Monologo Maschile - Indipendence Day\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Interpretare il monologo del Presidente Whitmore in Independence Day richiede una combinazione di energia controllata, progressione emotiva e intensità crescente. Questo discorso è molto più di una semplice "chiamata alle armi": è un appello all’umanità intera, un grido di speranza e determinazione di fronte a una minaccia schiacciante. L'attore deve incarnare il ruolo di leader non solo con autorità, ma con una vulnerabilità che rende il Presidente una figura autentica, capace di toccare le corde emotive di chi lo ascolta.

Giorno dell'Indipendenza

MINUTAGGIO: 1:47:25-1:49:05
RUOLO: Presidente Whitmore

ATTORE: Bill Pullman
DOVE: Disney+



INGLESE


Good morning. Good morning. In less than an hour, aircraft from here will join others from around the world. And you will be launching the largest aerial battle in the history of mankind. "Mankind." That word should have new meaning for all of us today. We can't be consumed by our petty differences anymore. We will be united in our common interests. Perhaps it's fate that today is the Fourth of July, and you will once again be fighting for our freedom... Not from tyranny, oppression, or persecution... but from annihilation. We are fighting for our right to live. To exist. And should we win the day, the Fourth of July will no longer be known as an American holiday, but as the day the world declared in one voice: "We will not go quietly into the night!" We will not vanish without a fight! We're going to live on! We're going to survive! Today we celebrate our Independence Day!



ITALIANO


Buongiorno. Buongiorno. Fra meno di un’ora i nostri aerei si uniranno agli altri aerei di tutto il mondo. E insieme daremo luogo alla più grande battaglia mai sostenuta dall’umanità. L’umanità, oggi… questa parola dovrebbe assumere un nuovo significato per tutti noi. Non possiamo più essere consumati da diversità insignificanti. Saremo uniti dal nostro comune interesse. Può darsi sia destino che oggi sia quattro luglio, e ancora una volta combatterete per la vostra libertà. Non dalla tirannia, dall’oppressione o dalla persecuzione… Ma dall’annientamento. Combattiamo per il nostro diritto di vivere. Di esistere. E se dovessimo risultare vincenti, il quattro luglio non sarà più ricordato solo come una festa americana, ma come un giorno in cui il mondo ha dichiarato: “Noi non ce ne andremo nel silenzio della notte. Noi non ce ne andremo senza combattere. Noi continueremo a vivere. Noi sopravviveremo!”. Oggi festeggiamo il nostro giorno dell’indipendenza.

Indipendence Day

"Independence Day" è un classico del cinema d'azione e fantascienza anni '90, diretto da Roland Emmerich e uscito nel 1996. La trama ruota attorno a un'invasione aliena che minaccia di distruggere la Terra, ma è anche un inno al coraggio umano e alla resistenza contro un nemico apparentemente invincibile.


Tutto inizia il 2 luglio, quando una gigantesca astronave aliena entra nell'orbita terrestre, rilasciando una serie di navicelle che si posizionano sopra le principali città del mondo, come New York, Los Angeles e Washington. Le scene in cui vediamo queste enormi navi coprire i cieli sono potenti e evocative, capaci di trasmettere un senso di impotenza e terrore: la Terra sembra piccola e fragile davanti a una minaccia così massiccia e incomprensibile.


David Levinson, un tecnico informatico interpretato da Jeff Goldblum, scopre che i segnali che interferiscono con le telecomunicazioni mondiali sono in realtà un conto alla rovescia per un attacco alieno. David, un personaggio brillante ma quasi solitario, rappresenta il primo eroe della storia, colui che intuisce la minaccia e si mette in viaggio con suo padre verso Washington per avvertire il presidente degli Stati Uniti, Thomas Whitmore (Bill Pullman).


Nel frattempo, le navi aliene iniziano il loro attacco, distruggendo le principali città con una tecnologia devastante. Gli effetti visivi, per l'epoca molto avanzati, mostrano esplosioni gigantesche e colpi di energia che riducono le metropoli in polvere, in una sequenza che è diventata un'icona del cinema catastrofico. Il mondo sembra destinato alla distruzione.

La risposta umana si organizza solo il 4 luglio, il giorno dell'indipendenza americana, che viene scelto simbolicamente per una controffensiva su scala globale. Il presidente Whitmore, ex pilota militare, fa leva sulla determinazione e sullo spirito di squadra, pronunciando un discorso motivazionale che è diventato uno dei momenti più ricordati del film: "Non ci arrenderemo senza combattere... Combatteremo per il nostro diritto di vivere".


