Monologo di Lucas Stranger Things 5: le mosse di Vecna e la fede nel gruppo

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~ LA REDAZIONE DI RC

Analisi del monologo di Lucas a Max in coma in "Stranger Things 5"

Il monologo di Lucas in Stranger Things 5 rappresenta uno dei momenti più razionali e allo stesso tempo emotivamente intensi della stagione. In queste battute Lucas analizza i fatti, pone domande cruciali e riporta il gruppo a una lucidità indispensabile mentre il pericolo cresce. Il déjà vu con la scomparsa di Will riapre ferite passate, ma allo stesso tempo lo spinge a trasformare la paura in determinazione.

  • Scheda del monologo

  • Contesto del film

  • Testo del monologo (estratto+note)

  • Analisi: temi, sottotesto e funzione narrativa

  • Finale del film (con spoiler)

  • Credits e dove trovarlo

Scheda del monologo

Serie: Stranger Things 5 (2025)
Personaggio: Lucas
Attrice: Caleb McLaughlin

Minutaggio: 25:00-26:30 (Episodio 2)

Durata: 1 minuto 30 sec

Difficoltà 5/10 Richiede gestione del crescente senso di urgenza

Emozioni chiave Allerta, paura, determinazione, incrollabile fiducia in Undi e nel gruppo, senso ciclico del trauma
Contesto ideale per un attore Perfetto per: scene in cui devi essere la mente lucida del gruppo, il personaggio che analizza, interpreta e rassicura, monologhi motivazionali con sottotono emotivo, non da leader carismatico ma da amico che parla con verità

Dove vederlo: Netflix

Contesto della serie "Stranger Things 5" - primi 2 episodi

La storia si apre con un flashback del 1983, in cui Will viene catturato dal Demogorgone e consegnato a Vecna, che sembra avviare un piano a lungo termine. Nel 1987, Hawkins è ormai una città in quarantena dopo l’invasione del Sottosopra. I ragazzi, Mike, Dustin, Lucas e Will cercano di mantenere viva la memoria di Eddie e continuano la loro battaglia contro Vecna, mentre la città è presidiata dall’esercito. Undi (Eleven) si allena duramente con Hopper e Joyce, mentre varie squadre dei protagonisti tentano di coordinarsi tramite radio per localizzare Vecna, ormai introvabile da tempo. Durante una ricognizione militare nel Sottosopra, Hopper rimane isolato e Will percepisce attraverso una visione, come se fosse dentro la mente del Demogorgone, che una minaccia sta raggiungendo la casa di Mike e Nancy.

In quel preciso momento, infatti, Holly, la sorellina, viene attaccata dal Demogorgone nella sua stanza Holly riesce a fuggire inizialmente, ma viene comunque rapita e trascinata nel Sottosopra. Nancy e Mike scoprono che la bambina parlava di un misterioso “Signor Cosè”. Indagando e interrogando la loro madre Karen ferita, scoprono che il vero nome dell’entità è Henry. I pezzi si incastrano: Cosè è Vecna, che ha manipolato Holly prima del rapimento. Undi e Hopper si inoltrano nel Sottosopra per cercare la bambina. Nel frattempo, Will capisce che Vecna sta usando un legame mentale con lui e riesce a percepire ciò che Holly vede e sente, come se Vecna stesse sfruttando la sua connessione per comunicare o spiare attraverso i bambini presi di mira. Infine una visione rivela che Holly è nella “casa” di Henry, una versione illusoria e idilliaca creata da Vecna: non è l’unica, perché lui vuole radunare tutti i bambini che ha scelto come vittime...

