Monologo - il Maggiore Briggs in \"Twin Peaks\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo del Maggiore Garland Briggs, pronunciato in una delle scene più toccanti di Twin Peaks, rappresenta uno dei momenti più spirituali e poetici della serie. Questo discorso è rivolto al figlio, Bobby Briggs, con cui il Maggiore ha spesso un rapporto complesso e conflittuale. In questo momento, però, Briggs si apre in modo sorprendentemente intimo, condividendo una visione che ha avuto durante il sonno. L'intero monologo racchiude molti dei temi centrali di Twin Peaks: la ricerca di armonia e significato, la connessione tra generazioni, e la possibilità di redenzione e riconciliazione. È anche una rara occasione in cui il Maggiore – un personaggio solitamente riservato e composto, rappresentante di ordine e disciplina militare – lascia trasparire un lato vulnerabile e profondamente umano.

Figliolo, ti racconto un sogno

STAGIONE 2 EP 1

MINUTAGGIO: 58:50-1:01:04

RUOLO: Maggiore Briggs
ATTORE:
Don S. Davis
DOVE:
Amazon Prime Video

INGLESE

A vision I had in my sleep last night. As distinguished from a dream, which is mere sorting and cataloging of the day's events by the subconscious. This was a vision. Fresh and clear as a mountain stream. The mind revealing itself to itself. In my vision, I was on the veranda of a vast estate, a palazzo of some fantastic proportion. There seemed to emanate from it a light from within this gleaming, radiant marble. I'd known this place. I had, in fact, been born and raised there. This was my first return. A reunion with the deepest wellsprings of my being. Wandering about, I noticed happily that the house had been immaculately maintained. There had been added a number of additional rooms, but in a way that blended so seamlessly with the original construction one would never detect any difference. Returning to the house's grand foyer, there came a knock at the door. My son was standing there. He was happy and carefree. Clearly living a life of deep harmony and joy. We embraced. A warm and loving embrace, nothing withheld. We were, in this moment, one. My vision ended and I awoke with a tremendous feeling of optimism and confidence in you and your future. That was my vision of you. Really? I'm so glad to have had this opportunity to share it with you. I wish you nothing but the very best in all things.


ITALIANO


Vorrei raccontarti una cosa. È una visione che ho avuto ieri notte nel sonno. Non parlo di un sogno, cioè di un semplice catalogo degli avvenimenti della giornata fatta dal subconscio. Parlo di una visione radiosa, chiara come un torrente di montagna, dove l'anima può rivelare tutti i suoi segreti. Nella mia visione mi trovavo sulla veranda di una... di una grande costruzione, un palazzo lussuoso, di proporzioni gigantesche. Al suo interno sembrava di vedere una luce proveniente da... dai riflessi del candido marmo. Conoscevo questo posto: era la casa dove sono nato e cresciuto. Da tanto tempo non vi ritornavo. È stato come ritrovare il senso profondo della mia stessa esistenza. Mi aggiravo per le camere e notavo che tutto era rimasto come ai tempi della mia giovinezza. A dire il vero c'erano più stanze di quante ne ricordassi, ma disposte in modo da integrarsi perfettamente con la costruzione originale. Io stesso non riuscivo a cogliere la differenza. Mentre mi dirigevo verso l'ingresso della casa ho udito bussare alla porta. C'era mio figlio dietro quella porta. Era spensierato, era felice. Come lo è chi ha una vita da vivere con profonda armonia, con gioia. Ci siamo abbracciati... un abbraccio caldo e affettuoso, ci eravamo ritrovati. Eravamo una sola persona in quel momento. Una sola. La visione era finita e io mi sono svegliato con una straordinaria sensazione di ottimismo e di totale fiducia in te e nel tuo futuro. Così ti vedo io, figliolo.

