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~ LA REDAZIONE DI RC
Il monologo di Ted Lasso è il suo ultimo discorso alla squadra, e racchiude tutto ciò che il suo personaggio ha rappresentato in tre stagioni: empatia, crescita, e il valore delle relazioni umane sopra ogni altra cosa. Questo è un addio, ma senza il peso della tristezza o della nostalgia forzata. Ted non è un uomo che si sofferma sul passato con rimpianto, né uno che si preoccupa troppo del futuro. Per lui, ciò che conta è il presente.
STAGIONE 3 EPISODIO 12
MINUTAGGIO: 45:40-47:52
RUOLO: Ted Lasso
ATTORE: Jason Sudeikis
DOVE: Apple Tv
INGLESE
Well, fellas, we got our work cut out for us in the second half. But you know, I'll get to all that in a minute. No, uh, right now, all I wanna do is let you gentlemen know what an absolute honor it's been to be your coach. Getting to work with y'all these last three years has truly been one of the greatest experiences of my life. I've loved getting to know each and every single one of you. Learning all about the men you were and getting a front-row seat to see the men you all have become. A-And I wanna thank you for your patience with me. You know, when I showed up here, I didn't know one thing about soccer. But now... Well, now I know at least one thing about football. I'm just so gosh damn proud to be a part of this team. You know? And I love you guys. I'm gonna miss y'all. Now, regarding this second half... Yeah, I don't know what's gonna happen. You know what I mean? No one does. Sports would be a lot less fun if we did. You know? And you all would probably make a lot less money, so... You know? We don't wanna know the future. No, no, we wanna be here right now. And look, I-I know we're down a couple goals. But I'm telling you, man, if y'all play hard, play smart, play together and just, you know... Just do what y'all do, and we'll go out with the peace of mind knowing we did our best. Right? That we tried. Yeah? players murmuring: Yes, Coach. Hmm. All right. Anybody else have something to say?
ITALIANO
Bene, nel secondo tempo avremo il nostro bel da fare. Comunque ci arriverò in un secondo momento, no… In questo momento voglio solo farvi sapere che è stato un vero onore essere il vostro allenatore. Lavorare con voi in questi tre anni è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Sono felice di aver conosciuto ognuno di voi. Di aver conosciuto gli uomini che eravate e di aver visto da vicino gli uomini che siete diventati. E grazie per la pazienza che avete avuto con te. Quando sono arrivato qui non sapevo niente di calcio, ma… ora so almeno una cosa sul calcio. Sono orgoglioso di far parte di questa squadra, sapete? E vi voglio bene, ragazzi. Mi mancherete tutti. Ora, riguardo al secondo tempo… non so che succederà. E’ ovvio, no? Nessuno lo sa, o lo sport sarebbe meno divertente, no? E voi probabilmente guadagnerete molto meno, quindi… No, non vogliamo conoscere il futuro, vogliamo essere qui adesso. E si, so che siamo sotto di un paio di goal, ma… vi assicuro che se ci mettete l’impegno, la furbizia, se giocate insieme, ecco… fate ciò che sapete fare. Andiamocene sapendo di aver fatto del nostro meglio, ok? D’accordo. Qualcuno ha qualcosa da dire?
"Ted Lasso" è una serie che, sotto l'apparenza di una commedia sportiva leggera, si rivela una narrazione stratificata e ricca di sfumature emotive. Creata da Bill Lawrence, Jason Sudeikis, Joe Kelly e Brendan Hunt, la serie ha debuttato su Apple TV+ nel 2020 e si è rapidamente imposta come un prodotto capace di bilanciare umorismo, introspezione e crescita personale.
La storia segue Ted Lasso (Jason Sudeikis), un allenatore di football americano ingaggiato per allenare una squadra di calcio inglese, l’AFC Richmond, nonostante non abbia alcuna esperienza nel calcio europeo.
L’assunzione non è casuale: Rebecca Welton (Hannah Waddingham), la nuova proprietaria del club, vuole distruggere la squadra come vendetta nei confronti del suo ex marito, il precedente proprietario, e pensa che assumere un allenatore incompetente sia il modo migliore per farlo.
Ted arriva in Inghilterra con un atteggiamento genuinamente positivo e un approccio fuori dagli schemi. Nonostante il cinismo iniziale di stampa, tifosi e giocatori, il suo metodo si basa sulla costruzione di fiducia e sul rafforzamento dell’identità della squadra, più che sulla tattica. Nel corso delle tre stagioni, la narrazione si sviluppa non solo attorno alle dinamiche sportive, ma anche ai percorsi di crescita personale dei personaggi.
