Monologo Maschile - Sylvester Stallone in \"Rambo\"

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~ LA REDAZIONE DI RC

Introduzione al monologo

Questo monologo di John Rambo, tratto dal finale di First Blood (1982), è il culmine emotivo dell’intero film. Dopo aver combattuto da solo contro la polizia e la Guardia Nazionale, viene finalmente messo alle strette dal suo ex colonnello Sam Trautman. Ma invece di una resa in stile hollywoodiano, Rambo crolla psicologicamente, lasciando emergere il dolore che lo ha sempre accompagnato dopo il Vietnam.

Cosa dovevo fare?

MINUTAGGIO: fine film

RUOLO: John Rambo
ATTORE:
Sylvester Stallone
DOVE:
Amazon Prime Video



INGLESE


Back there I can fly a gun ship, I can drive a tank, I was in charge of a million dollar equipment. Back here I can't even hold a job parking cars! Where is everybody? I had a friend who was there for us. There were all these guys, man. Back there were all these fuckin guys! who were my friends! back here there's nothing! Remember Dan Forest? Wore this black headband. I took one of his magic markers, and I said "if found... mail this to Las Vegas", because we were always talking about Vegas. And this fucking car. this fucking 58 Chevy convertible he was talking about his car he said he would cruise till the tires fell off. In one of these barns a kid came up this kid carrying a shoe shine box. ''Shine please, shine?'' He kept on asking. Joe said ya. I went to get a couple of beers. And the box was wired. He opened up the box... Fucking blew his body all over the place. He's laying there and he's fucking screaming... there's pieces of him all over me! And I'm trying to pull them off, you know... my friend! it's all over me! I got blood and everything and... I'm trying to hold him together, I put him together the fucking entrails keep coming out! And nobody would help! They only go ''I want to go home!'' just calling my name. ''I want to go home, Johnny! I want to drive my Chevy! But I couldn't find his legs. ''I can't find your legs!'' I can't get it out of my head. lt was seven years. Every day it hurts. Sometimes I wake up and don't know where I am. I don't talk to anybody. Sometimes a day. Sometimes a week. I can't put it out of my mind.



ITALIANO


Io là pilotavo gli elicotteri, guidavo un carro armato, rispondevo di attrezzature per milioni, qua non riesco neanche a trovare lavoro come parcheggiatore! Ma perché? Perché? Dove sono finiti... i miei amici, dove sono finiti? Dove sono finiti tutti quei ragazzi? Dove sono finiti loro? Avevo tutti quei compagni intorno, erano amici miei, qui non c'è più nessuno. Si ricorda di John Voli? Mi disse "quando torniamo compriamo cento biglietti della lotteria, vinciamo un mucchio di soldi e ce ne andiamo a Las Vegas". Non faceva che parlare di Las Vegas... e di comprarsi una macchina, una Chevrolet rossa decappottabile. Lui parlava sempre di quella macchina, diceva che ci voleva correre fino a che si consumavano le gomme... Noi stavamo in un granaio, arriva un ragazzino, con la sua scatola da lustrascarpe e, entra e dice "io lucidare prego, lucidare". Io ho detto di no ma quello continuava a chiedere e John ha detto di sì. E io, io sono andato a prendere un paio di birre. In quella scatola c'era l'esplosivo e quando lui l'ha aperta, il suo corpo è volato in aria in tanti pezzi. Era steso lì e urlava come una bestia e io avevo i pezzi della sua carne maciullata addosso, e ho dovuto, ho dovuto togliermeli da solo. Avevo i pezzi di carne del mio amico addosso, il sangue e tutto il resto. Cerco di rimetterlo insieme, ma le sue budella mi scappano sempre fuori. E nessuno mi aiuta, non c'era nessuno, e lui fa "voglio andare a casa, voglio tornare a casa", e continua a ripeterlo "voglio andare a casa, Johnny, voglio guidare, andare sulla Chevrolet", e io non riesco neanche a trovare, a trovare le sue gambe. Non posso dimenticarlo, e sono passati sette anni, e succede tutti i giorni. Certe volte mi sveglio e non so neanche, non so neanche dove mi trovo. Non parlo con nessuno, a volte per giorni, per settimane, ma, come è possibile? Come è possibile? Non posso dimenticarlo, non posso, che devo, che, che devo fare? Che cosa devo fare? Che cosa devo fare?

