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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo introduttivo di Ferry Bouman in Ferry 2 non è solo una panoramica del suo passato, ma una vera e propria immersione nella mente di un uomo spezzato. Attraverso un linguaggio diretto e crudele, Ferry ci porta nella sua vita, fatta di miseria, ambizione e perdita. Con la Costa Blanca come sfondo idilliaco, il monologo gioca con contrasti potenti: la luce del sole e l’ombra di un passato che non si può cancellare.
MINUTAGGIO: 0:12-3:21
RUOLO: Ferry
ATTORE: Frank Lammers
DOVE: Netflix
ITALIANO
Benvenuti in Costa Blanca, dove noi pensionati possiamo goderci la nostra vecchiaia. Il sole, e la tranquillità. Dove possiamo guardare al nostro passato. Ai frutti del nostro lavoro. Io ho lavorato duramente nella mia vita. Non dimenticate… io vengo dal nulla. Non avevo niente, non ricevevo niente, mi riempivano di botte. Allora giurai che io, e nessun Bauman dopo di me, avremmo più vissuto quella miseria. E feci la mia scelta. Divenni il più grande. Avevo tutto. Ho costruito una famiglia, insieme a Dana, l’amore della mia vita. Avevamo tonnellate di soldi. Non male, vero, per essere un piccolo imprenditore. Zollendauw era il nostro piccolo regno, e io ero il re del campeggio. Beh… bel regno. Mia sorella, Claudia, ci lasciò troppo presto. Sua figlia Sonia si ammalò della stessa cazzo di malattia. Sua figlia, Jezebel, è dovuta crescere senza un padre. Non mi piace parlare di questo. Ho provato a prendermi cura del mio clan, ma ho perso tutti. Marco… Lars… Remco… Anche John. Nessuno prendeva ciò che era mio. Ma più cose ottenevo, più persone perdevo, compresa Daniel. E il resto l’ha preso la polizia, grazie a Dennis, quel ratto schifoso. Cristo Santo… Non ho più niente. Solo il sole spagnolo. Muy caliente. No. Ferry Bauman non esiste più.
"Ferry 2" è un film olandese del 2024 diretto da Wannes Destoop, sequel del film del 2021 "Ferry". La pellicola continua la storia di Ferry Bouman, interpretato da Frank Lammers, un ex signore della droga che, dopo aver perso il suo impero, cerca di condurre una vita tranquilla lontano dalla malavita del Brabante. Il suo passato torna a perseguitarlo quando la giovane cugina Jezebel, interpretata da Aiko Mila Beemsterboer, gli chiede aiuto per rilanciare la loro attività di ecstasy in difficoltà. Il film esplora temi come il peso del passato, la famiglia e la redenzione, mostrando Ferry alle prese con dilemmi morali e rivalità professionali mentre cerca di aiutare la nuova generazione di criminali.
Questo monologo di Ferry Bouman, apparentemente una riflessione personale, è una dichiarazione di identità e una panoramica emotiva di un uomo definito dalla lotta, dalla perdita e dalla resilienza.
Ferry apre il monologo in una cornice quasi idilliaca: la Costa Blanca, una località associata a pace e benessere. Questo inizio serve a stabilire un netto contrasto con il contenuto successivo, carico di dolore e di memorie traumatiche. Il sole e la tranquillità diventano simboli di un'illusione di pace: un rifugio che non riesce a cancellare il peso del passato. Ferry si racconta in modo diretto e brutale. Partendo dal suo passato, si presenta come una vittima delle circostanze: la povertà, la violenza e l'abbandono lo hanno plasmato. "Non avevo niente, non ricevevo niente, mi riempivano di botte" è una frase chiave che sintetizza la sua infanzia e funge da motore della sua ambizione. Da questa base, giura di riscrivere il proprio destino e quello della sua famiglia, dichiarando implicitamente che il crimine non era una scelta ma una necessità.
La dicotomia tra il successo materiale ("Divenni il più grande. Avevo tutto.") e il fallimento personale ("Ho perso tutti.") è il cuore emotivo del monologo. Ferry offre uno spaccato della sua mentalità: accumulare potere e ricchezza per proteggere la propria famiglia, solo per scoprire che il prezzo è la distruzione di ciò che voleva proteggere.
La frase "più cose ottenevo, più persone perdevo" è una riflessione amara, quasi shakespeariana, sul costo del potere. Qui emerge una dimensione umana e vulnerabile di Ferry, che lo rende più di un semplice "villain redento": è un uomo spezzato dal ciclo delle sue scelte. Il passaggio finale, in cui Ferry dichiara che "Ferry Bouman non esiste più," è il culmine di questo viaggio introspettivo. Senza potere, senza famiglia, senza il suo regno, Ferry si percepisce come una non-entità. Il sole spagnolo, descritto con un ironico "muy caliente," diventa un simbolo di un vuoto esistenziale, un piacere superficiale incapace di riempire la mancanza di significato.
Il monologo di Ferry Bouman in Ferry 2 è una sintesi emotiva del personaggio: feroce e vulnerabile, ironico e tragico. Racconta una vita costruita sul potere, ma distrutta dal costo delle sue scelte, mostrando un uomo che non può più sfuggire alla propria eredità. Con questa confessione, il film invita lo spettatore a guardare oltre la superficie del criminale per scorgere l’uomo dietro la maschera, sollevando domande profonde su famiglia, identità e il prezzo della sopravvivenza.
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