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~ LA REDAZIONE DI RC
Interpretare Gustav nel monologo da “Let go” richiede un equilibrio delicato tra introspezione e comunicazione. Gustav è un uomo che sembra riconoscere, forse troppo tardi, il peso delle sue mancanze, e questo monologo diventa per lui un tentativo di redenzione emotiva. Ogni frase che pronuncia è carica di significato e rimpianto, rivelando una complessità emotiva che va oltre la semplice ammissione di colpa.
MINUTAGGIO: 0:12-3:11
RUOLO: Gustav
ATTRICE: Pål Sverre Hagen
DOVE: Netflix
ITALIANO
La comunicazione è essenziale. Validarsi a vicenda. Condividere i propri timori, sofferenze, gioie. Capita spesso che una relazione si logori e si spenga per questa ragione. Ci diamo per scontati. Smettiamo di far caso all'altra persona. Smettiamo di ascoltare, ma... provate a pensare al giorno in cui vi siete conosciuti. Oggi riuscite a ricordare il vero motivo per il quale vi siete scelti? La scelta è fondamentale. Abbiamo una sola vita da vivere, e scorre in fretta. A volte troppo in fretta. Ma... se la si vive a pieno, e se decidiamo... ecco, come dire... di lasciare andare... la nostra vita può essere meravigliosa. Certo, nella vita gli imprevisti capitano a chiunque, lo sappiamo, è normale che sia così, ma forse non c'è bisogno di averne paura. Il bello della vita è condividere i piccoli momenti quotidiani: ansie, paure, dolori, ma soprattutto gioie. Se non abbiamo nessuno con cui condividere questi momenti, ci sembrerà che non esistano. Voi due avete ottime fondamenta sulle quali poter ricostruire. Non so come andrà, anche se farete reciproco affidamento, ma... so che le cose si risolvono di solito.
"Let Go" (2024), diretto e interpretato da Josephine Bornebusch, è una storia familiare che esplora la complessità delle relazioni all'interno del nucleo familiare moderno. Stella, interpretata dalla stessa Bornebusch, è una madre che sembra avere tutto sotto controllo, ma la realtà è ben diversa. Il film ci immerge nelle difficoltà della sua quotidianità, dove la gestione di un figlio piccolo molto esigente, una figlia adolescente di umore altalenante e un marito emotivamente distante diventano un vero e proprio campo minato.
Il punto di svolta della trama arriva con un messaggio inatteso che sconvolge l’apparente stabilità di Stella. In un ultimo tentativo di risanare i legami familiari, Stella decide di partire con tutta la famiglia, portandoli in un viaggio che inizialmente appare come una fuga, ma si rivela una vera ricerca di riconciliazione e resilienza. Lungo il percorso, Stella è costretta a confrontarsi non solo con le mancanze di coloro che la circondano, ma anche con le sue stesse fragilità e aspettative.
"Let Go" è un racconto che si sofferma su momenti di grande intimità e verità emotiva, mostrando quanto la tensione tra Stella e Gustav, suo marito, sia figlia di un equilibrio casalingo mal bilanciato. Gustav è coinvolto in una relazione extraconiugale, aggiungendo un ulteriore strato di tensione e sofferenza alla narrazione. Questo viaggio diventa quindi una metafora della ricerca di autenticità e della possibilità di ridefinire i ruoli all’interno della famiglia, nella speranza che Stella e i suoi cari possano finalmente riconnettersi e ritrovare il senso di unità
Il monologo di Gustav è denso di riflessioni sulla vita di coppia e sui piccoli errori quotidiani che, accumulandosi, rischiano di minare una relazione. Qui Gustav si esprime quasi come un terapeuta, suggerendo che le difficoltà relazionali non derivano da grandi eventi ma dall'accumulo di silenzi e incomprensioni.
Gustav apre con un'osservazione universale ma profondamente personale: "La comunicazione è essenziale." Il fatto che senta il bisogno di ribadire l'importanza della comunicazione suggerisce che è consapevole delle sue mancanze in questo ambito. Il monologo sembra un amaro promemoria delle sue stesse colpe e del fallimento nel prendersi cura del rapporto con Stella. È come se, a parole, stesse esprimendo quel bisogno di ascolto e comprensione che però nella realtà ha faticato a offrire.
Gustav invita a tornare con la mente al primo incontro, a quel momento in cui ci si è scelti, ponendo l’attenzione sulla scelta. Qui emerge un sottotesto nostalgico ma anche di rimpianto. Gustav stesso sembra incapace di ricordare "il vero motivo" per cui ha scelto Stella o perché sia rimasto, e questo fa pensare che lui stesso si sia allontanato progressivamente senza rendersene conto.
La vita, secondo Gustav, è fugace e deve essere vissuta "a pieno." C’è una tensione tra il desiderio di vivere pienamente e l'incapacità di farlo a causa della propria paura o dei propri limiti emotivi. "Lasciare andare," nel suo discorso, rappresenta la capacità di accettare le cose per come sono e vivere senza il peso dei rimpianti o delle aspettative. Questa affermazione appare ironica, dato che Gustav stesso sembra aver lottato per lasciare andare il proprio cinismo e l’incapacità di comunicare.
