Monologo Maschile - \"Sisu: l'immortale\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

INTRODUZIONE AL MONOLOGO

Nel cuore di "Sisu - l'Immortale", c’è un monologo che definisce il protagonista, Aatami Korpi, ed eleva la posta in gioco del film. In poche righe, il personaggio di Korpi viene trasformato da un semplice cercatore d'oro in una figura quasi mitologica, incutendo timore e rispetto attraverso una narrazione che mescola dettagli storici, tragedie personali e leggende epiche. È un momento che cattura l’essenza del film: una fusione tra brutalità storica e mitologia, in cui il coraggio si trasforma in leggenda.

UNA FORTUNA DEL CAZZO

MINUTAGGIO: 29:20-31:30
RUOLO: Soldato Tedesco

ATTORE: -
DOVE: Netflix



ITALIANO


Dice che abbiamo avuto fortuna. Una fortuna del cazzo. La medaglietta del cane appartiene a un certo Aatami Korpi. Era nelle forze speciali. Il più temuto di tutta la sua unità. Il generale ha detto, cito testualmente: "Con un bastardo spietato come lui meglio non avere a che fare". Combattè nella guerra d'inverno. Per colpa dei russi perse la casa e la famiglia. Così divenne un soldato crudele, assetato di vendetta, che non prendeva ordine da nessuno. I finlandesi rinunciarono a tentare di imporgli la disciplina. Lo mandavano da solo nei luoghi più selvaggi a casa di pattuglie russe. Lui da solo era uno squadrone della morte. Non c'è conferma ufficiale... ma pare che per mano sua siano morti più di 300 russi. E i russi sai come lo chiamano? L'hanno ribattezzato Koschei: vuol dire l'immortale.

SISU - L'IMMORTALE

"Sisu - l'Immortale" è un film d’azione del 2022, diretto da Jalmari Helander, che immerge lo spettatore in un contesto bellico brutalmente evocativo, arricchito da un protagonista solitario e indomabile. La storia si svolge durante gli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale, nel desolato paesaggio della Lapponia, in Finlandia, un territorio segnato dalla devastazione del conflitto.


Al centro della narrazione c’è Aatami Korpi, un ex soldato finlandese divenuto cercatore d’oro. Il film si apre con la sua scoperta di un ricchissimo filone d’oro, che promette una svolta nella sua vita. Ma mentre tenta di portare il bottino in città, la strada di Aatami incrocia un’unità di soldati nazisti in ritirata, guidata dal crudele ufficiale Bruno Helldorf.


I nazisti, al corrente della scoperta del cercatore, cercano di impossessarsi del suo oro, scatenando una lotta mortale. Quello che inizialmente appare come un vecchio minatore solitario si rivela essere un guerriero leggendario, noto per il suo passato di soldato implacabile durante la Guerra d’Inverno tra Finlandia e Unione Sovietica. Aatami, mosso dalla disperazione e da una forza che sfida ogni probabilità, si trasforma in una macchina da guerra inarrestabile, disposto a tutto pur di proteggere il suo tesoro e, soprattutto, la sua dignità.


Il titolo, "Sisu", fa riferimento a un termine finlandese che racchiude il concetto di determinazione e coraggio estremo di fronte alle avversità, un’idea che definisce l’intera essenza del protagonista. Il film mescola elementi di action puro con un’estetica viscerale e violenta, accentuata dall’ambientazione spoglia e dai toni western, trasformando la lotta di Aatami contro i nazisti in un’epopea che si muove tra brutalità e resistenza.

La trama segue un ritmo serrato, scandito da sequenze d’azione coreografate con una crudezza che ricorda opere come "Mad Max: Fury Road", ma con un’attenzione particolare al contesto storico e alla figura quasi mitologica di Aatami. Questo eroe silenzioso diventa una rappresentazione di resilienza assoluta, sfidando non solo nemici umani, ma anche la natura spietata della Lapponia.

ANALISI MONOLOGO

Questo monologo è una chiave di volta per la caratterizzazione di Aatami Korpi e per il tono mitologico che il film vuole attribuire al suo protagonista. La struttura del discorso è un crescendo narrativo, una costruzione che in pochi secondi trasforma Aatami da un uomo apparentemente comune in una figura leggendaria, quasi sovrumana, che sembra uscita da un'epopea nordica.


"Dice che abbiamo avuto fortuna. Una fortuna del cazzo." Il monologo si apre con una nota sarcastica e diretta. Questo primo dettaglio serve a creare tensione e anticipa che Aatami non è un semplice avversario. L'uso di un linguaggio volgare sottolinea il nervosismo del soldato, mettendo in chiaro che la "fortuna" di aver incontrato Korpi è tutto tranne che positiva. "Era nelle forze speciali. Il più temuto di tutta la sua unità." Qui il discorso comincia a inserire elementi concreti per costruire la leggenda. L'appartenenza alle forze speciali eleva immediatamente Korpi al di sopra del soldato medio. La parola "temuto" introduce l'idea che non solo era capace, ma anche spaventoso.


"Con un bastardo spietato come lui meglio non avere a che fare."
Il riferimento diretto al generale e l'uso della parola "spietato" accentuano il tema dell'isolamento e della pericolosità di Aatami. È un personaggio che incute timore non solo ai nemici, ma anche ai suoi superiori. "Per colpa dei russi perse la casa e la famiglia."


Questo dettaglio personale aggiunge profondità emotiva al personaggio. Non è solo un soldato addestrato alla guerra; è un uomo con un passato segnato dalla tragedia, che motiva la sua violenza con un desiderio di vendetta. "Un soldato crudele, assetato di vendetta, che non prendeva ordine da nessuno." Qui Korpi viene descritto come un guerriero senza padroni, una forza della natura che agisce secondo il proprio codice morale. Questo aspetto è fondamentale perché lo allontana dal tradizionale stereotipo dell'eroe disciplinato.


"Lui da solo era uno squadrone della morte." Questa frase è un fulcro narrativo che eleva Korpi a una dimensione quasi mitologica. L'idea che un singolo uomo possa incarnare la potenza distruttiva di un’intera squadra rende Aatami più grande della vita stessa. "I russi sai come lo chiamano? L’hanno ribattezzato Koschei: vuol dire l’immortale." Il dettaglio del soprannome è cruciale. Koschei, nella mitologia slava, è un essere che non può essere ucciso, il che enfatizza la natura leggendaria del protagonista. Il soprannome non è un riconoscimento dato dai suoi compatrioti, ma dai suoi nemici, il che lo rende ancora più significativo.

CONCLUSIONE

Questo monologo è un tassello fondamentale per immergere lo spettatore nella dimensione epica del film. La sua forza risiede nella capacità di trasformare il protagonista in una leggenda vivente, rafforzando la tensione e il coinvolgimento emotivo. Grazie a una costruzione sapiente, il discorso eleva Korpi a simbolo di resilienza e vendetta, rendendolo più di un uomo: un'idea, una forza della natura, che incarna la pura determinazione. Un momento di cinema che sintetizza perfettamente il messaggio del film, lasciando un’impronta duratura nello spettatore.

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