Testo del monologo + note

Credo che non c'entri niente il volerci punire. Vecna non lascia niente in sospeso. Non batte in ritirata. Perché se è vero che il suo unico scopo era farvi soffrire, perché lasciare in vita I vostri genitori? Perché portare Hollie nel sottosopra invece di farvi ritrovare il suo cadavere? Perché non venire direttamente lui? Perché mandare uno dei suoi animaletti? Quello che voglio dire è che non lo so io e non lo sapete voi. Al momento ci sono troppe domande. E io so solo che ho un fortissimo deja vu, perché è la stessa cosa che è successa a Wil e il tempismo quasi perfetto fa impressione. Lo sapete che giorno è oggi? È il 3 novembre. Wil è stato preso il 6, quindi mancano meno di 3 giorni. Mancano 3 giorni alla data che è cambiato tutto. Non so voi ragazzi, ma io non credo alle coincidenze. Non più almeno. Ma ci siamo ripresi in villa e riusciremo a riportare Holly a casa, non è sola. 11 è là con lei. E se c'è qualcuno che può salvarla… è Undi.

"Credo che non c'entri niente il volerci punire.": tono calmo ma fermo, entra come contro-argomentazione; “non c’entri niente” va marcato con dolcezza, non con aggressività; lo sguardo passa sugli altri, come a dire “state guardando dalla parte sbagliata”.

"Vecna non lascia niente in sospeso.": frase detta con sicurezza, quasi da chi “conosce il nemico”; piccola pausa dopo, come se volesse che tutti lo registrassero.

"Non batte in ritirata.": breve, tagliente; leggero abbassamento del tono di voce, frase sentenza; può accompagnare con un minimo scuotimento della testa.

"Perché se è vero che il suo unico scopo era farvi soffrire, perché lasciare in vita i vostri genitori?": qui entra la parte logica; ritmo medio, nessun urlo; “farvi soffrire” va detto con un filo di amarezza, “lasciare in vita i vostri genitori” con un accenno di stupore, la domanda è reale, non retorica.

"Perché portare Hollie nel Sottosopra invece di farvi ritrovare il suo cadavere?": voce leggermente più tesa su “Hollie”; la seconda parte va detta quasi a bassa voce, l’immagine del cadavere è disturbante, è come se la rifiutasse mentre la pronuncia.

"Perché non venire direttamente lui?": domanda secca, con pausa alla fine; lo sguardo può cercare gli occhi degli altri, cerca conferma che la domanda abbia senso.

"Perché mandare uno dei suoi animaletti?": “animaletti” va colorato con un filo di sarcasmo o disgusto, senza esagerare; è un modo per ridimensionare il nemico che manda avanti le “pedine”.

"Quello che voglio dire è che non lo so io e non lo sapete voi.": qui il tono si umanizza, abbandona per un attimo il ruolo del “razionale”; “non lo so io” va detto con onestà, “e non lo sapete voi” non è un attacco ma un metterli tutti sullo stesso piano; sguardo morbido.

"Al momento ci sono troppe domande.": tono più basso, quasi un sospiro; breve pausa dopo, è una constatazione amara.

"E io so solo che ho un fortissimo deja vu, perché è la stessa cosa che è successa a Wil e il tempismo quasi perfetto fa impressione.": allunga leggermente la frase, come se collegasse i fili mentre parla; “fortissimo deja vu” va marcato, è il cuore della sua inquietudine; su “Wil” la voce si fa più personale, la memoria lo tocca direttamente; “fa impressione” chiude con un brivido trattenuto.

"Lo sapete che giorno è oggi?": cambia energia, coinvolge il gruppo; tono leggermente provocatorio, come se stesse preparando la rivelazione.

"È il 3 novembre.": dilla asciutta, come un dato oggettivo; pausa dopo, lascia che il numero pesi.

"Wil è stato preso il 6, quindi mancano meno di 3 giorni.": ora la voce si fa più rapida, come chi fa un calcolo semplice ma spaventoso; “meno di 3 giorni” va rallentato, è la vera bomba della frase.

"Mancano 3 giorni alla data che è cambiato tutto.": ripetizione voluta, tono quasi da countdown; “è cambiato tutto” va detto guardando qualcuno negli occhi, facendo sentire il peso di quel “tutto”.

