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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Robbie Williams che abbiamo analizzato rappresenta un momento di disarmante sincerità, in cui il cantante si confronta con il lato oscuro del successo e della fama. Attraverso parole dirette e spietate, Robbie ci trascina nel suo mondo interiore, dove il peso dell’aspettativa e l’auto-svalutazione coesistono con la patina scintillante della celebrità.
MINUTAGGIO: Circa Metà film
RUOLO: Robbie
ATTORE: Jonno Davies
DOVE: Al cinema!
ITALIANO
Mi sento un po' stupido in effetti, sono solo uno che ha avuto tutto quello che voleva. E' molto imbarazzante a dire il vero, mi hanno insegnato che il successo risolve ogni cosa, ma la fama non ha nulla a che fare con me. Più che altro realizzi le fantasie di tutti gli altri. Il sesso, l'alcool e fai il coglione in tv... e la gente ti acclama per questo. Il successo è bello solo in foto. Dicono che la vita si congeli all'età in cui diventi famoso. Perciò io ho 15 anni. Sono bloccato. Non mi sono evoluto. Per questo mi dico sempre: uh non fa niente, tanto sono un coglione, va bene così. Me lo dico prima che me lo diciate voi. Per questo mi odio tantissimo.
"Better Man" è un film biografico-musicale del 2024 che racconta la vita della pop star britannica Robbie Williams. Diretto da Michael Gracey, noto per "The Greatest Showman", il film offre una narrazione unica in cui Williams è rappresentato come uno scimpanzé realizzato in CGI, una scelta che riflette la sua percezione di sé come "meno evoluto" rispetto agli altri. La trama segue il percorso di Williams dall'infanzia, passando per il suo ruolo come membro più giovane della boy band Take That, fino alla sua carriera solista di grande successo. Il film esplora anche le sfide personali affrontate dall'artista, tra cui le lotte con la dipendenza e la depressione, offrendo uno sguardo approfondito sulle complessità della fama e del successo nel mondo della musica degli anni '90 e 2000. Il cast include Jonno Davies, che presta la voce al giovane Robbie Williams, Steve Pemberton nel ruolo di Peter, Alison Steadman come Betty, Damon Herriman nei panni di Nigel Martin-Smith e Raechelle Banno nel ruolo di Nicole Appleton. Robbie Williams stesso partecipa al film, doppiando la versione scimmiesca del suo personaggio.
Questo monologo di Robbie è una riflessione intensa sulla disillusione del successo e la lotta con l’identità personale. Ha una struttura semplice ma emotivamente carica, ed è come se ogni frase scavasse sempre più in profondità nel vuoto esistenziale che Robbie percepisce nonostante la fama.
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"Mi sento un po' stupido in effetti, sono solo uno che ha avuto tutto quello che voleva. È molto imbarazzante a dire il vero, mi hanno insegnato che il successo risolve ogni cosa, ma la fama non ha nulla a che fare con me."
La prima parte del monologo introduce il conflitto principale: il divario tra ciò che il mondo gli ha insegnato (il successo è l'apice della felicità) e la realtà della sua esperienza. Robbie mette a nudo la sua vulnerabilità dichiarandosi "stupido", un termine che sminuisce deliberatamente la sua posizione privilegiata. È un incipit che attira l’attenzione, soprattutto per l’onestà disarmante. La fama, dice, non è mai stata qualcosa che sentiva appartenere alla sua vera essenza.
"Più che altro realizzi le fantasie di tutti gli altri. Il sesso, l'alcool e fai il coglione in tv... e la gente ti acclama per questo."
Questa parte evidenzia il cinismo con cui Robbie vede il mondo dello spettacolo. Qui emerge un tema cruciale: la separazione tra l’immagine pubblica e l’identità privata. L’industria dello spettacolo, secondo lui, è una macchina che alimenta desideri superficiali – il sesso, l’alcol, il caos – mentre lascia l’individuo svuotato e alienato. Essere acclamat* non corrisponde a sentirsi compresi, e Robbie sembra suggerire che il pubblico acclama un’illusione, non la persona reale.
"Il successo è bello solo in foto." Questa frase sintetizza magistralmente il contrasto tra apparenza e realtà. La metafora della "foto" richiama l'immagine perfetta e patinata che la fama proietta. Ma una foto non è mai una rappresentazione completa: è immobile, fissa, priva di complessità. Il successo sembra essere, per Robbie, una bugia confezionata in modo accattivante. "Dicono che la vita si congeli all'età in cui diventi famoso. Perciò io ho 15 anni. Sono bloccato. Non mi sono evoluto."
Qui il monologo si fa più personale e toccante. La frase riflette una teoria psicologica spesso associata alle celebrità: la fama, specie se precoce, può interrompere lo sviluppo personale. Robbie ammette di sentirsi bloccato, prigioniero di un’identità adolescenziale che non gli permette di crescere emotivamente. È una confessione che trasmette una sensazione di impotenza e solitudine. "Per questo mi dico sempre: uh non fa niente, tanto sono un coglione, va bene così. Me lo dico prima che me lo diciate voi."
Questa frase rivela un meccanismo di difesa. Robbie si denigra volontariamente per evitare che lo facciano gli altri. C’è un’ironia amara in questa auto-accusa: è come se cercasse di riprendere il controllo sulla narrativa della sua vita ridicolizzandosi prima che qualcun altro lo faccia. È un chiaro esempio di come l’insicurezza e il bisogno di proteggersi possano portare a una forma di auto-sabotaggio.
"Per questo mi odio tantissimo."
La chiusura è brutale e diretta. È il culmine emotivo del monologo, il momento in cui Robbie abbandona ogni filtro e ammette la sua autolesionistica percezione di sé. Questo odio non è generato dal mondo esterno, ma da una battaglia interna irrisolta: il conflitto tra ciò che è diventato e ciò che avrebbe potuto essere.
Il monologo di Robbie è un’esplorazione dei compromessi e dei vuoti che la fama può generare. La sua onestà brutale lo trasforma in una riflessione universale sull’identità, il fallimento percepito e il bisogno di accettazione. Come spettatori, veniamo colpiti da una verità tanto scomoda quanto affascinante: anche chi sembra avere tutto può sentirsi perduto. E in questa dichiarazione di vulnerabilità, Robbie ci ricorda che dietro ogni immagine pubblica c’è una complessità che merita di essere compresa.
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