Prima stagione: accettare il cambiamento
L’inizio è segnato dal contrasto tra l’ottimismo quasi ingenuo di Ted e la freddezza dell’ambiente calcistico britannico. All’interno della squadra, il capitano Roy Kent (Brett Goldstein), un veterano dal carattere burbero, e la giovane star Jamie Tartt (Phil Dunster), arrogante e talentuoso, rappresentano due poli opposti della leadership sportiva. Ted, con il suo metodo poco convenzionale, guadagna gradualmente il rispetto del gruppo, in particolare dell’insicuro Nathan Shelley (Nick Mohammed), inizialmente magazziniere, che Ted promuove a vice-allenatore.
Parallelamente, Rebecca, inizialmente intenzionata a sabotare Ted, si ritrova a cambiare idea, grazie anche all’amicizia con Keeley Jones (Juno Temple), influencer e fidanzata di Jamie, che evolve da semplice presenza mondana a figura chiave nella gestione del club. La stagione si conclude con il Richmond che retrocede, ma con una squadra più coesa e un’idea chiara su come ripartire.
Seconda stagione: affrontare i demoni interiori
Se la prima stagione esplora l’adattamento di Ted a un nuovo mondo, la seconda va più in profondità nel lato emotivo dei personaggi. Ted, nonostante la sua positività, inizia a mostrare segni di attacchi di panico, rivelando un lato più vulnerabile. Il tema della salute mentale prende il centro della scena con l’introduzione della psicologa dello sport Dr. Sharon Fieldstone (Sarah Niles), che sfida Ted a confrontarsi con il dolore irrisolto del suo passato, in particolare la morte del padre.
Nathan, da umile assistente insicuro, diventa sempre più ambizioso e rancoroso, sentendosi trascurato da Ted e sviluppando un’invidia crescente. Il suo arco narrativo culmina con il tradimento, quando lascia il Richmond per unirsi al West Ham, ora di proprietà dell’ex marito di Rebecca.
Intanto, Roy Kent, ritiratosi dal calcio giocato, trova una nuova dimensione come allenatore e partner di Keeley, mentre Jamie, dopo un periodo di crisi, cerca di maturare e diventare un giocatore meno egocentrico. La stagione chiude con tensioni irrisolte e un Richmond pronto a tornare in Premier League.
Terza stagione: chi siamo veramente?
La stagione finale affronta le questioni identitarie di ogni personaggio. Ted deve decidere se restare o tornare negli Stati Uniti per stare con il figlio. Nathan, dopo aver raggiunto il successo al West Ham, si rende conto di aver perso il senso di sé nel suo desiderio di affermazione. Rebecca riflette sul suo ruolo nel club, mentre Roy e Keeley affrontano le difficoltà di una relazione in continua evoluzione.
Sul piano sportivo, l’AFC Richmond, dato per sfavorito, diventa una squadra competitiva grazie a un calcio innovativo ispirato al Total Football, simbolo del superamento dei vecchi schemi e della ricerca di un’identità collettiva. La stagione si conclude con Ted che sceglie di lasciare il club per tornare a casa, Nathan che trova un equilibrio e Rebecca che, anziché vendere il Richmond, lo trasforma in qualcosa di ancora più grande.
Tematiche: più di una serie sportiva
Ted Lasso ribalta il concetto tradizionale di leadership. Il suo metodo non è basato sull’autorità o sulla conoscenza tecnica, ma sulla capacità di comprendere e valorizzare gli altri. Il messaggio è chiaro: vincere non significa solo alzare trofei, ma creare qualcosa di duraturo e significativo.
Salute mentale e vulnerabilità maschile
Uno degli aspetti più innovativi della serie è come affronta la salute mentale, specialmente tra gli uomini. Ted, che all’inizio sembra un ottimista incrollabile, si scopre fragile, segnato da traumi irrisolti. Nathan rappresenta il pericolo dell’insicurezza trasformata in rabbia repressa. Roy Kent, apparentemente duro e inscalfibile, impara a esprimere le proprie emozioni.
Trovare una famiglia fuori dalla famiglia biologica
L’AFC Richmond non è solo una squadra, ma una comunità. Ogni personaggio trova nel club un senso di appartenenza che va oltre il calcio: Rebecca si libera dall’ombra del suo ex-marito, Keeley costruisce una carriera indipendente, Jamie supera il trauma di un padre tossico.