"Non so voi ragazzi, ma io non credo alle coincidenze.": qui entra la sua posizione personale; “non so voi ragazzi” ammorbidisce, crea complicità; “non credo alle coincidenze” va resa ferma, convinta, è il suo credo maturato dall’esperienza.

"Non più almeno.": piccola aggiunta, quasi sussurrata; lo sguardo si abbassa un istante, come se ricordasse il “prima” in cui ci credeva.

"Ma ci siamo ripresi in villa e riusciremo a riportare Holly a casa, non è sola.": il tono ora si sposta verso il motivazionale; “ci siamo ripresi in villa” con un filo d’orgoglio; “riusciremo a riportare Holly a casa” va detto con sicurezza, guardando il gruppo; “non è sola” è la prima vera carezza emotiva, calda, rassicurante.

"11 è là con lei.": frase breve, piena di fiducia; “11” va sottolineato con un mezzo sorriso o un accenno di speranza, come se nominare Undi cambiasse la temperatura della stanza.

"E se c'è qualcuno che può salvarla… è Undi.": micro-pausa sul “può salvarla…”, lascia respirare la promessa; “è Undi” chiude con certezza, la voce si fa piena; è la linea in cui la paura si trasforma in fede nel loro “asso nella manica”.

Analisi del monologo di Vecna a Will in "Stranger Things 5: il mago"

Il monologo di Lucas funziona come un ragionamento che nasce dalla paura, ma trova forza nella lucidità. Non è un discorso emotivo come quello di Nancy: Lucas prende la parola per riportare tutti con i piedi per terra, quasi per impedire al panico di diffondersi. L’attacco, “Credo che non c’entri niente il volerci punire”, ha il tono di chi sta correggendo una lettura sbagliata. Lucas non accusa nessuno: cerca di spostare l’attenzione sulla logica degli eventi, perché è lì che secondo lui si nasconde la verità. Mentre parla di Vecna che “non lascia niente in sospeso”, la sua voce resta stabile, come se stesse semplicemente elencando fatti. Ogni domanda successiva – “perché lasciare in vita i vostri genitori?”, “perché portare Holly nel Sottosopra?” – non è retorica, ma un tentativo sincero di far ragionare il gruppo: Lucas formula interrogativi ai quali nessuno può rispondere, e questo crea un senso di inquietudine controllata.

Quando ammette “non lo so io e non lo sapete voi”, il tono si ammorbidisce: è il momento in cui Lucas si mette al loro livello, senza fare il professore, riconoscendo che sono tutti nel buio. Ma proprio in quella fragilità arriva la scintilla: “ho un fortissimo deja vu”. Qui il discorso si fa personale. Il ricordo di Will, il tempismo, la data: tutto questo lo riporta a un trauma già vissuto, e la sua voce cambia leggermente, si fa più tesa. Non sta facendo supposizioni, sta sentendo qualcosa che conosce profondamente, qualcosa che si ripete. Quando annuncia “È il 3 novembre”, lascia cadere la frase come un dato incontrovertibile. Il countdown che segue è un modo per giustificare la sua paura, ma anche per farla capire agli altri: “mancano 3 giorni” è la frase su cui si appoggia tutto il suo discorso. Dopo aver mostrato le connessioni, Lucas si sposta verso il ruolo che gli viene più naturale: quello del sostegno, dell’amico che rimette insieme la squadra quando rischia di sfaldarsi. Per questo la sua voce cambia verso la fine, diventando più calda e più decisa: “ci siamo ripresi in villa e riusciremo a riportare Holly a casa”. È una frase pensata per far respirare gli altri. La certezza arriva quando nomina Undi: per Lucas, come per tutto il gruppo, Eleven è la bussola morale e la forza che li ha salvati più di una volta. Dire “non è sola… e se c’è qualcuno che può salvarla è Undi” significa trasformare il panico in direzione, dare un punto d’appoggio a chi lo ascolta.

