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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Krampus in "Uno Rosso" è un momento curioso del film, dove vediamo una parte altrettanto pittoresca del suo passato. Attraverso un linguaggio ricco di immagini evocative e toni che oscillano tra nostalgia e cinismo, Krampus si svela non solo come un essere mitologico, ma come una figura complessa, tormentata da un passato grandioso e da un presente che lo ha privato del significato originario della sua esistenza.
MINUTAGGIO: 1:17:42-1:19:29
RUOLO: Krampus
ATTORE: Kristofer Hivju
DOVE: Amazon Prime Video
ITALIANO
Si, ma era un bel bocconcino allora. Un orco di cinque metri e mezzo. La pelle di un elefante. Un enorme paio di… di code. E si, puniva come il crudele degli inverni. Furono d’oro quei tempi insieme. Ma io ho rinunciato a quel lavoro, dimentichi? Ho passato settecento anni a minacciare i cattivi. A spaventarli per renderli decorosi. Ho fatto la mia parte! Oramai se punisco qualcuno, è per ridere. Come il mio caro amico laggiù. Mi godo il suo mal di testa nella Krampusnacht. In questa casa, Nordico, ogni notte è la Krampusnacht! Molti anni fa lei mi fece un dono. E’ venuta qui per riprenderselo: la Glaskafig. All’apparenza, è una semplice palla di neve. Ma il suo vero scopo è nefasto, tremendamente punitivo. La Glaskafig è solitudine, una prigione per uno solo.
"Uno Rosso" è una commedia d’azione natalizia che rielabora il classico spirito delle festività in un’avventura moderna e scoppiettante. Diretto da Jake Kasdan, il film segue le vicende di Callum Drift (Dwayne "The Rock" Johnson), un imponente e stoico capo della sicurezza del Polo Nord. Callum è il responsabile di mantenere l’operatività di Babbo Natale e di assicurarsi che il Natale si svolga senza intoppi. Tuttavia, le cose prendono una piega drammatica quando Babbo Natale (J.K. Simmons in una versione muscolosa e carismatica del personaggio) viene misteriosamente rapito a poche settimane dalla Vigilia.
A questo punto, entra in scena Jack O'Malley (Chris Evans), un cacciatore di taglie un po’ sarcastico e spavaldo, che viene reclutato da Callum per rintracciare il responsabile del rapimento. Sebbene i due protagonisti abbiano personalità diametralmente opposte – Callum è serio e metodico, mentre Jack è scanzonato e imprevedibile – saranno costretti a collaborare per salvare Babbo Natale e, di conseguenza, il Natale stesso.
La loro missione li porta in un viaggio epico che spazia dal Polo Nord a città illuminate dalle luci natalizie, passando per scenari futuristici e dimensioni magiche. Tra le principali sfide che devono affrontare ci sono:
Gli "Gnometti Ribelli": Un gruppo di elfi tecnologicamente avanzati che si sono ribellati contro il sistema e sembrano avere un ruolo chiave nel rapimento.
L’Esercito di Pupazzi di Neve Mutanti: Creature animate che fungono da guardiani per un misterioso villain.
Durante l’avventura, Callum e Jack scoprono che dietro al rapimento si cela una cospirazione globale per distruggere il Natale come lo conosciamo. Le loro differenze personali diventano un punto di forza: Callum insegna a Jack l’importanza del sacrificio e della responsabilità, mentre Jack aiuta Callum a vedere il lato più leggero della vita. Il film è una mescolanza di elementi tipici dei film natalizi, come lo spirito di unione e il trionfo del bene sul male, con scene di azione adrenalinica e un umorismo a tratti irriverente. Tra esplosioni, inseguimenti in slitta e scontri tra super pupazzi di neve, ci sono momenti più intimi in cui si esplora il significato della famiglia, della redenzione e della tradizione.
"Sì, ma era un bel bocconcino allora. Un orco di cinque metri e mezzo. La pelle di un elefante. Un enorme paio di… di code. E sì, puniva come il crudele degli inverni. Furono d’oro quei tempi insieme." Krampus si presenta qui come una figura mitica e imponente, un tempo temuta e rispettata. Il linguaggio utilizzato è volutamente pittoresco e iperbolico: "cinque metri e mezzo", "pelle di un elefante", "code" – immagini che evocano una creatura fuori dal tempo, qualcosa di leggendario e terrificante. La frase “Furono d’oro quei tempi insieme” sottolinea una nota di rimpianto, come se il personaggio rimpiangesse il periodo in cui aveva un ruolo definito e potente, legato a un senso di giustizia primordiale.
"Ma io ho rinunciato a quel lavoro, dimentichi? Ho passato settecento anni a minacciare i cattivi. A spaventarli per renderli decorosi. Ho fatto la mia parte! Oramai se punisco qualcuno, è per ridere." Qui Krampus svela una stanchezza, quasi un disincanto per la propria missione. È un elemento chiave per comprendere il personaggio: un essere che un tempo incarnava il terrore per una causa nobile (il “rendere decorosi” i cattivi), ma che ora vede il proprio compito come una fatica vuota, priva di reale impatto. Il tono ironico nella frase "è per ridere" rivela il suo distacco emotivo e una vena di cinismo, come se fosse un’antica forza della natura che si è ormai arresa alla banalità del mondo moderno.
"Come il mio caro amico laggiù. Mi godo il suo mal di testa nella Krampusnacht. In questa casa, Nordico, ogni notte è la Krampusnacht!" La "Krampusnacht" (Notte di Krampus) è un elemento che richiama il folklore tradizionale, dove Krampus, la controparte oscura di Babbo Natale, visitava i cattivi per punirli. Qui però il significato si amplia. La frase "ogni notte è la Krampusnacht" suggerisce che la casa in cui si trovano è pervasa da un’energia maligna costante. Non c’è redenzione, non c’è pace. Krampus si compiace nel vedere sofferenza, un piacere quasi sadico che lo definisce come un’entità oltre il bene e il male, ma incline al caos.
"Molti anni fa lei mi fece un dono. È venuta qui per riprenderselo: la Glaskafig. All’apparenza, è una semplice palla di neve. Ma il suo vero scopo è nefasto, tremendamente punitivo. La Glaskafig è solitudine, una prigione per uno solo." Il cuore del monologo si trova nella descrizione della Glaskafig, un oggetto che da subito si carica di significati simbolici. La “palla di neve” è un’immagine apparentemente innocua, persino festiva, che si contrappone alla sua funzione oscura: una prigione di solitudine eterna. Qui si raggiunge il culmine dell’atmosfera cupa del monologo, trasformando un oggetto semplice in un emblema di isolamento. La descrizione sottolinea il potere punitivo dell’oggetto, in linea con il tema della punizione e della vendetta che permea tutto il discorso. La frase "Molti anni fa lei mi fece un dono" implica un debito o una connessione, aggiungendo un livello di complessità emotiva. Krampus è un essere antico che custodisce rancori, alleanze e legami personali.
Krampus si presenta come una figura mitologica che ha perso il suo posto nel mondo, sostituendo il suo scopo originario con il cinismo. La Glaskafig è una metafora potente per l’isolamento. La prigione per uno solo è più crudele di qualsiasi tortura fisica, perché è un tormento dell’anima.
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