Monologo maschile - \"La mia ombra è la tua\"

Unisciti alla nostra Community Famiglia! Compila il "FORM" in basso, inserendo il tuo nome e la tua mail, ed entra nell'universo di Recitazione Cinematografica. Ti aspettiamo!


Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Il monologo è un vero e proprio autoritratto in voce. Emiliano in “La mia ombra è la tua” si presenta con nome, cognome, luogo e data di nascita. È una dichiarazione d’identità, come quelle che si fanno agli esami o nei colloqui di lavoro, ma la precisione con cui racconta la propria biografia viene subito svuotata dal tono mesto e dalla sensazione che tutto quello che dice, a lui, oggi, non serva più a nulla.

Lo stile è quello tipico di una confessione non richiesta: sta parlando con qualcuno, sì, ma in fondo è un dialogo con se stesso. Ci troviamo davanti a un momento di stasi emotiva. Emiliano non sta elaborando il lutto: sta raccontando l’incapacità di farlo.

Mi chiamo...

MINUTAGGIO: 0:10-4:32

RUOLO: Emiliano De Vito

ATTORE: Giuseppe Maggio

DOVE: Netflix

ITALIANO

Mi chiamo Emiliano de Vito. Sono nato a Firenze nel 1997, ho sempre vissuto in un bozzolo. Dietor il consiglio del mi babbo ho fatto il liceo classico e mi sono laureato in lettere antiche: summa cum laude. Poi il babbo se l’è portato via un infarto fulminante, e io ho scoperto che in questo mondo la mia laurea non vale nulla. Fino a pochi giorni fa ero anche fidanzato con l’Allegra, diciamo così, la mia compagna di banco che leggeva le poesie di Catullo insieme a me. Da quando è morto il babbo mi succede una cosa strana. Non mi riesce di pensarlo. Non l’ho neanche mai sognato. Vengo qui, ogni tanto, a guardare la sua foto, sperando che succeda qualcosa. Ma non succede mai nulla. 

La mia ombra è la tua

“La mia ombra è la tua” è un film italiano del 2022 diretto da Eugenio Cappuccio, tratto dall’omonimo romanzo di Edoardo Nesi. La storia si muove sul binario del road movie con dinamiche da commedia generazionale, ma con una tensione malinconica che accompagna i due protagonisti in un viaggio fatto più di dialoghi e scoperte interiori che di eventi spettacolari. Emiliano è un ragazzo di poco più di vent’anni, laureato in Lettere, pieno di entusiasmo e con poche certezze. Viene incaricato da un’importante casa editrice di raggiungere lo scrittore Vittorio Vezzosi, un autore schivo e in rotta con l’ambiente letterario da anni. L’obiettivo? Convincerlo a scrivere il seguito del suo libro di culto, un romanzo uscito negli anni ’90 che ha segnato una generazione.

Vezzosi, interpretato da Marco Giallini, è un personaggio chiuso, burbero, con un passato irrisolto. Il viaggio che intraprendono insieme — da Milano verso Roma — diventa il pretesto per far emergere lo scontro (e l’incontro) tra due generazioni molto diverse: quella di chi ha vissuto gli anni ruggenti dell’editoria italiana e quella di chi cerca di farsi strada in un presente frammentato e sfuggente.

Il film alterna momenti di leggerezza a riflessioni amare sul tempo che passa, sul fallimento e sulla disillusione. Parla anche della scrittura come atto di resistenza e come rifugio. I dialoghi tra i due protagonisti sono il cuore pulsante della narrazione: ironici, a tratti affilati, sempre carichi di tensione emotiva. 

Marco Giallini è Vezzosi: un ruolo che gioca sulla sottrazione, perfetto per lui, sempre bravo nel rendere il non detto.

Giuseppe Maggio è Emiliano: più ingenuo, più idealista, il suo personaggio porta nel film quel bisogno di senso tipico dei ventenni disillusi di oggi.

Analisi Monologo

"Ho sempre vissuto in un bozzolo." Emiliano ha seguito una traiettoria “pulita”: liceo classico, università, laurea col massimo dei voti. Ma tutto questo è avvenuto in un mondo ovattato, protetto, quasi irreale. Il “bozzolo” è il simbolo di una crescita senza traumi apparenti, ma anche senza reale contatto con l’esterno. Il padre, figura di riferimento e guida, è stato il pilota di questa traiettoria. E la morte improvvisa di quest’ultimo non è solo un trauma personale: è il crollo di tutta l’impalcatura su cui aveva costruito la propria idea di futuro. "Ho scoperto che in questo mondo la mia laurea non vale nulla." Qui il tono cambia. C'è un passaggio netto dal passato al presente, dalla costruzione all’abbandono. Emiliano non parla solo della crisi post-laurea, parla del sentimento di inutilità che molti giovani, soprattutto umanisti, vivono in un mercato del lavoro che non li contempla. Non c’è rabbia in queste parole: c’è un’amara constatazione. La frase è secca, detta come chi ha già rinunciato a cercare spiegazioni.

"Da quando è morto il babbo mi succede una cosa strana. Non mi riesce di pensarlo. Non l’ho neanche mai sognato." È la parte più dolorosa. Emiliano non dice di essere distrutto dalla morte del padre. Dice qualcosa di più sottile e inquietante: l’assenza di un'elaborazione. È come se la figura paterna, così centrale, fosse sparita senza lasciare traccia dentro di lui. Il non sognarlo, il non riuscire nemmeno a evocarlo mentalmente, è il sintomo di un trauma congelato, che non si è ancora trasformato in memoria o lutto. "Vengo qui, ogni tanto, a guardare la sua foto, sperando che succeda qualcosa. Ma non succede mai nulla." La chiusura è dolente ma non melodrammatica. È la testimonianza di un’assenza che non riesce neppure a diventare mancanza piena. È la fotografia di un vuoto emotivo, raccontato con una semplicità che lo rende ancora più crudo.

Conclusione

Questo monologo è uno dei passaggi più densi del film. E’ l’ammissione che Emiliano si sente invisibile nel mondo, con un bagaglio culturale che sembra inutile, una storia d’amore sfumata, e un legame familiare che non riesce a metabolizzare. C’è un’immobilità interiore in queste parole che rispecchia la crisi di molti giovani adulti, costretti a confrontarsi con un mondo che non li riconosce. Emiliano sta mettendo a nudo una verità. 

Entra nella nostra Community Famiglia!

Recitazione Cinematografica: Scrivi la Tua Storia, Vivi il Tuo Sogno

Scopri 'Recitazione Cinematografica', il tuo rifugio nel mondo del cinema. Una Community gratuita su WhatsApp di Attori e Maestranze del mondo cinematografico. Un blog di Recitazione Cinematografica, dove attori emergenti e affermati si incontrano, si ispirano e crescono insieme.


Monologhi Cinematografici, Dialoghi, Classifiche, Interviste ad Attori, Registi e Professionisti del mondo del Cinema. I Diari Emotivi degli Attori. I Vostri Self Tape.

© Alfonso Bergamo - 2025

P.IVA: 06150770656

info@recitazionecinematografica.com