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~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo del Presidente, pronunciato a bordo dell’Air Force One mentre il mondo è sull’orlo della distruzione, è un momento di tensione assoluta. Si trova di fronte alla decisione più grande della sua vita: scatenare l’arsenale nucleare o cercare di spegnere tutto prima che sia troppo tardi. La scena ha un peso incredibile, per il destino immediato del pianeta, e perché ci dà uno sguardo nell’anima di un uomo che ha sempre vissuto tra il cinismo e il potere. Fino a questo punto, lo abbiamo visto come un leader atipico, spesso ironico e distaccato, un uomo che ha sempre giocato con il suo ruolo più che incarnarlo veramente. Ma ora è l’unica persona al mondo con il potere di determinare il futuro.
Questa è la prima volta che il Presidente è veramente solo. Non ci sono consiglieri, non ci sono giochi di parole. Solo una scelta che nessun uomo dovrebbe mai essere costretto a fare.
STAGIONE 1 EPISODIO 7
MINUTAGGIO: 46:40-47:53
RUOLO: Cal Bradford
ATTORE: James Marsden
DOVE: Disney+
INGLESE
You know, when I became president, the first thing I asked about, hand to God, was the secrets. Aliens, who killed JFK, Bigfoot... and there was nothing. I mean, little things, but really nothing. I was so disappointed. But then... I was briefed on this little guy. The nuclear football. The device that allows the commander-in-chief to unilaterally launch America's entire nuclear arsenal. No two-person system. Just me and the red codes. I enter this, and we are off to the races. But basically everybody knows about the football. What nobody, except the president knows, is what else it can do... if I enter the blue code. Turns out, after the Cuban Missile Crisis, some colonel had an idea to create a switch, an ultimate fail-safe. A linked array of global EMPs... in satellites, submarines, missiles, you name it... that would fry every electronic circuit on Earth. Microwaves, computers. Even its own satellites. But it would also disable the nukes, maybe even in midair. It's a switch that would shut off the world. Unfortunately, it would also take the planet back 500 years.
ITALIANO
Quando sono diventato Presidente giuro che la prima cosa che ho chiesto è stata sapere i segreti. Gli alieni, chi ha ucciso J.F.K, Bigfoot… e non ce n’erano. Insomma, piccole cose, ma irrilevanti. Fu una delusione per me. Ma poi… mi hanno parlato di questo giocattolino: la valigetta nucleare. Il dispositivo che consente al capo di stato di sganciare l’intero arsenale nucleare americano. Senza altre persone. Solo io e i codici rossi. Inserisco questi e la gara ha inizio. Nell’immaginario comune è quasi un gioco, ma nessuno, a parte il presidente sa cosa c’è in gioco. O uso quelli blu. Un colonnello, dopo la crisi missilistica cubana ha creato un altro interruttore. Un sistema di sicurezza. Una serie di impulsi elettromagnetici globali, nei satelliti, sottomarini, missili, scegli tu. Che friggerebbero ogni congegno elettronico:, microonde, computer, perfino i satelliti stessi. Ma disabiliterebbe le armi nucleari, forse anche a mezz’aria. Un interruttore che spegnerebbe il mondo. Purtroppo porterebbe questo pianeta indietro di 500 anni, ma sarebbe la soluzione migliore, perché darebbe una possibilità.
Paradise è una serie che prende il thriller politico e lo fonde con la fantascienza distopica, creando un racconto che esplora il potere, la manipolazione e la sopravvivenza in un mondo in cui le regole del passato non valgono più. Ideata da Dan Fogelman, autore di This Is Us, la serie ha debuttato su Disney+ e ha subito catturato l’attenzione per il suo mix di tensione, mistero e critica sociale. La storia ruota attorno a Xavier Collins (Sterling K. Brown), un agente speciale che un tempo era la guardia del corpo del Presidente degli Stati Uniti, Cal Bradford (James Marsden). Quando il Presidente viene assassinato in circostanze misteriose all’interno di una comunità d’élite, Collins si trova invischiato in un’indagine che lo porta a scoprire segreti inquietanti. Ma c’è un elemento che complica tutto: il mondo non è più quello di prima.
