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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Ellen in Nosferatu (2024) rappresenta un'intima confessione che illumina il tormento psicologico e spirituale del personaggio. Attraverso un flusso di coscienza frammentato e doloroso, Ellen cerca di spiegare le sue visioni e il loro impatto sulla sua vita, toccando temi profondamente umani come la solitudine, la paura e il desiderio di normalità. Questo discorso non solo definisce ulteriormente la complessità del personaggio, ma esplora anche una dimensione più ampia legata alla natura del male e alle sue origini.
MINUTAGGIO: Circa 10 minuti
RUOLO: Ellen Hunter
ATTRICE: Lily-Rose Depp
DOVE: Al cinema
ITALIANO
Tu non puoi partire.
Ti devo raccontare il mio sogno.
Devo farlo.
Era il nostro matrimonio.
Non eravamo nella cappella, ma ero... sopra, una nube impenetrabile si estendeva oltre le colline.
L'odore del lillà era intenso nella pioggia, quando ho raggiunto l'altare.
Tu non c'eri.
Davanti a me, in piedi, nel suo abito nero, c'era... la Morte.
Ma ero così felice.
Ero così felice.
Ci siamo scambiati i voti, e abbracciati e... quando ci siamo voltati... erano tutti morti.
Il prete e... tutti gli altri.
Il tanfo dei loro cadaveri era... orribile.
Ma non ero mai stata così felice. Come in quel momento, quando tenevo per mano la Morte.
Questo preannuncia qualcosa di orrendo, per noi.
Non devi partire, ti amo.
Ti amo troppo.
"Nosferatu" è un film del 2024 diretto da Robert Eggers, ( "The Witch" e "The Lighthouse"). Questo progetto rappresenta un omaggio al classico del cinema espressionista muto "Nosferatu il vampiro" del 1922, diretto da F.W. Murnau, e trae ispirazione anche dal remake del 1979 di Werner Herzog.
Ambientato nella Germania del XIX secolo, il film segue Thomas Hutter (Nicholas Hoult), un agente immobiliare incaricato di recarsi in Transilvania per incontrare il misterioso Conte Orlok (Bill Skarsgård), interessato all'acquisto di una proprietà a Wisborg. Durante il soggiorno nel castello di Orlok, Hutter scopre la vera natura del conte: un vampiro che porta con sé morte e pestilenza. Nel frattempo, Ellen (Lily-Rose Depp), moglie di Hutter, a Wisborg avverte una sinistra connessione con Orlok, che sviluppa un'ossessione per lei. Il ritorno di Orlok in Germania scatena una serie di eventi che culminano in un confronto tra Ellen e il vampiro. Nel cast principale troviamo anche Willem Dafoe, come il Professor Albin Eberhart von Franz, e Aaron Taylor-Johnson, come Friedrich Harding.
Robert Eggers è riconosciuto per la sua meticolosa attenzione ai dettagli storici e per l'atmosfera immersiva dei suoi film. In "Nosferatu", ha collaborato con il direttore della fotografia Jarin Blaschke per creare un'estetica gotica che richiama l'espressionismo tedesco, utilizzando effetti pratici e scenografie autentiche per aumentare il realismo. Le riprese si sono svolte principalmente nella Repubblica Ceca, sfruttando location che evocano l'ambientazione originale. Eggers ha dichiarato di aver tratto ispirazione da varie fonti, tra cui il folklore rumeno e le opere di registi come Andrzej Żuławski.
La struttura del monologo riflette la confusione mentale e la vulnerabilità di Ellen. Frasi interrotte e ripetizioni ("io... io non ci avevo...") trasmettono il suo stato emotivo precario, come se non riuscisse a dare ordine ai suoi pensieri. Questa frammentazione crea un forte senso di intimità, invitando lo spettatore a condividere il suo dolore e la sua lotta interiore. Ellen introduce i ricordi della sua infanzia, descrivendosi come una figura quasi fiabesca, "un piccolo elfo". Questo contrasto tra innocenza e oscurità prefigura la dualità che pervade il film: il confine sottile tra normalità e stranezza, tra umano e soprannaturale. Crescendo, le sue visioni si intensificano, portando a isolamento e paura, elementi che contribuiscono a una costruzione psicologica ricca e sfaccettata. La relazione con il padre e la madre è dipinta in toni ambivalenti. Se la madre sembra accettare il lato "diverso" di Ellen, il padre rappresenta una forza repressiva, che la considera uno "scandalo". Questo conflitto familiare non è solo un dramma personale ma un microcosmo della tensione più ampia tra il conformismo sociale e l'individualità.
Ellen identifica il marito Thomas come il punto di svolta nella sua vita. "Il suo amore mi diede... normalità." Questa dichiarazione rivela quanto Ellen si senta fuori posto nel mondo, trovando sollievo solo attraverso il legame con lui. Ma il suo amore, sebbene consolante, non è sufficiente a dissipare le ombre che incombono. Il monologo si conclude con una domanda filosofica: "Il male nasce dentro di noi, o viene dall'aldilà?" Questo quesito trascende il contesto personale di Ellen per abbracciare un interrogativo universale. Ellen sembra percepire il male come una forza ambigua, sia interna che esterna, che la rende incapace di distinguere tra ciò che è reale e ciò che è immaginato. Il riferimento al suo corpo e all’episodio traumatico con il padre ("scandalo, scandalo!") introduce il tema della vergogna e del controllo sociale sul corpo femminile. Questo aspetto, inserito nel contesto gotico del film, amplifica l'idea che Ellen sia vittima anche di forze culturali e patriarcali.
Il monologo di Ellen è un viaggio intimo e inquietante attraverso il suo passato e il suo presente, rivelando una psiche tormentata e un’anima in conflitto. Robert Eggers usa questo discorso per approfondire il tema della natura del male, presentandolo come una forza ambigua che nasce sia dall'interno che dall'esterno. Ellen emerge come una figura in lotta contro l’oscurità personale e cosmica è al centro dell’opera. La sua vulnerabilità e le sue domande filosofiche rendono questo monologo uno dei momenti più potenti e riflessivi del film.
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