Monologo - Marie in \"La Palma\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo di Marie in La Palma è uno dei momenti più intensi e significativi della serie. Attraverso un ricordo doloroso legato allo tsunami del 2004, il personaggio esprime un’urgenza emotiva e morale che non solo definisce la sua motivazione, ma affronta temi universali come la vulnerabilità umana di fronte alla natura e la responsabilità delle istituzioni.

Come uno tsunami

STAGIONE 1 EP 2

MINUTAGGIO: 3:14-4:25

RUOLO: Marie

ATTRICE: Thea Sofie Loch Næss
DOVE: Netflix



ITALIANO


Nel 2004 io avevo… io avevo appena 10 anni e stavo trascorrendo il Natale in Thailandia, con la mia famiglia. Ecco… mia madre e mio padre hanno messo me e mio fratello più piccolo su un tetto precario,e loro hanno cercato di tenersi. Ma quell’acqua marrone e sporca era così potente che li ha… spazzati via. Proprio sotto ai nostri occhi. Quello tsunami ha distrutto le nostre vite. Non diedero allarmi. L’onda ci colpì e basta. Se ci avessero avvisato, se i miei lo avessero saputo, sarebbero ancora vivi. Ogni ora è importante. Perciò tu devi informare le persone e lasciar decidere a loro quello che vogliono fare. Ti prego.

La Palma

"La Palma" è una miniserie norvegese disponibile su Netflix dal 12 dicembre 2024. Composta da quattro episodi, la serie combina elementi di dramma e thriller catastrofico, focalizzandosi su una famiglia norvegese in vacanza sull'isola di La Palma, nelle Canarie, e su un gruppo di geologi che scoprono segnali di un'imminente eruzione vulcanica.


La storia segue Fredrik (Anders Baasmo), sua moglie Jennifer (Ingrid Bolsø Berdal) e i loro figli, Sara (Alma Günther) e Tobias (Bernard Storm Lager), durante le vacanze natalizie a La Palma. La loro vacanza prende una piega drammatica quando una giovane geologa, Marie Ekdal (Thea Sofie Loch Næss), insieme al collega Haukur (Ólafur Darri Ólafsson), scopre segnali allarmanti di un'imminente eruzione del vulcano Cumbre Vieja.


Questa eruzione potrebbe causare il distacco di una massa di terra nell'oceano, generando uno tsunami di proporzioni catastrofiche. Mentre i geologi cercano di convincere le autorità della gravità della situazione, la famiglia norvegese deve affrontare non solo la minaccia naturale, ma anche le dinamiche interne e le tensioni personali che emergono in momenti di crisi. La serie esplora temi come la sopravvivenza, la resilienza e la fragilità dei rapporti umani di fronte a disastri naturali.

Analisi Monologo

Il monologo di Marie in La Palma è un momento chiave della serie, sia a livello narrativo che tematico. In pochi minuti, questo discorso ci fornisce un contesto fondamentale per il personaggio e un forte impulso emotivo che giustifica le sue azioni.


Marie, una giovane geologa, si trova a fronteggiare un momento critico: ha scoperto l’imminente rischio di un'eruzione vulcanica e del possibile tsunami che potrebbe scaturirne. Si scontra con le istituzioni che esitano a lanciare un allarme ufficiale, probabilmente per paura di creare panico e danneggiare il turismo. Il suo monologo diventa un grido di disperazione, un tentativo di far capire quanto sia vitale agire tempestivamente.


La forza del monologo deriva dalla sua immediatezza e dal linguaggio semplice ma carico di emozioni. "Nel 2004 io avevo… io avevo appena 10 anni e stavo trascorrendo il Natale in Thailandia, con la mia famiglia."
Marie inizia rivelando un evento traumatico del passato: lo tsunami del 2004 nell’Oceano Indiano, una tragedia reale che ha ucciso oltre 230.000 persone. La pausa iniziale ("io avevo… io avevo") suggerisce esitazione, un segno di quanto la memoria sia dolorosa.

"mia madre e mio padre hanno messo me e mio fratello più piccolo su un tetto precario, e loro hanno cercato di tenersi." Il dettaglio del tetto precario e il tentativo disperato dei genitori di salvare i figli rende la scena immediata, quasi visiva. Lo spettatore riesce a immaginare il momento, percependo la precarietà e la disperazione. "Ma quell’acqua marrone e sporca era così potente che li ha… spazzati via. Proprio sotto ai nostri occhi."
Qui, l’uso delle parole “marrone e sporca” enfatizza la brutalità della natura, che non è solo letale ma anche contaminata, caotica. L'immagine dei genitori "spazzati via" davanti ai bambini è un pugno emotivo che rafforza il senso di impotenza e colpa.

"Quello tsunami ha distrutto le nostre vite. Non diedero allarmi. L’onda ci colpì e basta."
Qui emerge la denuncia contro l’inazione delle autorità. La frase è breve e diretta, quasi come un’accusa. L’utilizzo di “non diedero allarmi” esprime rabbia, mentre “l’onda ci colpì e basta” riflette la brutalità con cui il disastro arriva, senza preavviso.

"Se ci avessero avvisato, se i miei lo avessero saputo, sarebbero ancora vivi."
Marie non parla più solo per sé: rappresenta tutte le vittime di catastrofi non annunciate. Questo ragionamento è il motore della sua missione. "Ogni ora è importante. Perciò tu devi informare le persone e lasciar decidere a loro quello che vogliono fare. Ti prego."
La frase finale, con la supplica “Ti prego”, rompe qualsiasi barriera razionale. Marie non cerca più di convincere con argomenti scientifici: si affida alla propria esperienza umana per ottenere ascolto.

CONCLUSIONE

Il monologo di Marie è il motore che spinge la trama verso il suo climax. La potenza delle sue parole risiede nella capacità di trasformare un dolore personale in una missione collettiva, sfidando l’indifferenza e la paura del cambiamento. In pochi minuti, questo discorso riesce a toccare corde profonde nello spettatore, offrendo un momento di riflessione sulla fragilità della vita e sull'importanza di agire di fronte a un pericolo imminente. Marie pretende che si agisca, perché ogni ora – come ricorda lei stessa – è fondamentale.

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