Una catastrofe – inizialmente poco chiara – ha sconvolto il pianeta, lasciando in piedi solo questa comunità chiusa, abitata dai più potenti esponenti del mondo politico ed economico.
A prendere il controllo dopo la morte di Bradford è una donna enigmatica conosciuta come “Sinatra”, un’oligarca senza scrupoli che governa con pugno di ferro e con una visione chiara: proteggere la sua comunità a ogni costo. Mentre Collins cerca la verità sulla morte del Presidente, inizia a rendersi conto che la vera domanda non è solo chi l’abbia ucciso, ma cosa stia accadendo fuori da quella comunità e quale sia il reale stato del mondo.
La serie utilizza una struttura che alterna passato e presente, unendo episodi autoconclusivi incentrati su singoli personaggi con una narrazione più ampia che svela, pezzo dopo pezzo, il quadro generale. I flashback sono essenziali per capire le dinamiche tra i protagonisti, ma anche il declino del mondo esterno e il ruolo che la comunità ha giocato nella crisi globale.
Come già fatto in serie come Lost, Paradise costruisce ogni episodio intorno a un personaggio o a un evento specifico, mantenendo però un filo conduttore che si dipana lungo l’intera stagione. Ci sono momenti di tensione altissima, seguiti da lunghe sequenze più riflessive che esplorano il significato del potere e delle scelte morali.
L’ambientazione trasmette il senso di isolamento e oppressione che pervade la serie. La comunità di Paradise è lussuosa, curata nei minimi dettagli, ma trasmette un’inquietudine costante: dietro l’eleganza si nasconde un mondo marcio, dominato da giochi di potere e manipolazioni. La fotografia, dai toni freddi e asettici, amplifica questa sensazione di controllo e sorveglianza costante.
Dal punto di vista tematico, la serie affronta in modo diretto la lotta tra apparenza e sostanza. Il Presidente, che in teoria è il leader della comunità, si rivela presto una figura quasi impotente, simbolo di come il potere vero sia nelle mani di chi controlla le risorse e le informazioni. Allo stesso modo, la presenza di una psicologa incaricata di rendere la transizione alla nuova realtà il meno traumatica possibile mostra come la manipolazione psicologica sia un’arma tanto potente quanto la forza bruta.
I Personaggi Chiave
Xavier Collins (Sterling K. Brown): Agente dei Servizi Segreti con un passato difficile, è il punto di vista dello spettatore all’interno della storia. La sua indagine sulla morte di Bradford lo porta a scoprire verità che mettono in discussione tutto ciò in cui credeva.
Cal Bradford (James Marsden): Presidente degli Stati Uniti, il cui omicidio è il punto di partenza della serie. Nei flashback scopriamo il suo rapporto con Collins e la sua posizione ambigua all’interno della comunità.
Sinatra: La donna che, dopo la morte di Bradford, assume il controllo della comunità. È spietata e calcolatrice, capace di qualsiasi cosa pur di mantenere il suo potere.
La Psicologa: Figura chiave nella costruzione della nuova società, il suo ruolo è quello di assicurarsi che i superstiti accettino la nuova realtà senza troppe domande. Il suo episodio dedicato è uno dei più affascinanti della stagione.
Paradise prende elementi del thriller politico e li innesta in un contesto fantascientifico che riecheggia molte paure del presente. Il riscaldamento globale, la paranoia per un possibile conflitto nucleare e la crescente influenza delle oligarchie economiche sono tutti temi che trovano spazio nella narrazione. La figura di Sinatra richiama il concetto di un’élite che si erge a salvatrice dell’umanità, ma che in realtà persegue solo il proprio interesse, un tema che ha fatto discutere molto negli Stati Uniti, soprattutto in relazione a figure come Elon Musk e Jeff Bezos.
