Monologo Femminile - Maria Rambeau in \"Captain Marvel\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Il monologo di Maria Rambeau nel film "Captain Marvel" rappresenta un momento chiave per la comprensione dell’evoluzione emotiva e identitaria di Carol Danvers. Attraverso le parole di Maria, emergono temi profondi legati alla perdita, alla nostalgia, e al confronto con un passato che sembra ormai distante. Questo discorso è una riflessione sul legame tra le due donne, che si trovano a dover affrontare un'esperienza di disorientamento e trasformazione, tanto personale quanto relazionale.

TU ERI QUESTO...

MINUTAGGIO: 58:58-1:01:06
RUOLO: Maria Rambeau

ATTRICE: Lashana Lynch
DOVE: Disney +



INGLESE


You woke me up banging on my door at dawn. Your usual move. Back then, we had to get up so early. The Air Force still wasn't letting women fly combat... so testing Lawson's planes was our only shot at doing something that mattered. You wanted to race to base in your old Mustang... and I wasn't about to argue, 'cause I knew my Camaro would dominate. But you cheated, took a shortcut. Since when is a shortcut cheating? Since it violates the predetermined rules of engagement. When I got to the hangar, Lawson was agitated. She said she had lives to save. She was trying to take the Asis up herself, but you said that... If there were lives at stake, I would fly the plane. Yeah. Yep. Big hero moment. The kind of moment we'd both been waiting for. The doc was always unique. That's why we liked her. But now you're saying she's from another planet. Oh, what's hard is losing my best friend... in a mission so secret they act like it never even happened. Hard is knowing you were out there somewhere too damn stubborn to die. And now you come up in here after six years... with your supercharged fire hands... and you expect me to call you... I don't even know what. Vers? Is that really who you are now?



ITALIANO


Sei venuta a svegliarmi bussando all’alba alla mia porta, come facevi sempre. Allora dovevamo svegliarci prestissimo. L’aeronautica non permetteva alle donne di partire in missione, perciò collaudare gli aerei della Lawson era la sola cosa da fare importante. Tu volevi fare le corse fino alla base nella tua vecchia Mustang, e io non ho discusso, perché sapevo che la mia Kamaru avrebbe dominato, ma hai imbrogliato, con una scorciatoia. Quando sono arrivata all'hangar la Lawson era agitata. Disse che aveva vite da salvare, aveva intenzione di pilotare lei l’Asis, ma tu hai detto che se ci fossero state vite a rischio, l’aereo lo avresti pilotato tu. Si, il gran momento da eroe. Quello che stavamo aspettando tutte e due prima. La dottoressa era una persona speciale, per questo ci piaceva. Ma ora tu dici che proviene da un altro pianeta. La cosa difficile è perdere la tua migliore amica in una missione segreta che per tutti non è mai esistita. Difficile è sapere che eri lì da qualche parte troppo testarda per morire. E ora ti presenti qui dopo sei anni con quelle mani sputafuoco e ti aspetti che io ti chiami, non so come, Vers? Tu sei veramente questa adesso?

CAPTAIN MARVEL

"Captain Marvel" è un film del 2019, prodotto dai Marvel Studios e diretto da Anna Boden e Ryan Fleck. È il ventunesimo film del Marvel Cinematic Universe (MCU) e ha come protagonista Brie Larson nel ruolo di Carol Danvers, alias Captain Marvel. Si tratta del primo film della Marvel con una protagonista femminile.


La storia è ambientata nel 1995 e inizia con Vers, un membro dell'élite militare degli Starforce, una squadra di guerrieri Kree. I Kree sono una razza aliena in guerra contro i Skrull, una specie mutaforma. Vers soffre di amnesia e ha frequenti flashback di una vita che non ricorda, vissuta sulla Terra. Viene addestrata da Yon-Rogg (interpretato da Jude Law), il comandante degli Starforce, a controllare i suoi poteri che derivano da una misteriosa energia. Vers e la sua squadra vengono inviati in missione per salvare un compagno catturato dai Skrull, ma la missione fallisce e Vers viene catturata dai nemici. Durante il confronto con Talos, il leader degli Skrull, questi esplora la mente di Vers per cercare informazioni vitali. È in questo momento che emergono più dettagli sul suo passato terrestre.


