Monologo Maschile - \"Inspira, Espira, Uccidi\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Interpretare il monologo di Sasha Ivanov da Inspira, espira, uccidi richiede di immergersi nella mente di un manipolatore calcolatore, un personaggio capace di dominare ogni aspetto della situazione senza mai perdere la calma. In questo monologo Sasha dimostra il proprio potere non con la forza, ma con la precisione delle sue parole e la pacatezza del suo tono.

INNOCENTE...

STAGIONE 1 EP 6

MINUTAGGIO: 17:45-21:29
RUOLO: Sasha Ivanov

ATTORE: Murathan Muslu
DOVE: Netflix



ITALIANO


Niente panico, vogliamo solo parlarti. Sssh, lascia che ti spieghi la situazione. E poi vedremo il da farsi, d'accordo? Ehi... ehi. Sei d'accordo o no? Bene. Allora... hai appena fatto irruzione illegalmente nella suite di un hotel, Moller, giusto? Poi hai usato la tua pistola di servizio svuotando l'intero caricatore su due sconosciuti ospiti dell'albergo, è giusto? Non ho idea di dove sia Toni, ma la tua Agnieszka, o come dici tu, la tua "puttana" è in questo albergo, ora. Si, solo un paio di piani sotto, sta parlando con il capo di un'agenzia di casting. Se vuoi, le possiamo chiedere di venire su di noi. Tuttavia, se ad Agnieszka non importerà della nostra telecamera nascosta, allora importerà al simpatico capo della polizia, non credi? Voglio dire, comunque lui dovrà guardare il filmato non appena questa affascinante, innocente, giovane coppia presenterà una denuncia per tentato omicidio. Si, non hai nessuna via di scampio, Moller... Sei nei guai fino al collo. Siediti. Parliamo un pò. Innanzitutto, e ora ascoltami bene, non passerai più informazioni importanti ad altre persone. A nessuno. A meno che non siamo noi ad autorizzarti. Sai di che cosa sto parlando. Bravo, Moller. E adesso chiama Toni. Perché? Mettiamola così. Un'ultima chiamata per chiudere una lunga collaborazione. Digli pure... Digli pure che il nostro amato avvocato Diemel tiene un uomo chiamato Malte nel seminterrato della società di sicurezza di Walter. E digli che il signor Diemel non ha idea di chi sia Malte, ancora, ma che lo interrogherà esattamente tra due ore. Tutto qua.

INSPIRA, ESPIRA, UCCIDI

"Inspira, espira, uccidi" è una miniserie che esplora i paradossi della mindfulness portati all'estremo. Tratta dall'omonimo romanzo, segue le vicende di Björn, un avvocato che incarna l’uomo contemporaneo intrappolato tra un lavoro esigente e una famiglia che minaccia di sfaldarsi. La premessa è geniale nella sua semplicità: la mindfulness, disciplina volta a trovare la pace interiore, viene applicata in un contesto che ne ribalta il significato, portando Björn a una progressiva escalation verso soluzioni violente e decisamente non ortodosse per "risolvere" i suoi problemi.


La trama ruota attorno al tentativo di Björn di placare il caos della sua vita professionale e familiare, con una moglie pronta a chiedere il divorzio e una figlia che rischia di perdere. Il tutto prende una piega oscura quando, durante una gita apparentemente innocua con la figlia, scopre nel bagagliaio un cliente particolarmente scomodo: un boss mafioso, narcotrafficante, che sta cercando di sfuggire alla polizia. La situazione lo porta a prendere una decisione drastica e quasi comica nella sua crudeltà: lasciare il boss nel bagagliaio sotto il sole, assicurandosi così che il suo “problema” venga eliminato per sempre.


A partire da questa situazione grottesca, Björn si ritrova invischiato nei loschi affari del boss. L’omicidio, anche se non premeditato, è il primo passo in una spirale che lo porta a una nuova “professione” non proprio legale. Ma, paradossalmente, più si addentra nel mondo criminale, più trova una sorta di equilibrio interiore, quasi come se la violenza e l’illegalità diventassero per lui un’applicazione radicale della mindfulness. I princìpi di calma, concentrazione e distacco, che dovrebbero portare alla pace, si trasformano in un metodo spietato per risolvere i problemi: Björn si libera degli ostacoli nella sua vita, ma lo fa letteralmente, senza riguardo per le conseguenze morali o legali.


La serie si colloca quindi in un limbo tra commedia nera e poliziesco, creando un’atmosfera che sfida le convenzioni di entrambi i generi. La tensione narrativa deriva sia dall’assurdità della situazione sia dal cambiamento del protagonista, che diventa sempre più immerso nel mondo criminale, dove l’essenza della mindfulness trova un’applicazione macabra e sovversiva. Björn è costretto a "sostituire" il boss, ma questa sostituzione assume un valore esistenziale, come se solo nel caos della criminalità potesse finalmente riconciliare le varie parti della sua vita.

