Monologo Maschile - ciao malati in \"Doctor House\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo di Gregory House arriva nelle prime battute della serie e rappresenta un’introduzione perfetta al personaggio. House si presenta direttamente ai pazienti e ai loro familiari con il suo solito sarcasmo, svelando fin da subito il suo carattere cinico, diretto e provocatorio. È un discorso che stabilisce il tono della serie: un medical drama atipico, in cui il protagonista è un medico geniale ma profondamente insofferente alle regole e ai rapporti umani.

Ciao, malati!

STAGIONE 1 EP 3

RUOLO: Gregory House
ATTORE:
Hugh Laurie
DOVE:
Amazon Prime Video



INGLESE


Hello, sick people and their loved ones! In the interest of saving time and avoiding a lot of boring chit-chat later, I’m Dr. Gregory House. You can call me Gregg. I’m one of three doctors staffing this clinic this morning. Cuddy: Short, sweet. Grab a file. House: This ray of sunshine is Dr. Lisa Cuddy. Dr. Cuddy runs this whole hospital so, unfortunately, she’s much too busy to deal with you. I am a bored [looks at Cuddy] certified diagnostician with a double specialty of infectious disease and nephrology. I’m also the only doctor currently employed at this clinic who is here against his will. That is true, isn’t it? But not to worry, because for most of you this job could be done by a monkey with a bottle of Motrin. Speaking of which, if you’re particularly annoying, you may see me reach for this. This is Vicodin. It’s mine. You can’t have any. And no, I do not have a pain management problem, I have a pain problem. But who knows? Maybe I’m wrong. Maybe I’m too stoned to tell. So, who wants me? And who would rather wait for one of the other two doctors? Okay, well, I’ll be in Exam Room 1 if you change your mind.



ITALIANO


Buon giorno malati... e buon giorno anche ai loro cari. Tanto per non perdere tempo con inutili ciance io sono il Dottor Gregory House, potete chiamarmi Greg. Sono uno dei tre medici di servizio in clinica stamattina. Io sono un abilitato: un diagnosta cronicamente annoiato con duplice specializzazione in malattie infettive e nefrologia, nonché l'unico medico che lavora qui contro la sua volontà. È così, no? Ma niente paura! Per molti di voi per fare il mio lavoro basterebbe una scimmia con una scatola d'aspirina. Ah... a proposito... se siete particolarmente seccanti mi vedrete prendere questo: è Vicodin. È mio non potete averlo... oh no... non ho il problema del controllo del dolore è proprio il dolore il mio problema. Ma chi lo sa, magari mi sbaglio... forse sono troppo impasticcato. Allora chi sceglie me? E... chi preferisce aspettare uno degli altri due? Ok, va bene, io sono alla uno se cambiate idea.

Doctor House

Ogni episodio segue un formato abbastanza fisso: un paziente arriva con sintomi inspiegabili e House, insieme al suo team, cerca di capire la diagnosi corretta attraverso tentativi, ipotesi sbagliate e intuizioni brillanti. In parallelo, vengono esplorati i rapporti tra i personaggi, in particolare il conflitto tra House e il suo superiore, la dottoressa Lisa Cuddy, e l’amicizia (o tolleranza reciproca) con l’oncologo James Wilson.



I Temi Ricorrenti


La natura della verità: House ripete spesso il suo motto "Tutti mentono", convinto che per trovare la verità medica sia necessario scavare oltre le parole dei pazienti.

La solitudine e il genio: House è brillante, ma il suo comportamento lo isola.

L’etica medica: Le sue scelte mettono spesso in discussione i limiti morali della professione.

La sofferenza personale: Il dolore fisico ed emotivo di House è un elemento chiave della serie.



L’Arco Narrativo



La serie dura otto stagioni e segue l’evoluzione del personaggio di House, la sua dipendenza, i suoi legami con il team e la sua lotta con sé stesso. Col tempo, alcuni personaggi lasciano l’ospedale e vengono sostituiti da altri, ma il centro rimane sempre lui: un uomo che, nonostante tutto, è insostituibile nel suo lavoro.

Analisi Monologo

House inizia con un saluto ironico ("Buongiorno malati... e buon giorno anche ai loro cari") che mette subito in chiaro la sua mancanza di tatto. Non cerca di confortare, non usa il classico tono empatico di un medico, anzi, quasi prende in giro il concetto stesso di assistenza ospedaliera.


Poi si presenta: "Tanto per non perdere tempo con inutili ciance io sono il Dottor Gregory House, potete chiamarmi Greg". È un’apertura volutamente contraddittoria: finge di essere informale e accessibile (chiedendo di essere chiamato Greg), ma subito dopo si lancia in una descrizione che lo allontana dagli altri medici. Definisce sé stesso come un "diagnosta cronicamente annoiato", sottolineando la sua superiorità rispetto ai colleghi. La doppia specializzazione in malattie infettive e nefrologia è un altro elemento chiave: House non è un semplice medico di clinica, ma un esperto con competenze ben più avanzate di quelle richieste per le visite di routine.


Il passaggio successivo è fondamentale: "nonché l’unico medico che lavora qui contro la sua volontà". Qui House svela uno dei suoi tratti distintivi: il disprezzo per la burocrazia ospedaliera e l’obbligo di lavorare in clinica. Questa frase anticipa anche un elemento narrativo ricorrente: il suo continuo scontro con la direttrice Lisa Cuddy, che lo costringe a lavorare lì per bilanciare la libertà che gli concede nei casi più complessi.


Segue poi un’affermazione sprezzante sui pazienti: "Per molti di voi per fare il mio lavoro basterebbe una scimmia con una scatola di aspirina". Qui House esprime apertamente il suo pensiero sulla medicina di routine: la considera banale, quasi meccanica, e si vede come un professionista sprecato in un ruolo inferiore alle sue capacità.


L’ultima parte del monologo introduce uno dei tratti più caratteristici del personaggio: la dipendenza dal Vicodin. "Se siete particolarmente seccanti mi vedrete prendere questo: è Vicodin. È mio, non potete averlo". Lo menziona con disinvoltura, quasi fosse un’abitudine quotidiana, e subito dopo aggiunge: "Oh no... non ho il problema del controllo del dolore, è proprio il dolore il mio problema". Qui c’è una sfumatura più profonda: House non nega di avere un problema, ma lo giustifica. Il dolore alla gamba lo perseguita, ed è chiaro che il farmaco per lui non è solo un sollievo fisico, ma una parte integrante della sua esistenza.


La chiusura del discorso è un’altra prova della sua ironia: propone ai pazienti di scegliere se farsi visitare da lui o dagli altri due medici, sapendo che il suo atteggiamento potrebbe allontanarli. Poi si allontana, lasciando la porta aperta: "Io sono alla uno se cambiate idea". È una frase che riassume il suo modo di fare: provocatorio, scontroso, ma sempre consapevole che alla fine i pazienti torneranno da lui perché è il migliore nel suo campo.

Conclusione

Questo monologo è una dichiarazione d’intenti. In pochi secondi mostra il suo carattere brillante, il disprezzo per le regole, il suo rapporto con il dolore e il modo in cui tratta i pazienti. Il tono sarcastico nasconde una verità più profonda: House è un uomo tormentato, che usa l’intelligenza e il cinismo come scudo. È arrogante e respingente, ma il suo talento è innegabile.

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