Twin Peaks

"Twin Peaks" è una delle opere televisive più influenti e rivoluzionarie di sempre. Creata da David Lynch e Mark Frost, la serie ha ridefinito il concetto di narrazione televisiva, mescolando mistero, soap opera, surrealismo, umorismo nero e horror psicologico in un universo unico e ipnotico. Ambientata in una cittadina fittizia del nord-ovest degli Stati Uniti, Twin Peaks si concentra sull'indagine dell'omicidio di Laura Palmer, ma si espande rapidamente per esplorare le vite segrete dei suoi abitanti e una dimensione sovrannaturale inquietante che si cela sotto la superficie.

Divisa in tre stagioni (la prima e la seconda andate in onda tra il 1990 e il 1991, e una terza stagione-revival nel 2017 intitolata Twin Peaks: The Return), la serie è un mosaico complesso che affronta temi profondi e presenta una delle narrazioni più ambigue e affascinanti mai realizzate.


Trama


Stagione 1 (1990): "Chi ha ucciso Laura Palmer?"


La storia inizia con una scoperta macabra: il corpo di Laura Palmer (Sheryl Lee), una popolare e apparentemente perfetta liceale, viene trovato avvolto in plastica sulla riva di un fiume a Twin Peaks, una piccola cittadina dello Stato di Washington. Il suo omicidio sconvolge la comunità, portando alla luce i segreti più oscuri dei suoi abitanti. L’Agente Speciale dell’FBI Dale Cooper (Kyle MacLachlan) viene inviato a Twin Peaks per indagare sull'omicidio, lavorando insieme allo sceriffo locale Harry S. Truman (Michael Ontkean). Cooper è un investigatore eccentrico e profondamente intuitivo, che utilizza metodi non convenzionali (come sogni e visioni) per risolvere i casi. Mentre Cooper indaga, emerge che Laura Palmer non era la ragazza perfetta che sembrava. Era coinvolta in una doppia vita fatta di droghe, prostituzione e segreti.


Stagione 2 (1990-1991): "Il Male di Twin Peaks"


La seconda stagione approfondisce le origini sovrannaturali di Bob e introduce il concetto delle Logge, dimensioni alternative legate al bene e al male:


La Loggia Nera è il regno del male, abitato da entità come Bob e L'Uomo da un Altro Posto (Michael J. Anderson).


La Loggia Bianca, al contrario, rappresenta il bene, ma resta vaga e sfuggente.


Nel corso della stagione, si scopre che Bob non è solo un’entità sovrannaturale, ma può anche possedere esseri umani. È stato Leland Palmer, posseduto da Bob, a uccidere sua figlia Laura. Questa rivelazione è uno dei momenti più sconvolgenti della serie.

Dopo la risoluzione del mistero di Laura Palmer, la serie perde parte del suo slancio narrativo. La seconda metà si concentra su nuove trame, come l'arrivo di Windom Earle, un ex agente dell’FBI e nemesi di Cooper, che cerca di accedere alla Loggia Nera per ottenere potere.

La stagione si conclude in modo tragico e ambiguo: Cooper entra nella Loggia Nera per salvare la giovane Annie Blackburn, ma viene intrappolato e posseduto da Bob. L'ultimo episodio termina con l'immagine di un Cooper malvagio che ride istericamente mentre si guarda allo specchio.


Twin Peaks: The Return (2017): "Il Ritorno del Male"


"Twin Peaks: The Return", andata in onda 25 anni dopo, è molto più di una semplice continuazione: è un'opera d'arte sperimentale che espande l'universo della serie, rendendolo ancora più complesso e oscuro. La trama principale segue Cooper, ancora intrappolato nella Loggia Nera, mentre una sua versione malvagia (posseduta da Bob) vaga nel mondo reale. La serie introduce nuovi personaggi e nuove dimensioni narrative, spostandosi tra Twin Peaks e altre città degli Stati Uniti.

Tra i momenti chiave:

Cooper riesce a fuggire dalla Loggia Nera, ma la sua mente rimane intrappolata in uno stato confuso, facendolo assumere l’identità di Dougie Jones, un uomo qualunque.

L’esplorazione delle origini di Bob e della Loggia Nera, con il leggendario episodio 8, che racconta la creazione del male durante il test nucleare di Trinity del 1945.

La battaglia finale contro il Cooper malvagio, che culmina con un’apparente vittoria del bene.

