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~ LA REDAZIONE DI RC
Questo monologo di Sean Maguire, interpretato da Robin Williams, è uno dei momenti più significativi di Will Hunting - Genio ribelle. Will, nonostante il suo straordinario intelletto, è ancora bloccato nella sua paura di lasciarsi andare emotivamente. Il tema centrale è l’intimità, quella vera, fatta di imperfezioni e vulnerabilità. Sean, con la sua saggezza e la sua esperienza di vita, cerca di scuotere Will, mettendolo di fronte a una realtà che i libri e la logica non possono insegnargli: l'amore e le relazioni umane non sono questione di perfezione, ma di scelta e accettazione.
MINUTAGGIO: 1:02:00-1:04:30
RUOLO: Sean McGuire
ATTORE: Robin Williams
DOVE: Amazon Prime Video
INGLESE
Maybe you're perfect right now. Maybe you don't wanna ruin that. But I think that's a super philosophy, Will. That way you can go through your entire life without ever having to really know anybody. My wife used to fart when she was nervous. She had all sorts of wonderful idiosyncrasies. You know, she used to fart in her sleep. Sorry I shared that with you. And one night it was so loud, it woke the dog up. She woke up and gone like, "Was that you?" I said, "Yeah. " I didn't have the heart to tell her. Ah, but, Will, she's been dead two years and that's the shit I remember. It's wonderful stuff, you know? Little things like that. Yeah, but those are the things I miss the most. The little idiosyncrasies that only I knew about. That's what made her my wife. Boy, and she had the goods on me, too. She knew all my little peccadillos. People call these things imperfections, but they're not. Oh, that's the good stuff. And then we get to choose who we let into our weird little worlds. You're not perfect, sport. And let me save you the suspense. This girl you met, she isn't perfect either. But the question is whether or not you're perfect for each other. That's the whole deal. That's what intimacy is all about. Now, you can know everything in the world, sport... but the only way you're findin' out that one is by givin' it a shot. You certainly won't learn from an old fucker like me. Even if I did know, I wouldn't tell a pissant like you.
ITALIANO
Forse tu sei perfetto ora. Forse è questo che non puoi rovinare. Questa la chiamerei una "super filosofia," Will. Così puoi, in effetti, passare tutta la vita senza dover conoscere veramente qualcuno. Mia moglie scorreggiava quando era nervosa. Sì, aveva una serie di meravigliose debolezze. Aveva l'abitudine di scoreggiare nel sonno. Scusa se ti racconto questa cosa. Una notte fu talmente forte che svegliò il cane. Si svegliò anche lei. "Sei stato tu?" Io: "Sì." Non ho avuto il coraggio di dirle di no.Will, è morta da due anni. E questo è quanto mi ricordo. Momenti stupendi, sai, piccole cose così. Però sono queste le cose che più mi mancano: le piccole debolezze che conoscevo solo io. Questo la rendeva mia moglie. Anche lei ne sapeva di belle sul mio conto. Conosceva tutti i miei peccatucci. Queste cose… La gente le chiama imperfezioni, ma non lo sono. Sono la parte essenziale. Poi dobbiamo scegliere chi fare entrare nel nostro piccolo, strano mondo. Tu non sei perfetto, campione, e ti tolgo dall’incertezza: la ragazza che hai conosciuto non è perfetta neanche lei. Ma la domanda è se siete o no perfetti l'uno per l'altra. È questo che conta. È questo che significa intimità. Puoi sapere tutte le cose del mondo, ma l'unico modo di scoprire questa cosa qui è darle una possibilità. Certo, non lo imparerai da un libro. Non lo imparerai da me. E anche se lo sapessi, non lo direi a un piscione come te.
Will Hunting - Genio ribelle (Good Will Hunting, 1997) è un film diretto da Gus Van Sant, con Matt Damon e Robin Williams nei ruoli principali. La sceneggiatura, scritta dallo stesso Damon insieme a Ben Affleck, racconta la storia di un ragazzo dotato di un'intelligenza straordinaria, ma intrappolato in una vita di insicurezze e autodistruzione. Will Hunting (Matt Damon) è un ventenne che lavora come bidello al MIT di Boston. Dietro la sua vita semplice e ribelle, però, si nasconde un talento fuori dal comune per la matematica. Un giorno, risolve anonimamente un complesso problema lasciato su una lavagna dal professor Gerald Lambeau (Stellan Skarsgård), un matematico di fama mondiale. Quando Lambeau scopre che il genio dietro la soluzione è proprio Will, tenta di avvicinarlo per indirizzare il suo talento verso qualcosa di più grande.
