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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Alessio in Ma chi ti conosce? è un momento di grande intensità emotiva che svela il lato più vulnerabile e umano del personaggio. Attraverso un semplice messaggio vocale, Alessio si apre completamente, permettendo al pubblico di entrare nella sua intimità. È un esempio di scrittura cinematografica che punta sull’autenticità e sulla semplicità per creare una connessione profonda con lo spettatore.
MINUTAGGIO: 1:30:40-1:41:230
RUOLO: Alessio
ATTORE: Antonio Folletto
DOVE: Netflix
ITALIANO
(Messaggio vocale) Ma è vero che non ti sposi più? No aspetta. (Nuovo messaggio vocale) Ciao Silvia, ti mando questo messaggio vocale perché ho saputo che tu e Roberto… aaaah, no… pensavo che finita la maledizione tornasse tutto come prima, e invece mi sbagliavo, perché da una cosa del genere forse non si torna più indietro. Sai che è che… ormai ci ero abituato. Prima sapevo sempre che stavi facendo. Se eri triste, se… se eri arrabbiata… e invece adesse passo le ore a chiedermi come stai, che fai. Come te senti. Ho sempre paura che hai fame e nessuno lo sa, perché te non lo dici mai. Insomma… che… che te devo dì. Ti penso e… spero che tu stia bene.
"Ma chi ti conosce?" è una commedia romantica italiana che mescola leggerezza e mistero, giocando con il tema del destino e della reincarnazione per raccontare una storia d’amore fuori dagli schemi. La trama ruota attorno a Silvia, una talentuosa violinista che sogna di diventare primo violino in un’orchestra prestigiosa, e Alessio, un muratore romano che ha lasciato la Capitale per cercare nuove opportunità in una città del Nord Italia. I due provengono da mondi apparentemente opposti: Silvia è precisa, perfezionista e profondamente legata alla disciplina musicale, mentre Alessio è spontaneo, verace e guidato da un senso pratico che lo porta a vivere la vita giorno per giorno.
Il loro incontro avviene in modo casuale ma significativo, durante un episodio che sembra avere poco di romantico: Alessio viene incaricato di effettuare dei lavori di ristrutturazione nella sala prove di Silvia. Da subito, le loro differenze caratteriali creano situazioni comiche e tensioni, con dialoghi vivaci che riflettono le loro personalità agli antipodi. Entrambi iniziano a percepire una forza inspiegabile che li avvicina, come se un legame invisibile li spingesse a trascorrere sempre più tempo insieme.
Man mano che la loro relazione si sviluppa, eventi misteriosi iniziano ad accadere. Silvia si accorge di sognare momenti che non ha mai vissuto, in epoche storiche diverse, mentre Alessio trova un antico medaglione tra le macerie di un edificio che sembra essere legato a lei. Questi dettagli li conducono a scoprire che la loro attrazione non è casuale: sono intrappolati in un ciclo di vite passate in cui si sono sempre incontrati e innamorati. Ogni volta, però, la loro storia è finita tragicamente, costringendoli a ricominciare in un'altra epoca. Decisi a rompere il ciclo, Silvia e Alessio si lanciano in una ricerca tra archivi storici, antichi manoscritti e leggende locali per capire come spezzare l'incantesimo che li lega. Nel farlo, scoprono di essere non solo protagonisti della loro storia d'amore, ma anche custodi di una melodia incompiuta composta da Silvia in una vita precedente, che potrebbe essere la chiave per liberarsi dalla loro maledizione.
Questo monologo di Alessio nel film Ma chi ti conosce? è una piccola gemma di introspezione, malinconia e vulnerabilità. Alessio si esprime attraverso messaggi vocali, uno strumento intimo e diretto che amplifica la sensazione di improvvisazione e sincerità. L'alternanza tra tentativi maldestri e la decisione di inviare comunque il messaggio riflette il suo stato d'animo confuso: sta lottando contro il desiderio di comunicare e la paura di esporsi troppo. La frammentazione del monologo (esitazioni, ripetizioni, autocorrezioni) è un tratto realistico che dà autenticità alla scena. Frasi come "No aspetta" o "aaaah, no…" mostrano una mente sopraffatta dall'emozione, quasi incapace di organizzare i pensieri.
Il cuore del monologo è la nostalgia: il bisogno di sapere come sta Silvia, l'abitudine ormai radicata di preoccuparsi per lei. Il dettaglio di "paura che hai fame e nessuno lo sa, perché te non lo dici mai" è una piccola perla che rivela il legame profondo che Alessio aveva con Silvia. È un gesto d'amore quasi genitoriale, un desiderio di protezione che va oltre il romanticismo. La frase "pensavo che finita la maledizione tornasse tutto come prima" inserisce un livello di simbolismo nella scena. Alessio si riferisce anche alla condizione del loro rapporto: non basta spezzare un incantesimo per guarire le ferite umane. Questo sottolinea il tema centrale del film, ovvero che l’amore e le relazioni non possono essere governate da forze magiche o predestinate.
Il monologo si chiude con una frase semplice e universale: "Ti penso e… spero che tu stia bene." È una dichiarazione che lascia trasparire la consapevolezza di Alessio: sa che non può fare molto per Silvia, ma non riesce a smettere di preoccuparsi per lei. Questo senso di impotenza è ciò che rende il monologo toccante.
Questo monologo riguarda il tema più ampio del film: l’impossibilità di tornare indietro dopo una rottura, anche quando le cause sembrano risolte. La sua sincerità e vulnerabilità lasciano un segno indelebile nello spettatore, che si ritrova a riflettere sulla forza dei legami e sulla difficoltà di lasciar andare.
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