ANALISI MONOLOGO

Questo monologo di Sasha Ivanov è un esempio perfetto di manipolazione psicologica e di dominio, in cui ogni parola è calcolata per mettere Moller sotto pressione, isolandolo e distruggendo ogni via d’uscita. Ivanov si dimostra un maestro nel creare una situazione claustrofobica, in cui Moller non può fare altro che obbedire.


Sasha inizia con un tono pacato, quasi paterno: “Niente panico, vogliamo solo parlarti.” Qui usa un approccio da “buon poliziotto” per far abbassare le difese di Moller, convincendolo che la situazione non è ancora compromessa, che si può risolvere “parlando.” Questo tono apparentemente rassicurante nasconde però un sottotesto minaccioso: Sasha è in controllo completo e sta solo aspettando che Moller si renda conto della gravità della sua situazione.


Il monologo costruisce una versione alternativa della realtà che viene imposta a Moller. Sasha crea una narrativa che è quasi impossibile da contestare: “hai appena fatto irruzione illegalmente nella suite di un hotel… hai usato la tua pistola di servizio…” Tutto ciò che Sasha sta dicendo potrebbe non essere vero, ma il modo in cui costruisce il racconto è convincente. La precisione dei dettagli – l’hotel, la suite, il caricatore svuotato – rende la sua versione dei fatti credibile e fa sembrare che Sasha sia un passo avanti, come se fosse già in possesso di tutte le prove necessarie per incastrarlo.


Sasha nomina Agnieszka, qualcuno a cui Moller sembra tenere (anche se con un termine dispregiativo, “la tua puttana”). Tirarla in ballo è un modo per creare una tensione emotiva: non si tratta solo di Moller e delle sue azioni, ma anche delle persone a lui vicine che potrebbero essere coinvolte o danneggiate. La minaccia è chiara: se Moller non collabora, la situazione di Agnieszka potrebbe peggiorare. Così facendo, Sasha rende Moller emotivamente vulnerabile.


Durante il monologo, Sasha lascia intendere che ci potrebbe essere una via d’uscita: “Sssh, lascia che ti spieghi la situazione. E poi vedremo il da farsi, d'accordo?” Questo “vedremo il da farsi” è una promessa vuota, un modo per dare a Moller una parvenza di controllo, che in realtà non ha. È una tattica studiata per far sì che lui ascolti senza opporsi, sperando in una risoluzione favorevole che non arriverà mai.


Quando Sasha menziona la “telecamera nascosta,” introduce un elemento di controllo e sorveglianza: c’è una registrazione, e non importa cosa Moller dirà, questa prova potrebbe distruggerlo. È un modo per far sentire Moller completamente impotente: Sasha ha i mezzi per manipolare ogni aspetto della sua vita e ogni movimento che fa è tracciato. Sasha usa il concetto di “prova” come leva, un’arma che può facilmente scagliare contro Moller in qualsiasi momento.


Sasha conclude dando un comando chiaro: Moller non passerà più informazioni a nessuno, a meno che non sia lui ad autorizzarlo. È un’affermazione di dominio totale, in cui Moller viene ridotto a una marionetta nelle mani di Sasha. Questo ordine, apparentemente semplice, è invece devastante: è la completa sottomissione al volere di Sasha, una rinuncia a ogni autonomia. L’ultimatum a chiamare Toni non è solo un ordine, è un ultimo colpo psicologico: un modo per cementare la nuova dinamica di potere tra Sasha e Moller, in cui quest’ultimo non ha più scampo.


In questo monologo, Sasha Ivanov incarna il paradosso di un’agente del caos che, però, vuole mantenere un ordine tutto suo. Moller è prigioniero di una situazione paradossale: è libero di parlare, libero di muoversi, ma ogni azione, ogni parola, sono già scritte e decise da Sasha. Ogni dettaglio è calcolato per lasciare Moller con la sola scelta di collaborare. Il senso di controllo è totale e assoluto, un dominio perfetto in cui Sasha trasforma ogni azione del suo interlocutore in una prova della sua colpevolezza.

SUGGERIMENTI PER L'INTERPRETAZIONE

Interpretare il monologo di Sasha Ivanov richiede un approccio sottile, in cui ogni parola è carica di controllo e una freddezza minacciosa. L'attore deve incarnare un manipolatore carismatico, capace di mantenere un tono calmo anche mentre distrugge psicologicamente l’interlocutore.


