle Ti amo, perché ciò che provava per lei era troppo grande per essere ridotto a una parola. È una dichiarazione che mescola amore, paura e rimpianto, ma senza scadere nel melodramma. L’ultima parte della lettera è un richiamo alla poesia, a quel libro che Maria gli aveva regalato. I versi che cita parlano di un cuore incapace di lasciar fluire i sentimenti, di un’emozione così grande da rimanere intrappolata dentro. È una metafora perfetta per il loro rapporto: Fausto non è mai riuscito a esprimere completamente ciò che sentiva, ma ora, attraverso questa lettera, tenta di farlo.

Conclusione

Questa lettera è un atto di verità. Fausto, che per tutta la vita ha trattenuto le emozioni, si lascia andare solo quando sa di non avere più nulla da perdere. È un messaggio che non cerca risposte, ma lascia a Maria qualcosa di prezioso: la consapevolezza di essere stata il suo punto fermo, la sua salvezza. La poesia finale è la chiave di tutto: Fausto è stato un uomo che ha vissuto trattenendo i suoi sentimenti, e ora, nel momento in cui tutto sta finendo, riesce finalmente a liberarli. E in questo gesto c’è sia la bellezza che la malinconia della loro storia.

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