Il concetto di successo
La serie decostruisce l’idea classica di successo. Ted vince senza vincere trofei, Jamie diventa un leader quando smette di pensare solo a sé stesso, Nathan capisce che l’ambizione fine a sé stessa non porta alla felicità.
"Ted Lasso" è una serie che parte da un’idea semplice – un allenatore di football americano nel mondo del calcio inglese – per raccontare qualcosa di molto più profondo: il valore dell’empatia, il peso delle aspettative, la necessità di affrontare i propri demoni. Lo fa con un tono leggero ma mai superficiale, costruendo personaggi credibili e situazioni che parlano a tutti, che si sia tifosi di calcio o meno.
Ted inizia con un accenno alla partita imminente, ma subito cambia direzione: "Bene, nel secondo tempo avremo il nostro bel da fare. Comunque ci arriverò in un secondo momento, no… In questo momento voglio solo farvi sapere che è stato un vero onore essere il vostro allenatore." Questo è il cuore del discorso. Ted non mette al primo posto la tattica o il punteggio, ma il legame che ha creato con i suoi giocatori. L’uso della parola "onore" è importante, perché dimostra che, per lui, allenarli non è stato solo un lavoro, ma un’esperienza che ha arricchito la sua vita.
Segue poi un passaggio che racchiude l’essenza del viaggio della squadra: "Lavorare con voi in questi tre anni è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Sono felice di aver conosciuto ognuno di voi. Di aver conosciuto gli uomini che eravate e di aver visto da vicino gli uomini che siete diventati." Qui Ted parla della crescita personale di ciascun giocatore. Il suo obiettivo è di aiutare gli uomini che la compongono a diventare la versione migliore di sé stessi.
Poi, in perfetto stile Ted, arriva un momento di autoironia: "E grazie per la pazienza che avete avuto con me. Quando sono arrivato qui non sapevo niente di calcio, ma… ora so almeno una cosa sul calcio." Ted ammette, con umiltà, che non è mai diventato un esperto di tattica. Ma questo non significa che non abbia imparato qualcosa. Questa è la sua forza: non ha mai avuto paura di ammettere i propri limiti, e ha sempre trovato un modo per essere utile comunque.
Segue poi la frase più importante del discorso: "Sono orgoglioso di far parte di questa squadra, sapete? E vi voglio bene, ragazzi. Mi mancherete tutti." Qui Ted si mette al loro livello. Non dice “sono orgoglioso di voi”, ma "sono orgoglioso di far parte di questa squadra". Questo è il segreto della sua leadership: non si è mai posto al di sopra degli altri, ma ha sempre lavorato con loro, come un compagno, non solo come un allenatore.
Poi passa a parlare del secondo tempo con una riflessione che va oltre il calcio: "Ora, riguardo al secondo tempo… non so che succederà. È ovvio, no? Nessuno lo sa, o lo sport sarebbe meno divertente, no? E voi probabilmente guadagnereste molto meno, quindi…" Qui Ted usa il suo solito umorismo per smorzare la tensione, ma dietro la battuta c’è un messaggio importante: l’incertezza fa parte della vita, ed è proprio questo a renderla interessante. Segue poi la vera chiamata all’azione: "No, non vogliamo conoscere il futuro, vogliamo essere qui adesso. E sì, so che siamo sotto di un paio di goal, ma… vi assicuro che se ci mettete l’impegno, la furbizia, se giocate insieme, ecco… fate ciò che sapete fare."
Questa è l’ultima lezione di Ted: vivere il momento, affrontare le sfide con coraggio e intelligenza, e dare sempre il massimo, indipendentemente dal risultato. Chiude con un invito che riflette il suo stile di leadership: "Andiamocene sapendo di aver fatto del nostro meglio, ok? D’accordo. Qualcuno ha qualcosa da dire?" Ted lascia spazio alla squadra. Per lui, il calcio è sempre stato un dialogo, mai un monologo.
Questo monologo rappresenta il perfetto addio di Ted Lasso.
Parla di persone, di crescita, di rispetto reciproco.
Ted non ha mai voluto essere solo un allenatore. Ha voluto essere una guida, un amico, qualcuno che potesse lasciare un impatto duraturo nelle vite delle persone attorno a lui.
E in questo monologo c’è tutta la sua eredità: non importa il risultato della partita. Ciò che conta è il modo in cui scegli di affrontarla.
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