È un discorso che incarna il tono epico e patriottico del film, collegando la lotta per la sopravvivenza alla celebrazione dell'indipendenza, questa volta come lotta per la libertà non solo americana, ma universale.

Per sconfiggere gli alieni, David e il capitano Steven Hiller (Will Smith), un pilota della Marina americana, escogitano un piano audace: David carica un virus informatico nella nave madre aliena per abbattere il loro scudo protettivo, mentre Hiller pilota un veicolo alieno per infiltrarsi nella nave. In un gioco tra intelligenza, coraggio e anche un pizzico di fortuna, il piano funziona e le forze terrestri riescono a distruggere le navi aliene, ponendo fine all’invasione.

Analisi Monologo

Questo monologo del Presidente Thomas Whitmore è uno dei momenti più iconici di Independence Day, un discorso che riesce a trasmettere speranza, determinazione e senso di unità, proprio mentre il mondo è sull’orlo dell’annientamento. La forza del monologo sta nel modo in cui riesce a ribaltare la paura di una minaccia apparentemente insormontabile, trasformandola in uno stimolo per unirsi e combattere.


"Fra meno di un'ora i nostri aerei si uniranno agli altri aerei di tutto il mondo" – Il discorso comincia con un riferimento diretto alla battaglia imminente, e subito il Presidente inserisce l’idea dell’unione tra nazioni diverse. Non si tratta più di una guerra americana, ma di una lotta mondiale. Whitmore lancia qui un messaggio di solidarietà e uguaglianza: ognuno ha un ruolo in questa battaglia, non importa da dove venga. "L’umanità, oggi… questa parola dovrebbe assumere un nuovo significato per tutti noi" – Whitmore rielabora il concetto di umanità, invitando a superare divisioni e differenze per abbracciare l’idea di un fronte unico. È un richiamo a quello che ci rende tutti umani, come se l'invasione aliena fosse un momento di rivelazione, dove finalmente il genere umano comprende la propria interconnessione e vulnerabilità.


"Non possiamo più essere consumati da diversità insignificanti. Saremo uniti dal nostro comune interesse" – Qui il Presidente si appella direttamente alla necessità di abbattere le barriere tra nazioni, culture e ideologie. Whitmore si sta rivolgendo non solo ai soldati e ai leader militari, ma all’intera umanità, sottolineando l’importanza dell’unità contro una minaccia comune. È un messaggio che, in un certo senso, va oltre il film, perché parla del potere della cooperazione.


"Può darsi sia destino che oggi sia quattro luglio... combatterete per la vostra libertà" – In questo passaggio, il Presidente lega simbolicamente la battaglia imminente al Giorno dell’Indipendenza, trasformando la festività in un simbolo di resistenza globale. Ma è un tipo di libertà diversa, non è la lotta per l’indipendenza politica; è la lotta per la sopravvivenza della specie.

"Noi non ce ne andremo nel silenzio della notte. Noi non ce ne andremo senza combattere" – Il crescendo emotivo del monologo culmina in queste due frasi che sono come un grido di battaglia. C’è qui una forte carica emotiva, Whitmore non sta solo spronando a combattere, sta ribadendo il diritto alla vita, alla resistenza. Il richiamo al “silenzio della notte” porta un’immagine poetica, come se il genere umano stesse scegliendo di fare rumore, di farsi sentire, di opporsi al proprio destino con una voce potente e unita.


"Oggi festeggiamo il nostro giorno dell’indipendenza" – Il discorso si conclude con la frase più memorabile, dove il 4 luglio perde il suo significato limitato agli Stati Uniti e diventa la “Giornata dell’Indipendenza” per l’intero pianeta. È una dichiarazione di vittoria ancora prima della battaglia, una celebrazione anticipata che infonde coraggio e che trasforma la paura in orgoglio e determinazione.

Conclusione

Alla fine, l’obiettivo dell’attore è fare in modo che questo discorso sembri non solo un grido di incoraggiamento, ma una promessa che il Presidente fa a se stesso e agli altri. La chiusura del monologo deve essere potente, come un’esplosione di energia e speranza condivisa, capace di motivare chi ascolta a credere nella vittoria. Interpretando queste parole con autenticità e profondità emotiva, l’attore trasmette un messaggio che va oltre la scena stessa: la forza dell’umanità risiede nella sua capacità di unirsi e resistere anche davanti all'impossibile.

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