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~ LA REDAZIONE DI RC
Interpretare il monologo di Callie in The Fosters significa entrare in sintonia con un discorso potente e pieno di sentimento, che sfida idee radicate sull’identità americana e denuncia le ingiustizie del sistema di immigrazione. Questo monologo non è solo un atto di denuncia sociale, ma anche un momento di crescita per Callie, che prende posizione a fianco della sua amica Ximena e di tutti coloro che vivono nell’ombra del sistema.
STAGIONE 5 EP 12
MINUTAGGIO: 30:12-34:14
RUOLO: Callie
ATTRICE: Maia Mitchell
DOVE: Disney+
INGLESE
Hello. Uh, earlier... you said that the DACA repeal would protect communities from criminals. Mm-hmm. So, you're implying that DACA puts our nation at risk of crime? That's not true. You can't get DACA if you have any significant criminal record. Out of 800,000 DACA recipients, less than one percent have lost their permits because of criminal activity. My friend Ximena Sinfuego has been living in a church, because her DACA status is in question. ICE has already detained her parents. Ximena Sinfuego came here when she was two years old! She hasn't even been back to Mexico. Okay, okay. I'm gonna ask you one more time before we have you removed. Do you have a question for me? Yeah, I do. Okay. What is an American? What makes you an American? And me an American? But not Ximena? Who has lived here her entire life, gone to school, graduated, worked, paid taxes, and loves this country just as much as anyone who was born here. This... is an American.
ITALIANO
Lei poco fa ha detto che il blocco dei permessi DACA proteggerà la comunità dai criminali. Quindi i permessi DACA determinano un’incremento della criminalità? Questo non è vero. Il soggetto che ha avuto gravi precedenti penali non ottiene il DACA. Tra le 800.000 persone con permesso regolare, meno dell’1% l’ha perso a seguito di gravi attività penali. La mia amica Ximena Sinfuego ora vive in una chiesa perché il suo DACA non è stato rinnovato. I suoi genitori attualmente sono detenuti. Ximena SInfuego è arrivata in America quando aveva solo due anni, e da allora non è neanche mai tornata in Messico. Che cos’è un Americano? Che cosa fa di lei un’Americana, o di me un’Americana? Ma non di Ximena... Che ha vissuto qui per tutta la vita. E’ andata a scuola, si è diplomata, ha pagato le tasse e amato questo Paese tanto quanto ogni essere umano nato in America. Lei è Americana.
The Fosters è una serie TV americana che ha debuttato nel 2013, creata da Bradley Bredeweg e Peter Paige e prodotta da Jennifer Lopez. Si tratta di un dramma familiare che esplora il concetto di "famiglia scelta" e affronta una varietà di temi complessi, come l'adozione, il sistema di affido, la diversità culturale e sessuale, e le sfide dell’adolescenza.
La serie ruota intorno alla famiglia Foster, composta da Stef Foster, una poliziotta, e Lena Adams Foster, vice preside di una scuola. Stef e Lena sono una coppia omosessuale e, oltre a crescere il figlio biologico di Stef (avuto da una precedente relazione), Brandon, hanno adottato due gemelli, Mariana e Jesus, provenienti dal sistema di affido. La trama prende una svolta significativa quando Lena decide di accogliere temporaneamente Callie e suo fratello Jude, due ragazzi che hanno vissuto tra una casa-famiglia e l'altra, portando la coppia a espandere la loro già variegata famiglia.
Callie e Jude arrivano con un bagaglio emotivo pesante, in particolare Callie, che ha vissuto esperienze traumatiche e sembra essere particolarmente protettiva verso il fratello minore. I due ragazzi trovano stabilità e affetto nella famiglia Foster, ma il passato di Callie e il suo temperamento difficile portano spesso complicazioni nella vita della famiglia. La serie esplora così le dinamiche tra fratelli e il processo di guarigione che Callie e Jude affrontano mentre si sentono per la prima volta accolti.
Questo monologo di Callie in The Fosters è potente e appassionato, soprattutto perché tocca un argomento estremamente delicato e attuale: l'immigrazione, il DACA (Deferred Action for Childhood Arrivals) e l’identità americana. Callie sfida le autorità e chi ascolta, portando alla luce le contraddizioni e le ingiustizie insite in una politica che spesso discrimina chi ha vissuto, lavorato e contribuito alla società americana, ma che non ha il diritto di essere considerato “americano” per il solo fatto di essere nato altrove.
Callie inizia smontando la narrativa pregiudiziale con dati concreti: menziona l’1% di persone che hanno perso il permesso DACA per attività penali, a dimostrare che non esiste alcun legame reale tra i permessi DACA e l’aumento della criminalità. Questo è un approccio strategico da parte del personaggio; Callie fa leva su fatti documentati. Questo mostra la sua intelligenza e la sua voglia di combattere per ciò che ritiene giusto, affidandosi alla logica e ai numeri per colpire chi ascolta.
Il racconto di Ximena è il cuore emotivo del monologo: una storia specifica e personale che Callie utilizza per umanizzare una questione che troppo spesso rimane solo una statistica. Ximena è stata portata negli Stati Uniti da bambina e, pur avendo vissuto tutta la sua vita negli Stati Uniti, rischia la deportazione e vive nel timore della separazione dai suoi cari. Qui Callie tocca il lato più intimo e devastante dell’esperienza dei “Dreamers” (i beneficiari del DACA), sottolineando quanto siano integrate e fondamentali per il tessuto sociale americano.
La domanda “Che cos’è un americano?” è centrale nel discorso di Callie. Questa è la sfida più profonda, perché implica la riflessione su cosa significhi davvero appartenere a un Paese e su chi abbia il diritto di definirsi americano. Callie chiede retoricamente cosa differenzi una persona nata in America da qualcuno come Ximena, che ha amato e servito questo Paese come qualsiasi altro cittadino. Attraverso questo confronto, Callie costringe chi ascolta a riflettere su quanto l'identità possa essere più complessa di un semplice certificato di nascita o di cittadinanza.
Il monologo è una critica diretta al concetto di appartenenza e inclusione negli Stati Uniti, Paese costruito sull’immigrazione ma che continua a escludere alcuni gruppi considerandoli "non americani." Callie dà voce a coloro che non vengono considerati pienamente “americani” solo a causa della loro provenienza, ma che contribuiscono alla società come qualsiasi altro cittadino.
Questo discorso è anche un riflesso della crescita personale di Callie, che, nel corso della serie, diventa una voce per i diritti e per la giustizia sociale. Da giovane problematica e ribelle, si trasforma in una sostenitrice appassionata di chi non ha voce, come Ximena. Il monologo la rappresenta nel suo percorso di responsabilizzazione e impegno sociale, mettendo in luce come abbia trovato uno scopo nella lotta per l'uguaglianza.
Questo monologo permette all’attrice di esplorare un’ampia gamma emotiva, passando dalla precisione di chi argomenta con i fatti all’empatia di chi vive il dolore e la speranza dei sogni infranti. Terminare con la frase “Lei è americana” è l’apice emotivo e la dichiarazione finale di Callie, un’affermazione di verità e giustizia che chiude il discorso con forza.
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