Will, però, ha un passato difficile: cresciuto in affidamento e segnato da esperienze traumatiche, fatica a fidarsi degli altri e tende ad autodistruggersi, preferendo la compagnia dei suoi amici di sempre, tra cui Chuckie (Ben Affleck), piuttosto che inseguire un futuro più ambizioso. Dopo essere stato arrestato per una rissa, viene rilasciato a patto di accettare due condizioni: studiare matematica con Lambeau e sottoporsi a terapia psicologica.
Dopo aver sabotato diversi psicologi, Will incontra Sean Maguire (Robin Williams), un terapeuta con un approccio più umano e un passato segnato da dolore e perdite. Tra i due si instaura un rapporto complesso, fatto di scontri iniziali ma anche di momenti di profonda connessione. Sean riesce pian piano a far emergere le paure di Will, spingendolo a confrontarsi con il suo passato e a considerare un futuro diverso.
Parallelamente, Will vive una relazione con Skylar (Minnie Driver), una studentessa di Harvard che lo mette davanti a un'altra sfida: quella di accettare l’amore e la possibilità di essere felice.
La storia di Will Hunting ruota attorno alla lotta tra il talento e l’autosabotaggio, tra la paura di affrontare il proprio passato e la possibilità di costruire un futuro diverso. Il rapporto tra Will e Sean è il fulcro emotivo del film, con momenti che scavano in profondità nelle fragilità del protagonista. La celebre scena in cui Sean dice a Will "Non è colpa tua" (It's not your fault) rappresenta il punto di svolta emotivo del film, costringendo Will a confrontarsi con le proprie ferite. Alla fine, Will deve scegliere se restare nella sua comfort zone o prendere in mano la propria vita. Il suo viaggio si conclude con una decisione simbolica: partire per raggiungere Skylar, lasciandosi alle spalle le sue paure e abbracciando l’ignoto.
Il monologo inizia con Sean che smonta la "super filosofia" di Will, ossia il suo atteggiamento difensivo che gli permette di evitare il coinvolgimento emotivo. Will è un genio, ma usa la sua intelligenza per tenere le persone a distanza, nascondendosi dietro la razionalità. Sean, invece, lo porta su un piano completamente diverso: l’esperienza vissuta.
L'aneddoto sulla moglie che scoreggia è il cuore emotivo del discorso. È un dettaglio quotidiano, buffo e apparentemente insignificante, ma proprio per questo diventa profondamente umano. Sean non parla della moglie come un ideale romantico perfetto, ma come una persona reale, con le sue piccole debolezze, che però sono proprio ciò che la rendeva unica per lui. Il fatto che, a distanza di anni dalla sua morte, ciò che gli manca di più siano queste piccole imperfezioni rende il messaggio ancora più potente: l’amore non è un ideale astratto, ma qualcosa di concreto, fatto di dettagli che solo chi ama davvero può conoscere.
Quando Sean dice "Queste cose... la gente le chiama imperfezioni, ma non lo sono. Sono la parte essenziale.", capovolge la prospettiva di Will. Nella visione del giovane, tutto deve essere analizzato e categorizzato, mentre Sean gli mostra che l’intimità vera nasce dall'accettazione delle imperfezioni dell'altro.
La frase "Tu non sei perfetto, campione, e ti tolgo dall’incertezza: la ragazza che hai conosciuto non è perfetta neanche lei." è una provocazione diretta. Will è terrorizzato dall’idea di aprirsi a Skylar perché teme di mostrarsi vulnerabile, ma Sean lo mette di fronte a una verità semplice: nessuno è perfetto, il punto è capire se due persone sono "perfette l'una per l'altra". L'intimità non nasce dalla perfezione, ma dalla scelta di condividere la propria vita con qualcuno accettandone i difetti.
La conclusione del monologo è tagliente e ironica: "E anche se lo sapessi, non lo direi a un piscione come te." Dopo aver esposto una verità profonda, Sean torna a un tono più leggero, evitando di apparire paternalistico. È il suo modo di far capire a Will che certe cose non si insegnano a parole, ma si vivono.
Questo monologo è uno dei momenti chiave del film perché rappresenta una sfida diretta alla visione del mondo di Will. Sean cerca di convincerlo con un'esperienza reale, che Will non può smontare con la sua intelligenza. Il messaggio è chiaro: la conoscenza teorica ha un limite, e alcune cose si capiscono solo vivendo. È un passaggio fondamentale nel percorso di crescita di Will, che lo porterà a mettere da parte la paura e a scegliere di vivere le emozioni, invece di evitarle.
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