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~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo è pronunciato da Roark Junior, interpretato da Nick Stahl, in Sin City (2005). Si tratta di un momento chiave nel segmento "Quel bastardo giallo", in cui il personaggio rivela tutta la sua natura perversa e il suo senso di onnipotenza derivato dal potere del padre. Roark Junior è il figlio del potente senatore Roark e il principale antagonista della storia di Hartigan. La sua ossessione per Nancy Callahan e il suo senso di impunità lo rendono uno dei personaggi più disturbanti del film. Il monologo arriva nel momento in cui Hartigan è in trappola e scopre la verità: il suo sacrificio è stato vano, Junior è tornato a tormentare Nancy. La scena è un climax di tensione: il personaggio, ormai trasformato in una creatura grottesca di colore giallo a causa di un trattamento sperimentale, sfoga la sua frustrazione, il suo odio e la sua perversione in un monologo carico di disgusto e sadismo.
RUOLO: Nick Stahl
ATTORE: Roak Junior
DOVE: Amazon Prime Video
ITALIANO
Clark, sono io. Ho qui un cadavere da venire a prendere. E devi organizzarmi un festino. La ragazza ce l'ho già, cretino. Che sia tutto perfetto o lo dico a papà. Che sia tutto pronto, tutto perfetto! Posso fare tutto quello che mi va, come mi pare, quando mi pare! Ah mio padre... Lo amerei se non lo odiassi! Ha speso una fortuna per pagare gli specialisti incaricati di ridarmi l'attrezzatura che mi avevi estirpato tra le cosce. Perché il vecchiaccio potesse coltivare qualche speranza di avere un nipotino! Va detto che come vedi c'è qualche... effetto collaterale. Non mi lamento però! Senza te tra i piedi ho passato degli anni da favola! E ora mi hai guidato dalla tua cara Cordelia... Ci chiedevamo chi ti scrivesse quelle lettere... non lasciava tracce! Ragazza sveglia! E molto carina... molto carina... Certo è un po' vecchiotta per i miei gusti però ci passerò sopra questa volta... Urlerà! Ci passerò la notte a lavorarmi la cara vecchia Nancy! E tu creperai sapendo che è stata tutta colpa tua! Hanno urlato tutte, Harigan! Dozzine, credimi! Almeno cento! Otto anni ho avuto e le ho fatto urlare tutte! E se ora fossimo in un posto disabitato te lo mostrerei come faccio urlare la cara vecchia Nancy qui! Sarà un grande spettacolo…
"Sin City" (2005), diretto da Robert Rodriguez e Frank Miller (con la collaborazione speciale di Quentin Tarantino), è un adattamento dell'omonima graphic novel di Miller. Il film è strutturato in episodi, raccontando diverse storie ambientate nella città marcia e violenta di Basin City. Lo stile visivo, fortemente ispirato al fumetto, utilizza un bianco e nero netto con sporadici tocchi di colore per enfatizzare dettagli significativi.
"Il Duro Addio" (The Hard Goodbye)
Marv (Mickey Rourke), un brutale ma leale criminale, trascorre una notte con la bellissima Goldie (Jaime King), ma al risveglio la trova morta. Qualcuno l'ha uccisa e vuole incastrarlo. Ossessionato dal desiderio di vendetta, Marv segue una scia di sangue che lo porta fino a Kevin (Elijah Wood), un assassino cannibale protetto dal potente cardinale Roark (Rutger Hauer).
"Un’abbuffata di morte" (The Big Fat Kill)
Dwight (Clive Owen) cerca di proteggere le prostitute della Città Vecchia dopo che Jackie Boy (Benicio del Toro), un violento poliziotto corrotto, minaccia di destabilizzare l’equilibrio di potere. Quando Jackie Boy viene ucciso, Dwight e le ragazze devono evitare che il suo corpo venga scoperto dalla polizia, altrimenti la guerra con le autorità sarà inevitabile.