Il Presidente inizia con un tono che sembra quasi leggero, un aneddoto personale che nasconde la gravità della situazione: "Quando sono diventato Presidente giuro che la prima cosa che ho chiesto è stata sapere i segreti. Gli alieni, chi ha ucciso J.F.K, Bigfoot… e non ce n’erano." Questa apertura ha un sapore quasi ironico. Ci aspettiamo un discorso solenne, e invece lui parla di complotti e leggende urbane. Ma il punto è proprio questo: il Presidente è stato deluso dalla verità. Tutti credono che dietro il potere ci siano verità nascoste, misteri da scoprire. Ma la realtà è molto più banale. Eppure, nel momento in cui sta per prendere una decisione che potrebbe cancellare l’umanità, lui ha finalmente trovato il segreto più grande di tutti.
Dopo la delusione iniziale, il tono cambia: "Ma poi… mi hanno parlato di questo giocattolino: la valigetta nucleare." Qui emerge il primo vero peso del monologo. Non c’è più spazio per le illusioni. Il potere del Presidente non è fatto di segreti alieni o cospirazioni. È la possibilità di distruggere il mondo con un singolo comando.
"Il dispositivo che consente al capo di stato di sganciare l’intero arsenale nucleare americano. Senza altre persone. Solo io e i codici rossi." Questa frase è devastante perché enfatizza la solitudine del comando. Non c’è un consiglio di guerra. Non c’è un dibattito. Solo lui e i codici. "Inserisco questi e la gara ha inizio." Qui torna il tono quasi cinico del Presidente. La distruzione totale viene descritta come una gara. Ma questa battuta non è per sdrammatizzare: è una confessione della sua impotenza. Non è in controllo. Sta solo seguendo le regole di un gioco creato prima di lui.
Ed è qui che emerge il vero dilemma morale del monologo: "Nell’immaginario comune è quasi un gioco, ma nessuno, a parte il Presidente, sa cosa c’è in gioco. O uso quelli blu." Fino a questo punto, sembrava che il Presidente avesse una sola opzione: usare i codici rossi e lanciare l’arsenale. Ma esiste un’altra possibilità.
"Un colonnello, dopo la crisi missilistica cubana ha creato un altro interruttore. Un sistema di sicurezza." Questa rivelazione cambia tutto. Dopo la crisi che portò il mondo sull’orlo della guerra nucleare, qualcuno ha creato un'arma non per distruggere, ma per disattivare. "Una serie di impulsi elettromagnetici globali, nei satelliti, sottomarini, missili, scegli tu. Che friggerebbero ogni congegno elettronico: microonde, computer, perfino i satelliti stessi." L’idea è chiara: invece di distruggere il mondo con le bombe, potrebbe spegnere tutto.
Ma questa non è una soluzione perfetta. C’è un prezzo da pagare.
"Purtroppo porterebbe questo pianeta indietro di 500 anni." Qui sta il vero peso della decisione. Non è tra la vita e la morte. È tra due forme di morte.
Con i codici rossi, l’umanità finisce nel fuoco.
Con i codici blu, l’umanità finisce nel buio.
Il mondo, senza tecnologia, senza comunicazioni, sarebbe costretto a ricominciare da zero. Sarebbe sopravvivenza, ma a che costo?
"Ma sarebbe la soluzione migliore, perché darebbe una possibilità." Alla fine, questa è l’unica cosa che conta. Una possibilità. Ma la domanda implicita è: è abbastanza?
Questo monologo è una delle scene più potenti del Presidente perché lo mostra nel momento in cui deve affrontare il suo ruolo per quello che è davvero. Ma la vera domanda che il monologo lascia in sospeso è: ha davvero il coraggio di farlo?
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