1. Tono calmo e misurato


Sasha deve mantenere una calma glaciale dall'inizio alla fine del monologo. La sua voce deve essere pacata, con una cadenza quasi ipnotica. Il tono non deve mai diventare aggressivo: Sasha sa di avere il controllo, e questo lo rende superiore. Evita di alzare la voce o di mostrare emozioni forti. Tutto dev’essere quasi sotto sussurro, come se volesse mantenere il suo interlocutore in una sorta di “trance”. Questo crea un contrasto tra la calma di Sasha e la tensione dell’interlocutore, rendendo le sue parole ancora più intimidatorie.


2. Pausa e respiro controllato


Sasha è un personaggio che sa sfruttare il silenzio. Fai delle pause dopo le frasi cruciali, specialmente quando dai a Moller degli ordini (“Siediti. Parliamo un po’.”). Prenditi il tempo per respirare tra le frasi, come se volessi pesare ogni parola prima di pronunciarla. Le pause devono essere posizionate strategicamente per aumentare la tensione, dando all’altro la sensazione che Sasha stia riflettendo attentamente su ogni cosa. Ricorda, il controllo passa anche dal modo in cui Sasha gestisce il proprio respiro: respiri lenti e profondi, che suggeriscono dominio totale sulla situazione.


3. Sguardo penetrante


Gli occhi devono essere fissi sull’interlocutore. Sasha osserva Moller come un predatore osserva la sua preda, studiandone ogni reazione. Non distogliere mai lo sguardo, nemmeno durante le pause. Lo sguardo dev’essere quasi neutro, ma penetrante, come se stesse soppesando le emozioni e le reazioni di Moller per decidere quanto ancora può spingersi. Se possibile, sfrutta piccoli movimenti degli occhi, ad esempio abbassando leggermente lo sguardo per suggerire disprezzo, ma mantenendo sempre un senso di calma e controllo.


4. Movimenti lenti e intenzionali


Sasha non dovrebbe fare gesti nervosi o casuali. Ogni movimento deve essere calcolato, lento e intenzionale, per mostrare che nulla di ciò che fa è lasciato al caso. Se decidi di fare un gesto, come un leggero cenno con la mano o un dito che indica Moller, deve essere eseguito con lentezza e precisione, come a dire: Io comando. Ad esempio, quando dice “siediti,” puoi fare un leggero gesto con la mano per rafforzare l'ordine, ma fallo in modo distaccato, come se fosse quasi un invito. Questo tipo di gestualità comunica una fiducia imperturbabile.


5. Sottile ironia


L’ironia è una componente essenziale del personaggio di Sasha in questo monologo. Alcune frasi vanno pronunciate con una leggera sfumatura ironica, come quando si riferisce ad Agnieszka come “la tua puttana” o menziona la “telecamera nascosta.” Un accenno di sorriso o una piccola variazione di tono qui può comunicare una superiorità beffarda, un modo per ribadire che Sasha ha un controllo totale e si diverte a umiliare Moller. Evita però di esagerare: l’ironia di Sasha deve essere sottile, quasi impercettibile, per non rompere la sua aura di freddezza.


6. Progressione della minaccia


La minaccia deve crescere in intensità man mano che il monologo procede. All’inizio, Sasha usa un tono quasi amichevole, come se volesse davvero “solo parlare.” Man mano che si avvicina alla parte in cui introduce l’idea della telecamera nascosta e della denuncia per tentato omicidio, la tensione deve salire. Non in termini di volume o rabbia, ma nel modo in cui Sasha comunica: una freddezza più affilata, un tono che lascia intendere che le parole “giuste” possono decidere la sorte di Moller.


7. Un finale senza spazio per negoziazioni


Negli ultimi momenti, quando Sasha dà istruzioni specifiche a Moller, il tono deve essere ancora più autoritario e definitivo. “Non passerai più informazioni importanti ad altre persone. A nessuno. A meno che non siamo noi ad autorizzarti.” Ogni parola qui deve cadere come un macigno, facendo capire che Sasha non sta facendo una richiesta: è un ultimatum, una nuova regola di vita per Moller. Termina il monologo con una calma glaciale, sottolineando il fatto che Sasha non vede in Moller un interlocutore, ma una pedina.


8. Intonazione per trasmettere il controllo


In frasi come “Sai di che cosa sto parlando. Bravo, Moller,” usa un’intonazione leggermente condiscendente, quasi come un insegnante che elogia un allievo per aver capito la lezione. Sasha usa queste frasi per ricordare a Moller la sua posizione di subordinato. Qui, l'intonazione deve trasmettere che Sasha è il maestro della situazione, che tutto è perfettamente sotto il suo controllo e che lui sa esattamente cosa succederà.

CONCLUSIONE

Il monologo di Sasha Ivanov si chiude con una dichiarazione di supremazia totale: il controllo su Moller è definitivo, la minaccia è senza scampo. Per un attore, interpretare questo momento finale richiede di trasmettere la sicurezza glaciale di Sasha, la consapevolezza di avere ogni carta in mano.

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