"Quel bastardo giallo" (That Yellow Bastard)
Hartigan (Bruce Willis), un poliziotto anziano e onesto, salva la giovane Nancy Callahan (Makenzie Vega da bambina, Jessica Alba da adulta) dalle grinfie di Roark Junior (Nick Stahl), un sadico stupratore con potenti legami politici. Dopo essere stato tradito e rinchiuso in prigione per anni, Hartigan esce solo per scoprire che Junior, trasformato in un mostruoso uomo giallo a causa di un trattamento sperimentale, sta cercando vendetta su Nancy.
Il film è costruito come un mosaico di storie che si intrecciano, con personaggi che appaiono in più segmenti. La narrazione è ricca di voice-over tipici del noir e di dialoghi duri, mentre la violenza è stilizzata e coreografata come fosse una tavola di fumetto in movimento. "Sin City" è un esempio di cinema che porta il linguaggio del fumetto sullo schermo con un'estetica e un ritmo narrativo unici, rendendo l'opera di Frank Miller perfettamente riconoscibile anche nel passaggio al grande schermo.
Il discorso è un’esplosione di arroganza e rabbia repressa, con un tono che alterna euforia, minaccia e derisione.
"Clark, sono io. Ho qui un cadavere da venire a prendere. E devi organizzarmi un festino." Il monologo inizia con un ordine secco, tipico di qualcuno abituato a ottenere tutto senza obiezioni. Roark Junior non chiede, pretende. "Che sia tutto perfetto o lo dico a papà." Il riferimento al padre è centrale. Il potere del senatore Roark è ciò che lo protegge, lo giustifica e lo rende intoccabile. L'intera identità di Junior è costruita attorno all'impunità garantitagli dalla sua discendenza. "Ha speso una fortuna per pagare gli specialisti incaricati di ridarmi l'attrezzatura che mi avevi estirpato tra le cosce." Qui emerge il rancore personale contro Hartigan. La sua mutilazione è una ferita narcisistica insopportabile, e il fatto che il padre abbia tentato di "restaurarlo" per garantire una discendenza evidenzia l'unico valore che ha per la sua famiglia: quello di proseguire il lignaggio. "Va detto che come vedi c'è qualche... effetto collaterale." Con un'ironia disturbante, Junior fa riferimento alla sua mostruosa trasformazione. Il colore giallo e l'aspetto grottesco sono il prezzo pagato per la sua "rinascita", ma lui stesso sembra accettarlo con compiacimento, come se fosse un marchio della sua "evoluzione".
"Urlerà! Ci passerò la notte a lavorarmi la cara vecchia Nancy!" Qui il monologo raggiunge il suo apice di orrore. La sua soddisfazione deriva dall'infliggere dolore e, soprattutto, dal rendere Hartigan consapevole della propria impotenza. "Hanno urlato tutte, Hartigan! Dozzine, credimi! Almeno cento! Otto anni ho avuto e le ho fatto urlare tutte!" Questo passaggio è fondamentale per comprendere la totale depravazione del personaggio. Mentre Hartigan ha vissuto otto anni in prigione pensando di aver salvato Nancy, Junior ha passato lo stesso periodo continuando a torturare vittime. L'orrore della rivelazione è devastante: il suo sacrificio è stato inutile. "Sarà un grande spettacolo…"
La chiusura del monologo è una provocazione finale. Junior, vuole che Hartigan sappia della sua sconfitta e soffra fino all’ultimo secondo.
Il monologo di Roark Junior è la perfetta rappresentazione del suo personaggio: un uomo corrotto dal potere, sadico e privo di qualsiasi limite morale. La sua arroganza deriva dal senso di impunità, e il suo rancore verso Hartigan è personale e politico al tempo stesso. La scena sottolinea anche il tema più cupo della storia: la giustizia non sempre vince, e il male può prosperare indisturbato quando è protetto dal potere.
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