Ma il finale è tutt’altro che risolutivo: Cooper, cercando di cambiare il passato e salvare Laura Palmer, finisce in una realtà alternativa, dove Laura sembra non essere mai esistita. L'ultimo episodio si chiude con una scena enigmatica in cui Cooper chiede: "In che anno siamo?", lasciando lo spettatore in uno stato di totale ambiguità.

Analisi Monologo

Fin dalle prime battute, il Maggiore distingue chiaramente tra un sogno e una visione: "Non parlo di un sogno… parlo di una visione radiosa." Questa distinzione è importante, poiché in Twin Peaks i sogni hanno spesso un carattere criptico e simbolico, mentre la visione del Maggiore ha un tono chiaro, armonioso e privo di ambiguità. È un momento di pura rivelazione, una finestra sull’anima. La descrizione della visione è dettagliata e profondamente evocativa. La casa che il Maggiore visita rappresenta il luogo della sua infanzia, un simbolo di sicurezza, radici e identità. Il fatto che la casa sia "rimasta come ai tempi della sua giovinezza" suggerisce un desiderio di ritrovare la purezza e l'innocenza del passato.La presenza di "più stanze di quante ne ricordassi" sottolinea l’idea che il passato e il presente non siano mai del tutto separati: la casa si è ampliata, proprio come la sua vita e la sua comprensione del mondo.


Il momento più emotivo del monologo arriva quando il Maggiore incontra suo figlio Bobby. La descrizione di Bobby come "spensierato" e "felice" rappresenta non solo un desiderio profondo del Maggiore, ma anche una visione ideale del futuro di Bobby, un futuro in cui può vivere con gioia e armonia. L’abbraccio tra padre e figlio è il punto culminante della visione: "Eravamo una sola persona in quel momento." Questo non è solo un gesto d’affetto, ma una metafora della riconciliazione e della connessione profonda tra le generazioni.


L’idea di diventare "una sola persona" richiama temi spirituali presenti in tutta l’opera di Lynch, come la fusione tra individualità e collettività, tra il sé e l’altro. È un momento di pace totale, che riflette l’aspirazione del Maggiore a un rapporto più profondo e autentico con suo figlio.


L’ultima parte del monologo è una dichiarazione di fiducia. Il Maggiore si rivolge direttamente a Bobby, dicendogli che la visione gli ha lasciato una "straordinaria sensazione di ottimismo" e una totale fiducia nel futuro di suo figlio. Questo momento è particolarmente significativo, considerando che Bobby, fino a quel momento, è stato rappresentato come un adolescente ribelle e spesso in conflitto con il padre. Il Maggiore sta offrendo a Bobby una nuova prospettiva su se stesso: non è solo il ragazzo problematico che tutti vedono, ma una persona capace di vivere una vita piena e armoniosa. In un certo senso, il Maggiore sta cercando di instillare in Bobby una nuova narrativa, una visione del futuro in cui il ragazzo possa riconoscere il proprio valore e potenziale.


La casa che il Maggiore descrive è un simbolo ricorrente in Twin Peaks. Le case, nella serie, rappresentano sia il rifugio sicuro sia il luogo di segreti nascosti. Nel caso del Maggiore, la casa è un luogo di armonia e chiarezza, un rifugio spirituale in cui ritrova il senso della sua esistenza. Questa immagine contrasta fortemente con altre case di Twin Peaks – come quella dei Palmer, piena di oscurità e dolore. La luce che riempie la casa nella visione del Maggiore è un simbolo di purezza e speranza, mentre la presenza di Bobby rappresenta la possibilità di guarigione e riconciliazione, non solo a livello familiare, ma anche personale e spirituale.

Conclusione

Il monologo del Maggiore Briggs è uno dei momenti più profondi e commoventi di Twin Peaks, un raro momento di pace e luce in una serie spesso dominata da oscurità e ambiguità. Attraverso la descrizione della sua visione, il Maggiore ci offre un messaggio di speranza e redenzione, ricordandoci che, anche in un mondo pieno di dolore e conflitti, esistono possibilità di riconciliazione e amore.

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