Monologo Maschile - \"Il Buco - Capitolo 2\"

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Articolo a cura di...


~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Tra le varie tematiche del film "Il buco - Capitolo 2" in questo monologo affrontiamo temi legati alla fede cieca, al fanatismo e alla condizione umana all'interno di una società oppressiva e spietata, prigione o un contesto di isolamento. La figura del "Maestro" assume il ruolo di una divinità o guida spirituale, attorno alla quale ruotano concetti come la sofferenza, la redenzione e la salvezza.

LA PREGHIERA

MINUTAGGIO: 28:42-29:49
RUOLO: -

ATTORE: Bastien Ughetto
DOVE: Netflix



INGLESE


Coming Soon :)


ITALIANO


Siamo stati tutti scelti. Verremo tutti elevati in alto. I dolori sono solo ombre, che passano e finiscono. Colui che ci addolora non ci appartiene. Ci appartengono solo la forza e l'amore. Guardate. Guardate la luce del Maestro che splende sopra di noi. Anche se la nostra casa è distrutta dal fuoco e dalla spada, lì la sua casa invisibile resterà salda. Lì la sua casa invisibile resterà salda. Voi, nemmeno voi conoscete tutto il significato. Lui è al centro di ogni luogo. Lui è il mago. Lui è la vita. E' colui che dà la vita. Lui è la fiamma che arde nel cuore di ogni uomo... E nelle profondità di ogni stella. Guardate. Guardate la luce del Maestro che splende sopra di noi. Se la volontà si interrompe gridando perché, allora la volontà si interrompe e non si compie? Si vede la Legge ma non la si comprende. E' la fiamma che arde nel cuore.

IL BUCO - CAPITOLO 1 E 2

"Il Buco" (titolo originale: El Hoyo) è un film spagnolo del 2019 diretto da Galder Gaztelu-Urrutia, distribuito globalmente da Netflix. È un thriller distopico con elementi di horror, intriso di una potente allegoria sociale. Ambientato in una prigione verticale a più livelli, il film esplora temi di ingiustizia, avidità, sopravvivenza e disuguaglianza, con un'estetica minimalista ma incisiva.


La prigione in cui si svolge la storia è chiamata "Il Buco" ed è una struttura verticale con centinaia di piani. Al centro della prigione c'è una piattaforma che, partendo dal piano più alto, scende attraverso ogni livello una volta al giorno, portando cibo per i prigionieri. Ma la quantità di cibo è limitata e i prigionieri ai piani inferiori ricevono solo ciò che rimane dai livelli superiori, creando un sistema gerarchico brutale dove chi sta in alto mangia abbondantemente, mentre chi sta in basso deve lottare per la sopravvivenza con le briciole rimaste.


Il protagonista, Goreng, si risveglia su uno di questi livelli e scopre presto che ogni mese i prigionieri vengono trasferiti casualmente a nuovi piani. A seconda del piano in cui ci si trova, si può vivere un mese in relativa agiatezza o in una fame disperata. Il film segue il suo tentativo di navigare questa struttura disumana, mentre medita su temi etici e morali. Il film contiene anche molteplici riferimenti religiosi, in particolare alla parabola cristiana del sacrificio. Una delle caratteristiche più angoscianti del film è la ripetitività. Ogni mese, i prigionieri sono spostati a nuovi livelli, e il ciclo ricomincia. Questo riflette la ciclicità della lotta di classe e la difficoltà di uscire da un sistema ingiusto. Tuttavia, il film lascia aperto un barlume di speranza, suggerendo che un cambiamento potrebbe essere possibile, sebbene difficile da raggiungere.


IL BUCO - CAPITOLO 2


"Il Buco - Capitolo 2" è il sequel, disponibile su Netflix dal 4 ottobre 2024. Il film riprende l'ambientazione della prigione verticale, ma introduce nuovi personaggi e dinamiche più complesse.


In questo secondo capitolo, un misterioso leader ha imposto una nuova legge all'interno del "Buco", cercando di rendere il sistema più "giusto", con l'obiettivo di redistribuire il cibo in modo equo tra tutti i livelli della prigione. Ma la brutalità del sistema persiste, con regole ancora più spietate: chi mangia dal piatto sbagliato può essere condannato a morte. La protagonista, una nuova detenuta interpretata da Milena Smit, si unisce a un gruppo di ribelli che cercano di rovesciare il leader e interrompere questo ciclo di violenza.

ANALISI MONOLOGO

Il personaggio esprime una visione spirituale in cui la sofferenza è solo temporanea e trascurabile rispetto all'illuminazione che si raggiungerà. C'è un forte richiamo all'elevazione e alla redenzione, tipica di figure religiose che vedono il dolore terreno come transitorio, un'ombra rispetto alla salvezza divina. La ripetizione di concetti come "la luce del Maestro" e "la fiamma che arde" rinforza la retorica religiosa, in cui il Maestro, una sorta di figura divina, è il centro di ogni cosa e la fonte di vita.


Il tono del monologo riflette una perdita di contatto con la realtà, dove la fede diventa un delirio. Le frasi ripetitive, le immagini di fuoco e spada, e la visione di una "casa invisibile" rappresentano un mondo che trascende il materiale. Il prete delira in una fusione di elementi sacri e mistici, incapace di vedere la realtà circostante. Il linguaggio quasi profetico e apocalittico lascia intendere che egli abbia superato il limite della fede razionale, entrando in uno stato di fervore estremo. Il personaggio introduce il concetto di Legge e Volontà, simboli del destino e dell'ordine superiore che non possono essere compresi completamente dagli esseri umani. Il suo delirio include l’idea che coloro che non comprendono la volontà divina ne soffriranno le conseguenze. Qui, la “Legge” rappresenta una verità assoluta che non può essere messa in discussione, e la ribellione contro di essa (il grido del "perché") porta all'interruzione della volontà divina e, quindi, del destino. È una riflessione sull'accettazione passiva di un ordine superiore, una filosofia tipica di figure religiose che vedono ogni evento come parte di un piano divino insondabile.


Simbolismo


La Luce e la Fiamma: Questi simboli sono ricorrenti e rappresentano la presenza divina e l'illuminazione spirituale. La fiamma nel cuore dell'uomo e nelle stelle è un'immagine potente che simboleggia la scintilla di vita, sia dentro l'umanità che nel cosmo, conferendo un senso di universalità al discorso. In contesti religiosi e mistici, il fuoco rappresenta spesso purificazione, forza e distruzione, tutte qualità associate a divinità o forze superiori.


Il Maestro: Questa figura, che viene nominata più volte, appare come una sorta di dio o guida spirituale, una presenza onnipresente e onnisciente. La sua luce è ciò che guida, illumina e conferisce vita, ed è vista come la verità assoluta da seguire.

CONCLUSIONE

Il monologo culmina in una sorta di fervore mistico, dove il personaggio, ormai accecato dalla propria fede, non riesce più a distinguere tra realtà e allucinazione. La sua devozione incondizionata lo porta a credere in un destino superiore, negando la propria sofferenza e quella altrui in nome di una verità divina. Questa figura rappresenta una potente allegoria della manipolazione religiosa e del fanatismo, dove l'accettazione cieca di una "Legge superiore" conduce alla negazione della volontà individuale e della ragione.

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