La forza del monologo sta proprio in questo doppio movimento: parte dalla confusione, dagli interrogativi senza risposta, e finisce in un luogo di determinazione e fiducia. Lucas non elimina la paura, ma la incanala in un piano. È un discorso che vive di calma apparente, di logica costruita sotto pressione, e di un’energia finale che si accende proprio perché lui stesso ha bisogno di crederci.

Episodi 3-4 di "Stranger Things 5" (Spoiler)

Vecna prende di mira un altro bambino: Derek. Il piano dei ragazzi è attirare il Demogorgone a casa sua e inserirgli una ricetrasmittente, così da seguire il mostro fino al nascondiglio di Vecna. Intanto Holly, nella falsa realtà costruita da Henry, scopre messaggi misteriosi e si addentra nel bosco, spiata da una creatura. Undi e Hopper combattono contro una squadra dell’esercito nel Sottosopra e distruggono un’arma sonica che stava bloccando i poteri della ragazza, riuscendo poi a riprendere la ricerca della bambina. Will conferma che Vecna sta “raccogliendo” bambini e che il suo legame mentale con la mente alveare non si è mai del tutto spezzato . L’episodio si apre con Derek, ancora sotto shock, che si sveglia nel fienile dove Joyce e gli altri stanno cercando di proteggerlo. La donna tenta di farlo ragionare, ma Derek vuole scappare: Vecna gli ha detto tutt’altro. Proprio allora il Demogorgone irrompe nel fienile. Will, che continua ad avere visioni dal punto di vista della creatura, “vede” tutta la scena attraverso i suoi occhi. Joyce prova a difendere il bambino con un’accetta, ma la svolta arriva quando Steve piomba dentro guidando un’auto e investe il Demogorgone.

L’idea folle è seguirlo nel portale, sfruttando la scia della creatura. La macchina entra nel Sottosopra per un soffio, con a bordo Steve, Dustin, Jonathan e Nancy. Nel Sottosopra, la nebbia è così fitta che a un certo punto perdono di vista il Demogorgone e si schiantano contro un muro viscido, tipico delle superfici organiche create da Vecna. Intanto Will continua a “sentire” il Sottosopra: ha nuove visioni di bambini sedati, collegati a tentacoli come se fossero respiratori viventi. Capisce che Vecna sta seguendo uno schema: vede quattro spirali, un numero che si ripeterà fino ad arrivare a dodici bambini rapiti.

Nel frattempo, Max e Holly danno un nuovo tassello al mistero. Holly, attirata da una lettera scritta da Henry/Vecna, attraversa un passaggio nel muro e viene raggiunta da Max, viva e cosciente dopo la lunga degenza. Max la conduce in un luogo surreale: una casa immersa in una savana luminosa. Spiega alla bambina che ciò che vede non è reale, ma un ricordo composito, la prigione mentale in cui Henry intrappola le sue vittime.

Per recuperare i bambini sequestrati dai militari, Robin propone un piano in stile La Grande Fuga: entrare da un tunnel sotterraneo e liberare i piccoli prigionieri. Ma serve una talpa, qualcuno dall’interno… Derek è l’uomo giusto, ma le cose precipitano e, proprio quella notte… Arriva Vecna.

Credits e dove vederlo

Regista: Matt e Ross Duffer

Sceneggiatura: Matt e Ross Duffer

Produttore: Stephanie Slack Margret H. Huddleston

Cast: Winona Ryder (Joyce Byers) David Harbour (Jim Hopper), Finn Wolfhard( Mike Wheeler), Gaten Matarazzo (Dustin Henderson) Caleb McLaughlin (Lucas Sinclair) Noah Schnapp (Will Byers) Millie Bobby Brown (Undici / Jane Ives)

Dove vederlo: Netflix

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