Rambo

"Rambo" (titolo originale: First Blood), diretto da Ted Kotcheff nel 1982, è un film d'azione basato sul romanzo omonimo di David Morrell. La storia segue John Rambo (interpretato da Sylvester Stallone), un ex Berretto Verde reduce del Vietnam che vaga per gli Stati Uniti alla ricerca di un suo commilitone. Scopre però che quest'ultimo è morto per le conseguenze dell'esposizione all'Agente Arancio, lasciandolo ancora più solo e disilluso. Arrivato nella cittadina di Hope, nello stato di Washington, Rambo viene subito preso di mira dallo sceriffo Will Teasle (Brian Dennehy), che lo vede come un vagabondo e lo caccia senza motivo. Quando Rambo torna in città, Teasle lo arresta con un pretesto e lo sottopone a umiliazioni e abusi nella stazione di polizia. I maltrattamenti riattivano in lui i traumi della guerra, spingendolo a reagire violentemente: fugge nei boschi circostanti e scatena le sue abilità di combattente per sopravvivere alla caccia spietata della polizia e della Guardia Nazionale.


Il film si trasforma in un conflitto tra l’ex soldato e le autorità locali, con Rambo che usa tattiche di guerriglia per mettere fuori gioco i suoi inseguitori senza ucciderli. Solo l'intervento del suo ex colonnello, Sam Trautman (Richard Crenna), riesce a fermare la sua furia. Il film si chiude con un monologo intenso in cui Rambo esprime il dolore e il senso di abbandono provato dai veterani al ritorno dalla guerra, un momento che dà alla pellicola una profondità che va oltre l'azione.

Analisi Monologo

La prima parte del monologo evidenzia un contrasto netto tra la vita di Rambo durante la guerra e il suo ritorno alla società civile. In Vietnam era un soldato d’élite, gestiva attrezzature da milioni di dollari, pilotava elicotteri e carri armati. Ora non riesce nemmeno a trovare un lavoro da parcheggiatore.


Questo passaggio incarna il senso di inutilità che molti veterani hanno provato tornando a casa: l’America per cui hanno combattuto non ha più bisogno di loro. Il ripetersi della domanda "Perché?" mostra l’incomprensione di Rambo: non riesce a capire perché sia stato abbandonato da un Paese che gli aveva chiesto di sacrificarsi. La seconda parte del monologo entra nel cuore del disturbo post-traumatico di Rambo. Quando chiede disperatamente "Dove sono finiti i miei amici?", si capisce che non sta parlando di compagni perduti in battaglia, ma del senso di appartenenza che non riesce più a trovare.


Il racconto della morte di John Voli è il punto più devastante del monologo. La scena è dettagliata, cruda, raccontata come se Rambo la stesse vivendo in quel preciso momento. Il ragazzino con la scatola da lustrascarpe – un’immagine innocente che si trasforma in morte improvvisa – rappresenta l’assurdità della guerra. Il suo amico viene dilaniato da un ordigno nascosto, e lui, impotente, cerca disperatamente di raccogliere i pezzi del suo corpo.

La frase "Avevo i pezzi della sua carne maciullata addosso" è un’immagine disturbante, che trasmette il senso di colpa e il disgusto che lo perseguita. È un evento che lo ha segnato nel profondo e che continua a rivivere ogni giorno, senza sosta. La chiusura del monologo mostra un uomo alla deriva. Non riesce a connettersi con nessuno, passa giorni o settimane senza parlare. Il mondo in cui vive ora non è in grado di comprenderlo, e lui stesso non sa più dove si trova, né chi sia diventato.

Conclusione

Il crescendo emotivo raggiunge il suo apice con la domanda disperata: "Che cosa devo fare? Che cosa devo fare?" È un grido di aiuto, l’ultimo tentativo di trovare un senso alla sua esistenza. Il colonnello Trautman, l’unica figura paterna rimasta nella sua vita, è l’unico testimone di questo sfogo. Ma neanche lui ha una risposta.

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