Monologo - Manfredi Anacleti in Suburra

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il film "Suburra", diretto da Stefano Sollima, si distingue nel panorama cinematografico italiano per il suo approccio crudo e realistico alle dinamiche di potere, criminalità e corruzione che avvolgono la città di Roma. Uno dei personaggi più intensi e complessi del film è Manfredi Anacleti, interpretato con maestria da Adamo Dionisi. Manfredi è un personaggio tormentato, la cui vita è stata segnata da tragedie familiari e una lotta incessante per affermare il suo potere nel sottobosco criminale romano.

ER GIOCATTOLO SE PO' ROMPE!

MINUTAGGIO: 1:37:32-1:38:15

RUOLO: Manfredi Anacleti

ATTORE: Adamo Dionisi

DOVE: Netflix



ITALIANO


Aò, Aò! A me devi guardà! Me conosci a me? Eh! Guarda, guardame bene! Me riconosci? Lo sai io chi so? So er fratello de quello che hai fatto ammazzà! Si, so er fratello de Spadino! Brutto ‘nfame! Il fatto è che lui è morto e ‘n ce sta più e te ancora stai qui che respiri! Perciò te mo devi sta a sentì a me. Te sta cazzo de legge la devi bloccà e a quelli che te comandano je devi dì che noi volemo entrà dentro alla giostra al 20%. Al 20%! Fajelo sapè… fajelo sapè, dai retta a me! E pe esse più sicuri, signora bella, lo dico pure a lei, noi se portamo via sto giocattolo… e se viè in mente de chiamà la polizia, er giocattolo se po rompe… se po rompèèèè!

SUBURRA

"Suburra" è un film italiano del 2015 diretto da Stefano Sollima, noto per il suo lavoro in serie televisive acclamate come "Romanzo Criminale" e "Gomorra". Il film è un potente noir che esplora i sotterranei della criminalità e della politica a Roma, mostrando come i due mondi siano intrecciati in una danza pericolosa e corrotta. La pellicola è stata scritta da Sandro Petraglia, Stefano Rulli, Carlo Bonini, e Giancarlo De Cataldo, e si basa sul romanzo "Suburra" di Bonini e De Cataldo. "Suburra" si svolge nell'arco di sette giorni decisivi per alcuni personaggi chiave, culminando in una tempesta che serve come metafora delle tensioni che esplodono nella trama. La storia si incentra su una Roma cupa e violenta, dove un politico corrotto, un membro della malavita, e un giovane ambizioso si trovano coinvolti in un progetto immobiliare che si rivela una partita di potere mortale. Samurai, interpretato magistralmente da Claudio Amendola, è un ex membro di destra dell'organizzazione criminale romana, ora diventato il legame tra la malavita e i politici. Lui cerca di trasformare il litorale di Ostia in un nuovo Las Vegas, ma i suoi piani incontrano ostacoli non solo dalle altre famiglie criminali ma anche da un giovane ambizioso di nome Sebastiano, interpretato da Elio Germano. Il film esplora temi come la corruzione, la perdita di innocenza, e la lotta per il potere. Mostra come le ambizioni possono trasformarsi in avarizia e come le alleanze possono cambiare rapidamente sotto la pressione degli interessi personali e della sopravvivenza. "Suburra" è un'esplorazione cruda e realistica del potere e delle sue conseguenze, dove nessuno esce pulito e le vittorie sono sempre macchiate.

ANALISI MONOLOGO

Questo discorso rivela diversi aspetti sia del personaggio che dell'ambiente narrativo in cui si muove. Manfredi inizia il monologo con un tono aggressivo e diretto, un chiaro indicativo del suo stato emotivo e della sua intenzione di imporre la sua presenza e il suo dolore. "Aò, Aò! A me devi guardà!" è un richiamo ad essere il centro dell'attenzione in quel momento di confronto. La frase "Me conosci a me?" esprime il desiderio di Manfredi di essere riconosciuto come rappresentante di una vendetta familiare. Manfredi svela il suo legame personale con la vittima, suo fratello Spadino. "So er fratello de quello che hai fatto ammazzà!" Qui, la tragedia personale è il motore che spinge il suo desiderio di giustizia o vendetta. Questo legame personale rende il suo dolore e la sua rabbia più palpabili e giustifica il suo comportamento aggressivo e minaccioso. L'aspetto centrale del monologo si rivela quando Manfredi espone la sua richiesta: "Te sta cazzo de legge la devi bloccà e a quelli che te comandano je devi dì che noi volemo entrà dentro alla giostra al 20%." Qui, Manfredi non solo chiede giustizia per la morte di suo fratello ma cerca anche di trasformare il suo dolore in potere, chiedendo una quota del 20% in un affare non specificato, probabilmente legato agli affari illeciti che permeano la trama di "Suburra". La minaccia diventa esplicita verso la fine del monologo: "E se viè in mente de chiamà la polizia, er giocattolo se po rompe… se po rompèèèè!" Manfredi usa il "giocattolo" come metafora di ciò che tiene in mano, un possibile vantaggio o leva che può utilizzare per imporre la sua volontà. Questa minaccia serve a consolidare il suo controllo sulla situazione, mostrando che è disposto a tutto per raggiungere i suoi obiettivi.


Il monologo è intriso di espressioni dialettali romane, che aggiungono autenticità e profondità al personaggio di Manfredi. Questo uso del dialetto rinforza la sua identità romana e la sua appartenenza a un certo strato sociale e culturale all'interno della città. La scelta delle parole e la struttura delle frasi trasmettono un'alta intensità emotiva. Frasi come "Brutto ‘nfame!" e "E pe esse più sicuri, signora bella, lo dico pure a lei" mostrano un mix di aggressività e una strana forma di cortesia forzata, tipica di chi è abituato a negoziare con una minaccia sempre pronta. Il monologo segue una struttura che aumenta in tensione e aggressività, una tecnica che aiuta a costruire il climax della scena. Manfredi parte da una posizione di richiesta di attenzione, passa attraverso la rivelazione e la minaccia, e conclude con una promessa velata di ulteriori conseguenze, mantenendo l'ascoltatore (e lo spettatore) in uno stato di tensione crescente.

Conclusioni

Il monologo di Manfredi Anacleti esprime in maniera vivida il dolore, la rabbia, e la complessità emotiva di un personaggio chiave. Attraverso il linguaggio dialettale, la struttura drammatica, e l'intensità emotiva, Manfredi emerge come una figura tragica, la cui vita è indissolubilmente legata alle dinamiche di potere e corruzione che Sollima intende esplorare.

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