Vers riesce a fuggire e finisce sulla Terra, precisamente a Los Angeles. È qui che incontra Nick Fury (Samuel L. Jackson), un giovane agente dello S.H.I.E.L.D.. Insieme iniziano a indagare sui flashback di Vers, che rivelano che in passato era la pilota di jet militari statunitense Carol Danvers. Carol aveva partecipato a un esperimento segreto sotto la guida della dottoressa Wendy Lawson, in realtà un Kree di nome Mar-Vell (Annette Bening), per creare un motore a velocità della luce.

Scoprendo di essere stata rapita dai Kree e che i suoi poteri derivano dall'esplosione del motore a velocità della luce, Danvers comprende la manipolazione che ha subito da parte di Yon-Rogg e dei Kree. In effetti, gli Skrull non sono i veri cattivi, ma una razza in fuga dai Kree, e Talos cerca semplicemente un modo per salvare la sua gente.


Nel finale del film, Carol decide di abbracciare la sua vera identità come Captain Marvel e sconfigge i Kree, liberandosi della manipolazione che ha subito. Combatte Yon-Rogg e i suoi soldati e aiuta gli Skrull a fuggire. Alla fine, parte per lo spazio per aiutare Talos a trovare una nuova casa per la sua gente.

ANALISI MONOLOGO

Il monologo dell'amica di Vers, Maria Rambeau, rappresenta una scena di riconciliazione e di riflessione profonda sul passato condiviso tra lei e Carol Danvers (Vers). Maria Rambeau esprime confusione, dolore e una sorta di incredulità nel trovarsi di fronte a una persona che per anni ha creduto morta, ma che ora si ripresenta come una figura cambiata e quasi irriconoscibile. Il monologo è carico di emozioni contrastanti:

Dolore per la perdita della sua migliore amica, con cui aveva condiviso sogni e aspirazioni.


Sorpresa e spaesamento di fronte alla "nuova" Carol, una donna che sembra distante dalla persona che conosceva. Risentimento velato, perché Carol è sparita improvvisamente per sei anni e ora torna come un'estranea.

Maria inizia ricordando i tempi in cui lei e Carol, entrambe donne pilota, affrontavano un mondo che non offriva loro le stesse opportunità che dava agli uomini. Questo passaggio del monologo rivela: Il loro legame di sorellanza e di solidarietà, una profonda amicizia costruita in un ambiente dominato dagli uomini, dove le donne dovevano dimostrare il loro valore in contesti limitati, come i test aerei la loro passione per il volo e il senso di avventura che le univa. Il riferimento alle gare tra la Mustang di Carol e la Camaro di Maria è una piccola finestra sul loro legame giocoso e competitivo, l’'ammirazione comune per la dottoressa Wendy Lawson (Mar-Vell), vista come una figura rivoluzionaria e fonte di ispirazione. Lawson rappresentava un'opportunità per fare qualcosa di grande nonostante i limiti imposti dall'Air Force.


Maria tocca un aspetto fondamentale: la scomparsa improvvisa di Carol. Descrive l'episodio come un mistero, una "missione segreta che per tutti non è mai esistita". Questa frase sottolinea la sensazione di perdita e di impotenza, di fronte a una situazione inspiegabile e non riconosciuta ufficialmente. Maria ha dovuto elaborare da sola il lutto per una persona che non ha mai avuto un funerale o una spiegazione.


Maria menziona quanto sia stato difficile accettare che Carol fosse da qualche parte, troppo testarda per morire. Questo rivela la fede di Maria nella resilienza e nel coraggio dell'amica, ma anche il dolore dell'incertezza. Dopo sei anni, Maria si trova di fronte a una donna cambiata anche interiormente. Vers appare come una persona diversa e aliena. Maria fatica a riconoscere Carol nella figura di "Vers". Il monologo culmina con la domanda finale: "Tu sei veramente questa adesso?", che racchiude la questione centrale del film: chi è Carol Danvers? È solo una guerriera Kree o ancora la persona che Maria conosceva? Questo confronto tocca il tema dell'identità:

CONCLUSIONE

Il monologo di Maria Rambeau sfida Carol a confrontarsi con la sua identità e con il suo passato, obbligandola a riflettere su chi fosse prima di diventare "Vers". È un momento di riconciliazione con la sua umanità, un richiamo a ciò che aveva perso e a chi era veramente. Attraverso il dolore, la sorpresa e il risentimento, Maria riesce a far emergere la questione centrale della storia di Carol: la ricerca di sé stessa, un viaggio che passa inevitabilmente attraverso la riscoperta dei suoi legami più profondi.

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