Gustav sottolinea la bellezza della condivisione dei "piccoli momenti quotidiani." La sua osservazione che "se non abbiamo nessuno con cui condividere questi momenti, ci sembrerà che non esistano" è particolarmente toccante. Rivela una comprensione profonda di cosa significhi sentirsi soli, anche all'interno di una relazione. La solitudine nella coppia è spesso più intensa di quella individuale, ed è questa solitudine che Gustav sembra riconoscere come il veleno che ha corroso il suo matrimonio.
Il monologo si conclude con una nota di speranza quasi tenue: "Non so come andrà, anche se farete reciproco affidamento." Qui Gustav mostra una vulnerabilità sincera. È un messaggio di speranza fragile e forse un’ammissione del suo scetticismo sulla possibilità di salvare ciò che è già gravemente danneggiato. Questo aggiunge complessità al suo personaggio, facendoci intuire che, pur consapevole di ciò che sarebbe necessario per ricostruire il rapporto, non è certo di essere in grado di farlo
Interpretare questo monologo di Gustav richiede di trasmettere una complessità emotiva che va oltre le parole: c’è vulnerabilità, rimpianto e una presa di coscienza quasi tardiva.
1. Sfumare l’Emozione nelle Parole
La comunicazione di Gustav ha una base emotiva profonda che deve trasparire in modo sottile. Mentre pronuncia frasi come “La comunicazione è essenziale” o “Smettiamo di ascoltare,” dovrebbe esserci una sorta di esitazione, come se stesse scegliendo accuratamente le parole, quasi pesandole. Questo effetto può essere ottenuto con pause leggere e cambi di tono, come se Gustav stesse cercando di capire lui stesso il significato delle proprie parole mentre le pronuncia.
2. Mostrare il Rimpianto con gli Occhi
Questo monologo si nutre di sottotesto. Il personaggio deve guardarsi dentro, ma anche cercare lo sguardo di chi lo ascolta, in particolare quello della persona a cui ha fatto del male. Nei momenti in cui parla di “validarsi a vicenda” o di “smettiamo di far caso all’altra persona,” uno sguardo rivolto verso il basso o uno sguardo distante e fisso possono trasmettere la sensazione di rimpianto e autocritica. La combinazione di uno sguardo che si allontana e poi si concentra su Stella permette di far emergere il peso delle sue mancanze.
3. Esprimere la Lotta Interiore Attraverso il Respiro
Il ritmo del respiro può aggiungere dimensione alla performance. Inizialmente, Gustav potrebbe parlare in modo controllato, come se stesse cercando di mantenere una maschera. Ma man mano che il monologo avanza, il respiro può farsi più irregolare e profondo, specialmente nel momento in cui menziona “il giorno in cui vi siete conosciuti” o quando dice “la nostra vita può essere meravigliosa.” Questo lascia intendere che le sue parole stanno scavando nella sua vulnerabilità, tirando fuori un dolore che normalmente cerca di soffocare.
4. Costruire un Climax Emotivo
L’andamento emotivo del monologo dovrebbe avere un crescendo che culmina nella parte in cui dice: “Se non abbiamo nessuno con cui condividere questi momenti, ci sembrerà che non esistano.” Qui, l’attore può mettere una pausa intensa dopo “momenti” e poi abbassare leggermente la voce. Questa frase è un’ammissione importante, un momento di scoperta personale. Un cambiamento nel tono della voce, verso una tonalità quasi fragile, renderebbe evidente che Gustav sente il peso di questa verità.
5. Infondere Speranza con Delicatezza
Anche se Gustav non è certo del futuro, la chiusura del monologo lascia uno spiraglio di speranza, che però è trattenuta, quasi una preghiera. L’attore dovrebbe rallentare leggermente la frase finale, con un lieve sorriso incerto che suggerisce speranza ma anche scetticismo. Un accenno di sorriso, o un lieve sospiro alla fine, può rendere chiaro che Gustav non sa se ci sarà un lieto fine, ma vuole credere che qualcosa di positivo possa ancora accadere.
6. Trovare la Profondità nelle Pause
Le pause sono fondamentali in un monologo di introspezione come questo. Dopo frasi come “La comunicazione è essenziale” e “la scelta è fondamentale,” un attimo di pausa lascia che la frase “risuoni,” come se Gustav stesse riflettendo su ciò che significa davvero. Queste pause permettono al pubblico di percepire l’eco delle sue parole, dando l’impressione che Gustav sia in bilico tra il passato e una possibile redenzione.
7. Mantenere il Corpo in Tensione, poi Allentare
Il linguaggio corporeo dovrebbe rivelare una tensione trattenuta, magari con le spalle leggermente rigide e il busto inclinato in avanti. Ma verso la fine del monologo, al momento di “lasciare andare,” sarebbe efficace che l’attore rilassasse un po’ la postura, lasciando andare le spalle e abbassando il tono di voce per sottolineare la vulnerabilità di Gustav. Questa transizione fisica può essere sottilissima, ma serve a comunicare che Gustav è pronto ad accettare le cose come sono, anche se non è sicuro del risultato.
Gustav sta cercando di raggiungere una verità interiore su cui riflettere e con cui fare i conti. Il monologo termina con una nota di speranza mista a incertezza, e l'attore deve trasmettere proprio questa ambiguità: un uomo consapevole dei propri errori ma che non sa se sarà in grado di rimediare.
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